Archivi categoria: Biografie

Qui potrete leggere tutte le nostre biografie!

All’interno di questa sezione troverete le biografie dei principali artisti di salsa e gli articoli realizzati in collaborazione con alcuni importanti giornalisti e studiosi del settore.
Con l’occasione abbiamo il piacere di presentarvi Gherson Maldonado, famoso produttore e conduttore radiofonico di vari programmi fra i quali Concierto Caribe e Ritmo, Sabor y Estilo nonchè coordinatore del forum creato dal Ministero della Cultura venezuelano sulla storia della salsa in quel paese. E’ inoltre collaboratore di alcune riviste venezuelane ed internazionali.

Diamo il nostro benvenuto a Gherson!

Fra i nostri collaboratori abbiamo inoltre due “vecchie conoscenze”:

* Tato Conrad, “Cocolo”, titolare della più antica Accademia di salsa a Puerto Rico nonchè grande studioso della musica e delle tradizioni caraibiche.
* Tommy Salsero

Pedro Rafael Chaparro, addio ad un grande trombettista

Lunedì 17 settembre mi chiama un amico per dirmi che era morto Chaparro, gli dico: “chi, il trombettista?”, non avevo sentito nulla a tal riguardo, nè letto alcunchè sul web, così decido di attendere tranquillo in attesa di saperne di più.
A distanza di una settimana non ricevo altre notizie sul trombettista Pedro Rafael Chaparro, pertanto decido di pubblicare una nota sulla mia pagina facebook dalla quale non ricevo nessuna risposta.
A quel punto preso dalla curiosità decido di contattare l’amico Alejandro Jackson, il quale mi da il numero di telefono di sua moglie, Rita Chaparro, la chiamo nella sua abitazione in California e francamente ho la netta impressione che non si aspettasse nessuna telefonata da persone legate al mondo della salsa. Con la voce triste mi da la conferma della scomparsa di suo marito Pedro Rafael Chaparro la settimana precedente. Rimango senza parole per alcuni secondi e non so per quale motivo la prima cosa che mi viene in mente è il motto che dice: “nessuno è profeta in patria”… maledizione, ma com’è possibile che un personaggio che ha avuto un peso così importante nello sviluppo della musica latina e soprattutto della salsa negli anni sessanta e settanta, sia morto senza che nessuno dicesse nulla? Quel che è certo, amici melomani, è che questo gran trobettista venezuelano che per molti di noi ha rappresentato fonte di grande ispirazione, Pedro Rafael Chaparro, è scomparso domenica 16 settembre 2012 in California, nella città dove viveva con sua moglie Rita.
Alla sposa, alla sua famiglia e agli amici, vanno le nostre più sentite condoglianze.

PEDRO RAFAEL CHAPARRO, nacque a San Fernando de Apure, Venezuela il 27 aprile del 1927 e verso la fine degli anni cinquanta emigrò negli Stati Uniti. In Venzuela Pedro Chaparro era era uno dei trombettisti della famosa orchestra del maestro Luis Alfonso Larraín, questa orchestra nel periodo di massimo splendore si alternava all’orchestra di Mario BauzáMachito y su Afrocubans”, chissà, forse proprio da questo incontro nacque l’entusiasmo di Chaparro nel cercare fortuna nella terra dello Zio Sam, anche perchè dobbiamo ricordare che la prima orchestra che gli diede l’opportunità di suonare a New York fu proprio quella di Mario Bauzá e Machito alla fine degli anni cinquanta.
Successivamente suonò anche con altre orchestre come quella di Tito Puente, Tito Rodriguez, Israel Cachao, Richie Ray y Bobby Cruz, fra le altre. Quel che è certo è che è stato uno fra i migliori trombettisti della storia della salsa, sfortunatamente per tutti quelli che ne hanno ammirato il talento e le produzioni musicali, da molti anni era ormai uscito completamente dal mondo della salsa, e si dedicava al suo gruppo di mariachi in California. E non ho nulla contro i mariachi, solo che Chaparro apparteneva alla Salsa e avrebbe voluto tornare a suonarla, anche perchè sono certo che nelle sue vene fino al momento della sua morte scorreva il sangue di un salsero.

Insieme al suo collega, il già ricordato trombettista Doc Cheetham, diede vita ad una delle coppie più esplosive di trombettisti nella salsa degli anni sessanta. In un documento scritto dal musicologo venezuelano Luigi De Lelli, si legge: “In un’intervista che feci a Bobby Cruz si parlò di Doc Cheetham. Ricordo che Bobby menzionò che Chaparro era un trombettista dal potere esplosivo – come richiesto dallo stile dell’orchestra di Richie Ray – però non era solista. A seguito dell’assenza di un trombettista solista, Chaparro, che già aveva suonato nell’orchestra di Machito, dice a Bobby di conoscere un trombettista in grado di sostituirlo. E’ così che va dal leggendario Doc Cheetham a Broadway. Chaparro lo convince a venire a suonare per il conjunto di Bobby&Richie. L’impatto dello stile di Cheetham sarà talmente forte da permettere l’immediata realizzazione di “Mr.Trumpet man“. E’ a partire da questo momento che inizia la tappa della coppia Cheetham e Chaparro. Ricordo che Bobby segnalò che Chetham suonava come seconda tromba e così restava “fresco” per gli assoli. Chaparro, invece era la prima tromba. Rimasero insieme nel Conjunto di Richie Ray quasi 4 anni fra il 1966 e il 1970.”

In effetti come raccontato dall’amico De Lelli, questa coppia si mantenne fino al 1970, momento in cui Chaparro decide di formare la sua orchestra, con la quale registrerà tre dischi, oggi giorno gioia di tutti i collezionisti.

Non posso evitare di menzionare anche quegli eccellenti lavori che Chaparro fece con l’altro musicista venezuelano Juan Sedes, durante la sua permanenza a New York.

Per tutti questi motivi desidero esprimere la mia tristezza per la scomparsa di questo leggendario trombettista venezuelano, Pedro Rafael Chaparro, che sarà sempre ricordato per averci lasciato un’eredità musicale per l’eternità.

di José “Cheo” Guevara
Tratto da Asocosalsa

Español

Un amigo me llamó el día lunes 17 de Septiembre para decirme; Cheo es cierto que murió Chaparro, el trompetista?? Le conteste que no había escuchado nada al respecto y tampoco había leído nada en la web, por lo que decidí quedarme tranquilo hasta que alguien se pronunciara, pero transcurrió una semana completa y no tenía ninguna noticia acerca del trompetista Pedro Rafael Chaparro, por lo que no me quedo otra opción que colocar una nota el muro de mi facebook, pero igualmente ninguno se pronunció. La curiosidad me llevo a seguir investigando y gracias a mi pana Alejandro Jackson, obtuve el numero telefónico de Rita Chaparro, esposa del trompetista. La llamé hoy a su residencia en California, y francamente creó que estaba esperando alguna llamada de alguien ligado a la música, a la salsa que preguntará por su esposo Pedro Chaparro. Con la voz triste me dijo Pedro Rafael murió hace siete días. Me quedé unos segundos en silencio y que vaina no se porque lo primero que me pasó por la mente fue aquel conocido refrán que dice; “Nadie es profeta en su tierra”, carajo pero como es posible que un personaje que tuvo tanto peso en el desarrollo de la música latina y sobre todo en la salsa de los años 60 y 70, haya fallecido y su muerte pase por desapercibido. Lo cierto amigos melómanos es que ese gran trompetista venezolano que ha sido influencia notoría para muchos otros, PEDRO RAFAEL CHAPARRO, falleció el pasado domingo 16 de Septiembre de 2012, en California ciudad en la cual residía con su esposa Rita…Vayan mis mas sentidas palabras de condolencias a su esposa, familiares y amigos.

PEDRO RAFAEL CHAPARRO, nació en San Fernando de Apure, Venezuela el 27 de abril del año 1927, ya es sabido que Chaparro emigró a los Estados Unidos a finales de los años 50…En Venezuela Pedro Chaparro era uno de los trompetista de la famosa orquesta del maestro Luis Alfonso Larraín, esta orquesta por cierto en su época de esplendor alternó con la banda que dirigía el maestro Mario Bausa “Machito y su Afrocubans”, quizás a partir de este roce, vendría el entusiasmo de Chaparro en probar suerte en tierras del Tío Sam, ya que hay que recordar que la primera agrupación que le da la oportunidad a Chaparro de tocar en Nueva York, es precisamente la de Mario Bausa y Machito finalizando los años 50, luego vendría su paso por las bandas de Tito Puente, Tito Rodriguez, Israel Cachao, Richie Ray y Bobby Cruz, entre otras…Lo cierto es que se trata de uno de los mejores trompetistas en la historia de la salsa, que lamentablemente para los que admiramos su talento y trabajo musical desde hace varios años se encontraba desligado totalmente de la salsa, dedicado a su grupo de mariachis en California. Y no tengo nada en contra de los mariachis sino que Chaparro pertenece a la Salsa y particularmente ansiaba que algún día volviera a ella, sin embargo estoy bien seguro de que por sus venas hasta el momento de morir lo que corría era la sangre salsera.

Junto a su otra colega el también recordado trompetista Doc Cheetham, conformó una de las duplas más explosivas en cuanto a trompetas se refiere, en la salsa de los años 60. En un fragmento escrito por el musicólogo venezolano Luigi De Lelli, dice: “En una entrevista que sostuve con Bobby Cruz se habló de Doc Cheetham. Recuerdo que Bobby mencionó que Chaparro era un trompetista de poder explosivo -como lo demanda el estilo Richie Ray Orchestra-, pero no era solista. Ante la ausencia de un trompeta solista bien solvente, Chaparro, quien ya había pasado por la orquesta de Machito, le comenta a Bobby que él (Chaparro) conocía al trompeta indicado. Y fue a buscar al legendario Doc Cheetham a Broadway. Chaparro lo convence de venir al conjunto de Bobby&Richie. Fue tal el impacto del estilo de Cheetham que inmediatamente le montaron el “Mr.Trumpet”. Es a partir de ese momento en que comienza la etapa de la dupla Cheetham y Chaparro. Recuerdo que Bobby señaló que Chetham hacía la segunda trompeta y así se mantenía “fresco” frente a los “solos”. Chaparro, lógicamente una potente primera trompeta. Esa dupla se mantendría con el conjunto Richie Ray de 3 a 4 años…entre 1966 y 1970.”

En efecto tal y como lo escribió el amigo De Lelli, esa dupla se mantuvo hasta el año 1970, ya que luego Chaparro decide formar su propia orquesta, con la cual grabaría 3 Lps hoy por hoy joyas de colección invalorables.

No puedo dejar de mencionar también aquellos excelentes trabajos que hizo Chaparro con el otro venezolano Juan Sedes, cuando este estaba radicado en Nueva York.

Desde esta humilde trinchera nuevamente expreso mi pesar por la desaparición física de este legendario trompetista venezolano Pedro Rafael Chaparro, el cual siempre será recordado porque nos dejo un legado musical para posteridad.

Orquesta Vanguardia

Alla scoperta delle nuove orchestre di salsa in Venezuela: Orquesta Vanguardia

Gennaio 2008 fonte Lawrence Ibarra

Lawrence y su orquesta Vanguardia

Lawrence Ibarra si affaccia sul palcoscenico musicale nel 1985, quando partecipa ai corsi di percussioni organizzati da Fundarte con il Maestro Orlando Porleo. Nel 1989 termina i suoi studi con le percussioni latine specializzandosi nel bongó e subito dopo inizia la sua carriera suonando con l’Orquesta Son 27 e con l’Orquesta Bacará.
Nel 2001 decide di creare la sua prima formazione musicale, l’Orquesta Vanguardia, composta da 12 eccellenti musicisti con una grande esperienza professionale, iniziando così la sua carriera nella musica afrocaraibica.

La Orquesta Vanguardia
La Orquesta Vanguardia

Il suo inizio come cantante fu completamente casuale, visto l’approssimarsi delle prime esibizioni ed la scarsa conoscenza delle canzoni del repertorio da parte dei cantanti.
Per questo motivo insieme ai musicisti decidono di far cantare Lawrence. A quel punto Lawrence decide di prendere lezioni di canto dal professor Oswaldo Morales, lezioni che continua ancora a prendere.

Orquesta Vanguardia
Orquesta Vanguardia

Verso la metà del 2005 registra il suo primo album intitolato “Marcando la diferencia” dove presenta un repertorio di 11 canzoni di compositori venezuelani, fra queste c’è anche Sabrosito, primo singolo dell’autore José Reyna.

Lawrence y su Orquesta Vanguardia hanno suonato con altre orchestre come Hildemaro, Erick Franchesky, Son Mayorí, Orquesta La Oportunidad ed il Grupo Madera.
Inoltre hanno partecipato a svariate trasmissioni radiofoniche e televisive.

Recentemente si sono esibiti in vari siti del Venezuela, fra questi: la Fiesta de Reyes Magos, en la Parroquia 23 de Enero de Caracas, alternandosi con la Orquesta La Oportunidad; Inaugurazione del Locale Latino’s Place a Punto Fijo, Stato Falcón; Fiesta de Carnaval dela Terza Età, Poliedro de Caracas, alternandosi con l’Orquesta La Oportunidad, Combo Antillano, Cheo Soto y sus Soneros.

Musicisti:

Richard Ávila – tumbadoras
José Cedeño – bongó, campana
Lawrence Ibarra – prima voce – leader
Douglas Madera – piano, arrangiamenti, direzione
Oliver Meneses – timbal
Richard Ávila – Tumbadoras
Jackson Monterola – Bongo e campana
Fernando Mozo – basso, cori
Pedro Rivera – voce, flauto
Miguel Sánchez – trombone
Douglas Villarreal – tromba
Vicente Frigeiro Trompeta – tromba

Discografia:

Marcando la diferencia – 2005
Sabrosito

Tema promocional: Sabrosito
Género: Salsa
Tiempo: 4:15
Letra: José Reyna
Música y arreglo: Douglas Madera
CD: Marcando la diferencia

Marcando la diferencia
Marcando la diferencia

Caracas, Venezuela, 2005
Grabación: Jean Carlos Sánchez, Jesús Sánchez, Audioplace Estudios.
Mezcla: Jesús Sánchez, Douglas Madera, Douglas Villarreal
Músicos: Vicente Frigeiro (invitado), trompeta – Edwin “Macharrito” García (invitado), bajo – Lawrence Ibarra, voz líder – Jesús “Menudo” Moreno (invitado), piano – Yomar “Caballo” Méndez (invitado), percusión – Pedro Rivera, voz – Miguel Sánchez, trombón
Tratto da:

Fonte Lawrence Ibarra.

www.myspace.com/orquestavanguardia

Lawrence Ibarra incursiona en el mundo de la música en el año 1985, cuando participa en los Talleres de Percusión de Fundarte con el maestro Orlando Poleo. En el año 1989, culmina sus estudios de percusión latina destacándose como ejecutante del bongó y, como tal, se inicia en la Orquesta Son 27 y en la Orquesta Bacará. Luego, en 2001, decide crear su propia agrupación musical, Orquesta Vanguardia, conformada por 12 excelentes músicos, de gran experiencia profesional, destacando su trayectoria en la música afrocaribeña.

Su inicio como cantante fue totalmente fortuito: debido a la cercanía de las presentaciones y ya que los cantantes de la agrupación no tenían buen conocimiento de las piezas del repertorio, el grupo decide que Lawrence interprete las piezas, conocidas muy bien por él. Luego de las grabaciones, Lawrence opta por tomar clases de canto con el profesor Oswaldo Morales, que aún recibe.

A mediados de 2005, logra su primera producción discográfica titulada Marcando la diferencia, donde presenta un repertorio de 11 temas de compositores venezolanos, entre los que destaca Sabrosito, primer sencillo del autor José Reyna. Lawrence y su Orquesta Vanguardia han alternado con figuras como Hildemaro, Erick Franchesky, Son Mayorí, Orquesta La Oportunidad y el Grupo Madera. En varias oportunidades se han presentado en varias emisoras radiales y en programas televisivos, donde han tenido una destacada participación.

En la actualidad, se han presentado en varios sitios del país, entre ellos: la Fiesta de Reyes Magos, en la Parroquia 23 de Enero de Caracas, alternando con la Orquesta La Oportunidad; Inauguración del Local Latino’s Place en Punto Fijo, estado Falcón; Fiesta de Carnaval de la Tercera Edad, Poliedro de Caracas, alternando con Orquesta La Oportunidad, Combo Antillano, Cheo Soto y sus Soneros. Información suministrada por Lawrence Ibarra.

Integrantes:

Richard Ávila – tumbadoras
José Cedeño – bongó, campana
Lawrence Ibarra – prima voce
Douglas Madera – piano, arrangiamenti, direzione
Oliver Meneses – timbal
Fernando Mozo – basso, cori
Pedro Rivera – voce, flauto
Miguel Sánchez – trombone
Douglas Villarreal – tromba

Discografía:

Marcando la diferencia – 2005
Sabrosito

Tema promocional: Sabrosito
Género: Salsa
Tiempo: 4:15
Letra: José Reyna
Música y arreglo: Douglas Madera
CD: Marcando la diferencia


Caracas, Venezuela, 2005
Grabación: Jean Carlos Sánchez, Jesús Sánchez, Audioplace Estudios.
Mezcla: Jesús Sánchez, Douglas Madera, Douglas Villarreal
Músicos: Vicente Frigeiro (invitado), trompeta – Edwin “Macharrito” García (invitado), bajo – Lawrence Ibarra, voz líder – Jesús “Menudo” Moreno (invitado), piano – Yomar “Caballo” Méndez (invitado), percusión – Pedro Rivera, voz – Miguel Sánchez, trombón

Tratto da:

Fonte Lawrence Ibarra.

www.myspace.com/orquestavanguardia

El Klan de Porfi

Alla scoperta delle nuove orchestre di salsa in Venezuela: El Klan de Porfi

19 agosto 2012

Questo testo ha lo scopo di far conoscere la vera storia che ha portato alla nascita di quello che adesso è il Klan Resistencia Salsera de Caracas Antes Klandestinos, sonido Los Blancos.
Nel 2001 si manifestò un grave problema politico in Venezuela: il blocco dell’industria petrolifera e di tutte le attività commerciali ed economiche del paese, che ebbe come conseguenza la sospensione degli spettacoli musicali, inclusi quelli dell’Orquesta Adolescentes.

El Klan de Porfi
El Klan de Porfi

El Klan de Porfi mentre registra una canzone

Porfi Baloa passava i giorni chiuso nel suo studio a guardare la televisione: vedeva la gente che cantava “se ne va, se ne va, se ne va…” però senza musica, e fu così che ebbe un’idea interessante, ovvero quella di registrare un merengue con la frase che le persone usavano come coro durante le manifestazioni. A quel punto mandò un’attrezzatura per suonare questa melodia durante le marce per vedere la reazione che avrebbe suscitato fra la gente.
I risultati furono fenomenali, la gente chiedeva i dischi per comprarseli. Dopo tre giorni cambiò il panorama e tornò il presidente, e Porfi ebbe un’altra idea folgorante: quella di cambiare la frase da “se ne va, se ne va, se ne va” in “è tornato, è tornato, è tornato”.

E adesso veniamo al Klan Resistencia Salsera de Caracas…

Dopo questi fatti, durante un’intervista che Radio Venezuela fece all’inizio del 2005 all’Orquesta Adolescentes, Everson Hernández e Ángel Delgado – cantanti dell’orchestra – iniziano a parlare dell’idea di suonare la salsa con lo stile degli anni settanta, solo per divertirsi e per soddisfare la voglia di suonare salsa vieja (vecchia).
Porfi, osservando il panorama del barrio (quartiere) dalla finestra della casa di sua madre a Coche, commenta: “Questa è la verità, ragazzi, questa musica viene da lì, cerchiamo di divertirci allo stessa maniera in cui le persone si divertono ad ascoltarla”.

All’inizio si chiamavano Klandestinos nonostante questo nome fosse stato registrato da Gonzalo Lira, il quale gli aveva proibito di utilizzarlo.
Dopo qualche settimana Porfi aveva già preparato 10 arrangiamenti pronti per una sezione di fiati, tromba e sax, e comincia a presentare l’orchestra – gratuitamente – al matrimonio del Road Manager degli Adolescentes, Arturo Altuve.

El Klan de Porfi
El Klan de Porfi

Successivamente iniziarono a ricevere proposte dai principali locali di salsa di Caracas e i Klandestinos suonarono a El Sarao, alla Rumba Latina e presso altri eventi privati; inoltre a un evento culturale presso il carcere giudiziario La Planta e al Congresso Mondiale della Salsa realizzato a Caracas nel Novembre del 2005. Fu così che iniziò a manifestarsi interesse verso questa nuova formazione musicale da parte dei salseri di Caracas.

L’interesse per i Klandestinos cresceva, e Porfi decise di invitare il signor Ángel Flores (compositore venezuelano che scriveva con un’ispirazione che si adattava al concetto del gruppo) ed è in quel periodo che nasce il fenomeno di “Ni Llanto ni Flores” interpretata dallo stesso Ángel Flores; questo singolo raggiunge il primo posto del Record Report nel nostro paese, cosa che ottiene un grande risalto non solo per il successo raggiunto, quanto per il fatto che si stava compiendo una vera missione: andare contro i dettami del commercio musicale imponendo alle case discografiche il genere musicale della salsa vieja fatta al giorno d’oggi.

Il trionfo non era solo per il Klan quanto per il genere: si dimostrò che il gruppo poteva competere contro il boom commerciale del reggaetón e artisti di case discografiche internazionali che investono grosse somme di denaro per promuovere questi gruppi e che detengono il monopolio musicale a livello mondiale.

Porfi a sua volta incluse un trombone nella sua sezione fiati e Cesar Monge entrò a far parte di questo gruppo che adesso si sarebbe convertito in un combo.
Attualmente il gruppo sta realizzando la produzione del primo disco, ed è già pronto un altro singolo intitolato “Látigo del mal”, que si preannuncia come un futuro successo radiofonico.

La storia continuerà a essere scritta, non ci resta che aspettare…

Discografia

El Klan de Porfi – Salseros de Caracas (2009)

Español

EL KLAN DE PORFI Movimiento de Resistencia Salsera de Caracas por nuestro genero musical del caribe urbano para que este no muera jamás. Este texto persigue con afán la verdad, queremos dar a conocer la realidad de cómo nació lo que ahora se denomina el Klan Resistencia Salsera de Caracas Antes Klandestinos, sonido Los Blancos. Para el año 2001 surgió un grave problema político en Venezuela: el paro de la industria petrolera y de todas las actividades comerciales y económicas en el país, lo que trajo como consecuencia la suspensión temporal de los espectáculos musicales, incluyendo los de la Orquesta Adolescentes. Porfi Baloa pasaba los días encerrado en su estudio viendo televisión: veía a la gente cantando “se va, se va, se va…” pero sin música, y se le ocurrió la travesura de grabar un merengue con la frase que la gente coreaba y así fue; mandó un equipo para sonar dicha melodía en las marchas a ver qué reacción producía en la gente. Los resultados fueron fenomenales, la gente le pedía discos para comprárselos. A los 3 días cambió el panorama y volvió el presidente, y siguiendo con la travesura agarró la misma pista y cambió el “se va” por “volvió, volvió, volvió”. Ahora el Klan Resistencia Salsera de Caracas Luego de estos hechos, en una entrevista que se le realizaba a la orquesta Adolescentes en Radio Venezuela a principios del año 2005, Everson Hernández y Ángel Delgado –cantantes de la orquesta- comentan la inquietud de usar el concepto de Klandestinos para tocar salsa al estilo de los años setenta, sólo por diversión y para drenar sus ganas de interpretar salsa vieja. Porfi, observando el panorama del barrio que da a la ventana de la casa de su mamá en Coche, comenta: “Es verdad, muchachos, esta música nació allí, vamos a gozar como gozan ellos al escucharla”. Al principio se llamaban Klandestinos ya que desconocían la jugada sucia de Lira, pero luego la demanda prohibió a Porfi usar este nombre: él luchó pero legalmente “El Gordo” era el dueño del nombre, aunque sólo ante la ley y no en su corazón, y esa verdad seria pesada para él, ya que todos sabemos que el que obra mal le va mal. En sólo semanas ya Porfi tenía 10 arreglos listos con una sección de dos metales, trompeta y saxo, y se da el primer toque de Klandestinos –totalmente gratis- en el matrimonio del Road manager de Adolescent’s, Arturo Altuve. Después comenzaron a interesarse en la propuesta los distintos locales salseros de la ciudad y Klandestinos se presentó en El Sarao, La Rumba Latina y otros eventos privados; también asistieron a un evento cultural en el retén judicial de La Planta y fueron invitados al Congreso Mundial de la Salsa, realizado en Caracas en Noviembre de 2005. Esto basto para que comenzara el interés por la agrupación por parte de los salseros de la ciudad. La gente ya se había interesado en Klandestinos, y Porfi invita al señor Ángel Flores (compositor venezolano que poseía una línea de inspiración que se adaptaba al concepto del grupo) y es allí cuando sucede el fenómeno “Ni Llanto ni Flores”, interpretada por el propio Angel Flores; este sencillo alcanza el primer lugar del Record Report en nuestro país, hecho que cabe resaltar no sólo por haber obtenido este éxito, sino porque verdaderamente la misión se estaba cumpliendo: ir en contra de los dictámenes del comercio musical, imponiendo en las carteleras musicales salsa vieja hecha en la actualidad. El triunfo no era para el Klan sino para el género: se comprobó que el grupo podía contra monstruos como el boom comercial del reggaetón y artistas de disqueras internacionales que invierten altos presupuestos en promoción y tienen en su poder las roscas del monopolio musical a nivel mundial. Porfi a su vez incluyo un trombon a su sección de metales y Cesar Monge se incluyo en las filas de esta agrupación que ahora se convertiría en un combo. En la actualidad la agrupación se encuentra en los ajustes de pre-producción de lo que será su primer disco, y ya se encuentra listo otro sencillo titulado “Látigo del mal”, que se perfila como un gran éxito radial. La historia se seguirá escribiendo, sólo queda esperar…

Tratto da:

www.myspace.com/klandeporfi

Bailatino

Alla scoperta delle nuove orchestre di salsa in Venezuela: Bailatino

Gennaio 2008

Sintesi della carriera artistica:

Nome del conjunto: Bailatino
Stile musicale: Latina (Salsa)
Anno della fondazione: 1995

Componenti: (strumenti)

José “Cheo” Navarro: Timbal, Bongo, Clave, Guiro.
Edgar “Dolor” Quijada: Voce ,Maracas.
Mc Brian Ramirez: Voce
Ronald Gomez: Voce
José “Mortadelo” Soto: Basso.
Felipe Blanco: Tumbadoras.
Eliel Rivero: Trombone, Guiro.
Alberto Crespo: Piano.
Johán Muñoz: Trombone.
Jose Leonardo Diaz: Flauto.

Bailatino
Bailatino

Bailatino nasce con la necessità di rivalorizzare e rivitalizzare la diversità del patrimonio caraibico. Questo gruppo rappresenta la resistenza salsera, salsa senza concessioni, quella che esprime la propria identità. Bailatino rappresenta il risultato di influenze musicali nazionali e internazionali, come la Dimensión Latina, Federico y su Combo Latino, El Grupo Mango, La Salsa Mayor e Tabaco y sus Metales solo per ricordare alcuni gruppi venezuelani. Il debutto dell’orchestra si ha nel 1995 durante il Festival del Teatro di Caracas (Venezuela).

Bailatino in concerto
Bailatino in concerto

A loro volta si sono presentati in diversi palcoscenici della città di Caracas come il Museo delle Belle Arti, Corp Group, Espacios Unión, Trasnocho Cultural del Paseo Las Mercedes, Banco Central de Venezuela, Colegio de Ingenieros, Colegio de Médicos, El Maní es así, fra gli altri, diventando una delle orchestre preferite dagli appassionati di salsa della capitale.

Durante la sua prima registrazione la banda interpreta canzoni di compositori del calibro di Don Tite Curet Alonso (Portorico), Alfredo Naranjo, di arrangiatori come Joel Uriola, Alberto Crespo e Natividad “Naty” Martínez, questi ultimi grandi talenti venezuelani; senza dimenticarsi che hanno anche registrato canzoni proprie che è possibile ascoltare nella loro seconda produzione discografica.

Bailatino in concerto
Bailatino in concerto

Bailatino, è memoria musicale trasmessa da una generazione a quella successiva, reinterpetata con tutta l’attenzione ed il rispetto che meritano i grandi maestri, i quali hanno apportato il proprio bagaglio per disegnare la mappa musicale latinoamericana.

Informazioni a cura di Bailatino.

Discografía

Bailatino - Bailatino llego' con todo (2003)
Bailatino – Bailatino llego’ con todo (2003)
Bailatino - Ante los ojos del mundo (2005)
Bailatino – Ante los ojos del mundo (2005)
Bailatino - La Resistencia (2008)
Bailatino – La Resistencia (2008)

Ante los ojos del mundo – 2005

La Resistencia – 2008

Tratto da:

Fonte Bailatino

www.bailatino.com.ve

Sintesis Curricular:

Nombre del conjunto: Bailatino
Estilo de música: Latina (Salsa)
Año de Fundación: 1995

Integrantes: (instrumentos)

José “Cheo” Navarro: Timbal, Bongo, Clave, Guiro.
Mc Brian Ramirez: Voz
Ronald Gomez: Voz
Edgar “Dolor” Quijada: Voz ,Maracas.
José “Mortadelo” Soto: Bajo.
Felipe Blanco: Tumbadoras.
Eliel Rivero: Trombón, Guiro.
Alberto Crespo: Piano.
Johán Muñoz: Trombón.
Jose Leonardo Diaz: Flauta.

Bailatino nace como una necesidad de revalorizar y revitalizar la diversidad del patrimonio caribeño. Esta agrupación representa la resistencia salsera, salsa sin concesiones; expresa las influencias de las mejores agrupaciones musicales que interpretan la salsa dura, pero con su propia identidad. Bailatino ha sido el resultado de influencias musicales tanto nacionales como internacionales, tales como La Dimensión Latina, Federico y su Combo Latino, El Grupo Mango, La Salsa Mayor y Tabaco y sus Metales, por sólo mencionar algunos grupos venezolanos. El debut de la agrupación se produce en 1995, en el marco del Festival de Teatro de Caracas, Venezuela.

A su vez se ha presentado en diversos escenarios de la ciudad de Caracas, como el Museo de Bellas Artes, Corp Group, Espacios Unión, Trasnocho Cultural del Paseo Las Mercedes, Banco Central de Venezuela, Colegio de Ingenieros, Colegio de Médicos, El Maní es así, entre otros, convirtiéndose en los consentidos de toda la legión de rumberos y rumberas de esta capital.

En su primera grabación la banda interpreta temas de compositores de la talla de Don Tite Curet Alonso (Puerto Rico), Alfredo Naranjo, de arreglistas como Joel Uriola, Alberto Crespo y Natividad “Naty” Martínez, estos últimos grandes talentos venezolanos; eso sin mencionar que también cuentan con temas propios que se explayan en su segunda producción. Bailatino, es memoria musical trasmitida de una a otra generación, reinterpretada con todo el cuidado y el respeto que merecen los grandes maestros, quienes han aportado lo suyo para diseñar el mapa musical latinoamericano.

Discografía

Bailatino llegó…con todo!!! – 2003
Ante los ojos del mundo – 2005
La Resistencia – 2008

INFORMACIÓN SUMINISTRADA POR BAILATINO

La biografia di Principe y su Sexteto

di José “Cheo” Guevara e Elio Navas

Traduzione a cura di Vanessa Paniccia

Principe y su Sexteto
Principe y su Sexteto

Antonio Ramón Hernández Príncipe, è un uomo poco conosciuto al di fuori del suo stretto contesto. Nonostante ciò, diventa uno dei più splendenti musicisti popolari e di maggior importanza quando l’espressione della musica ballabile cerca i propri percorsi, tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta. É l’epoca dell’affermazione definitiva della salsa come genere, il periodo delle grandi orchestre e dei modesti sestetti, caratterizzati da magnifiche sonorità e presenza scenica, grazie alla qualità dei componenti. Alcuni esempi: il sestetto di Joe Cuba, il sestetto Ambaé, il sestetto Yurbistein, il Sexteto Juventud e la formazione capitanata dal nostro amico, Príncipe y su Sexteto.

Principe y su Sexteto
Principe y su Sexteto

Príncipe proviene dalla regione Portuguesa, nato a Guanare il 9 Gennaio del 1948; ancora piccolo, la sua famiglia si trasferisce a Caracas e si stabilisce nell’affollata Parrocchia di Caricuao. Qui frequenta le scuole e familiarizza con le sonorità che lo avrebbero portato successivamente verso i sentieri della musica. E’ il 1967 quando assume il cognome materno, forse a causa dei due significati che esso rappresenta: da una parte la provenienza famigliare e dall’altra la relazione facilmente utilizzabile dal mezzo pubblicitario a fini promozionali, quindi presenta il suo gruppo musicale come Príncipe y su Sexteto.

Principe y su Sexteto
Principe y su Sexteto

É così che Príncipe con la sua tumbadora crea un trabuco con José de los Santos Rada (Kiko), eccellente vocalist e compositore, Carlos Kírico come bolerista e prima voce nei cori, Jesús Cordero (Pillí) al basso, Reinaldo Azocar come timbalero, ai bongò Enrique Ruiz ed alla chitarra Chelino Agüero; insieme provano, creano un repertorio ed iniziano a fare concerti. Nel 1968 escono con il loro primo lavoro discografico, un singolo con “Salsa de Guaguancò”, creazione di Príncipe, ed il retro con un tema di Kiko, “Violeta”. Di questo lavoro, in tempi record, vende più di cento mila copie e vince il suo primo Disco d’Oro, che riceve dalle mani del comico Joselo, in una cerimonia celebrata nel canale 8 della televisione venezuelana. Príncipe y su Sexteto esplodono e da subito i confini della patria gli rimangono stretti. Ventisette paesi mettono a disposizione i più prestigiosi scenari per presentare il gruppo venezuelano che addirittura approda al continente Europeo e presenta la sua musica in Spagna. É la prima volta che un gruppo di musica popolare ballabile venezuelana riesce a compiere il grande salto.

Principe y su Sexteto
Principe y su Sexteto

Quel giovanotto che “ammazzava tigri” a Caracas, che era molto richiesto per registrazioni e che aveva accompagnato Julio Jaramillo, Marco Antonio Muñiz e Tulio Enrique León, tra gli altri, adesso si presenta nella città di New York al fianco di Johnny Pacheco, Celia Cruz, i fratelli Palmieri, Joe Cuba e di altri astri della musica latina. In Colombia, Príncipe y su Sexteto, raggiungono un successo senza precedenti; Bogotà, Cali ed altre città reclamano, per le celebrazioni del carnevale e per ben sette anni consecutivi, la presenza di Príncipe y su Sexteto. Ed è proprio nel paese fratello che riceve un altro dei suoi più importanti premi della carriera: il Disco di Platino.

Principe y su Sexteto
Principe y su Sexteto

I carnevali in Venezuela, godono ancora di buona reputazione, ed oltre ai posti esclusivi dove poter ballare, ci si diverte anche nell’ambiente popolare, con grandi balli nelle piazze pubbliche, che fanno da scenario tanto alle grandi orchestre che visitano il Venezuela, quanto ai gruppi nazionali. I carnevali in Piazza Venezuela sono rinomati. Proprio in quella piazza Príncipe ha realizzato uno dei suoi più agognati sogni, affiancarsi agli idoli di sempre: Dámaso Pérez Prado e Richie Ray.

Príncipe y su Sexteto diventano i pezzi forti dell’etichetta discografica El Disco de Moda; i suoi manager propongono una collaborazione con il Sexteto Juventud, gruppo appartenente all’etichetta rivale, El Palacio de la Música. Il confronto avviene in una celebre sala da ballo nella strada San Martín di Caracas chiamata El Palacio del Baile. L’evento è una vera apoteosi per i ballerini e per i seguaci di quello stile musicale.

Príncipe y su Sexteto sperimentano ciò che è già comune nei gruppi musicali, l’entrata ed uscita di elementi nel gruppo, e così nell’anno 1972 entra nel gruppo lo straordinario sonero venezuelano Orlando José Castillo “Watussi” che registra in un 45 giri il pezzo “Hola Ocumare” di Príncipe, ed il bolero “Te amaré y te olvidaré” del chitarrista Francisco Rivero. Da sottolineare come questa sia la prima registrazione professionale di Watussi.

Principe y su Sexteto, Salsa de Guaguanco
Principe y su Sexteto, Salsa de Guaguanco

I 4 Lps registrati da Príncipe tra gli anni 1968 e 1972.

Il 1974 è l’anno cruciale per Príncipe. L’unità del gruppo viene meno, i musicisti abbandonano l’orchestra in cerca di altre strade, ma il leader tenta di resistere, e nonostante ciò compie uno scivolone, “di quelli che chiunque compie nella vita”, e definitivamente, dopo sette anni di duro lavoro e tanti successi, il gruppo scompare; escono dalle scene Príncipe y su Sexteto.

Ma Príncipe, che è sempre stato un lottatore, si risolleva e continua nella musica. Si reca alle Valles del Tuy e si insedia ad Ocumare. Il suo fiuto lo conduce alle dipendenze del purtroppo scomparso Augusto Gutierrez, che aveva creato all’epoca un Sonero. Príncipe entra nel gruppo e lo ribattezza “Sexteto Típico Venezolano“. Con loro passa ben sette anni e li abbandona solo per prendere posto alla “Sonora Sabor de Ayer“, con cui fa musica matancera e riesce ad alternarsi con la celebre Orchestra Aragón di Cuba.

Principe y su Sexteto
Principe y su Sexteto

Príncipe con el Sexteto Típico Venezolano

Principe con la Sonora Sabor de Ayer
Principe con la Sonora Sabor de Ayer

Príncipe partecipa e collabora alla prima registrazione della Sonora Sabor de Ayer, incidendo quattro pezzi, tuttavia questa produzione non esce per la vendita professionale ma solo come materiale promozionale per poter vendere l’orchestra agli impresari. In seguito, nel 1998, l’organizzazione sceglie di fare a meno dei servizi di Antonio Príncipe nell’orchestra, decisione che lo rattrista molto perché, nonostante fosse un salsero era anche un grande amante della musica matancera.

Nello stesso anno, 1998, Antonio Príncipe si sveglia un giorno con il sogno di mettere su un’orchestra e la forma proprio così come l’aveva sognata: tre tromboni, un flauto, percussioni, piano, basso ed un cantante di nome Jesús Enrique Álvarez, e così iniziano le danze con temi di Palmieri, Grupo Libre, El Gran Combo, Dimensión Latina ed altri.

Principe y su Sexteto
Principe y su Sexteto

Da un concerto nella città di Charallave viene addirittura ricavato un CD, registrato negli Studi di Jeraul Sánchez.

Un concerto di Principe y su Sexteto
Un concerto di Principe y su Sexteto

Il 30 Maggio del 1998 gli consegnano il premio “Tuy de Oro”, per mano del Sig. Antonio Rondon del Sindacato R.T.V.

Il 30 maggio 1998 Principe riceve il premio “Tuy de Oro”
Il 30 maggio 1998 Principe riceve il premio “Tuy de Oro”

Ad oggi, l’ultima orchestra di Príncipe conta già nove anni dalla fondazione. Sono stati introdotti cambiamenti ai suoni oltre ad aver composto brani originali di Antonio Príncipe.

Esposizione 38 Anniversario di vita artistica di Antonio Príncipe Biblioteca dell' Edificio Santa Rosa, Ocumare del Tuy.
Esposizione 38 Anniversario di vita artistica di Antonio Príncipe
Biblioteca dell’ Edificio Santa Rosa, Ocumare del Tuy.
Mostra per il 38° Anniversario di Vita Artistica di Antonio Príncipe: Biblioteca dell’Edificio Santa Rosa, Ocumare del Tuy.

Per tutti gi appassionati, Antonio Príncipe sta per compiere i 40 anni di carriera musicale e sta ancora lavorando sodo con la sua orchestra, con la Fundación del Músico delle Valles del Tuy e come archivista del Registro Civile del Dipartimento Lander nelle Valles del Tuy.

Si ringrazia il sito web Acosalsa per aver concesso l’autorizzazione a pubblicare e tradurre questo articolo

Español

Principe y su Sexteto
Principe y su Sexteto

Príncipe y su Sexteto Antonio Ramón Hernández Príncipe, es un hombre con poca resonancia fuera de su entorno íntimo. Sin embargo, es el apelativo de uno de los más refulgentes músicos populares y de mayor entidad cuando la expresión bailable buscaba sus propios derroteros a finales de la década de los sesenta y comienzo de los setenta. Era la época del asentamiento definitivo de la salsa como género, tiempo de las grandes orquestas y de los modestos sextetos, de magnifica sonoridad y presencia, lograda a base de calidad de los integrantes. El sexteto de Joe Cuba, El sexteto Ambaé, El sexteto Yurbistein, El Sexteto Juventud y la Organización liderada por nuestro amigo, Príncipe y su Sexteto.

Príncipe viene del Estado Portuguesa, nació en Guanare el 9 de Enero de 1948, aún infante, su familia se traslada a Caracas y se asientan en la populosa Parroquia de Caricuao. Allí hizo su escolaridad y se familiarizó con los sonidos que lo conducirían más tarde por los senderos de la música. Es en 1967 cuando asume el apellido materno, quizá, por las dos vertientes que presenta: por una parte la condición filial y por otra la relación, fácilmente aprovechable por el medio publicitario para efectos de mercado y presenta su agrupación musical como Príncipe y su sexteto.

Príncipe con su tumbadora armó un trabuco con José de los Santos Rada (Kiko), excelente vocalista y compositor, Carlos Kírico como bolerista y primera voz en los coros, Jesús Cordero (Pillí) al bajo, Reinaldo Azocar como timbalero, en el bongo Enrique Ruiz y la guitarra de Chelino Agüero, ensayaron, montaron repertorio y comenzaron las presentaciones. Para 1968 sacan su primer trabajo discográfico un sencillo con Salsa de Guaguanco, inspiración de Príncipe y el respaldo con un tema de Kiko, “Violeta”. De este trabajo, en tiempo record, vende mas de cien mil copias y gana su Primer disco de Oro que recibe de manos del cómico Joselo en acto celebrado en el canal 8 de televisión. Príncipe y su Sexteto se catapulta y ya los limites de la patria le quedan estrechos. Veintisiete países presentan su más prestigiosos escenarios para presentar el grupo venezolano que incluso ganó la hazaña de pasar al continente Europeo y presentar su música y su espectáculo en España. La primera vez que una agrupación de música popular bailable venezolana logró el gran salto fue Príncipe y Su Sexteto.

Aquel joven que “mataba tigres” en Caracas que era muy solicitado para grabaciones y que acompaño a Julio Jaramillo, a Marco Antonio Muñiz y a Tulio Enrique León entre otros; ahora se presentaba en la ciudad de New York alternado con Jhonny Pacheco, Celia Cruz, Los hermanos Palmieri, Joe Cuba y otras luminarias de la música latina. En Colombia Príncipe y su Sexteto alcanza un éxito sin precedentes, Bogota, Cali y otras ciudades reclamaron, para sus celebraciones carnestolendas, hasta por siete años de manera consecutiva la presencia de Príncipe y su Sexteto. En el país hermano, recibió otro de los importantes galardones de su carrera: el Disco de Platino.

Los carnavales en Venezuela, todavía gozaban de buena reputación y además de los bailaderos exclusivos, también se disfrutaba en el ambiente popular con grandes bailes en las plazas públicas que servían de escenario para las grandes orquestas que nos visitaban para la época, así como para las agrupaciones nacionales. Los carnavales en la Plaza Venezuela eran célebres. Allí cumplió Príncipe uno de sus más queridos anhelos: alternar con sus ídolos de siempre Dámaso Pérez Prado y Richie Ray.

Príncipe y su sexteto eran piezas claves del sello disquero El Disco de Moda, sus promotores plantearon un mano a mano con el Sexteto Juventud, elementos del sello de la competencia El Palacio de la Música. La confrontación de produjo en un celebre bailadero de la avenida San Martín de Caracas llamado el Palacio del Baile. El evento constituyo una verdadera apoteosis entre los bailadores y seguidores de este estilo musical.

Príncipe y su Sexteto experimenta lo que es ya común en los grupos musicales, salen unos y entran otros, así en el año 1972 se incorpora el extraordinario sonero venezolano Orlando José Castillo “Watussi”quien apuntala al conjunto y graba en un 45 rpm el tema “Hola Ocumare” de Príncipe y el bolero “Te amaré y te olvidaré” del guitarrista Francisco Rivero. Es de hacer notar que está es la primera grabación profesional de Watussi.

Los 4 Lps grabados por Príncipe entre los años 1968 y 1972

En 1974 es el año fatídico para Príncipe. La unidad del grupo se resquebrajó, se disgregaron los músicos en busca de otros caminos, pero el Líder trató de subsistir, mas, los embates del destino son impostergables, Príncipe se da un resbalón, “de los que cualquiera da en la vida” y, definitivamente, siete años de dura pero exitosa labor se viene al traste; sale de la palestra Príncipe y su Sexteto.

Príncipe siempre ha sido luchador, se levanta y continua en la música. Viene a los Valles del Tuy y sienta plaza en Ocumare. El olfato lo lleva a los predios del lamentablemente fallecido Augusto Gutierrez que tenia armado un Sonero. Príncipe entra y lo bautiza como “Sexteto Típico Venezolano”. Con ellos pasa siete años y sale para integrarse a la “Sonora Sabor de Ayer”; hace música matancera con la cual lográn alternar hasta con la celebre Orquesta Aragón de Cuba.

Príncipe con el Sexteto Típico Venezolano

Príncipe participa y colabora en la primera grabación de la Sonora Sabor de Ayer, grabando en aquel entonces cuatro temas, pero dicha producción no salió a la venta profesional, quedando solo como material productivo para vender la orquesta a los empresarios. Después en el año 1998 la organización opta por prescindir de los servicios de Antonio Príncipe en la orquesta, cuya separación de la cooperativa fue muy sentimental ya que Príncipe a pesar de ser salsero también ha sido un gran amante de la música matancera.

En el mismo año 1998, un día cualquiera Antonio Príncipe, despierta con un sueño de hacer una orquesta y la ensambla tal y como lo soñó; tres trombones, una flauta, percusión, piano, bajo y un cantante llamado Jesús Enrique Álvarez, y así comienzan los bailes con temas de Palmieri, Grupo Libre, El Gran Combo, Dimensión Latina y otros.

En una actuación en la población de Charallave realizan un concierto que quedó plasmado en un CD, grabado en los Estudios de Jeraul Sánchez.

El 30 de Mayo del año 1998 le hacen entrega del premio “Tuy de Oro”, elaborado por el Sr. Antonio Rondon del Sindicato R.T.V.

La Orquesta de Príncipe ya tiene ocho años de fundada y le han introducido un cambio de sonido, además de montar temas originales de Antonio Príncipe.

Exposición 38 Aniversario de Vida Artística de Antonio Príncipe

Biblioteca del Edf. Sta Rosa, Ocumare del Tuy.

Para información de todos sus seguidores Antonio Príncipe esta por cumplir los 40 años de vida musical y se encuentra trabajando arduamente con su orquesta, con la Fundación del Músico de los Valles del Tuy y como archivista del Registro Civil del Dto. Lander en los Valles del Tuy.

Hector Lavoe

La video biografia di Hector Lavoe parte 5 e 6

Hector Lavoe
Hector Lavoe

Parte 5 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Alla fine degli anni ’70, la vita di Hector Lavoe aveva preso una direzione pericolosa. La sua sfavillante carriera da solista lo portava di nuovo agli eccessi. Un ritmo di lavoro vertiginoso, con più di due dischi registrati all’anno, sommato all’abuso delle droghe l’obbligano a recludersi in cerca di salute mentale. Durante la prima decade degli ’80, con più di 30 dischi registrati al suo attivo, Hector Lavoe continuò ad essere un cantante rinomato grazie a produzioni come “Que sentimiento” e “Reventò”, o le sue presentazioni con la Fania All Stars. Hector si era convertito nel “cantante de los cantantes”, però non potè scappare dal suo fatale destino, la vita lo aveva condannato, per ogni grande successo una tragedia lo aspettava per assalirlo.

Priscila:Lui venne al mondo per possedere cose e soffrire, per fare felici altre persone però lui stesso non lo era. Lui fece felice molta gente però lui non poteva raggiungere la felicità.

Nel febbraio del 1987 il suo appartamento nel Queens si incendiò obbligandolo a saltare giù, insieme a sua moglie, per potersi salvare la vita. Solo pochi giorni dopo sua suocera, della quale si burla nella canzone “Soñando despierto” fu accoltellata nella sua terra natale, Portorico.

Richie Viera:Per Hector questo fu molto triste perchè a parte tutto Hector si era burlato di sua suocera, però era una burla sana, in una canzone diceva “se non avessi più mia suocera” o qualcosa del genere, e dopo gli accoltellano brutalmente la suocera… per lui fu una cosa molto impressionante e da lì mai più ha suonato quella canzone.

Però il colpo più crudele di tutta la sua esistenza accadde solo un mese dopo. Il 7 maggio 1987, Tito Junior, il minore dei suoi figli, morì con un colpo di pistola mentre giocava con le armi insieme ad un suo amico.

Tito Nieves commenta: “Quello che lo distrusse, che gli uccise il cuore, fu la morte di suo figlio. Lì morì Hector Lavoe. Hector Lavoe fu presente in carne ed ossa, credo più o meno per altri 8 o 9 anni, però la sua anima morì.

Il colpo fu letale per Hector. Nonostante ciò i suoi promotori seppero trovare un “elisir” per quel fatidico momento, registrare un nuovo album. Nel 1988 “Hector Strikes Back” ricevette una nomination ai Grammy come album Latino, la notizia era uno scherzo del destino.
Hector aveva un nuovo problema da affrontare, l’AIDS.

Priscila:Io sapevo che Hector era in ospedale e sapevo quello che aveva e anche lui lo sapeva ma non lo accettava. Non mi ha mai detto io ho questo, non lo accettò mai, almeno davanti a me non lo accettò. Io non gli ho fatto mai capire che lo sapevo. Quello che faceva era passare il tempo a ridere e raccontare barzellette e sembrava stesse bene.

Fu questa voglia di vivere quella che continuò a dare impulso alla sua carriera, però il suo stato d’animo era troppo volubile, qualsiasi imprevisto potrebbe essergli letale. Il 28 giugno 1988 Hector Lavoe ritorna a Portorico per offrire un concerto come parte della festa patronale di San Juan.

Richie Viera:Hector fece qualche concerto in Bayamon la cui promozione fu mal gestita, coincise anche con altri eventi, ci furono problemi di solvenza dei produttori ai tecnici del suono e delle luci, con tutti.

Mentre si intonava “Mi gente” uno degli organizzatori staccò luci e audio, l’umiliazione fu troppo grande per lo stato emozionale nel quale si trovava. Una lite con Puchie al ritorno in Hotel fu il colmo. Il giorno dopo tutti i giornali annunciavano la notizia che Hector Lavoe si era lanciato dal nono piano dell’hotel Regency, tentativo fallito di finire la sua vita.

Priscila:Lui mi disse che era in piedi sul balcone e vide il figlio che gli diceva, vieni papà, vieni. Non so se era una cosa mentale sua o quello che fosse.

Richie Viera:Hector, per una condizione che aveva maturato anteriormente quando ebbe un’intossicazione a causa delle droghe, era rimasto in un flash-back, a volte ti salutava e lo dimenticava e ti salutava tre volte.

Bobby Cruz: Mi misi in contatto con lui, gli dissi, Hector non puoi continuare così, ti ammazzi, non muori perchè Dio ha dei piani per te, io ti voglio portare nel mio programma, lì ti aiutiamo, uscirai e continuerai a cantare di nuovo. Però c’erano persone a lui vicine che avevano timore che portare Hector nel programma equivalesse a convertire Hector in un “fanatico religioso” come Richie, come Bobby e quindi gli affari sarebbero sfumati.

Fine quinta parte.

La video biografia di Hector Lavoe

Parte 6 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Hector sembrava essere un uomo di ferro, a prescindere da tante tragedie poteva ancora mantenersi in piedi. Dopo quello che successe nell’hotel Recency si azzardò a dare un recital nella 156esima strada nel Bronx, durante l’estate del 1989. Un pubblico fedele fu testimone della degradazione fisica e morale che soffriva il cantante. Però quello che seguì quella emotiva presentazione fu una profonda fase di solitudine nell’ospedale di ricerca Sophie & W. Cohen di New York.
Tutti quelli che una volta dicevano essere suoi amici lo avevano abbandonato, Hector ormai non poteva più fabbricare soldi.

Priscila:Hector non se ne lamentò mai, ciononostante i pochi visitatori percepivano il suo disagio, e ne erano dispiaciuti.

Tito Nieves:Si dimenticarono di lui. Io vivevo a mezzo miglio da casa sua e condividevamo molte cose, andavo con lui, lo portavo in auto visto che non poteva più guidare, dopo in ultimo quando stavamo in ospedale. Si sentiva perfino solo.

Nel marzo del 1993 capitò un fatto che diede fastidio ai suoi parenti più stretti, la sua compagnia discografica lo sottopone ad un concerto di ritorno, con mezzo viso paralizzato, zoppo ad una gamba, potendo appena cantante, Hector realizza quella che sarà la sua ultima presentazione.

Roberto Roena, collega ed amico, ricorda: “Lui cantò con noi e fu troppo… fu eccessivo portarlo lì. Non potei suonare, personalmente non ce la feci a suonare, perchè non mi piacque, non mi piacque.

Tito Nieves:Lo fecero salire su un palcoscenico in New Jersey, lo fecero più che altro per lo spirito, la morale della gente però lo videro così male. Io non l’avrei mai mostrato così di fronte al pubblico, avrei lasciato la sua immagine di come tutti lo conoscevano.

Cheo Feliciano:Io volevo che si desse un periodo di tempo ad Hector affinchè potesse dire quello che ci aspettavamo da lui e a noi fece male il cuore vedere che lui non poteva esprimere quello che sentiva dentro.

Hector visse l’agonia della sua malattia nel più terribile abbandono. Mentre il mondo che una volta gli apparteneva seguiva il suo corso, il cantante giaceva solo in un appartamento a New York. Il corpo di Hector, sfortunatamente, non era così forte quanto la sua anima, la sua condizione si aggravò obbligando i familiari a ricoverarlo all’ospedale Saint Clare di New York. Solo un giorno dopo, il 29 giugno 1993, “el cantante de los cantantes” morì per un attacco cardiaco.

FINALE

Già non c’erano più dischi da aspettare. Quella moltitudine allegra e festiva, che fu il suo pubblico, lo accompagnò al “son” della sua musica. Ismael Miranda, amico e collega, intonò le ultime parole in suo onore.

Willie Colon, il collega dei suoi primi passi nella musica, era in tournée in Spagna, e racconta: “Stavo suonando a Siviglia, ero nel camerino quando me lo dissero e non ebbi tempo, dovetti uscire a cantare e nel mezzo della canzone ebbi un nodo e la gola si rifiutava di continuare, mi addolorò molto.

Era morto l’uomo, “el chico malo de la salsa”, “el rey de la puntualitad”, “el cantante de los cantantes”.

Papo Lucca dice: “Era il cantante della gente umile, di tutti i paesi Latino-Americani.

Richie Ray, cantante ed amico, dice: “Un talento straordinario, un essere umano ricco, una persona con molto cuore, molta anima e molto cuore.

Ismael Miranda racconta: “Ci lasciò molto, anche se adesso non è più tra noi però la sua musica continua, la sua musica vive.

Anche se Hector Lavoe lascio un vuoto insostituibile nel mondo della musica latina, il suo “pregon” ci accompagna ancora.

Il suo legato fu raccolto da David Maldonado in un’opera teatrale, che convertì la sua vita in arte, intitolata “Quien matò a Hector Lavoe”1.

Domingo Quiñones commenta : “Nell’opera si tratta di piangere e ridere perchè così era la vita di Hector, non ebbe mai un equilibrio perfetto, non era mai neutrale, era o ridere per non piangere o piangere.

Hector Lavoe, “la voz”, un “sonero”.

Ruben Blades racconta: “Aveva un potere, un potere però molto forte, molto di “Barrio” e anche un forte senso dell’umorismo.

Un uomo che a prescindere dalla sua solitudine rallegrò la vita di molti con il suo canto.

Cheo Feliciano dice: “Hector continua ad essere “el duende, el duendecillo”2 che Dio dotò di un talento incredibile e di uno spirito meraviglioso.

Un ragazzo innocente che perse la direzione nel labirinto della fama.

Bobby Cruz commenta: “Non facciamo tanti giri, se avessimo potuto portarlo nel programma, Hector sarebbe ancora qui a cantare“.

Un uomo del quale non è possibile dimenticarsi.

Richie Veira: “Per me Hector è ancora vivo, per il suo legato musicale che sta lì e… “Chi ha ucciso Hector Lavoe?” … le circostanze della vita.

Il suo “soneo” è una leggenda nel mondo della salsa, perchè lui sarà sempre “EL CANTANTE DE LOS CANTANTES”.

Note:

1 Letterale “Chi ha ucciso Hector Lavoe”. (N.d.T.)
2 Duende significa folletto. (N.d.T.) Fine sesta e ultima parte.

Hector Lavoe

La videobiografia di Hector Lavoe parte 3 e 4

Hector Lavoe
Hector Lavoe

Parte 3 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Con il successo arrivarono gli amori. Alla fine del 1967, dopo il lancio del suo primo album insieme a Willie Colon e la sua orchestra, Hector Lavoe conosce Carmen Castro, una fan che assistette ad una presentazione presso il Conaughey Hate Garden Globe di New York. La relazione divenne formale nel Gennaio del 1968, nel febbraio dello stesso anno Carmen era già incinta. Il 30 ottobre 1968 nasce il suo primo figlio, Josè Alberto Perez. Due mesi dopo, giusto la notte del battesimo, Hector ricevette la chiamata di un’altra fan, Nilda Romàn, meglio conosciuta come la “Puchie”, era incinta. Hector era il padre. Mentre la sua vita personale si convertiva in un caos, la coppia Willie Colon/Hector Lavoe, cominciava ad avere popolarità.

Lo stato di gravidanza di Puchie lo portò a contrarre matrimonio nel 1968, ma il figlio non arriverà fino a quasi un anno dopo, il 25 settembre 1969. Il suo nome è Tito Junior Perez.

Pappo Lucca, compagno e amico ricorda: “Nel suo matrimonio non ebbe mai una buona relazione con la signora, lei era un pò forte, dominante e a volte lo insultava, anche pubblicamente. Di fatto lui non dava importanza a tutto ciò.

Bobby Cruz: “Deve aver sofferto molto, chi può dirlo, perché dei due il marito sembrava lei, figurati, sembra facile a dirsi ma prova tu a far tutto ciò che vuole la tua fidanzata e dimmi come ci si sente… lo sai!”

Oltre a Héctor Lavoe e Willie Colón, molte altre orchestre si erano affermate come rappresentative del nuovo movimento musicale: la Salsa. Nel 1970, la loro casa discografica (ndr: la Fania) decise di sfruttare la loro reputazione per unirle in un solo gruppo dando luogo ad un fenomeno ancor più grande: la Fania All Stars.

Ismael Miranda:Quando ci sono molti artisti insieme, anche se tutti siamo come fratelli, molte volte si ha un pò di tensione, chi va per primo, chi per secondo, però Hector ed io siamo sempre riusciti a pacificare tutti, parlare con le persone, facevamo qualcosa di divertente in modo che tutto si calmasse.

Cheo Feliciano:Mi ricordo che mi ero addormentato sulla sedia e i miei amici chiesero i cosmetici e i trucchi a Celia Cruz e mi truccarono. Allora quando mi svegliai attraversai il corridoio per andare in bagno e mi accorsi che tutti mi salutavano sorridendo; hey Cheito, pensai, come sono simpatici i miei amici oggi, fino al momento in cui, arrivato in bagno, mi guardai.Mi venne una rabbia immaginandomi chi l’aveva fatto.

Come membri delle stelle di Fania, Hector e Willie registrarono più di 15 album, viaggiarono in tutto il mondo, prendendo parte anche ad eventi in Africa e girarono due film: Our Latin Thing e Salsa.

Le droghe si convertirono allora nella scappatoia che Hector trovò per sostenere più di sette concerti a settimana. Le conseguenze si tradussero in una forte instabilità, Hector era un ritardatario cronico e spesso arrivava a insultare il pubblico, situazione che lo porterà a passare 4 giorni in carcere dopo un concerto nel colosseo di Guayaquil, in Ecuador, per offesa alla morale. A lungo andare questa ribellione si convertì in uno stile proprio al quale tanto i fans che i compagni finirono per adattarsi.

Priscila:Se ne usciva con le sue cose, diceva quello che voleva e al pubblico questo piaceva.

Pappo Lucca: “Hector, a volte non si presentava nemmeno, ma il pubblico arrivava sempre a vederlo e ogni volta, anche se se ne andavano via scoraggiati perchè lui non c’era, il giorno dopo tornavano per vederlo.”

Nel 1971 Roger Dosson, dj di uno show radiofonico, battezza Hector Lavoe come il ragazzo “Malo” (cattivo) della salsa, però questa critica viene sfruttata dai suoi promotori che la trasformano in una trovata pubblicitaria. La salsa interpretata da Lavoe comincia ad essere chiamata Salsa Brava.

César Miguel Rondòn: “Sembrava vendicativo, per questo, quando lui suonava e cantava lo faceva con una rabbia spiazzante e che lo rendeva assolutamente irripetibile, trasformandolo in un Grande. Buona parte di questa musica, di quella di cui parliamo, di quei tempi, negli anni 70, la salsa, si pone come espressione del quartiere, come espressione carica di rabbia, tagliente e per questo lui fu unico nel cantarla, essendo così!

Nel 1974 Willie Colon decide di lasciare la sua stessa orchestra, i problemi di Hector con le droghe rendevano impossibile qualsiasi accordo professionale. La decisione di Willie Colon lascia solo Hector Lavoe sulla scena, ciò nonostante le relazioni personali e musicali tra loro due non ne risentono e Willie continua a produrre la musica di Hector.

Fine terza parte.

La video biografia di Hector Lavoe

Parte 4 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

La vita vertiginosa di Lavoe è fuori controllo. Un matrimonio instabile ed una carriera che si dimena tra gli eccessi. Willie Colon decide di abbandonare la sua stessa orchestra, lasciando l’amico solo sul palcoscenico.

Un Hector finito fisicamente e moralmente si prepara per affrontare la carriera da solo.

Dopo l’uscita di Willie Colon dall’orchestra, Hector Lavoe dovette prendere una decisione per non lasciare tutti i suoi colleghi senza lavoro, quasi tutti capifamiglia. Nel 1975 esce sul mercato “La Voz”) il primo album da solista di Hector Lavoe.

Il successo dell’album fu di proporzioni inaspettate.

Con l’album “De ti depende” segna un nuova rotta professionale; l’uomo che aveva fatto ridere tutto il suo pubblico, questa volta lo faceva piangere con i suoi boleri, però il successo fu comunque grandissimo.

“Periodico de ayer” si convertì in un classico istantaneo, però il successo era direttamente proporzionale alla sua autodistruzione.

Domingo Quiñones, attore e cantante dice: “Hector invece di vedere tanto successo nella vita, vide molta sofferenza, e tanto più cresceva come artista più si distruggeva come essere umano e le persone che soffrono questa condizione di assuefazione all’eroina o a qualsiasi tipo di droga, non riescono a comprendere che cos’è la vita!

Sua moglie Puchie aveva generato una guerra tra Tito junior e suo figlio Josè Alberto, che racconta nel suo libro “la historia del cantante Hector Lavoe” tutte le umiliazioni alle quali era sottoposto dalla matrigna e dal fratellastro.
Però i problemi non erano solo negli affari familiari; l’abuso al quale era sottoposto dai suoi promotori includeva l’eccesso di lavoro e meno privilegi, così come il facile accesso alle droghe per mantenersi attivo. Hector Lavoe si era convertito per i suoi rappresentanti in una macchina per far soldi.

Bobby Cruz racconta: “Una persona come Hector, che produceva soldi per molte persone, rendeva tutto più difficile perchè per loro era meglio che si drogasse e che cantasse, perchè se non avesse cantato avrebbero perso molti soldi. Allora il ragazzo, trascinandosi, arrivava ai concerti, si faceva un buchino da qualche parte e alla fine eccolo lì, che cantava! Hector era magrissimo, non che fosse mai stato grasso, ma appariva denutrito e abbastanza debilitato.

Nel 1977, fu protagonista di una campagna istituzionale contro l’uso della marijuana. Hector era cosciente dei danni che le droghe potevano causare alle persone e volle approfittare della sua popolarità per responsabilizzare il pubblico, però i suoi stessi rappresentanti lo censurarono, perchè se il “chico malo” avesse cambiato immagine, avrebbe potuto diminuire la sua popolarità compromettendo le vendite dei dischi.

Ironicamente quello stesso anno, come risultato degli eccessi, Hector Lavoe sparisce dallo scenario per un periodo lungo, lasciando a metà una tournée e non portando a termine gli impegni assunti con la casa discografica.

Aveva perso la coscienza della propria identità e l’ubicazione spazio-temporale. Nell’aprile del 1977, fu ricoverato nell’ospedale psichiatrico di Greenmore, con un quadro clinico che evidenziava un terribile stato depressivo.

Ismael Miranda:Apparentemente stava sempre bene, io seppi del problema, cioè sapevamo che avesse problemi, però quando si aggravava la situazione intervenivo io perchè lui aveva molta considerazione di me.

Papo Lucca:Sì lui aveva il suo problema però non lo dava a vedere quando stava con noi.

Però la stella di Hector non si spegneva, con l’appoggio dei suoi amici e colleghi d’orchestra Hector torna di nuovo, prima di tutto in buona salute e poi al palcoscenico. Nel 1978 Hector lancia la sua ventinovesima produzione discografica, intitolata, ironicamente, “Comedia”. Il successo del suo singolo “El cantante” fu esorbitante. Grazie a questo pezzo, composto da un nuovo talento, il giovane panamense Ruben Blades, Hector si converte ne “El cantante de los cantantes”.

César Miguel Rondón:El cantante è una canzone, un brano scritto appositamente per Hector. Di fatto quando Hector si presenta ad interpretarla, aggiunge dei pezzi unici, come ad esempio la frase che rende omaggio ad Ismael Rivera, e quella emblematica “algunos cantan con falda, yo canto con pantalones” (alcuni cantano con la gonna, io canto con i pantaloni). Questa canzone dice molto di Hector e delle sue capacità.

Fine quarta parte.

Hector Lavoe

La video biografia di Hector Lavoe parte 1 e 2

Hector Lavoe
Hector Lavoe

Parte 1 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Hector Juan Perez nasce a Ponce1 una città di Portorico, il 30 settembre 1946 e nel seno di una numerosa famiglia che sconfisse la povertà grazie al loro talento musicale. Sua madre Francisca Martina de Perez cantava nelle feste patronali e ai funerali, suo padre Luis Perez era un conosciuto direttore musicale. Hector Perez conobbe la fatalità e la sensazione d’abbandono sin dai suoi primi anni, un segno che lo accompagnerà in ogni passo della sua vita. Sua madre, Francisca de Perez, muore a seguito di una strana malattia respiratoria.

Priscila Perez sorella del cantante dice: “Nostra madre morì che noi eravamo tutti piccoli, all’incirca quando io avevo 7 anni, allora quando lei morì mi mandarono con mio padre mentre il mio patrigno si occupò degli altri e si prese cura di Hector.

Suo padre si converte allora in suo mentore e, seguendo l’inclinazione musicale della famiglia, decide di iscriverlo all’accademia musicale Juan Morel Campos.

Priscila segue: “Quello che succedeva era che a volte andava e altre no e diceva a papà che andava, lui sempre raccontava storie però io lo so perchè lui non andava, andava solo quando voleva.” (ride)

Hector non era un bambino che seguiva le regole, per questo cambiò la formazione musicale classica per imitare le figure della musica popolare portoricana, come Chuito el de Bayamon.

(DON) Tite Curet racconta: “C’èra qualcosa in lui che ricordava un Jibaro, (ndr: cioè un contadino Portoricano), praticamente cantava come “Chuito El De Bayamón“, anche la bocca aveva la stessa impostazione di quella di Chuito, non so come riuscisse a farlo, quello che so è che lui in quest’ aspetto ebbe un trionfo che mai più si sarebbe ottenuto in radio, mai più nella vita.

Priscila continua: “Lui cantava nelle feste della scuola, lui sempre cantava, mi ricordo che aveva circa 12 anni venne a casa e disse: sto provando! Ed io: che stai provando? E rispose: Campanitas de cristal perchè canterò alla festa della scuola… e si mise a cantarmi Campanitas de cristal“.

La sua determinazione lo portò a formare una sua banda di 10 componenti quando aveva solo 14 anni, allora suonava con i suoi amici nei locali notturni di Ponce.

Papo Lucca racconta: “Il venerdì c’era sempre un programma a scuola dove si presentavano talenti, di teatro, cantanti, musicisti di piano, conga, qualsiasi cosa e lì si presentò ed io lo accompagnai per la prima volta e da lì andammo ad un programma in televisione per gareggiare, allora accadde che io mi sbagliai, gli diedi un tono molto alto e a lui uscì una stecca e non vinse, quindi quando uscimmo da lì il papà di Hector ci regalò un uovo, invece dell’uovo d’oro voi avete vinto questo!”

Priscila: “Quando aveva 12 anni cantò in televisione e Felipe Rodriguez, che riposi in pace, gli diede la mano e disse tu sarai una futura stella, sarai grande.

L’approvazione del pubblico fu immediata, subito furono accattivati dalla voce di quell’adolescente che delirava al ritmo della musica popolare portoricana. Guadagnare 18 dollari a notte era troppo per un giovane che non aveva nemmeno terminato gli studi basilari. In mezzo alle tentazioni della notte Hector conobbe la controparte della pericolosa doppietta che lo accompagnò per tutta la vita: il successo e la tragedia.

Fine prima parte.

Note: 1 Precisamente in Calle Belgica, Ponce, Puerto Rico.(N.d.T.)

La video biografia di Hector Lavoe

Parte 2 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Hector era deciso ad essere il miglior cantante del mondo, adesso la sua meta era New York, la capitale musicale del momento. Però il principale ostacolo proviene proprio da New York, suo fratello, che era andato precedentemente lì a cercare fortuna, muore a causa delle droghe.

Priscila:Quando aveva 16 anni se ne andò a New York. Il patrigno non era d’accordo siccome l’altro mio fratello era morto in un incidente, lui temeva che gli accadesse lo stesso, che si rovinasse o gli accadesse qualsiasi cosa là quindi si opponeva però lui venne a vivere con me a New York e rimase con me finché si sposò e fortunatamente gli andò bene nella musica.

Contro tutte le censure di suo padre che vedeva New York come un luogo di mal auspicio, Hector Perez arriva nella grande mela il 3 maggio 1963 a soli 17 anni. E’ l’epoca del sesso libero, delle droghe, del rock n’ roll e della violenza. Nel mezzo di questo turbinìo di conflitti, Hector cominciava ad aprirsi il campo nell’ambiente musicale.

Priscila:Una volta disse: io vado a cercarmi un lavoro perchè la musica non rende. Allora andò a cercare lavoro da un signore che pitturava e lo stesso giorno passo io e vedo un ragazzino aggrappato all’impalcatura e lui mi chiama e io gli dico: che fai tu aggrappato lì?- Sto lavorando, e io dissi: guarda scendi di lì che con quello che guadagno viviamo però tu non farai questo lavoro che ti ammazzi, il vento ti porta via! perchè era magrolino.

E così una notte, dopo due settimane dal suo arrivo, Hector accompagna il suo amico Roberto Garcia ad un’audizione in un locale notturno, offrendosi in buona fede di dimostrare al corista come si canta la musica latina, in cambio di questo nobile gesto, hector rimase con il suo posto.

Cristòbal Diaz Ayala, collezionista di musica latina dice: “Hector ha dovuto ascoltare, da bambino, le registrazioni di plena che si fecero nella città di New York soprattutto negli anni 30. Queste registrazioni qui si sono un pò perse nei ricordi però in quegli anni se ne fecero molte e questa plena fece un pò quello che fece Lavoe, cioè parlava del barrio, aveva stampo umoristico e un pò sarcastico su quello che era il barrio, per esempio qualcuna parlava del proibizionismo dell’alcool, parlava dei problemi sociali che si avevano e tutto questo ha dovuto impressionare il ragazzo.

Cominciò allora una carriera vertiginosa durante la quale fece parte di differenti band: Orquestra Nueva York, Caco y las estrellas e The Alegre All Stars e il momento più importante della sua carriera stava per arrivare.
Nel 1966 conosce Johnny Pacheco, proprietario e direttore della casa discografica del momento, Fania.
Johnny Pacheco presentò allora Hector Lavoe con Willie Colon, altro genio di appena 15 anni che dirigeva una banda conosciuta come “ Boogaloo y latin jazz”.

Willie Colon racconta: “Noi ci siamo conosciuti da adolescenti e conoscemmo il mondo insieme, uscimmo dal barrio del Bronx ed io imparai a parlare spagnolo. Lo capivo ma parlavo molto poco. Era un ragazzo con un senso dell’umorismo brillante, brillante con una mente incredibile , con un repertorio di cui tu potevi menzionare un titolo e lui non solamente sapeva le parole ma ti imitava il tipo che la cantava, fosse Carlos Gardel o Sadel o Ramito o Chuito el de Bayamon, quello che fosse, te lo imitava perfettamente.

L’affinità tra i ragazzi fu istantanea, Hector aveva la voce precisa per far conoscere l’esperimento musicale di Willie Colon.

César Miguel Rondón, autore di “El libro de la salsa” dice: “c’era in questo gruppo una nozione del canto del barrio, che fu distintivo e molto particolare. Essi avevano molto talento, quello rudimentale di Willie per portare la musica che gli apparteneva ma molto anche il talento di Hector, per entrambi.

Willie Colon apparteneva ad una corrente di musicisti latini che praticavano la fusione dei ritmi caraibici, fu allora che il son montuno, il guaguancò e la guaracha si unirono in una mistura che immediatamente si convertì in un boom, la SALSA.

Cristòbal Diaz Ayala: “La plena parlava di storie del barrio, così come lo faceva anche Carlos Gardel e tanti altri musicisti dell’America Latina però Lavoe lo sapeva fare in un modo nuovo, in un modo caustico e più intenso ed ebbe la fortuna di unirsi con quel genio musicale di Willie Colon e iniziarono a produrre quella serie di meraviglie.

Nell’estate del 1967 esce in commercio il primo album di Hector Lavoe e Willie Colon “EL MALO”1, completamente un fenomeno musicale. Con l’esplosione del rock e il fenomeno dei Beatles che contagiavano il mondo, la SALSA, ritratto musicale del barrio e dello stile di vita Latino, si convertì nell’unico modo di identificazione possibile dinanzi all’imminente alienazione musicale, mentre la gioventù nord americana ed europea predicava SESSO, DROGA E ROCK n’ ROLL, l’America Latina aveva un suo proprio slogan SESSO, DROGA E SALSA.

Tite Curet: “Lì fu che ci azzeccarono perchè la gente era nell’epoca delle pandillas2, nell’epoca di Paul Simon, nell’epoca dei “cattivi”e questo fu quello che loro prospettarono, nella loro musica dipinsero quell’epoca “cattiva”.

Note: 1 Letteralmente “il cattivo”. (N.d.T)
2 Nel senso latino americano, gruppi di giovani violenti e sovversivi. (N.d.T.)

Fine seconda parte.

Celia Cruz y Johnny Pacheco

La biografia ufficiale di Johnny Pacheco

Traduzione a cura di Silly e GMonthy

Celia Cruz y Johnny Pacheco
Celia Cruz y Johnny Pacheco at the Madison Square Garden

Per anni Johnny Pacheco è stata una delle figure più importanti della Musica Latina. Le sue 9 nomination ai Grammy Awards, i 10 dischi d’oro e i numerosi premi ricevuti rendono onore al suo talento creativo come compositore, arrangiatore, direttore di orchestra e produttore musicale. Inoltre è stato il pioniere di un indimenticabile periodo musicale che ha modificato la storia della Musica Latina, ovvero il periodo della Fania All-Stars.
Durante i suo i 40 anni di carriera impegnato nell’innovare la Latin Music, Johnny Pacheco ha ricevuto molti riconoscimenti ufficiali per il suo straordinario genio. Nel Novembre del 1998 è stato insignito nell’International Latin Music Hall of Fame. Nel 1997 ha ricevuto il Bobby Capo’ Lifetime Achievement Award, premiato dal Governatore George Pataki. Nel 1996 il presidente della Repubblica Dominicana, Juaquin Nalaguer, gli ha conferito la prestigiosa Medaglia Presidenziale di Onore. Inoltre, Pacheco ha ricevuto il primo International Dominican Artist Award dall’eminente Casandra Awards. Nel Giugno del 1996 Johnny Pacheco è stato il primo produttore musicale latino a ricevere il premio NARAS (National Academy of Recording Arts & Sciences) a New York.

Johnny Pacheco y Pete Conde – Viralo Al Reves

Il suo approccio musicale innovativo lo ha reso uno dei più richiesti produttori nel panorama della musica latina. Ha lavorato con i più grandi artisti della Salsa come Celia Cruz, Willie Colon, Hector Lavoe, Ruben Blades, Cheo Feliciano e Pete “El Conde” Rodriguez. Il suo Curriculum Vitae comprende anche la produzione di hit come “Bailando Salsa” per il gruppo pop spagnolo Mecano il cui album ha venduto mezzo milione di copie in un mese subito dopo la sua uscita. Johnny Pacheco è stato anche co-autore e ha prodotto tre canzoni per il primo album da solista di David Byrne intitolato Rei Momo.

Pete “El Conde” Rodriguez and Johnny Pacheco – Sonero

Ha scritto più di 150 canzoni molte delle quali sono ancora dei classici. Tra queste citiamo “La Dicha Mia”, “Quitate Tu Pa’ Ponerme Yo”,“Acuyeye”, “El Rey de la Puntualidad” e “El Numero Cien” di Tito Puente. Pacheco è stato anche di ispirazione per le nuove generazioni: ha registrato e suonato con il gruppo DLG come artista ospite in una delle loro composizioni. Artisti Rap come Mangu hanno voluto questa leggenda della Latin Music per scrivere gli arrangiamenti, partecipare come corista e suonare il flauto nel loro album “Calle Luna Y Calle Sol”. Pacheco ha anche prodotto musiche per colonne sonore di film. E’ stato il direttore musicale del film “Our Latin Thing”, il primo film sulla Salsa e la sua influenza sul popolo latino di New York. Nel 1974 ha lavorato sul secondo film intitolato Salsa. Nel 1980 ha scritto le musiche e i temi per i film Mondo “New York” e “Something Wild”, quest’ultimo in collaborazione con David Byrne, leader del gruppo Talking Heads. La sua ultima collaborazione col mondo del cinema è la colonna sonora del film Mambo Kings, prodotto da Warner Brothers.

Azuquita – Fania All Stars e Johnny Pacheco

Hector Lavoe e Johnny Pacheco Live – NY Paladium

Nato a Santiago de Los Caballeros, Republica Domenicana, Johnny Pacheco ha ereditato la passione paterna per la musica. Suo padre, Rafael Azarias Pacheco, era clarinettista e direttore di un’orchestra molto conosciuta in quel tempo (The Santa Cecilia Orchestra). Fu il padre ad avvicinare il figlio al mondo della musica. All’età di 11 si trasferisce con la famiglia a New York dove la passione per la musica diventa motivo di studio serio e accurato. Impara a suonare diversi strumenti (fisarmonica, violino, sax e clarinetto). Frequenta anche la Julliard School of Music dove impara anche le percussioni diventando il principale percussionista di quel periodo. Suona e registra album con i più importanti artisti americani. Infine impara anche il flauto tanto da diventare uno dei più grandi flautisti sulla scena musicale.

Nel 1960 fonda la sua prima orchestra, chiamata “Pacheco y su charanga”, che esordisce con l’album “Pacheco y su charanga, vol.I” (di cui sono state vendute più di 100.000 copie nel solo primo anno di uscita), sotto il marchio Alegre Records.

In questi anni, fino al 1963, Pacheco introduce un nuovo tipo di ballo: la pachanga, per la quale diventa anche molto famoso. In questo periodo gira molto in tourné sia negli Stati Uniti, sia in Europa, Asia e America Latina. Inoltre Pacheco Y Su Charanga è stata la prima orchestra latina ad essere in cartello all’Apollo Theatre nel 1962 e nel 1963.

Alla fine del 1963, la sua carriera ebbe un’importante svolta quando egli creò la Fania Records assieme a Jerry Masucci. Nel 1964, la casa discografica lanciò il successivo lavoro di Pacheco intitolato Cañonazo che si caratterizza per una svolta dallo stile Charanga al Conjunto. Come dirigente, direttore artistico e produttore musicale della società, egli fu responsabile del lancio della carriera di molte delle giovani star che fecero parte della Fania Records.

Mi Gente. Hector Lavoe & Fania All Stars. Kinshasa. 1974

Nel 1968, egli riunì molti dei musicisti della casa discografica e li presentò tutti insieme in un concerto. Questo evento segnò la nascita della leggendaria Fania All-Star. Nel 1971, questa orchestra composta dal meglio della Fania occupò tutto lo scenario della salsa dando inizio a un incredibile periodo musicale per la musica Latina che continuò per oltre 30 anni sotto l’autorevole direzione di Mr Pacheco.

Per più di 40 anni, Mr Pacheco è stato uno degli artisti più richiesti nel campo dell’industria musicale in generale. Si è esibito come solista e come guest artist in molti Festival Jazz Internazionali. Ha suonato con i migliori musicisti latini del secolo, inclusi Perez Prado, Xavier Cugat, Tito Rodriguez, Tito Puente e Celia Cruz tra gli altri. Si è esibito e ha collaborato con numerose leggende della musica Jazz e della musica popolare americana come ad esempio Quincy Jones, Stan Kenton, Tony Bennett, George Benson, Sammy Davis Jr., Ethel Smith, Stevie Wonder e molti altri.

Johnny Pacheco è fortemente impegnato nella crescita della comunità latina nel mondo. Ha dimostrato la sua solidarietà verso le vittime dell’uragano Georges collaborando con la Fondazione Hispanic Federation Relief durante l’evento “Hurricane Georges Relief Fund 1998”, trasmesso dal vivo in tutti gli Stati Uniti del nordest dalla NBC e partecipando a un evento nello Hostos Community College. Ha anche preso parte al concerto benefico per l’AIDS, Concerto Per La Vita, nel novembre del 1988 a New York presso l’Avery Fisher Hall.

Nel 1994 fondò la Fondazione Borsa di Studio Johnny Pacheco dimostrando il suo amore per la musica e il suo impegno per una migliore educazione. Ogni anno una matricola del college riceve una borsa di studio e la benedizione di Mr Pacheco. Egli dice: “Io spero di riuscire a dare a un musicista talentuoso e con aspirazioni la possibilità di diventare un artista e di beneficiare dell’educazione di un college.”

La musica di Johnny Pacheco Y Su Tumbao Anejo continua a consacrare il settore della musica latina. Pacheco è ancora fortemente attivo nel campo della musica, esibendosi e registrando con il suo gruppo avendo come guida ispiratrice la migliore musica tropicale. Sempre all’avanguardia, egli è uno degli artisti più ammirati e amati nello scenario musicale di tutto il mondo. Johnny Pacheco è un pioniere, un grande innovatore e, cosa più importante, una leggenda vivente.

Tratto da: http://www.johnnypacheco.com

English

For decades, Johnny Pacheco has been at the center of the Latin music universe. His nine Grammy nominations, ten Gold records and numerous awards pay tribute to his creative talent as composer, arranger, bandleader, and producer. Moreover, he is the pioneer of an unforgettable musical era that changed the face of tropical music history, the Fania All-Stars era.

Throughout his 40-year involvement with the development of Latin music, Johnny Pacheco has received many kudos for his extraordinary genius. In November of 1998, he was inducted into the International Latin Music Hall of Fame. In 1997, he was the recipient of the Bobby Capo’ Lifetime Achievement Award, awarded by Governor George Pataki. In 1996 the president of the Dominican Republic, Juaquin Balaguer bestowed him with the prestigious Presidential Medal of Honor. In addition, Pacheco was presented with the First International Dominican Artist Award from the distinguished Casandra Awards. In June 1996, Johnny Pacheco was the first Latin music producer to receive the NARAS (National Academy of Recording Arts & Sciences) Governor’s Award in New York City.

Pacheco’s pioneering musical approach has made him one of the most solicited producers in Latin music. He has worked with many of the best Salsa artists like Celia Cruz, Willie Colon, Hector Lavoe, Ruben Blades, Cheo Feliciano, and Pete “El Conde” Rodriguez. His resume also includes producing the hit song “Bailando Salsa” for the Spanish pop group, Mecano whose album sold half a million copies one month after its release. Johnny Pacheco also co-wrote and produced three songs for David Byrne’s first solo album entitled Rei Momo.

He has written more than 150 songs and most of them are now classics. Among them are “La Dicha Mia”, “Quitate Tu Pa’ Ponerme Yo”, “Acuyuye”, “El Rey de la Puntualidad”, and Tito Puente’s “El Numero Cien”. Pacheco has also been inspirational to the younger generations.He recorded and performed with the group DLG as a guest artist in one of his own compositions. Rap artist Mangu asked this Latin legend to write arrangements, sing chorus, and play the flute in his album Calle Luna Y Calle Sol. Mr. Pacheco has also produced music for feature films. He was the musical director of the film, Our Latin Thing, the first film about Salsa and its influence on New York Latinos. In 1974, he worked on a second film entitled Salsa. During the 1980s, he wrote the musical scores and themes for the film Mondo New York and Something Wild. The last one was in collaboration with David Byrne, leader of the group Talking Heads. His most recent work in the movie industry was the feature film The Mambo Kings released by Warner Brothers.

Born in Santiago de los Caballeros, Dominican Republic, Johnny Pacheco inherited his father’s passion for music. Rafael Azarias Pacheco, his father, was the bandleader and clarinetist of one of the most famous orchestras of that time–the Santa Cecilia Orchestra. It was his father that first put a musical instrument into his son, Johnny’s hands. At the age of 11, the Pacheco family moved to New York where he continued polishing his musical skills. He learned to play accordion, violin, saxophone and clarinet. He attended the Julliard School of Music where he studied percussion making him the leading percussionist of the time. He performed and recorded with the most important American artists. He then learned to play flute. He is recognized as one of the top flutists of his era.

In 1960, he organized his first and legendary orchestra, Pacheco y Su Charanga. The band signed with Alegre Records and its first album Johnny Pacheco Y Su Charanga Vol. 1 sold over 100,000 copies within the first year, becoming the best selling album of the time. The album is a classic. Beginning then and through the end of 1963, Pacheco introduced a new dance craze called “Pachanga”. He became an internationally renowned star. He toured extensively throughout the United States, Europe, Asia, and Latin America. Moreover Pacheco Y Su Charanga, was the first Latin band to ever headline the Apollo in 1962 and 1963.

In late 1963, his career took another historical turn when he created Fania Records with Jerry Masucci. In 1964, the label released Pacheco’s next endeavor entitled Canonazo featuring a switch from the Charanga to Conjunto style. As the company’s executive, creative director and musical producer, he was responsible for launching the careers of many of the young stars that formed part of Fania Records.

In 1968 he gathered many of the musicians from the label and showcased them together in concert. This marked the birth of the legendary Fania All-Stars. In 1971, this orchestra consisting of Fania’s elite exploded all over the Salsa scene starting an incredible musical era for Latin music that has continued for over 30 years under the masterful direction of Mr. Pacheco.

For more than 40 years, Mr. Pacheco has been one of the most in-demand artist in the music industry in general. He has performed as soloist and guest artist in many Jazz Festivals worldwide. He has played with the best Latin musicians of the century including Perez Prado, Xavier Cugat, Tito Rodriguez, Tito Puente, and Celia Cruz among others. He has performed and collaborated with many legends of Jazz and popular American music such as Quincy Jones, Stan Kenton, Tony Bennett, George Benson, Sammy Davis, Jr., Ethel Smith, Stevie Wonder and many others.

Johnny Pacheco is deeply committed to the improvement of the Latin community worldwide. He demonstrated his solidarity with the victims of Hurricane Georges by collaborating with the Hispanic Federation Relief Fund during “Hurricane Georges Relief Fund 1998” transmitted live across the northeastern United States by the NBC television network and by participating at an event at Hostos Community College. He also participated in the AIDS benefit concert Concierto Por La Vida, in November 1988 at New York City’s Avery Fisher Hall.

In 1994, he established the Johnny Pacheco Scholarship Fund demonstrating his love for music and commitment to higher education. Each year a college freshman is honored with financial support and Mr. Pacheco’s blessing. He says, “My hope is to give a young aspiring and talented musician a chance to develop as an artist and benefit from a college education.”

The music of Johnny Pacheco Y Su Tumbao Anejo continues to bless the Latin music industry. He remains highly active in the recording industry performing and recording with his group as the guiding force behind the best tropical music. Always ahead of his time, he is one of the most admired and loved musicians on the music scene all over the world. Johnny Pacheco is a pioneer, an innovator and more importantly a living legend.

Ismael Rivera

Ismael Rivera: 25 anni dalla sua scomparsa

Ismael Rivera
Ismael Rivera

La sua voce è ancora presente in ogni angolo del paese. Il suo grido musicale, quel “Ecuajey”, continua provocando, affascinando. Ismael Rivera, “El Sonero Mayor” riuscì con quel modo di cantare così particolare a raccontare un popolo con le sue allegrie e pene.
Diede voce alla gente povera, alle persone di colore, alla gente più bella, riuscendo a superare generazioni e frontiere. Tutto questo con una potenza interpretativa unica, capace di far sentire ogni parola, Ismael Rivera è ancora vivo nella memoria di un popolo che oggi, a venticinque anni dalla sua scomparsa, non lo dimentica e continua a cantare e ballare le sue canzoni.

Biografía

Ismael Rivera nasce il 5 di ottobre del 1931 a San Mateo de Cangrejo a Santurce, dal matrimonio di Margarita Rivera (doña Margó) e Luis Rivera Esquilín, che successivamente si separeranno. Cresce nella calle calma a Villa Palmeras e inizia a fare piccoli lavori cone lustrascarpe e muratore. Fin da piccolo dimostra la sua passione per la musica, la quale si alimenta quando adolescente conosce il suo amico e compagno musicale Rafael Cortijo. Nel 1954 si mette in luce come cantante dell’Orquesta Panamericana, diretta dal maestro Lito Peña, portando al successo canzoni come Chacha in blue e Charlatán. Nel 1955 entra a far parte come cantante del Combo de Rafael Cortijo, rendendo popolari canzoni come El bombón de Elena, El negro bembón e Con la punta del pie, fra le tante altre canzoni.

Nel 1962, Maelo viene arrestato con l’accusa di possesso di droghe e passa 4 anni in carcere. Quando esce ricomincia a cantare e forma a New York una nuova orchestra, Los Cachimbos. Il successo che ottiene lo porta a viaggiare per il mondo con la sua musica, dal Venezuela, alla Colombia, fino a Panama dove diventa devoto del Cristo Nero di Portobelo.

Il 13 maggio del 1987 la morte sorprende Maelo, a 56 anni, nella casa di sua madre nella Calle Calma del suo quartiere di Santurce che lo vide nascere. Il mondo intero pianse la sua morte.

Fonte: Primera Hora

Su voz todavía retumba en cada esquina del país. Su grito musical, ese “Ecuajey”, sigue provocando, hechizando. Ismael Rivera, “el Sonero Mayor” logró con ese cantar tan suyo dibujar a un pueblo con sus alegrías y penas. Le dio voz a la gente pobre, a la gente negra, a la gente linda, logrando traspasar generaciones y fronteras. Con una potencia interpretativa única, capaz de hacer sentir cada palabra, Ismael Rivera se mantiene vivo en la memoria de un pueblo que hoy, a 25 años de su muerte, no lo olvida y que sigue cantando y bailando con sus canciones.

Biografía

Ismael Rivera nació el 5 de octubre de 1931 en San Mateo de Cangrejo en Santurce, fruto del matrimonio de Margarita Rivera (doña Margó) y Luis Rivera Esquilín, quienes luego se divorciaron. Se crió en la calle calma en Villa Palmeras y se desempeñó como limpiabotas y albañil. Desde niño demostró su pasión por la música, la cual se avivó cuando conoció en la adolescencia a su amigo y cómplice musical Rafael Cortijo. En 1954 se estrenó como cantante de la Orquesta Panamericana, dirigida por el maestro Lito Peña, convirtiendo en éxitos temas como Chacha in blue y Charlatán. En 1955 se unió como cantante de El Combo de Rafael Cortijo, popularizando canciones como El bombón de Elena, El negro bembón y Con la punta del pie, entre tantas otras canciones. En 1962, Maelo fue arrestado y acusado por posesión de drogas y cumplió cuatro años de cárcel. A su salida, se reintegró a la música, creando en Nueva York su banda Los Cachimbos. El éxito que obtuvo lo llevó a recorrer el mundo con su música, destacándose en países como Venezuela, Colombia y Panamá, donde se hizo devoto del Cristo Negro de Portobelo.

El 13 de mayo de 1987 la muerte sorprendió a Maelo, a los 56 años de edad, en la casa de su madre en la calle Calma de su barrio santurcino que lo vio nacer. El mundo entero lloró su muerte.

Visita el especial Ecuajey: Maelo vive

Entierro

El entierro de Ismael Rivera fue uno de los más concurridos en la historia de Puerto Rico.

“Dicen que el más grande fue el de (el gobernador) Luis Muñoz Marín y que el de Maelo lo sobrepasó”, contó Ivelisse Rivera, hermana de Maelo.

Cuando murió “el Sonero Mayor”, el 13 de mayo de 1987, el entonces gobernador de Puerto Rico, Rafael Hernández Colón, declaró tres días de duelo. El cuerpo del cantante estuvo un día expuesto en el Instituto de Cultura Puertorriqueña (ICP) y luego pasó al centro comunal del residencial Luis Llorens Torres. Artistas como el compositor Tite Curet Alonso, los cantantes Celia Cruz, Rubén Blades, Andy Montañez, entre tantos otros, estuvieron presentes. Fue un entierro de pueblo al que asistieron miles de personas. La música no faltó: se tocó bomba y plena durante los tres días. Aunque hubo coche fúnebre, nunca se utilizó porque el pueblo insistió en cargar el féretro, que era abrazado por una bandera de Puerto Rico.

Ivelisse Rivera recordó que el entierro se le fue de las manos a la familia y que pasó lo que les había dicho Ismael Rivera.

“Él lo había dicho: `No me van a enterrar ustedes, a mí me entierra el pueblo’. Y así fue”, rememoró.

Ismaelito Rivera, hijo del Sonero Mayor, por su parte, comunicó que países como Panamá y Venezuela también se vistieron de luto. Indicó que hace 25 años el barrio La Bombilla en Venezuela conmemora la fecha de la muerte de su padre. Destacó que lleva 16 años participando esa actividad y que este año no será la excepción.

“Creo que la mejor manera de recordar a mi padre es haciendo música y oyendo la de él”, concluyó.