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Hector Lavoe – Lloré

Hector Lavoe – Lloré

Traduzione a cura di Cafè Caribe

Ayer llore por tu ausencia
sintiendo en el alma un profundo dolor,
y hoy río a carcajadas pues ya no te quiero
tengo un nuevo amor.
Ayer lloré como un nino
pensando y pensando en tu mal proceder
y hoy lloro de alegría
gracias a la vida me siento feliz.
Yo lloré, yo lloré,
lloré no lo niego lloré.
Ayer lloré por tu ausencia
sintiendo en el alma un profundo dolor,
y hoy río a carcajadas pues ya no te quiero
tengo un nuevo amor.
Coro:
Yo lloré, yo… lloré.
Siento una pena en el alma
y no me explico porqué
Ya no estas mas a mi lado corazón
en el alma solo tengo un no se que te qué.
Llora como yo lloraba, llora como yo lloré.
Nadie debe de llorar mamá,
por el amor que ya se fue.
Hoy me río a carcajadas
no me mires a la cara que de ti me reiré.
Ya no me queda mas llanto
y solita solita en el campo solita te dejaré.
Coro: Yo lloré.
Si ayer lloré por tu ausencia.
hoy no se ni porque fue.
porque ya ves al mirarme
que yo me encuentro muy bien.
Yo encontré lo que buscaba
ahora si tengo un querer
ay que felicidad la mía
por el mundo cantaré.

Ieri ho pianto per la tua assenza
sentendo nell’anima un profondo
dolore
e oggi rido a crepapelle perchè non ti amo più
ho un nuovo amore.
Ieri ho pianto come un bambino
pensando e pensando al tuo cattivo comportamento
e oggi piango di allegria
grazie alla vita mi sento felice
Io ho pianto, io ho pianto
ho pianto, non lo nego, ho pianto.
Ieri ho pianto per la tua assenza
sentendo nell’anima un profondo
dolore,
e oggi rido a crepapelle perchè già non ti amo più
ho un nuovo amore.
Coro:
Ho pianto, ho pianto.
Sento una pena nell’anima
e non mi spiego perchè
Non sei più a fianco a me,
mio cuore
nell’anima ho solo un certo
non so che
Piangi come io piangevo, piangi come ho pianto io.
Nessuno deve piangere cara
per l’amore che se n’è già andato.
Oggi rido a crepapelle
non mi guardare in faccia perchè sto ridendo di te.
non ho più lacrime da versare
e sola soletta nel campo
ti lascerò.
Coro: Ho pianto.
Se ieri ho pianto per la tua assenza
Oggi non so perchè l’ho fatto
perchè è già nel guardarmi
che mi vedo molto bene.
Ho trovato ciò che stavo cercando
ora si ho un amore
ah, che felicità è la mia
per il mondo canto.

Trascrizione e traduzione by www.lasalsavive.org

Hector Lavoe

Hector Lavoe – Emborrachame de amor

Traduzione di Cafè Caribe

Hector Lavoe
Hector Lavoe

No me preguntes que me pasa
tal vez yo mismo no lo se
prestame unas horas de tu vida
si esta noche esta perdida
encontremonos los dos.
No me preguntes ni mi nombre
quiero olvidarme hasta quien soy
piensa que tan solo soy un hombre
y si lloro no te asombres
no es por falta de valor.
No se, quien eres tu y no interesa
solo se que mi tristeza necesita tu calor
y al esconder mi cara en tu cabello
pensare que solo es bello
este instante del amor.
Pero no, no me preguntes nada
hazlo si quieres por favor
bebamos en la copa de la aurora
y esta noche pecadora
emborrachame de amor.
No se, quien eres tu y no interesa
solo se que mi tristeza necesita tu calor
y al esconder mi cara en tu cabello
pensare que solo es bello
este instante del amor.

Non mi chiedere cosa mi succede
A volte nemmeno io stesso lo so
Prestami alcune ore della tua vita
se questa notte è persa
Incontriamoci noi due.
Non mi chiedere nemmeno il mio nome
voglio dimenticarmi perfino chi sono
Pensa soltanto che sono un uomo e se piango non ti stupire
non è per mancanza di coraggio.
Non so chi sei tu e non importa
so solo che la mia tristezza ha bisogno del tuo calore
e nel nascondere il mio viso tra i tuoi capelli
penserò solo che è bello
questo istante dell’amore.
Però no, non mi chiedere nulla
non farlo, sei vuoi, per favore
beviamo dalla coppa dell’aurora
e questa notte peccatrice
Ubriacami di amore!
Non so chi sei tu e non mi importa
so solo che la mia tristezza ha bisogno del tuo calore
e nel nascondere il mio viso tra i tuoi capelli
penserò solo che è bello
questo istante dell’amore.

Trascrizione e traduzione by www.lasalsavive.org

Concerto di Cheo Feliciano a Milano per il Festival LatinoAmericando 28 Giugno 2008

A cura di Tommy Salsero

28 Giugno 2008

A distanza di cinque anni ritorna al festival Latinoamericando un cantante che non ha bisogno di presentazioni: Cheo Feliciano.
Diversamente dall’ultima volta, in cui Cheo aveva suonato con i Mercado Negro, in questa occasione si presenta con la sua orchestra, più qualche inserimento di musicisti locali, come il bassista italiano che si è distinto per l’ottimo tumbao.
Diretti dal grande chitarrista e arrangiatore Luis Garcia, che oramai accompagna Cheo da tanti anni, il gruppo si compone di una sezione ritmica tradizionale con congas,timbales, bongò e campana, basso elettrico, piano elettronico Roland ed una sezione fiati composta da due trombe, due tromboni e un sax baritono.
Alla voce il grande Cheo Feliciano supportato da due coristi.

Ma veniamo al concerto.
Tutta piena finalmente, la piazza antistante il palco, che vedeva prevalere le presenze dei colombiani e peruviani.
Ci avevano detto che aveva un calo di voce, ma questo si è sentito solo in pochissimi momenti e da grande professionista ha portato a termine il concerto alternarnando sapientemente boleros (come la splendida “Amada mia”) a salse travolgenti.
Del resto Cheo è uno dei massimi esponenti del Bolero a dimostrazione della sua voce duttile e versatile in ogni genere come solo ai grandi è possibile, vedi anche Ismael Rivera, Beny Morè, Tito Rodriguez, ecc.

Il concerto ha toccato diverse epoche cominciando dagli inizi con Joe Cuba a suon di pachanga con il brano “A Las Seis” dove il nostro ha improvvisato alcuni passi di pachanga alla bella età di 73 anni!

Cheo Feliciano – A las seis

In questo brano e nei successivi due l’orchestra prende le misure e le trombe cominciano a scaldarsi, mentre anche il fonico migliora e riesce a dare piena potenza all’amplificazione mettendo in evidenza la sezione fiati che appariva sbilanciata nella prima fase del concerto.

Dopo una splendida introduzione nella quale ha raccontato di come Joe Cuba l’abbia portato al successo, si passa a grandissima richiesta a “El Raton”, apparso nel disco del 1964 Hangin’ Out del sestetto di Joe Cuba.

Splendido il botta e risposta tra pubblico e Cheo e altrettanto bello l’assolo di Luis Garcia al tres, strumento in cui è uno dei massimi virtuosi al mondo.

Cheo Feliciano – El Raton

Si arriva quindi all’epoca della collaborazione con Eddie Palmieri, che segue la separazione da Joe Cuba, con un paio di brani tratti dal bellissimo “Champagne” del 1969, disco registrato assieme al grande Cachao Lopez.

Splendida la versione di “Busca Lo Tuyo”, dove il bravissimo pianista Alex si lascia andare ad un assolo da antologia: riprendendo le linee guida dell’assolo originario di Eddie Palmieri nella seconda parte accende il pubblico con ribattute nello stile di Michel Camilo con la mano destra e alternando la mano sinistra in controtempo!

Cheo Feliciano – Busca lo tuyo

Si arriva al periodo di maggiore successo da solista di Cheo, quello con il grande Tite Curet Alonso, che davanti al pubblico definisce il più grande autore di salsa! Tra i brani veramente splendida la versione di “Los Entierros” tratto da “Estampas” del 1979 e senza parole la stratosferica “Anacaona”, con un altro grande assolo del pianista.

Cheo Feliciano – Anacaona

Alla fine come bis richiesto a gran voce, il grande Cheo si congiunge idealmente al più amato cantante della storia della Salsa…Hector Lavoe.

A colui al quale era stato vicino nel periodo della droga, dedica l’ultima meravigliosa canzone: Todo tiene su final.

Anche questo pezzo magistralmente interpretato da Cheo deve una buona parte della resa, come tutti i brani proposti al concerto, a colui che da tanti anni cura i suoi arrangiamenti, ovvero al virtuoso della chitarra Luis Garcia.
Luis ha riarrangiato tutti i pezzi, rispettando l’originale ma aggiungendo il suo punto di vista con sofisticate armonie, sostituendo accordi e modificando alcuni stacchi per i fiati, ecc.
Bellissimo ad esempio il montuno nuovo di zecca per Todo Tiene Su Final.

Cheo Feliciano – Todo tiene su final

Vengono lanciate sul palco magliette con il volto di Hector Lavoe che non mancano mai ad un concerto dove ci sono i latini, che la storia della salsa la conoscono molto bene…

Grazie ancora alla gentilezza di Cheo per l’intervista, al servizio stampa e al Festival Latinoamericando che da tantissimi anni si adopera per portare questi straordinari mostri sacri della musica latina nel nostro paese.

Clicca qui per leggere l’intervista fatta a Cheo Feliciano durante il Festival Latino Americando 2008

Si ringrazia l’organizzazione del Festival Latino Americando

Hector Lavoe con Willie Colon

Hector Lavoe – Calle Luna Calle Sol

Traduzione a cura di Cafè Caribe

Hector Lavoe con Willie Colon
Hector Lavoe con Willie Colon

Coro:
Mete la mano en el bolsillo
saca y abre tu cuchillo y ten cuidao.
Ponganme oido en este
barrio
muchos guapos lo han matao.
Calle Luna, Calle Sol.
Oiga señor si usted quiere su vida
evitar es mejor o la tienes perdida.
Mire señora agarre bien su cartera,
no conoce este barrio aquí asaltan a cualquiera.
En los barrios de guapos no se vive tranquilo
mide bien tus palabras o no vales ni un kilo.
Coro:
Camina pa’lante no mires para el’lao.
Eh…
Oye camina no mires pal
lao.
Tu tiene un santo pero no eres babalao.
Y ten cuidao y ten cuidao.
Cuidao saca tu coco pelao.
Camina pa’lante babalao.
Saca los bolsillos tu estas arrancao.
Dile que fuiste a La Perla y pelao te han dejao.

Coro:
Metti la mano nella tasca
Prendi e apri il tuo coltello e fai attenzione.
Stammi ad ascoltare in questo “barrio”
hanno ucciso molti ragazzi.
Calle Luna, Calle Sol.
Ascolti signore se lei ci tiene alla sua vita
Evitare è meglio o la
perderà.
Guardi signora tenga bene la sua borsa
non conosce questo barrio, qui aggrediscono tutti.
Nel “barrio de guapos” non si vive tranquillo
misura bene le tue parole o non vali niente.
Coro:
Cammina dritto, non guardare di lato.
Eh…
Ascolta, cammina e non guardare di lato.
Tu hai un santo, ma non sei un babalao
E fai attenzione, e fai attenzione.
Attenzione che ti pelano.
Cammina dritto babalao.
Chiudi le tasche o diventerai
povero.
Digli che sei andato a La Perla e ti han lasciato senza soldi.

Trascrizione e traduzione by www.lasalsavive.org

Willie Colon, The Hustler, eso se baila asi

Eso se baila asi , la storia della canzone di Willie Colon e Hector Lavoe

16 agosto 2012
di Max Chevere

Nella splendida canzone di Hector Lavoe e Willie Colon “Eso se baila asi” ci sono diversi cori fatti da Hector Lavoe e dai coristi in cui si sentono parole strane, come Iqui con Iqui, Iquiqui, “Milikki, bongo, trigalli” o “arrecotin, arrecotan“, ebbene, era da tanto tempo che mi chiedevo se ci fosse qualche relazione con un modo di parlare spanglish, una sorta di linguaggio del barrio portoricano di New York, per questo motivo ho deciso di scrivere un tweet a Willie Colon e finalmente ho saputo che si trattava di parole inventate da Hector.
Potete vedere la risposta di Willie Colon qui sotto.

Edit 18/08/2012
In un approfondimento sul ns. gruppo facebook, Andrea Bergaglio ha fatto notare che ci sono due canzoni che hanno per titolo alcune delle frasi utilizzate da Hector.

A questo punto è molto probabile che si trattasse di omaggi a questi grandi artisti, abbiamo provato a contattare anche Richie Ray per saperne di più…

Willie Colon, The Hustler, eso se baila asi
Willie Colon, The Hustler, eso se baila asi

Letras:

Que una jeva que yo tengo,
me dijo: Héctor ven acá,
que yo quiero que tú aprendas
el boogaloo a bailar.

Yo te lo voy a enseñar
como Graciela le enseñó a José.
Ay sube, sube, las manitos
un poquito más arriba
no tengas miedo la bajas después.

Coro:
Eso se baila así… eso se baila así.

Ay dime Catalina todo
que el boogaloo quiero bailar

Ay cui-cui lo esta gozando
Y la gente que esta bailando

El boogaloo rico esta
Y yo lo quiero pa’ bailar

Ave Maria, cosa buena
El boogaloo, quiero gozar

Coro Hector:
Ave Maria moñoño
Y donde estas dando

Y como tu estas
Bien,bien,bien

Coro:
Cali, bongo, milikki
milikki, bongo, trigali

Coro Hector:
Que peste

Coro:
Cali, bongo, milikki
Milikki, bongo, trigali

Coro Hector:
Campeon de la peste

Coro:
Cali, bongo, milikki

Coro Hector:
Ponte, ponte los zapatos

Coro:
Milikki, bongo, trigali

Coro Hector:
Ponte, ponte los zapatos y vete
Vete, vete, vete

Oye, mira como estoy caminando

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
Ahy que cosa rica el boogaloo, pero bailalo tu

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
Conmigo no va el boogaloo, bailalo tu

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
que tu lo quieres vacilar, vete pa ya

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
Asi te pones los zapatos
entonces si que va

Iqui con Iqui, Iquiqui, Iquiqui
LLeva pa ya camarada

Coro:
Candela, candela, candela
Ay mami, ay mami, ay mami mami mami
Ay mami, ay mami, ay mami mami mami

Coro Hector:
Ahy que miedo

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
Conmigo tu no vas
pero vete para ya

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
Arrecotin, arrecotan
Que lo lleven para ya mama

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
Ay bailalo tu
que yo no quiero boogaloo

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
A ti te gusta el boogaloo
pues bailalo tu

Hector Lavoe

La video biografia di Hector Lavoe parte 5 e 6

Hector Lavoe
Hector Lavoe

Parte 5 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Alla fine degli anni ’70, la vita di Hector Lavoe aveva preso una direzione pericolosa. La sua sfavillante carriera da solista lo portava di nuovo agli eccessi. Un ritmo di lavoro vertiginoso, con più di due dischi registrati all’anno, sommato all’abuso delle droghe l’obbligano a recludersi in cerca di salute mentale. Durante la prima decade degli ’80, con più di 30 dischi registrati al suo attivo, Hector Lavoe continuò ad essere un cantante rinomato grazie a produzioni come “Que sentimiento” e “Reventò”, o le sue presentazioni con la Fania All Stars. Hector si era convertito nel “cantante de los cantantes”, però non potè scappare dal suo fatale destino, la vita lo aveva condannato, per ogni grande successo una tragedia lo aspettava per assalirlo.

Priscila:Lui venne al mondo per possedere cose e soffrire, per fare felici altre persone però lui stesso non lo era. Lui fece felice molta gente però lui non poteva raggiungere la felicità.

Nel febbraio del 1987 il suo appartamento nel Queens si incendiò obbligandolo a saltare giù, insieme a sua moglie, per potersi salvare la vita. Solo pochi giorni dopo sua suocera, della quale si burla nella canzone “Soñando despierto” fu accoltellata nella sua terra natale, Portorico.

Richie Viera:Per Hector questo fu molto triste perchè a parte tutto Hector si era burlato di sua suocera, però era una burla sana, in una canzone diceva “se non avessi più mia suocera” o qualcosa del genere, e dopo gli accoltellano brutalmente la suocera… per lui fu una cosa molto impressionante e da lì mai più ha suonato quella canzone.

Però il colpo più crudele di tutta la sua esistenza accadde solo un mese dopo. Il 7 maggio 1987, Tito Junior, il minore dei suoi figli, morì con un colpo di pistola mentre giocava con le armi insieme ad un suo amico.

Tito Nieves commenta: “Quello che lo distrusse, che gli uccise il cuore, fu la morte di suo figlio. Lì morì Hector Lavoe. Hector Lavoe fu presente in carne ed ossa, credo più o meno per altri 8 o 9 anni, però la sua anima morì.

Il colpo fu letale per Hector. Nonostante ciò i suoi promotori seppero trovare un “elisir” per quel fatidico momento, registrare un nuovo album. Nel 1988 “Hector Strikes Back” ricevette una nomination ai Grammy come album Latino, la notizia era uno scherzo del destino.
Hector aveva un nuovo problema da affrontare, l’AIDS.

Priscila:Io sapevo che Hector era in ospedale e sapevo quello che aveva e anche lui lo sapeva ma non lo accettava. Non mi ha mai detto io ho questo, non lo accettò mai, almeno davanti a me non lo accettò. Io non gli ho fatto mai capire che lo sapevo. Quello che faceva era passare il tempo a ridere e raccontare barzellette e sembrava stesse bene.

Fu questa voglia di vivere quella che continuò a dare impulso alla sua carriera, però il suo stato d’animo era troppo volubile, qualsiasi imprevisto potrebbe essergli letale. Il 28 giugno 1988 Hector Lavoe ritorna a Portorico per offrire un concerto come parte della festa patronale di San Juan.

Richie Viera:Hector fece qualche concerto in Bayamon la cui promozione fu mal gestita, coincise anche con altri eventi, ci furono problemi di solvenza dei produttori ai tecnici del suono e delle luci, con tutti.

Mentre si intonava “Mi gente” uno degli organizzatori staccò luci e audio, l’umiliazione fu troppo grande per lo stato emozionale nel quale si trovava. Una lite con Puchie al ritorno in Hotel fu il colmo. Il giorno dopo tutti i giornali annunciavano la notizia che Hector Lavoe si era lanciato dal nono piano dell’hotel Regency, tentativo fallito di finire la sua vita.

Priscila:Lui mi disse che era in piedi sul balcone e vide il figlio che gli diceva, vieni papà, vieni. Non so se era una cosa mentale sua o quello che fosse.

Richie Viera:Hector, per una condizione che aveva maturato anteriormente quando ebbe un’intossicazione a causa delle droghe, era rimasto in un flash-back, a volte ti salutava e lo dimenticava e ti salutava tre volte.

Bobby Cruz: Mi misi in contatto con lui, gli dissi, Hector non puoi continuare così, ti ammazzi, non muori perchè Dio ha dei piani per te, io ti voglio portare nel mio programma, lì ti aiutiamo, uscirai e continuerai a cantare di nuovo. Però c’erano persone a lui vicine che avevano timore che portare Hector nel programma equivalesse a convertire Hector in un “fanatico religioso” come Richie, come Bobby e quindi gli affari sarebbero sfumati.

Fine quinta parte.

La video biografia di Hector Lavoe

Parte 6 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Hector sembrava essere un uomo di ferro, a prescindere da tante tragedie poteva ancora mantenersi in piedi. Dopo quello che successe nell’hotel Recency si azzardò a dare un recital nella 156esima strada nel Bronx, durante l’estate del 1989. Un pubblico fedele fu testimone della degradazione fisica e morale che soffriva il cantante. Però quello che seguì quella emotiva presentazione fu una profonda fase di solitudine nell’ospedale di ricerca Sophie & W. Cohen di New York.
Tutti quelli che una volta dicevano essere suoi amici lo avevano abbandonato, Hector ormai non poteva più fabbricare soldi.

Priscila:Hector non se ne lamentò mai, ciononostante i pochi visitatori percepivano il suo disagio, e ne erano dispiaciuti.

Tito Nieves:Si dimenticarono di lui. Io vivevo a mezzo miglio da casa sua e condividevamo molte cose, andavo con lui, lo portavo in auto visto che non poteva più guidare, dopo in ultimo quando stavamo in ospedale. Si sentiva perfino solo.

Nel marzo del 1993 capitò un fatto che diede fastidio ai suoi parenti più stretti, la sua compagnia discografica lo sottopone ad un concerto di ritorno, con mezzo viso paralizzato, zoppo ad una gamba, potendo appena cantante, Hector realizza quella che sarà la sua ultima presentazione.

Roberto Roena, collega ed amico, ricorda: “Lui cantò con noi e fu troppo… fu eccessivo portarlo lì. Non potei suonare, personalmente non ce la feci a suonare, perchè non mi piacque, non mi piacque.

Tito Nieves:Lo fecero salire su un palcoscenico in New Jersey, lo fecero più che altro per lo spirito, la morale della gente però lo videro così male. Io non l’avrei mai mostrato così di fronte al pubblico, avrei lasciato la sua immagine di come tutti lo conoscevano.

Cheo Feliciano:Io volevo che si desse un periodo di tempo ad Hector affinchè potesse dire quello che ci aspettavamo da lui e a noi fece male il cuore vedere che lui non poteva esprimere quello che sentiva dentro.

Hector visse l’agonia della sua malattia nel più terribile abbandono. Mentre il mondo che una volta gli apparteneva seguiva il suo corso, il cantante giaceva solo in un appartamento a New York. Il corpo di Hector, sfortunatamente, non era così forte quanto la sua anima, la sua condizione si aggravò obbligando i familiari a ricoverarlo all’ospedale Saint Clare di New York. Solo un giorno dopo, il 29 giugno 1993, “el cantante de los cantantes” morì per un attacco cardiaco.

FINALE

Già non c’erano più dischi da aspettare. Quella moltitudine allegra e festiva, che fu il suo pubblico, lo accompagnò al “son” della sua musica. Ismael Miranda, amico e collega, intonò le ultime parole in suo onore.

Willie Colon, il collega dei suoi primi passi nella musica, era in tournée in Spagna, e racconta: “Stavo suonando a Siviglia, ero nel camerino quando me lo dissero e non ebbi tempo, dovetti uscire a cantare e nel mezzo della canzone ebbi un nodo e la gola si rifiutava di continuare, mi addolorò molto.

Era morto l’uomo, “el chico malo de la salsa”, “el rey de la puntualitad”, “el cantante de los cantantes”.

Papo Lucca dice: “Era il cantante della gente umile, di tutti i paesi Latino-Americani.

Richie Ray, cantante ed amico, dice: “Un talento straordinario, un essere umano ricco, una persona con molto cuore, molta anima e molto cuore.

Ismael Miranda racconta: “Ci lasciò molto, anche se adesso non è più tra noi però la sua musica continua, la sua musica vive.

Anche se Hector Lavoe lascio un vuoto insostituibile nel mondo della musica latina, il suo “pregon” ci accompagna ancora.

Il suo legato fu raccolto da David Maldonado in un’opera teatrale, che convertì la sua vita in arte, intitolata “Quien matò a Hector Lavoe”1.

Domingo Quiñones commenta : “Nell’opera si tratta di piangere e ridere perchè così era la vita di Hector, non ebbe mai un equilibrio perfetto, non era mai neutrale, era o ridere per non piangere o piangere.

Hector Lavoe, “la voz”, un “sonero”.

Ruben Blades racconta: “Aveva un potere, un potere però molto forte, molto di “Barrio” e anche un forte senso dell’umorismo.

Un uomo che a prescindere dalla sua solitudine rallegrò la vita di molti con il suo canto.

Cheo Feliciano dice: “Hector continua ad essere “el duende, el duendecillo”2 che Dio dotò di un talento incredibile e di uno spirito meraviglioso.

Un ragazzo innocente che perse la direzione nel labirinto della fama.

Bobby Cruz commenta: “Non facciamo tanti giri, se avessimo potuto portarlo nel programma, Hector sarebbe ancora qui a cantare“.

Un uomo del quale non è possibile dimenticarsi.

Richie Veira: “Per me Hector è ancora vivo, per il suo legato musicale che sta lì e… “Chi ha ucciso Hector Lavoe?” … le circostanze della vita.

Il suo “soneo” è una leggenda nel mondo della salsa, perchè lui sarà sempre “EL CANTANTE DE LOS CANTANTES”.

Note:

1 Letterale “Chi ha ucciso Hector Lavoe”. (N.d.T.)
2 Duende significa folletto. (N.d.T.) Fine sesta e ultima parte.

Hector Lavoe

La videobiografia di Hector Lavoe parte 3 e 4

Hector Lavoe
Hector Lavoe

Parte 3 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Con il successo arrivarono gli amori. Alla fine del 1967, dopo il lancio del suo primo album insieme a Willie Colon e la sua orchestra, Hector Lavoe conosce Carmen Castro, una fan che assistette ad una presentazione presso il Conaughey Hate Garden Globe di New York. La relazione divenne formale nel Gennaio del 1968, nel febbraio dello stesso anno Carmen era già incinta. Il 30 ottobre 1968 nasce il suo primo figlio, Josè Alberto Perez. Due mesi dopo, giusto la notte del battesimo, Hector ricevette la chiamata di un’altra fan, Nilda Romàn, meglio conosciuta come la “Puchie”, era incinta. Hector era il padre. Mentre la sua vita personale si convertiva in un caos, la coppia Willie Colon/Hector Lavoe, cominciava ad avere popolarità.

Lo stato di gravidanza di Puchie lo portò a contrarre matrimonio nel 1968, ma il figlio non arriverà fino a quasi un anno dopo, il 25 settembre 1969. Il suo nome è Tito Junior Perez.

Pappo Lucca, compagno e amico ricorda: “Nel suo matrimonio non ebbe mai una buona relazione con la signora, lei era un pò forte, dominante e a volte lo insultava, anche pubblicamente. Di fatto lui non dava importanza a tutto ciò.

Bobby Cruz: “Deve aver sofferto molto, chi può dirlo, perché dei due il marito sembrava lei, figurati, sembra facile a dirsi ma prova tu a far tutto ciò che vuole la tua fidanzata e dimmi come ci si sente… lo sai!”

Oltre a Héctor Lavoe e Willie Colón, molte altre orchestre si erano affermate come rappresentative del nuovo movimento musicale: la Salsa. Nel 1970, la loro casa discografica (ndr: la Fania) decise di sfruttare la loro reputazione per unirle in un solo gruppo dando luogo ad un fenomeno ancor più grande: la Fania All Stars.

Ismael Miranda:Quando ci sono molti artisti insieme, anche se tutti siamo come fratelli, molte volte si ha un pò di tensione, chi va per primo, chi per secondo, però Hector ed io siamo sempre riusciti a pacificare tutti, parlare con le persone, facevamo qualcosa di divertente in modo che tutto si calmasse.

Cheo Feliciano:Mi ricordo che mi ero addormentato sulla sedia e i miei amici chiesero i cosmetici e i trucchi a Celia Cruz e mi truccarono. Allora quando mi svegliai attraversai il corridoio per andare in bagno e mi accorsi che tutti mi salutavano sorridendo; hey Cheito, pensai, come sono simpatici i miei amici oggi, fino al momento in cui, arrivato in bagno, mi guardai.Mi venne una rabbia immaginandomi chi l’aveva fatto.

Come membri delle stelle di Fania, Hector e Willie registrarono più di 15 album, viaggiarono in tutto il mondo, prendendo parte anche ad eventi in Africa e girarono due film: Our Latin Thing e Salsa.

Le droghe si convertirono allora nella scappatoia che Hector trovò per sostenere più di sette concerti a settimana. Le conseguenze si tradussero in una forte instabilità, Hector era un ritardatario cronico e spesso arrivava a insultare il pubblico, situazione che lo porterà a passare 4 giorni in carcere dopo un concerto nel colosseo di Guayaquil, in Ecuador, per offesa alla morale. A lungo andare questa ribellione si convertì in uno stile proprio al quale tanto i fans che i compagni finirono per adattarsi.

Priscila:Se ne usciva con le sue cose, diceva quello che voleva e al pubblico questo piaceva.

Pappo Lucca: “Hector, a volte non si presentava nemmeno, ma il pubblico arrivava sempre a vederlo e ogni volta, anche se se ne andavano via scoraggiati perchè lui non c’era, il giorno dopo tornavano per vederlo.”

Nel 1971 Roger Dosson, dj di uno show radiofonico, battezza Hector Lavoe come il ragazzo “Malo” (cattivo) della salsa, però questa critica viene sfruttata dai suoi promotori che la trasformano in una trovata pubblicitaria. La salsa interpretata da Lavoe comincia ad essere chiamata Salsa Brava.

César Miguel Rondòn: “Sembrava vendicativo, per questo, quando lui suonava e cantava lo faceva con una rabbia spiazzante e che lo rendeva assolutamente irripetibile, trasformandolo in un Grande. Buona parte di questa musica, di quella di cui parliamo, di quei tempi, negli anni 70, la salsa, si pone come espressione del quartiere, come espressione carica di rabbia, tagliente e per questo lui fu unico nel cantarla, essendo così!

Nel 1974 Willie Colon decide di lasciare la sua stessa orchestra, i problemi di Hector con le droghe rendevano impossibile qualsiasi accordo professionale. La decisione di Willie Colon lascia solo Hector Lavoe sulla scena, ciò nonostante le relazioni personali e musicali tra loro due non ne risentono e Willie continua a produrre la musica di Hector.

Fine terza parte.

La video biografia di Hector Lavoe

Parte 4 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

La vita vertiginosa di Lavoe è fuori controllo. Un matrimonio instabile ed una carriera che si dimena tra gli eccessi. Willie Colon decide di abbandonare la sua stessa orchestra, lasciando l’amico solo sul palcoscenico.

Un Hector finito fisicamente e moralmente si prepara per affrontare la carriera da solo.

Dopo l’uscita di Willie Colon dall’orchestra, Hector Lavoe dovette prendere una decisione per non lasciare tutti i suoi colleghi senza lavoro, quasi tutti capifamiglia. Nel 1975 esce sul mercato “La Voz”) il primo album da solista di Hector Lavoe.

Il successo dell’album fu di proporzioni inaspettate.

Con l’album “De ti depende” segna un nuova rotta professionale; l’uomo che aveva fatto ridere tutto il suo pubblico, questa volta lo faceva piangere con i suoi boleri, però il successo fu comunque grandissimo.

“Periodico de ayer” si convertì in un classico istantaneo, però il successo era direttamente proporzionale alla sua autodistruzione.

Domingo Quiñones, attore e cantante dice: “Hector invece di vedere tanto successo nella vita, vide molta sofferenza, e tanto più cresceva come artista più si distruggeva come essere umano e le persone che soffrono questa condizione di assuefazione all’eroina o a qualsiasi tipo di droga, non riescono a comprendere che cos’è la vita!

Sua moglie Puchie aveva generato una guerra tra Tito junior e suo figlio Josè Alberto, che racconta nel suo libro “la historia del cantante Hector Lavoe” tutte le umiliazioni alle quali era sottoposto dalla matrigna e dal fratellastro.
Però i problemi non erano solo negli affari familiari; l’abuso al quale era sottoposto dai suoi promotori includeva l’eccesso di lavoro e meno privilegi, così come il facile accesso alle droghe per mantenersi attivo. Hector Lavoe si era convertito per i suoi rappresentanti in una macchina per far soldi.

Bobby Cruz racconta: “Una persona come Hector, che produceva soldi per molte persone, rendeva tutto più difficile perchè per loro era meglio che si drogasse e che cantasse, perchè se non avesse cantato avrebbero perso molti soldi. Allora il ragazzo, trascinandosi, arrivava ai concerti, si faceva un buchino da qualche parte e alla fine eccolo lì, che cantava! Hector era magrissimo, non che fosse mai stato grasso, ma appariva denutrito e abbastanza debilitato.

Nel 1977, fu protagonista di una campagna istituzionale contro l’uso della marijuana. Hector era cosciente dei danni che le droghe potevano causare alle persone e volle approfittare della sua popolarità per responsabilizzare il pubblico, però i suoi stessi rappresentanti lo censurarono, perchè se il “chico malo” avesse cambiato immagine, avrebbe potuto diminuire la sua popolarità compromettendo le vendite dei dischi.

Ironicamente quello stesso anno, come risultato degli eccessi, Hector Lavoe sparisce dallo scenario per un periodo lungo, lasciando a metà una tournée e non portando a termine gli impegni assunti con la casa discografica.

Aveva perso la coscienza della propria identità e l’ubicazione spazio-temporale. Nell’aprile del 1977, fu ricoverato nell’ospedale psichiatrico di Greenmore, con un quadro clinico che evidenziava un terribile stato depressivo.

Ismael Miranda:Apparentemente stava sempre bene, io seppi del problema, cioè sapevamo che avesse problemi, però quando si aggravava la situazione intervenivo io perchè lui aveva molta considerazione di me.

Papo Lucca:Sì lui aveva il suo problema però non lo dava a vedere quando stava con noi.

Però la stella di Hector non si spegneva, con l’appoggio dei suoi amici e colleghi d’orchestra Hector torna di nuovo, prima di tutto in buona salute e poi al palcoscenico. Nel 1978 Hector lancia la sua ventinovesima produzione discografica, intitolata, ironicamente, “Comedia”. Il successo del suo singolo “El cantante” fu esorbitante. Grazie a questo pezzo, composto da un nuovo talento, il giovane panamense Ruben Blades, Hector si converte ne “El cantante de los cantantes”.

César Miguel Rondón:El cantante è una canzone, un brano scritto appositamente per Hector. Di fatto quando Hector si presenta ad interpretarla, aggiunge dei pezzi unici, come ad esempio la frase che rende omaggio ad Ismael Rivera, e quella emblematica “algunos cantan con falda, yo canto con pantalones” (alcuni cantano con la gonna, io canto con i pantaloni). Questa canzone dice molto di Hector e delle sue capacità.

Fine quarta parte.

Hector Lavoe

La video biografia di Hector Lavoe parte 1 e 2

Hector Lavoe
Hector Lavoe

Parte 1 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Hector Juan Perez nasce a Ponce1 una città di Portorico, il 30 settembre 1946 e nel seno di una numerosa famiglia che sconfisse la povertà grazie al loro talento musicale. Sua madre Francisca Martina de Perez cantava nelle feste patronali e ai funerali, suo padre Luis Perez era un conosciuto direttore musicale. Hector Perez conobbe la fatalità e la sensazione d’abbandono sin dai suoi primi anni, un segno che lo accompagnerà in ogni passo della sua vita. Sua madre, Francisca de Perez, muore a seguito di una strana malattia respiratoria.

Priscila Perez sorella del cantante dice: “Nostra madre morì che noi eravamo tutti piccoli, all’incirca quando io avevo 7 anni, allora quando lei morì mi mandarono con mio padre mentre il mio patrigno si occupò degli altri e si prese cura di Hector.

Suo padre si converte allora in suo mentore e, seguendo l’inclinazione musicale della famiglia, decide di iscriverlo all’accademia musicale Juan Morel Campos.

Priscila segue: “Quello che succedeva era che a volte andava e altre no e diceva a papà che andava, lui sempre raccontava storie però io lo so perchè lui non andava, andava solo quando voleva.” (ride)

Hector non era un bambino che seguiva le regole, per questo cambiò la formazione musicale classica per imitare le figure della musica popolare portoricana, come Chuito el de Bayamon.

(DON) Tite Curet racconta: “C’èra qualcosa in lui che ricordava un Jibaro, (ndr: cioè un contadino Portoricano), praticamente cantava come “Chuito El De Bayamón“, anche la bocca aveva la stessa impostazione di quella di Chuito, non so come riuscisse a farlo, quello che so è che lui in quest’ aspetto ebbe un trionfo che mai più si sarebbe ottenuto in radio, mai più nella vita.

Priscila continua: “Lui cantava nelle feste della scuola, lui sempre cantava, mi ricordo che aveva circa 12 anni venne a casa e disse: sto provando! Ed io: che stai provando? E rispose: Campanitas de cristal perchè canterò alla festa della scuola… e si mise a cantarmi Campanitas de cristal“.

La sua determinazione lo portò a formare una sua banda di 10 componenti quando aveva solo 14 anni, allora suonava con i suoi amici nei locali notturni di Ponce.

Papo Lucca racconta: “Il venerdì c’era sempre un programma a scuola dove si presentavano talenti, di teatro, cantanti, musicisti di piano, conga, qualsiasi cosa e lì si presentò ed io lo accompagnai per la prima volta e da lì andammo ad un programma in televisione per gareggiare, allora accadde che io mi sbagliai, gli diedi un tono molto alto e a lui uscì una stecca e non vinse, quindi quando uscimmo da lì il papà di Hector ci regalò un uovo, invece dell’uovo d’oro voi avete vinto questo!”

Priscila: “Quando aveva 12 anni cantò in televisione e Felipe Rodriguez, che riposi in pace, gli diede la mano e disse tu sarai una futura stella, sarai grande.

L’approvazione del pubblico fu immediata, subito furono accattivati dalla voce di quell’adolescente che delirava al ritmo della musica popolare portoricana. Guadagnare 18 dollari a notte era troppo per un giovane che non aveva nemmeno terminato gli studi basilari. In mezzo alle tentazioni della notte Hector conobbe la controparte della pericolosa doppietta che lo accompagnò per tutta la vita: il successo e la tragedia.

Fine prima parte.

Note: 1 Precisamente in Calle Belgica, Ponce, Puerto Rico.(N.d.T.)

La video biografia di Hector Lavoe

Parte 2 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Hector era deciso ad essere il miglior cantante del mondo, adesso la sua meta era New York, la capitale musicale del momento. Però il principale ostacolo proviene proprio da New York, suo fratello, che era andato precedentemente lì a cercare fortuna, muore a causa delle droghe.

Priscila:Quando aveva 16 anni se ne andò a New York. Il patrigno non era d’accordo siccome l’altro mio fratello era morto in un incidente, lui temeva che gli accadesse lo stesso, che si rovinasse o gli accadesse qualsiasi cosa là quindi si opponeva però lui venne a vivere con me a New York e rimase con me finché si sposò e fortunatamente gli andò bene nella musica.

Contro tutte le censure di suo padre che vedeva New York come un luogo di mal auspicio, Hector Perez arriva nella grande mela il 3 maggio 1963 a soli 17 anni. E’ l’epoca del sesso libero, delle droghe, del rock n’ roll e della violenza. Nel mezzo di questo turbinìo di conflitti, Hector cominciava ad aprirsi il campo nell’ambiente musicale.

Priscila:Una volta disse: io vado a cercarmi un lavoro perchè la musica non rende. Allora andò a cercare lavoro da un signore che pitturava e lo stesso giorno passo io e vedo un ragazzino aggrappato all’impalcatura e lui mi chiama e io gli dico: che fai tu aggrappato lì?- Sto lavorando, e io dissi: guarda scendi di lì che con quello che guadagno viviamo però tu non farai questo lavoro che ti ammazzi, il vento ti porta via! perchè era magrolino.

E così una notte, dopo due settimane dal suo arrivo, Hector accompagna il suo amico Roberto Garcia ad un’audizione in un locale notturno, offrendosi in buona fede di dimostrare al corista come si canta la musica latina, in cambio di questo nobile gesto, hector rimase con il suo posto.

Cristòbal Diaz Ayala, collezionista di musica latina dice: “Hector ha dovuto ascoltare, da bambino, le registrazioni di plena che si fecero nella città di New York soprattutto negli anni 30. Queste registrazioni qui si sono un pò perse nei ricordi però in quegli anni se ne fecero molte e questa plena fece un pò quello che fece Lavoe, cioè parlava del barrio, aveva stampo umoristico e un pò sarcastico su quello che era il barrio, per esempio qualcuna parlava del proibizionismo dell’alcool, parlava dei problemi sociali che si avevano e tutto questo ha dovuto impressionare il ragazzo.

Cominciò allora una carriera vertiginosa durante la quale fece parte di differenti band: Orquestra Nueva York, Caco y las estrellas e The Alegre All Stars e il momento più importante della sua carriera stava per arrivare.
Nel 1966 conosce Johnny Pacheco, proprietario e direttore della casa discografica del momento, Fania.
Johnny Pacheco presentò allora Hector Lavoe con Willie Colon, altro genio di appena 15 anni che dirigeva una banda conosciuta come “ Boogaloo y latin jazz”.

Willie Colon racconta: “Noi ci siamo conosciuti da adolescenti e conoscemmo il mondo insieme, uscimmo dal barrio del Bronx ed io imparai a parlare spagnolo. Lo capivo ma parlavo molto poco. Era un ragazzo con un senso dell’umorismo brillante, brillante con una mente incredibile , con un repertorio di cui tu potevi menzionare un titolo e lui non solamente sapeva le parole ma ti imitava il tipo che la cantava, fosse Carlos Gardel o Sadel o Ramito o Chuito el de Bayamon, quello che fosse, te lo imitava perfettamente.

L’affinità tra i ragazzi fu istantanea, Hector aveva la voce precisa per far conoscere l’esperimento musicale di Willie Colon.

César Miguel Rondón, autore di “El libro de la salsa” dice: “c’era in questo gruppo una nozione del canto del barrio, che fu distintivo e molto particolare. Essi avevano molto talento, quello rudimentale di Willie per portare la musica che gli apparteneva ma molto anche il talento di Hector, per entrambi.

Willie Colon apparteneva ad una corrente di musicisti latini che praticavano la fusione dei ritmi caraibici, fu allora che il son montuno, il guaguancò e la guaracha si unirono in una mistura che immediatamente si convertì in un boom, la SALSA.

Cristòbal Diaz Ayala: “La plena parlava di storie del barrio, così come lo faceva anche Carlos Gardel e tanti altri musicisti dell’America Latina però Lavoe lo sapeva fare in un modo nuovo, in un modo caustico e più intenso ed ebbe la fortuna di unirsi con quel genio musicale di Willie Colon e iniziarono a produrre quella serie di meraviglie.

Nell’estate del 1967 esce in commercio il primo album di Hector Lavoe e Willie Colon “EL MALO”1, completamente un fenomeno musicale. Con l’esplosione del rock e il fenomeno dei Beatles che contagiavano il mondo, la SALSA, ritratto musicale del barrio e dello stile di vita Latino, si convertì nell’unico modo di identificazione possibile dinanzi all’imminente alienazione musicale, mentre la gioventù nord americana ed europea predicava SESSO, DROGA E ROCK n’ ROLL, l’America Latina aveva un suo proprio slogan SESSO, DROGA E SALSA.

Tite Curet: “Lì fu che ci azzeccarono perchè la gente era nell’epoca delle pandillas2, nell’epoca di Paul Simon, nell’epoca dei “cattivi”e questo fu quello che loro prospettarono, nella loro musica dipinsero quell’epoca “cattiva”.

Note: 1 Letteralmente “il cattivo”. (N.d.T)
2 Nel senso latino americano, gruppi di giovani violenti e sovversivi. (N.d.T.)

Fine seconda parte.

Hector Lavoe

Hector Lavoe – Triste y Vacia

Hector Lavoe
Hector Lavoe

Traduzione a cura della Redazione LaSalsaVive

Ella va triste y vacia
llorando una traicion con amargura
por aquel que le decia
que era su amor y su locura

ya la vida le ha enseñado demasiado
cometer el mismo error no le interesa
los amores que ha tenido le fallaron
y dejaron en el aire las promesas
y dejaron en el aire las promesas

Ella va triste y vacia
llorando una traicion con amargura
por aquel che le decia
que era su amor y su locura

va tratando de lograr lo que ha soñado
aprobecha la experiencia de la vida
va olvidando sufrimientos del pasado
la calumnia y la mentira la castigan
la calumnia y la mentira la castigan

Ella va triste y vacia
llorando una traicion con amargura
por aquel che le decia
que era su amor y su locura

pero en todo este pasaje de la vida
ha sabido mantenerse con decencia
aunque muchos habladores la confundan
aunque muchos traten de inventar con ella
aunque muchos traten de inventar con ella

Ella va triste y vacia
llorando una traicion con amargura
por aquel che le decia
que era su amor y su locura
que era su amor y su locura

(ella va triste y vacia)

en su rostro se comprenden
los fracasos de la vida
la calumnia y la mentira y el desamor la castigan
fue que todo el mundo le fallo
ella no lo merecia
por fracasos de la vida

asi es que muere un amor
hay que nadie comprendia
la promesa le fallaron
los errores de Sofia

a donde ira la pobre
niña triste y desolada
pero que cosa le harian
caminaba tan orgullosa
y de su dolor nadie sabia
mirala que linda viene
mirala que linda va
a donde se esconderia

yo la vi llorando yo la vi

Lei cammina triste e vuota
piangendo amaramente per un tradimento
per quello che le diceva
che era il suo amore e la sua follia

La sua vita le ha già insegnato tanto
ripetere lo stesso errore non le interessa
gli amori che ha avuto sono falliti
ed hanno lasciato al vento le promesse
ed hanno lasciato al vento le promesse

Lei cammina triste e vuota
piangendo amaramente per un tradimento
per quello che le diceva
che era il suo amore e la sua follia

Sta cercando di raggiungere quel che ha sognato
Aprofitta dell’esperienza della vita
per dimenticare le sofferenze del passato
La calunnia e la menzogna la colpiscono
La calunnia e la menzogna la colpiscono

Lei cammina triste e vuota
piangendo amaramente per un tradimento
per quello che le diceva
che era il suo amore e la sua follia

ma in questo passaggio della vita
ha saputo mantenersi con decenza
anche se molti chiacchieroni la confondono
anche se molti cercando di inventare cose con lei
anche se molti cercando di inventare cose con lei

Lei cammina triste e vuota
piangendo amaramente per un tradimento
per quello che le diceva
che era il suo amore e la sua follia
che era il suo amore e la sua follia

(Lei cammina triste e vuota)

Nel suo viso si comprendono
i fallimenti della vita
la calunnia e la menzogna e il disamore la colpiscono
ma tutto il mondo le è crollato addosso
lei non lo meritava
per i fallimenti della vita

così muore un amore
che nessuno comprendeva
la promessa l’ha ferita
gli errori di Sofia

dove andrà la povera
ragazza triste e desolata
però che cosa le hanno fatto
camminava così orgogliosa
e del suo dolore nessuno sapeva
guarda com’è dolce quando viene
guarda com’è dolce quando va
dove si nasconderà

Io l’ho vista piangere, io l’ho vista

Trascrizione e traduzione by www.lasalsavive.org

Hector Lavoe – Lloré

Traduzione a cura di Cafè Caribe

Ayer llore por tu ausencia
sintiendo en el alma un profundo dolor,
y hoy río a carcajadas pues ya no te quiero
tengo un nuevo amor.
Ayer lloré como un nino
pensando y pensando en tu mal proceder
y hoy lloro de alegría
gracias a la vida me siento feliz.
Yo lloré, yo lloré,
lloré no lo niego lloré.
Ayer lloré por tu ausencia
sintiendo en el alma un profundo dolor,
y hoy río a carcajadas pues ya no te quiero
tengo un nuevo amor.
Coro:
Yo lloré, yo… lloré.
Siento una pena en el alma
y no me explico porqué
Ya no estas mas a mi lado corazón
en el alma solo tengo un no se que te qué.
Llora como yo lloraba, llora como yo lloré.
Nadie debe de llorar mamá,
por el amor que ya se fue.
Hoy me río a carcajadas
no me mires a la cara que de ti me reiré.
Ya no me queda mas llanto
y solita solita en el campo solita te dejaré.
Coro: Yo lloré.
Si ayer lloré por tu ausencia.
hoy no se ni porque fue.
porque ya ves al mirarme
que yo me encuentro muy bien.
Yo encontré lo que buscaba
ahora si tengo un querer
ay que felicidad la mía
por el mundo cantaré.
Ieri ho pianto per la tua assenza
sentendo nell’anima un profondo
dolore
e oggi rido a crepapelle perchè non ti amo più
ho un nuovo amore.
Ieri ho pianto come un bambino
pensando e pensando al tuo cattivo comportamento
e oggi piango di allegria
grazie alla vita mi sento felice
Io ho pianto, io ho pianto
ho pianto, non lo nego, ho pianto.
Ieri ho pianto per la tua assenza
sentendo nell’anima un profondo
dolore,
e oggi rido a crepapelle perchè già non ti amo più
ho un nuovo amore.
Coro:
Ho pianto, ho pianto.
Sento una pena nell’anima
e non mi spiego perchè
Non sei più a fianco a me,
mio cuore
nell’anima ho solo un certo
non so che
Piangi come io piangevo, piangi come ho pianto io.
Nessuno deve piangere cara
per l’amore che se n’è già andato.
Oggi rido a crepapelle
non mi guardare in faccia perchè sto ridendo di te.
non ho più lacrime da versare
e sola soletta nel campo
ti lascerò.
Coro: Ho pianto.
Se ieri ho pianto per la tua assenza
Oggi non so perchè l’ho fatto
perchè è già nel guardarmi
che mi vedo molto bene.
Ho trovato ciò che stavo cercando
ora si ho un amore
ah, che felicità è la mia
per il mondo canto.

Trascrizione e traduzione by www.lasalsavive.org