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New York by Claude parte 5

Le recensioni de LaSalsaVive

New York by Claude – quinto e ultimo giorno –

Finalmente al Grocery ritrovo il mio amicone del primo giorno che mi riconosce; si mostra contentissimo della mia fidelizzazione ed è subito Orso: solo 2,50 $, crepi l’avarizia!

Il tempo stringe, alle 2 PM devo lasciare casa e c’ho piu di 55 CD da cui togliere la plastica per infilarli nel book; temo troppo per lo zaino, con quel fagotto non ne vuol sapere di chiudersi!

Per non affaticare il mio POSTAMAT 😀 con un quarto prelievo da 240 $, ricordando di avere degli euro in tasca, mi reco sulla West 125th Street a cambiare.

“Please, can you show me one ID (=document) and one credit card?”

Rispondo: “Hai sbagliato a capire, non cambio con la carta, io ti do il CASH, e tu mi dai i Dàlars”

E lei: “La carta di credito funge da Second ID…”

“Ma che sono io, Uno e Bino? E poi, col cavolo che ti faccio strisciare una carta di credito per fare un lavoro per cui la carta di credito NON è nata, eccoti – oltre al passaporto – la mia patente e fattela bastare!”

Lei si alza e prende dallo scaffale dietro un libro denominato “Worlwide Driving Licenses”, lo apre alla pagina Italy e tiro un sospiro di sollievo al vedere che è fotografata la nuova, quella di plastica, quella che ho io.

Dopo 10 minuti riesco a cambiare 100 maledetti euro…
I NEGOZI DI DISCHI DEL BRONX

Un forumello americano mi aveva consigliato il Record Shop di Cholo, nel Bronx Latino, definendolo “Mambo Heaven Come True”; cosa volete che faccia, con la mia supercomoda metro rossa (ma solo la 2) faccio 4 fermate north e sono in 3rd Avenue con la 149th Street: faccio 5 minuti a piedi east, e a Brook Avenue giro a south e trovo sto negozietto a una luce tutto tappezzato di CD.

La merce va dagli anni 40 al … Reggaeton, e ci trovo cose che sono impazzito a cercare, come il primo di Tommy Olivencia che già mi ero rassegnato a dover cercare a Puerto Rico,

disco di cui bramavo la durezza di un brano, Casabe Con Longaniza, non disponibile su alcun altro CD; trovo anche, impolverato pure quello, un rarissimo Joe Bataan (per Dj Tambor) oltre ad un altro raro CD de La Terrifica (tra l’altro consigliatomi dallo stesso forumello americano): insomma, già ero contento così, anche se non riuscivo a trovare un altro maledetto album di Louie Ramirez sentito a Cali da una bancarella di orologi 😯

Niente foto di Cholo, c’era un camion davanti!

Sempre davanti al negozio, un po’ piu in giu sulla Brook Avenue, dall’altro marciapiede, vedo un casermone popolare con le finestre tappezzate di bandiere portoricane (tranne una che è messicana: di dominicane, stranamente neanche mezza), in gran fasto nell’attesa della festa boricua che si sarebbe svolta nel Barrio i due giorni seguenti.

Lì sotto, su 4 sedie in marciapiede stile “Fa’ la cosa giusta” di Spike Lee (ma in fondo, anche stile sora Lella de Roma, tutto il mondo è paese), altrettanti signori sulla sessantina sparano a medio volume salsa classica da una “cocolera” (il radione); mi piacerebbe fermarmi a parlare ma devo correre.

Piu avanti, la stessa scena da dei giovani; ad altissimo volume la musica esce da una macchina a porte spalancate (la nueva cocolera!), epperò è reggaeton.

Torno al metro 2 e dopo due fermate north (Prospect Av.) arrivo davanti a quest’altro storico negozio di cui non avrei saputo nulla senza l’ausilio di Sergio della GB Records

CASA AMADEO, DEL COMPOSITORE MIKE AMADEO

Mike è un brillantissimo 72enne specializzato in musica del passato (no Reggaeton here!), pensate che tra le sue ordinate vetrine espone anche le audiocassette!!!

Proprio come all’inizio del mio book io metto la salsa dura, lui negli scaffali subito dietro al bancone mette il suo genere preferito!

I CD sono impilati ordinatamente e segnalati per ordine alfabetico; quando gli chiedo un autore lui mi tira fuori tutta la pila e – per la prima volta a New York – me li fa toccare con mano invece di prenderli con la pinzetta dall’alto della parete (cosa che ho sofferto molto in questi giorni).

Tra le altre cose, qui riesco a trovare questo importante CD di Eddie Palmieri consigliatomi dal Tommy 😀 :

cosi come trovo finalmente il primo disco solista di Graciela con l’orchestra di Machito:

anche se, mannaggiarola, non trovo la versione di Donde Estabas Tu, fantastica, che si può sentire (oltre a tante altre belle canzoni) nel sito della maestra Anita Lombardi.

Mike mi mostra la lista delle cose che sta ordinando a Fania (ebbene sì, i magazzini Vecchia Fania esistono, non sono stati rilevati) e mi mostra sconsolato le richieste che ha fatto confontate con ciò che gli è arrivato (molto poco); lui i nuovi Fania non li tiene proprio, al momento…

Dopodiché passa a mostrarmi orgoglioso le sue opere compositive, guardate in questo disco di Joe Cuba (Estamos Haciendo Algo Bien) la 10 chi l’ha composta…

Tra le 1000 canzoni che lui ha firmato per vari artisti, ce n’è un’altra molto nota a tutti noi frequentatori delle sale da ballo di salsa contemporanea:

Que Me Lo Den En Vida! E questa è tutta sua…

Poi mette su delle canzoni che ha scritto ma che ahimé non sono in vendita!!! Se andate a trovarlo, convincetelo a metterle in vendita!

E infine mi fa sentire un brano bello carico di salsa contemporanea che ha scritto lui per il suo amico… sapete chi… il logorroico Johnny Ray!!!

Mamma mia, alla Fiera di San Marino non finiva piu di parlare, ma simpatico eh?

Nonostante il CD sia per metà Salsaton e per metà Salsa, mi convince a comprarlo perché il brano firmato da lui è troppo bello e ballabile; lui peraltro mi specifica che i ringraziamenti i copertina li ha pretesi solo per la parte Salsa, dell’altro genere non ne vuole sapere niente, e alza la mano come per scacciare le mosche, stizzito!

Durante tutto il tempo, un altro addetto stava in un’altra parte del negozio ad ordinare gli arrivi e a sistemarli negli scaffali; si tratta di Charlie, il Gerente, che lavora con Mike, il Proprietario.

Infine, Mike mi mostra dei giornali con sue interviste, foto sue con artisti e una di una coppia di degustatori inglesi che vengono ogni volta a cercar roba vecchia da lui, per cui mi chiede di fare una foto anche con me!

Ma vogliate notare il colore delle nostre pelli: non potrei essere anch’io un Boricua?

Magari, DE PONCE!!!!!

(e dire che son stato al mare sono una volta, piu di un mese fa!)

Debbo correre a Port Authority, lo shuttle bus per Newark mi aspetta.

Lascio la città orgoglioso di aver comprato SETTANTASETTE CD, di cui solo due per Dj Tambor e tutti gli altri per me; di questi, quelli contemporanei non saranno piu di 7, gli altri 68 tutti di Salsa Classica.

In aeroporto mi accingo ad affrontare 19 ore di Newark-Dublin-Fiumicino-Linate e per farmi forza faccio uno strappo alla regola e compro un burrito; che schifo! Come li fanno a Santa Monica Beach, non li fa nessuno!!!

In aereo mi sfoglio il book e mi ascolto qualcosa, chissà quanto tempo passerà prima che assimili tutta sta musica, mi sa che il prossimo CD in Italia lo comprerò a Ottobre, alla riapertura della mia serata.

E penso anche alle 50.000 miglia Alitalia che mi son rimaste per un altro viaggio gratis nelle Americhe, dove andrò?

A Miami, dove Dj Tambor mi ha raccontato che il Museo Del Disco è grande come una Esselunga?

A Puerto Rico a Natale, per godermi la Parranda e comprare da Viera Discos (e visitare la mia città natale, PONCE Smile )?

Tornare a Cali, da quel negozietto a una luce sboronamente chiamato “Epicentro de la Música Mundial”, grondante vinili da tutte le pareti?

O andare in Messico, paese dove la Salsa si è fermata al 1979?

Mah, mi sa proprio che me ne tornerò a Nueva Yoll!!!

Ci si legge al prossimo viaggio…
By Claude

New York by Claude parte 4

Le recensioni de LaSalsaVive

New York by Claude – quarto giorno –

Giovedì, date le circostanze (avrò dormito 12 ore!), mi sveglio di buon’ora con Wall Street in pieno Toro dato che al Grocery c’è – in ordine di apparizione – un TERZO tipo che mi chiede ben 3,5 $; a sto punto, più per la non-trasparenza che per i soldi – mi incacchio e chiedo spiegazioni che lui prontamente mi RAPPA in faccia sentenziandomi prezzi, tasse, accise, etc etc: ci rinuncio a capire, abbozzo un pagamento ma scopro di avere 3,25 di spicci e un centone suscitando la compassione di un homeless che – vedendomi col cappuccio caldo appena dowloadato dalla macchina – mi offre il quarter-dollar…

😯 😯 😯

Solo a New York i barboni ti fanno l’elemosina all’incontrario…

Ok, è ora di uscire dal Ghetto e iniziare a far shopping in centro.
I GROSSISTI DI CD A MANHATTAN

Prendo la mia comodissima linea rossa (non quella che va a Sesto Marelli) e in un battibaleno scendo a Times Square/West 42nd Street, faccio qualche minuto a piedi verso la 10th Av e risalgo all’angolo con la West 45th Street dove trovo il noto esportatore GB RECORDS.

GB RECORDS

Esordisco: “Buenas, soy un fanático de …. (etc etc)” specificando che sono straniero e che quindi a me possono vendere anche se non sono un dettagliante.

Subito mi indirizzano verso una saletta tutta dedicata alla Fania dove ahimé non c’è rimasto proprio piu niente di quello che cerco, ma anche di quello che non cerco vedo poche copie, talvolta vecchio suono e talaltra rimasterizzate; uscirò da quel negozio con soli due CD di Federico (vol 1 e 3, il 2 è terminato) pagati 9,99 $ ciascuno, e un doppio greatest hits di Lalo Rodríguez a 11,99 $, giusto perché c’ho un barista che mi spacca i maroni chiedendomi sempre la versione originale di Ven Devorame Otra Vez (la recente cover non gli piace).

FEDERICO VOL.3

Dato che non ho niente da comprare, faccio la conoscenza del proprietario, Sergio, che si fa un flash vedendo le foto dei musicisti sul biglietto da visita de Lasalsavive; anche lui è un pezzo di storia della musica latina a New York, con cui lavora da 40 anni e che lo ha visto co-fondare la casa discografica S.A.R., acronimo delle iniziali di Sergio, Armando e Roberto (Torres, che cantò per la Sonora Matancera e la Orquesta Broadway).

Dato l’esaurimento scorte (qui piu che mai), approfitto una volta in più per parlare del problema “Nueva Fania”, e per la prima volta mi vedo ascoltato con una certa attenzione…

“Hombre, appena prepari quella lettera, mandamene una copia che sono interessato: eccoti la mia e-mail”

😀 😀 😀

MI ILLUMINO D’IMMENSO!!! Inizia a parlarmi anche lui di vari aneddoti discografici, acquisizioni, prezzi, progetti, cessioni, recenti scomparse di musicisti “minori” Crying or Very sad per poi finire a parlarmi dell’epoca d’oro della salsa di 30 anni fa.

Gli spiego che l’indomani avrei visitato un negozio del Bronx, tale Cholo Records, e lui sorride “E’ mio cliente, domattina alle 7 viene qui” (ora capisco perché la gente poi va in discoteca alle 5 PM!); gentilmente, mi suggerisce di visitare anche un certo Amadeo Records di cui non sapevo niente se non il fatto di averlo visto come primo in elenco alfabetico nei negozi del Bronx: questa si rivelerà poi una dritta fantastica”

SERGIO DI GB RECORDS

Camminando north lungo la 10th Avenue, in cerca della Kubaney (altro grossista) che non trovo, scorgo sull’altro marciapiede il RINCON MUSICAL, anch’esso destinato a dettaglianti residenti o a comuni stranieri come me.

Qui la specializzazione è sulla musica contemporanea, e difatti riesco finalmente a trovare, per 9,99 $, un vecchio CD del Grupo Caribe (il mio gruppo contemporaneo preferito, dopo il Conjunto Libre), quando noto che in un angolo questi signori nascondono un piccolo tesoro di CD di Salsa Classica; 10-15 copie per ognuno di questi importanti album, Siembra (edizione del 25ennale, quella coi testi), Metiendo Mano, De Panama A Nueva York, Aguzate, I Like It Like That… tutti suono vecchio!

Certo che se a New York ci fosse un bel database centrale di tutti i 50 negozi di cd latini sui 4 quartieri principali, di cose ce ne sarebbero ancora da racimolare… Oppure uno “spicciafaccende” che si occupasse di fare il giro!

Sono proprio curioso di vedere cosa costa un book per 256 CD… e leggo 29.99 $, alias 25 €, ossia la metà del prezzo italiano…. E SONO ENTRAMBI MADE IN CHINA! 👿

Mi rendo conto che qui c’è qualche conto che non torna… perché da noi son così cari? Mah!

Comunque ormai son le 3 PM, e come si sa, alle 5 bisogna essere a ballare… 😮

Prima di prendere il metrò, noto che in centro stasera c’è il concerto di James Brown… certo che è un peccato perdersi le cose che offre questa fantastica città, per essere immersi nel tunnel della salsa… di cui questa città è peraltro capitale!!!

Niente, non posso saltare un’altra serata di ballo, rinuncio a malincuore, prima però mi faccio ancora un giro da Luis del Barrio Music perché tornare a casa con soli 4 CD non è cosa… In quel negozio, le cose da comprare non mancano… e quindi… Banco Popular e via andare!!! Alè!!!
LA SERATA DEL GIOVEDI’ AL CLUB CACHE

Entro alle 10 PM con 11 $ (è una discoteca di dimensioni medio-piccole) e ritrovo la Elisabetta de Roma (che in due mesi che è qui non è andata a ballare per sole tre sere, un gran bel tunnel pure il suo!) nonché tutta la tribù vista Martedì al Link.

Scendo le scale sulle note di Guaguanco Margarito ed è subito Mambo!!!

In sala c’è un’aria condizionata che ti porta via, il parquet è un po’ umidiccio ma si balla bene ed in ottima compagnia; sto per andare a fare la conoscenza del dj quand’ecco che lui prende il microfono e dice “Questa sera, guest dj, David Montreal!”

Cosa voglio di piu dalla vita? Spunta fuori la sua coppolina bianca e inizia a mettere un bel pezzone di Tony Pabón tanto per farci capire come sarà l’andazzo…

Io intanto passo di dama in dama, che talvolta è del posto, talvolta è straniera, a volte è bianca e a volte è nera, a volte balla sul due e a volte sull’uno, ma lo stile, il “flavour”, è sempre quello della città: il New York Style.

Elisabetta passa a descrivermi le varie persone presenti, tra cui questi due che improvvisano una di quelle social dance che spesso vediamo su Imambo.tv (e non a caso salta fuori una telecamera professionale con tanto di assistente con l’illuminazione che riprendono il tutto).

LORI PEREZ DEGLI ABAKUA DANCERS E ADOLFO INDACOCHEA

Adolfo Velazco Indacochea, peruano, ex partner di ballo con Amanda Estilo, mi fa morire perché ha una “attitude” che ricorda molto quella di Fernando Sosa!!!

Intanto Dj David Montreal ci fa MORIRE con La Toalla, poi ci fa riprendere con Mi Negrita Me Espera (niente bachate in questa serata: qui ci si riposa ballando a cha cha) e poi mi fa vivere un gran bel momento mettendo Rumbón Melón…

Pesco una ballerina a caso, che avevo osservato prima, e la canzone la sa a memoria fermandosi ad interpretare tutti gli stacchi e tutte le rumbe di quel bellissimo brano; dopo un ballo così, me ne potevo anche tornare ad Harlem, e invece no! Resto in sala ma rimango seduto ad osservare, rapito dal livello di ballo che c’è in sala e dalla sua coerenza con la musica fantastica che viene messa; in quel momento la canzone ha una “dilatazione” pianistico-timbalera dove tutti vanno in pasitos per oltre un minuto, e io me li gusto….

Mi rendo conto di una cosa (oggi mi sto rendendo conto di molte cose!): la buona musica si accompagna al buon ballo… E intanto penso: ma come cavolo fa un tipico “avanzato italiano” a compiere elaborate evoluzioni su un arido e dritto brano commerciale? Mi ritengo fortunato ad aver appreso a sentire ed interpretare la musica dal mio maestro Francesconi, che l’avrà sicuramente appresa prima dal suo maestro di pianoforte, e poi dai suoi maestri Mingarelli…

Mentre me ne sto lì, Bello Statuino, ad aspettare che mi invitino (ormai ho già fatto abbastanza spot pubblicitari in zona “Mambo on 2”, dove ci sono tutti i Salsafreaks), mi viene un torcicollo per la galleria del vento che si subisce con l’aria condizionata di quel locale, quindi mi alzo e ballo!!!

Io e la combriccola chiudiamo il locale insieme al dj esattamente come due sere prima al Link; vedo il resident pagare il guest dicendogli “Sei stato un Grande”…. grazie al cavolo, con la musica che ha messo…. questa è Istigazione al Mambo!

Vado da Mac Donald’s nella vicina Broadway per recuperare un po’ di zuccheri tramite un ottimo Sundae al cioccolato, e mi avvio a prendere per l’ultima sera il metrò verso casa

SUBWAY
Fine quarta puntata…

By Claude

New York by Claude parte 3

Le recensioni de LaSalsaVive

New York by Claude – terzo giorno –

La mattina di Mercoledì scendo al Grocery, trovo un altro commesso e pago solo 2,50 $ la colazione, penso “Il caffè a Wall Street sarà in discesa”, naturalmente non me ne curo e sotto una pioggerellina lieve torno a piedi verso il Barrio.

Mentre attraverso il confine virtuale tra il Black e l’Hispano, odo uscire da una chiesa stranissima dell’ottimo funky-soul live, e ficco il naso dentro la First Baptist Mountain Ride Renaissance Adventist Salvation Brotherhood Holy Resurrectional (…omissis…) Church (ho accorciato il nome senò tutto non ci stava nel forum), allorquando una enorme signora nera di mezz’età, elegantissima e di rosso vestita, mi invita a convertirmi a loro lì sulle scale dell’entrata.

“Come, join us!” e io “I’m in a hurry, only wanted to see THE BAND”  😀

Dentro la band è composta da persone di tutte le età vestite proprio come la signora, e il bassista e il batterista si distinguono per l’incedere particolarmente funky del brano.

Malinconicamente, con le lancette del cellulare che viaggiano velocissime, constato: “Quante cose mi perdo in questa bellissima città, per dedicarmi al mio personalissimo TUNNEL…”

Rispondo: “Madame, chissà che gospels vi sparate quest’oggi, vorrei tanto esser qui con voi!” ma ora devo andare a compiere qualcosa di molto meno spirituale…

LA CASA LATINA DI VICENTE: UN PEZZO DI STORIA DEL BARRIO

Entro cosi:

“Usted es Vicente?”

E lui: “Sí”

“Buenas, vengo de Italia y soy fanático… etc etc”

Anche qui inizio a dare di matto, ma un po’ piu controllato perché la parete è un po’ meno vasta e presenta purtroppo svariati buchi, talvolta colmati da alcuni dei nuovi Fania rimasterizzati.

“Guarda, ti offro quel che è rimasto, d’altronde le scorte stanno per finire ed in alcuni casi son già finite”

Subito a colpo d’occhio chiedo quello che mi serve ma con raccapriccio mi rendo conto che il resto ce l’ho già o non mi interessa; con stupore riesco a trovare, dopo aver perso le speranze, questo bell’album:

Vicente è noto per il rapporto piacevole che instaura col cliente, guidandolo negli acquisti (per esempio, su tre album di un’orchestra che vuoi iniziare a conoscere ti suggerisce il migliore, oppure quello che negli anni è stato best seller sugli altri).

Nel negozio ci sono due Boricua di mezz’età, di cui uno che si lamenta dei nuovi Fania, tranne di due – Juicio di Willie Colón – che a suo parere è stato rifatto bene, e di Ali Baba di Louie Ramirez (per dirlo uno che aveva appena finito di lamentarsi del taglio dei bassi nel passaggio tra vinile e CD, c’è da crederci…)

L’altro rapidamente prende un classico cubano anni 50 (quelli della serie Tumbao) e se ne va così: “Adios FAMILIA” 😀

Chiedo: “A proposito Vicente, e tu che ne pensi del suono, va male per tutti o c’è qualche album accettabile?”

Mi mostra il fax di un Dj: “Qui c’è uno che si lamenta perfino di una copertina… io sinceramente non li ascoltati, qualcuno si lamenta altri no… la realtà è che io non ne vedo vendere moltissimi, magari deve ancora passare del tempo”

Vengono raccontati degli aneddoti sui loro addetti che sono andati in giro per il Barrio a cercare le copertine dei vinili per fotografarle a 20 $ e sui melomani che han preferito rifiutare una simile offerta; “Sicuramente hanno arricchito il packaging, la vecchia Fania a malapena metteva i nomi dei musicisti mentre i nuovi hanno addirittura una presentazione bilingue, e costano un dollaro meno… però il suono… varia con gli album…”

Ribadisco la mia teoria del “trombone evirato” e li informo (dato che nessuno sembra essersene accorto) che han lavorato pure sui canali, domandandomi: perché?

Finita la Salsa Classica (quella che vedevo dietro il bancone), mi lascio consigliare alcuni artisti recenti con un sound bello ritmico, tra i quali spicca il grande Manny Oquendo col suo Conjunto Libre di cui mi intasco tre CD.

Poi, la lancio lì… “Senti, so che non ce l’hai… Non è che per caso c’hai….”

E lui, serissimo: “Certo, è nella vetrinetta dietro di te”

😯 😯 😯

Non credo ai miei occhi…. dopo averne toccato il vinile a casa di un amico… dopo aver raccattato qualche raro e stridulo MP3… vedo.. vedo… vedo… una copia di…

Nella stessa vetrinetta c’era roba europea, Vampisoul, Salsa-International (che si può reperire anche da Londra), Envidia e quindi lascio perdere perché non sono lì per quello, ma vedo Vicente che risponde al Boricua che chiedeva commenti su Mayito Rivera.

“Il suo ultimo CD è molto bello, così come lo era il precedente, tutte cover di Chappottin”

Pur apprezzando l’opera, io non condivido perché sia in lui che in Pedro Calvo (con la Justicia) vedo uno snaturarsi della Cubanità (contemporanea); progetto di “internazionalizzazione” dei loro arrangiamenti che peraltro mostra – anche in quella sede di degustatori – di dare i suoi risultati.

Vedendo la copertina di Tirso Duarte (quello sì che fa la Cubana che io mi attendo da un Cubano) dico: “Este, pega duro!” e Vicente “Pero aqui la Timba… no va…”

La discussione ritorna sul nostalgico, d’altronde stiam parlando di un negoziante di dischi che dal ’66 ha visto passare fior di musicisti nel suo negozio nel cuore del Barrio… “Il fatto è che, oltre ad essere invasi dal Reggaeton, non son rimasti proprio i locali in cui suonare, e laddove puoi, usi pochi orchestrali; al martedi c’era il Magallay, ora ha chiuso, adesso al Mercoledi fa qualcosa il Latin Quarter, ma di fatto questa musica è ben lontana da quella che era 30 o 40 anni fa”

E’ venuto il tempo di fare la cuenta; faccio la mia solita figuraccia col Postamat (ci sono abituato, anche in Italia!), attraverso la strada, prego che escano altre 12 banconote da 20 dallo stesso Banco Popular del giorno prima e…. escono!!!

Me ne esco con 15 CD, di cui la metà contemporanei…

Assetato di Roba Vecchia, attraverso la strada e ritorno dal prospiciente El Barrio Records Store dove Luis già si frega le mani e per gratitudine mi insacchetta, insieme a 12 CD di cui solo uno contemporaneo, un cospicuo numero di promo da ben 5 tracce ciascuno 😀 … tutti di Reggaeton!!!

Faccio ritorno a casa schivando la chiesa funky-soul (ho fretta, devo andare a ballare alle 5 PM!), doccia, cena e breve pennica; quando mi sveglio è già buio e mi dico: “Ma è sera o è notte?”

Cavolo, è l’una di notte!!!

E quelli là chiudono all’una mica alle quattro!!!

Alla faccia della City that never sleeps Evil or Very Mad

A New York succede di tutto, e a me è successo questo 😀

che non è “avere il fuso” bensì “essere Fuso”.

E ora che faccio?

Non riesco a prender sonno, e in tv ci son solo stupidaggini (ma esistono i TG???)

Inizio a sentire un po’ dei miei CD e mi rendo conto di quant’è bella la mia stanza doppia da 55 $ con uso bagni e cucina…

E’ sostanzialmente enorme, 10 metri per 4, ad una rampa di scale dalla cucina ma proprio a fianco ad uno dei due bagni…

Entrando, si sviluppa longitudinalmente sui due lati, laddove a sud c’è una finestrona tendata tipicamente luminosa, con vista sui tetti da telefilm, e a destra c’è un armadio enorme; a fianco ad essi ci sono i due letti, divisi tra di loro da una ampio tappetone (peccato non averci scattato una foto)…

Ho tutto li… pure il divanetto sul lato est e i comodini sul lato ovest… eppure… eppure… qualcosa ci manca… e allora comincio a lavorare di fantasia… in questa vacanza salsera così intensa… something is missing… e allora me l’immagino io…

Sull’altro letto… quello vuoto…. ci immagino una… Donna… anzi…no… non sul letto… bensi sul…. tappeto… nella posizione… eretta… che ripassa le figure di Eddie Torres insieme a me 😀 😀 😀 😀

E qui scatta l’ANNUNCIO: Ballerino Claude cerca Ballerina per condivisione camera e lezioni di ballo On2 su un arco di due o tre settimane, periodo da decidersi, astenersi perditempo

😀 😀 😀

A domani per la quarta puntata!
By Claude

New York by Claude parte 2

Le recensioni de LaSalsaVive

New York by Claude – secondo giorno –

Premessa
Mi sveglio e, dato che in cucina non trovo certo la macchinetta del caffé italiano, vado al Grocery dell’angolo dove per 2.75 $ mi gusto un bollente e zuccheratissimo small capuccino con ottima tortina paradiso e litro di acqua del Maine, la mitica Poland Spring, che fuoriesce da tutte le borsette delle donnine salutiste della megalopoli.
Di chiaro c’è solo il prezzo dello small capuccino (0.75 $) ma del resto non si capisce mai niente, i prezzi a New York non sembrano dover essere obbligatoriamente pubblicati e le tasse da aggiungere – quando vanno aggiunte – non si capisce a quanto ammontino.
Poi va a simpatia dell’addetto di turno; insomma, il prezzo del mio breakfast del Martedi era quello, ma nei giorni seguenti scoprirò che non sarà sempre così…

DAY 2: EL BARRIO MUSIC CENTER E LA SERATA AL LINK DA DJ DAVID MONTREAL

Il sole splende e penso “i vinili li lascio per ultimi” ma date le successive pioggie non avrò piu la possibilità di trovarli buttati sul marciapiede; approfittando della bella giornata, vado a piedi verso east, ed entro nell’East Harlem, ossia lo Spanish, il Barrio, dove ci sono due negozi storici e importantissimi di CD e non solo.
Mentre mi faccio quei 10 minuti a piedi assisto alla mutazione antropologica dello scenario; dalle macchine non esce piu hip hop bensì reggaeton, sui marciapiedi non si gioca piu a basket bensì a baseball, e il vociare non è piu in inglese ma in spagnolo: inizia pure ad apparire la Topina Latina, más fina, e finalmente ricomincio a girarmi quando incrocio le tipe.
Accuso un lieve torcicollo destro 😮

Il primo negozio in cui mi imbatto sulla West 116th street all’angolo con la Park Avenue è questo:

EL BARRIO MUSIC CENTER

Entro cosi:

“Buenas, vengo de Italia y soy fanático de Salsa Clásica”

E faccio la conoscenza del giovane Luis, aka Dj Nene Malo, degustatore di tutti i generi, dalla salsa più vecchia e jazzata fino all’hip hop nordamericano passando dai vari altri generi latini etc.
Il negozio ha tre pareti tutte tappezzate di CD appesi… un abbaglio totale… una botta al cuore… e una al portafoglio… ma il tutto estremamente ECCITANTE.
A destra Pop Latino e generi latini a noi ignoti (tipo Ranchera, Paso Doble) al centro (dietro la cassa) la Salsa Contemporanea e i vari merengue bachata reggaeton, e a sinistra…. a sinistra…. a sinistra…
“Aaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

“Luis, dammi quello!!!!!!!!!!”

“Aaaaaaaaahhhhhhhh dammi quell’altro!!!!!!!!!!!!”

“Aaaaaaaahhhhhhhhh, quegli altri 3!!!!!!!!!”

Avevo la adrenalina a 1000, ho veramente dato fuori di testa a vedere cosi tanti, ma cosi tanti, ma cosi tanti CD di Salsa Classica, Son e Mambo tutti belli in ordine alfabetico, e tutti DISPONIBILI!!!
Finalmente riuscivo a mettere le mani su CD che cercavo da due anni, alcun masterizzati, altri di cui avevo una canzone (masterizzata o meno) e altri di cui conoscevo l’importanza storica anche se non li avevo mai sentiti.
Bè, per farla breve quel giorno lì sono uscito da quel negozio con 21 CD, tra i quali ben 5 di Tony Pabón (il quinto manco sapevo che esistesse, l’ho visto lì), 2 di Bobby Quesada, 2 di Frankie Dante, 2 di Ernie Agosto, i primi 2 di Ruben Blades, e tanta altra roba che per molti appassionati sarà scontata ma che per me – che mi sono approcciato da poco a questo mondo – era semplicemente introvabile…
Come questo:

dove c’è un bellissimo ritmo Mozambique titolato Bombonsito de Pozo.
Poi mi ricordo dei nuovi Fania, e dello scempio perpetrato dalla rimasterizzazione del primo album che Willie Colón fece a 17 anni: El Malo.
“Luis, ce l’hai il primo CD di Willie Colón, versione vecchia?”

E lui: “Certo, vuoi anche il secondo, versione vecchia, The Hustler?”

E io: “Butta, butta nello SHOPPING KART, qui la mia Coop sei tu, chi può darmi di piu!!!”

Gli chiedo un parere su questa operazione che lo scorso Ottobre mi aveva illuso e che poi mi aveva deluso, e stranamente mi dice che i nuovi – pur avendone alcuni – non li ha sentiti 😱
Mi dice comunque che la maggior parte delle persone da lui sentite si lamentano, mentre alcuni (pochi) apprezzano il nuovo suono: lui peraltro mi spiega che la prima delusione la ebbe già nel passaggio dal vinile al CD…
Io comunque intasco El Malo vecchio suono e a questo punto scatta il primo…
Mi son fatto prendere troppo la mano: alla ora di pagare mi sono seriamente domandato se il limite giornaliero della carta sarebbe bastato…

“Is POSTAMAT accepted?” 😀

E lui: “What?”

E io: “Ma sì, dai, circuito Maestro!”

Lui striscia, e non funziona. Ristriscia, e non funziona. Ri-ristriscia, ma non, non, non funziona…

Con un groppo in gola vado fuori all’ATM del Banco Popular, digito 240 $, sento il fruscio della macchina e…. escono 12 banconote da 20 $!!!

Luis è veramente il piu conveniente di tutti i dettaglianti che ho visitato, perché pur partendo da una base – comune a tutti – di 13.99 $ (cui vanno aggiunte le tasse che non ho ancora capito se sono il 19% o meno), pratica dei bei sconti a quantità.

Gli domando se esporta (data la convenienza dei suoi prezzi), ma mi dice che non è interessato; e pensare che oltretutto si rivelerà il piu fornito!!!
Per ogni CD, ne ha dalle 2 alle 5 copie, ma soprattutto ne ha taaaaaaaaaaaaaaaaaaaanti, ma taaaaaaaaaaaaaaaaaaanti, e i buchi nel muro (comuni a tutti gli altri dettaglianti e grossisti) si contano sulle dita di una mano.
Una volta pagatolo, ci mettiamo a parlare di Dj’ing; lui nelle serate normali effettua una selezione mista che comprende sia la commerciale che la classica, ma mi spiega che le sue serate preferite sono le feste del Barrio, dove la gente di tutte le età viene a chiedergli le cose, e gli rinfaccia a chiare lettere se un certo brano da lui proposto non dovesse essergli piaciuto: sono i suoi “eventi”!

Si è fatto tardi, le 5PM arrivano in fretta, e a New York a quell’ora vanno a ballare 😱😱😱
Lo saluto e, in parte assalito da un senso di colpa nei confronti dei miei risparmi e in parte epicureamente desideroso di dilazionare il piacere dell’acquisto pazzo sui giorni successivi, decido di cassare il prospiciente storico negozio di Vicente – la Casa Latina – e di visitarlo il giorno dopo.

Tradotto terra terra: non voglio sputtanarmi tutto oggi! 😀

E vado a casa a preparami per la serata al Link.

Per strada è tutto un preparativo per la grande festa boricua che mi perderò nel weekend, ed è tutto un fiorire di bandiere portoricane sulle bancarelle, così come le magliette con i grandi miti della salsa e del reggaeton che vedono Héctor Lavoe affiancato al Mito Contemporaneo della Juventud del Barrio: Daddy Yankee…

LUIS ED IL BARRIO MUSIC CENTER: NUOTARE TRA I CD COME PAPERON DE’ PAPERONI TRA LE MONETE!

Il Link è un bar a due passi da Union Square, e in quanto tale non si paga; se bevi bene, ma non è obbligatorio, ciononostante lo vedo bello busy il barman.

Salsanycalendar.com raccomanda “Dress to impress” ma l’atmosfera e l’abbigliamento è molto informale, sembran tutti usciti da una lezione di ballo.

L’entrata è scoraggiante, c’è un Reggaeton che lascia tutti timidamente a bordo pista; il secondo è un Reggaeton con la voce simile a Shakira (magari è proprio lei, ma non me ne intendo di Pop Latino) che tira tutti in pista (aaaaaaaaaaahhhhh: il famoso “brano noto”!!!): al terzo Reggaeton sto quasi per andare all’altro locale quando all’improvviso inizia una salsetta carina, oserei dire “lounge”, ed è il Canario.

Finalmente la pista inizia a stileggiare newyorkando, tutti belli omogenei che chiunque inviti sai come fare

Ad un tratto, odo un qualcosa di insolito, ed irresistibile… che mi butta in pista come d’istinto…

MA E’ IL VACILON DEI LEBRON BROTHERS!!!

Io, quel Martedi sera, a New York, mi sono reso conto che sono AMMALATO: mi smuovo solo su certi brani TOSTI…
Mi ritrovo a ballare con una orientale bravina per poi passare – su Merecumbé – ad una Wasp (= White Anglo Saxon Protestant, insomma, una stangona biondocchiazzurri) tutta presa a fuggire appena possibile dalle mie braccia per fare i suoi onanistici pasitos, anche se il brano è in piena melodia; infine una Pachanga… che era Avisale a mi contrario

Io quella canzone versione Pachanga, MAI l’avevo sentita… 😱

Ma il bello doveva ancora venire…

Sento un DANZON… che dopo quasi un minuto intero si trasforma in Montuno, ed è la mitica Bruca Manigua…

La gente se la balla a cha cha, e io MAI avevo sentito un Danzón in pista…

Poi un altro Son, ma uno di quelli anticati, eh?

Che sonorità spettacolari, ero in orgasmo a piu non posso, e le ballerine si sprecavano…

Inizia la bachata e io vado da questo fenomeno di dj a fargli i complimenti:

DJ DAVID MONTREAL FROM CANADA

In quel mentre vedo la pagina del suo book aperta su una serie di CD della Concord Picante, e difatti dopo la bachata inizia a mettere Latin Jazz…

Uè, li ha passati proprio tutti i generi!

Mi spiega che è stato di recente al Congresso di Zurigo, poi chiude il book e lascia la console a questo distinto signore chiamato

DJ STEVE “DOC SALSA” SHAW

Non da meno, Steve comincia con delle Descarga per poi continuare in Guaguanco; gli chiedo se ha delle serate e lui si limita – molto modesto – a dire: “Guarda, ogni tanto suono al Jimmy Anton’s Social” Appppperò!!!!!! Piu tardi torna David che ci delizia con altre cosette e termina la serata con Romantica “tikitòn”, ossia quella bella montunata, non quella lagnosa, tra cui la bellissima Como Lo Hace di Frankie Ruiz, con una che la sapeva a memoria, che termino (io) in un casqué seguito da un suo, personalissimo controcasqué (che ci stava benissimo!), sorprendendomi e suscitando una risata fragorosa da parte di entrambi. 😱

LA PISTA 1 DEL LINK

E LA PISTA 2

A sala ormai vuota, mentre parlo con David una tipa, in vacanza da una vita, mi fa: “Ao, ma che sei, Italiano?”
Elisabetta de Roma – frequentatrice della serata di Dj Pio Frtelli – da due mesi è in aspettativa sul lavoro per studiare ballo dalle varie scuole: beata lei!
Ci scambiano quattro chiacchere e ci diamo appuntamento alle due serate successive dove tutta la tribu salsera si ritrova al Mercoledi (Latin Quarter) e Giovedi (Club Cache).
Torno a casa, appagato da una splendida serata di musica coi fiocchi.
By Claude

New York by Claude parte 1

Le recensioni de LaSalsaVive

New York by Claude

Eccomi qua!

Debbo dire che sto viaggio è stato proprio sofferto, a partire dal fatto che dovevo farlo un anno fa, poi a Natale, e infine se non lo facevo entro il 10 Giugno avrei perso il biglietto, che era gratis e quindi era un peccato.

Tutto ha tramato contro la mia partenza, come 12 ore prima di partire, che non mi ricordavo piu il codice del bancomat: son stato tutta la Domenica ad elaborare Matrici di 2° livello e Logaritmi per giocarmi con sicurezza il secondo tentativo di codice da non sbagliare… e ce l’ho fatta… ma che paura!

DAY ONE: LA LLEGADA A NUEVA YOLL!!!

Domenica sera passo la notte su una panchina di Linate (non mi fido a prendere un taxi alle 5 del mattino: e se poi non arriva? Mica viaggio per lavoro che se perdo il posto in business posso prender quello dopo!) e alle 5.30 chiedo al check in:

“Vero che per vedere Manhattan devo mettermi a sinistra?”

E la tipa: “Non… non saprei…”

Alle 6 per togliermi la curiosità chiedo al Finanziere: “Ma quant’è il massimo di cd che posso portarmi dall’estero?” Il tipo gentilmente prima sfoglia un libro poi per non farmi perder tempo mi porta altrettanto gentilmente dal Dirigente il quale sentenzia: “Massimo 170 €, oltre a quella cifra paghi almeno l’IVA, non sull’eccedenza ma su tutto” Chiedo: “E la Siae?” E lui: “Non ci interessa la Siae, noi solo dazio e IVA”.

Ridendo sotto i baffi (avevo stanziato 500 €, in seguito sforati a 770 $), mi imbarco alle 6.55 su un aereo pieno di persone in grigio che evidentemente alle 9 hanno il primo appuntamento di business a Parigi; io là in bermuda e sandali mi faccio invece un sabroso croissant da 2,30 € 😱 e mi sottopongo all’interrogatorio della addetta della Continental (al telefono mi avevano avvertito che quella compagnia faceva i “controlli interni”)

“Bonjour, lo zainetto ce l’ho qua, la valigia è già là” E lei (rifiutando il mio francese): “Quanti colli in totale?” Penso: “1+1=2” ma rispondo: “…. due!” Lei: “La borsa sull’aereo è chiusa?” Penso: “Ma c’ho la faccia di un cretino?” ma rispondo: “… sì!” Lei: “E’ stata chiusa da chi?” Penso: “Non ho piu la mamma che mi lava e stira” ma rispondo: “… da me!”

La tipa è un po’ adirata dello stupore dipinto sul mio volto al sentire simili domande, allora converto il mio atteggiamento in ludico e trasformo il terzo grado in un utile, fantastico esercizio grammaticale:

She: “Sir, Did anybody touch your luggage after your closure?

And me: “No Madame, nobody touched my luggage after my closure!

She: “Do you carry any weapons or anything that might be used as a weapon?

And me: “No, I don’t carry any weapons, nor anything that might be used as a weapon!

L’ultima è bellissima, sentite qua:

“Do you have any cellphone with you?”

E io (serisssssimo, e molto British): “Yes, ce l’ho appeso al collo!”

Infine: “That’s all, Sir, you may now proceed to check in: have a nice trip with Continental!”

Dico: “Thank you so much!” ma penso: “Fanculo te, la Continental e tutto l’11 Settembre!”

Chiedo al check in: “Vero che per vedere Manhattan devo mettermi a sinistra?”

E la tipa: “Non… non saprei…”

E io: “Vabbè va, mi fido della mia memoria, son quasi sicuro di averlo letto sulla guide Routard”

Cavolo, sull’ala m’ha messo quella scema!!! Ue, non si vedeva una mazza da quanto grande era quell’ala, sarà stato un 747 o similare!!!

Vibrate proteste verso lo steward e cambio di posto… vicino al gabinetto e tutto il suo vaiven di persone 👿

Tutto continuava a tramare contro il mio sofferto viaggio, e a sto punto mi domandavo cosa ancora doveva succedermi…

Dopo 8 ore di lettura del libro di Rondón per cercare di capire cosa prendere tra le cose che non conoscevo, compilo un simpatico questionario verdino dell’Immigration:

Rispondere SI’ oppure in alternativa rispondere NO:

A: Avete forse voi una malattia contagiosa, problemi mentali, fisici, soffrite di tossicodipendenza o forse fate uso di stupefacenti?

Penso: “Questi vogliono che io risponda NO”

B: Entrate forse voi negli Stati Uniti con l’intenzione di lasciarvi andare ad attività criminali o immorali?

Penso: “Questi vogliono che io risponda NO”

C: Avete forse voi perpetrato, tra il 1933 e il 1945, dei genocidi in nome e per conto della Germania Nazista o di qualche suo Alleato?

D: …. (e via con amenità similari)

La bottomline è semplicemente fantastica:

“Se per caso avete risposto NO ad una o piu di queste simpatiche domande, prego contattate il piu vicino ufficio dell’Immigrazione, perché POTRESTE avere qualche problemuccio nell’ottenere il visto d’entrata. 😆😆😆😆😆😆
Dopo aver visto – giustamente – Manhattan alla mia sinistra, atterro a Newark a mezzogiorno e alle 13 circa sono già nella mitica West 110th street a cercare l’hotel del Black Harlem da mezza stella dove 3 anni fa un noto ballerino savonese alloggiò per 30 $ durante i suoi studi da Eddie Torres…

E’ lì, appena uscito dal metrò, il Park View Hotel, e ora ne capisco il nome: è proprio davanti al limite nord del Central Park; mi ci addentro notando, invero, un po’ di tipi strani, ma non ci faccio caso, cosa pretendo io da un posto da 30 $?

Arrivo bello fresco con il mio trolley da turista davanti al portiere il quale mi sentenzia: “This is a shelter” E io: “What?” E lui “A shelter, a HOMELESS shelter”.

Cavolo, non era piu un albergo, ora c’avevano messo dentro i barboni!

Gli chiedo: “Ma in questa area, conosce mica un alberghino senza pretese, tipo quello che poteva essere questo, ai tempi dei suoi massimi splendori?”

E lui: “No man…. NOT IN THIS AREA” 😱😱😱
Quel “not in this area” non era mica bello da sentire! Voglio dire, con tutto quel parlare secondo cui la borghesia bianca starebbe conquistando sempre piu Harlem a suon di nuovi condomini a prezzi piu bassi di Manhattan, che fine aveva fatto?

Persino Clinton ha messo qui i suoi uffici, l’ho letto sulla Guide Routard!

Tutto trama contro il mio viaggio, ma mi faccio coraggio e lungo la Lenox Avenue, facendomi spazio tra negre enormi e ragazzi atletici dai pantaloni enormi percorro 15 strade north per arrivare alla frequentatissima West 125th street piena di banche, Mac Donald’s e chiese dalle confessioni piu disparate, per cercare l’altro hotel dello Spanish Harlem suggeritomi dal noto ballerino savonese.

La strada è proprio bella, c’è un casino incredibile, vendono di tutto, è proprio uno dei centri commerciali di Harlem, riesco persino a vedere qualche viso pallido come il mio, quando a un certo punto mi imbatto in un uomo che vende cose buttate sul marciapiede.

“Quanto vengono sti vinili? Conjunto Quisqueya, Luis Perico Ortiz, Ruben Blades…”

E lui: “Two Dàlars each”

Penso: “Minkia!!!” ma rispondo molto freddo “Mo vado a posare la borsa EN CASA ‘E MI HERMANO e poi torno da te, sai com’è, ARRIVO ORA DA PONCE”

Mi fa: “Bueno, ‘ta luego”

Salgo le scale del Washington Hotel e un barbone da dietro mi fa: “It’s a shelter” e io: “Bè… grazie per avermi risparmiato le scale!”

Tutto continua a tramare contro di me e a sto punto mi rimane solo di tornar south nella West 122nd per dormire a 20 $… ma in compagnia di altri dato che trattasi di ostello.

Che pero, mi dicono, è chiuso temporaneamente causa incidente occorso al proprietario.

LO SCENARIO DEL QUARTIERE DEL CLAUDE: LA LENOX AVENUE

Mi gioco l’ultima carta, invero un po’ costosa (per un single): telefono a Gisele, la trovo (è bianca! Siamo in due!), mi mostra la house in 134 West 119th che affitta a camere e prendo una doppia (son tutte doppie) a 55 $ a notte.

Mi rode perdere due CD a notte, ma per fortuna c’è la cucina, e con 11 $ faccio una spesa che mi eviterà di spender soldi in cene (e tasse, e mance), minimizzando cosi i costi e massimizzando il numero di CD da comprare.

La tipa mi fa una pezza enorme: dice in continuazione che New York è una fantastica città e infine racconta che ha rischiato di morire in un incidente, e capisco così che è lei stessa la proprietaria dell’ostello!

LA MIA CASETTA DA TELEFILM AMERICANO

La pago, mi faccio una doccia, mi preparo cena e poi vado a riposarmi un attimo pensando: “Cavolo, ma come fanno gli Americani ad andare a ballare alle 5PM???”

Mi sveglio e dico: “Ma è l’alba o il tramonto?” Per fortuna è il tramonto, e arrivo per tempo al Taj (si pronuncia Tash ma con la sh dolce, come l’inizio di Jean Claude) dove trovo all’entrata il buon Henry Knowles che si fuma una sigaretta (non è vero che gli Americani non fumano!).

“You are gonna have fun, welcome to Taj!”

Con 8 $ entro in un bar molto carino (se arrivavo tra le 5 e le 7 PM entravo gratis [e mi pagavo mezzo CD]), dove su un parquet bellissimo la gente – vestita da “lavoro” – balla sulla selezione di un dj che non è Knowles ma che si destreggia benissimo.

Tutta salsa classica alternata a romantica, con una scelta dei brani di tipo (mi spiegheranno in seguito) “lounge”, ossia non aggressivo; il tipo non mixa e unisce la fine di una canzone tronca con l’inizio di un’altra splendidamente, la pista peraltro riconosce i finali, svuota e si riempie di nuovo a fisarmonica proprio come succede in tutti i locali di Milano dove non si mixa (come quello in cui lavoro io).

Alla faccia di chi ritiene necessari i mix, tiè!!!

Ballan tutti New York Style (non ne dubitavo!), son tutti belli rotondi e voltuosi, ma lo fanno sia sull’uno che sul due (e questo un po’ mi sorprende, ma non mi turba certo).

La Timba qui non esiste (per quella ci son serate apposite indicate in Justsalsa.com) e la bachata è limitatissima, cosi come lo è il merengue; il reggaeton non viene messo, perlomeno non fino a mezzanotte quando decido di andarmene senza neanche aver fatto un ballo da quanto stanco ero: in fondo, ero uscito solo per rendermi conto del tipo di serata.

LA SERATA DI DJ HENRY KNOWLES AL TAJ LOUNGE, DI LUNEDI

Il metrò è una figata: dalla West 23rd street alla West 116th con la linea rossa 2 o 3 in meno di mezzora arrivo, e da lì in due minuti sono a baita.

http://www.mta.nyc.ny.us/nyct/maps/submap.htm

Figo sto metro, neh? Altro che Sesto Marelli!

La mia è una location troppo strategica, anche perché il giorno dopo con 5 minuti di bus o – in caso di sole – 10 minuti a piedi east, arrivo nello Spanish (=East) Harlem per visitare i due piu soddisfacenti negozi di musica latina…

By Claude