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Frankie Dante: El Presidente Dante

FRANKIE DANTE: EL PRESIDENTE DANTE

di Mario “Speedy” Gonzales

Traduzione a cura di La Chica

…“ Si yo fuera presidente, si yo fuera un presidente, no hubiera fuerzas armadas, las guerras se acabarían, los muchachos regresaban a casa donde pertenecen…Frankie Dante pa’ presidente”…

Lenin Francisco Domingo Cerda, meglio conosciuto nell’underground salsero come Frankie Dante, nacque a Santo Domingo – Repubblica Dominicana, il 15 settembre del 1945 e morì di cancro a New York l’1 marzo del 1993.

Dante, emulando il suo compatriota Johnny Pacheco, si stabilisce nella città dei grattacieli e porta con sè il suo talento lirico “precursore” per quanto riguarda la coscienza sociale nella salsa.

Con buon tatto artistico percepisce che il suono “del barrio” e il suo pungente stile musicale saranno l’asse principale del nuovo concetto che nascerà nelle terre dello Zio Sam.

Riconosce nel quasi adolescente Willie Colón uno stile da seguire, è attratto enormemente da quella forma “aspra” di arrangiare musicalmente i brani, anche il maestro Eddie Palmieri e la sua Orquesta La Perfecta (già in piena auge) esercitano influenza sul giovane Dante così come il modo di Ismael “Pat” Quintana di interpretare, forma questa che Frankie incorpora già immediatamente nella sua prima produzione nel 1968 sotto l’etichetta Cotique (Ref. CS-1043) intitolata Los Coquetones, nella quale lo stesso Quintana partecipa ai cori e un emergente Milton Cardona si distingue alle congas.

La seconda produzione di Dante con La Flamboyán è l’album Different Directions, lanciato nel 1969 sempre dall’etichetta Cotique (Ref. CS-1052), nel quale continua a seguire la sua linea trombonistica nello stile palmeriano anche se non mostra ancora la sua vena lirico-sociale fino al lancio della sua terza produzione nel 1970 intitolata Se Viste de Gala (Cotique CS-1065) dove da i primi segnali della sua preoccupazione sociale interpretando la hit Venceremos. Preistoricamente include un riff di chitarra nell’apertura e nella chiusura del brano usando il talento di Harry Vigianno curiosamente incaricato anche del Tres in questa produzione.
Si rinforza alle congas con Jerry González (futuro ispiratore del prematuramente scomparso Iván Cáceres) e con Ray Armando.
Così lascia il suo primo messaggio alla pace con questi versi:

…”(Coro) Non voglio più guerra, non voglio più lottare. Arriverà il tempo per vivere in pace, il tempo si sta avvicinando, il mondo sta finendo, per questo che io vi prego, che ci uniamo e andiamo a vincere, tu vedrai… (Coro) … Sinceramente vi chiedo che pensiate prima di agire, questa vita è molto corta e l’amore è ciò che importa, ed è la verità, tu vedrai”…

E’ solo nel 1972 che viene riconociuto a Frankie Dante il suo talento nel ricevere una proposta dallo stesso Larry Harlow per produrre il suo nuovo LP e con diritto di partecipazione speciale del Judío Maravilloso. La produzione Orquesta Flamboyán Con Larry Harlow viene alla luce sempre sotto l’etichetta Cotique (Ref.CS-1071) già dimostrando l’irriverenza che lo avrebbe reso immortale e curiosamente lo stesso anno dell’inizio della “matancerización” della salsa (Harlow produce quasi simultaneamente il suo Tributo a Arsenio intanto che Pacheco viveva il proprio punto alto nel suo “compadrazgo” assieme a Pete “El Conde” Rodríguez.)

Frankie Dante e due grandi: Larry Harlow e Marcolino Dimond.

Frankie riesce ad imporre La Cuna del Son (come influenza sonera dell’epoca) però sono i brani Yo Te Seguiré, Vive La Vida Hoy e soprattutto Presidente Dante (dove Frankie dimostra tutta la sua irriverenza al sostituire il montuno con un discorso politico alla maniera di candidato) che catapultano la sua accettazione da parte dei seguaci dell’ “underground salsero”.

Come esemplare seguace della corrente “underground”, Dante preferisce presentarsi bohemiamente nei club della notte salsera, così “El Caborrojeño”, “El Cheetah” e diversi altri locali testimoniano il suo talento musicale preferendo così questo riconoscimento a quello della critica formale.

Si allontana un poco dall’ambiente degli studi musicali dedicandosi più agli spettacoli e solo nel 1975 insieme al geniale pianista Marcolino Dimond (che conobbe durante le sue esibizioni nei club) produce la sua opera prima Beethoven’s V.

Di nuovo con Harlow al comando, convoca un gruppo selezionato, gente come Ismael Miranda, Pete “El Conde” Rodríguez, Yayo “El Indio” e Chivirico Davila rispondono alla chiamata per la formazione delle voci e coro. Partecipano anche Barry Rogers, Lewis Kahn e Reinaldo Jorge ai tromboni, la percussione viene completata da Nicky Marrero, Pablito Rosario, Frankie Malabé e Mike Collazos, Lou Sollof e Randy Brecker vanno alle trombe, Eddie “Guagua” Rivera al basso e al piano e agli arrangiamenti Marcolino “Mark” Dimond, veramente una formazione storica. Anche Marty Sheller lascia il segno del suo talento a questa produzione con i suoi arrangiamenti.

Corsero voci che i brani di questa produzione fossero registrati prima del 1975 (anno in cui effettivamente fu lanciato il disco sul mercato) più precisamente nel 1973 e quasi subito dopo della prima produzione con Harlow, ma probabilmente si tratta più di una leggenda metropolitana che della realtà.

Ancora con “buoni polmoni” e ancora assieme a Dimond registra Salseros de Acero nel 1976 (Cotique CS-1086) riprende praticamente la formazione originale de Los Flamboyán con Joe “Chickie” Fuentes alla tromba, Angelo Rodríguez al trombone e Alex Ojeda ai timbales, e già convertito in una figura stellare dopo la bella avventura “harlowiana” ottiene la partecipazione di stelle come Charlie Palmieri, Tito Puente e Ricardo Marrero. Agli arrangiamenti partecipa il talentuoso e già scomparso trombonista brasiliano Jose Rodrigues.

In questa produzione c’è il rifacimento del classico “Chupa el Piruli” e lancia la seconda parte de “La Coquetona”, nel frattempo solo una dimostrazione del suo talento lirico è presentata nel brano “Ciência Política” di sua mano, provando al suo pubblico che manteneva ancora intatta la sua principale caratteristica musicale.

“Salseros de Acero” la formazione originale torna di nuovo.

Una volta abbandonata la sua proposta iniziale che era caratterizzata da testi con un messaggio sociale molto radicato, Frankie Dante non emerge molto nella sua produzione Flamboyán All Star Band dove preferisce provare a conquistare un mercato più commerciale incidendo brani senza troppo prestigio e si ribattezza con il suggestivo soprannome di “Be Bop”, nonostante la partecipazione di star come Willie Colón, José Mangual Jr. e Tito Allen (nei cori), Orestes Vilató (ai timbales), Ray Maldonado (tromba) e Leopoldo pineta (trombone) non riesce a dare continuità alla sua piccola ma emblematica carriera e riesce a cadere nell’ostracismo totale.

Nonostante nel 1978 la Cotique lanci una raccolta di 8 brani intitolata Best Foot Forward, credendo in questa possibilità di resuscitare il mito e preparandogli il terreno per il suo ritorno al rifugio del “underground” salsero che accade nel 1979 attraverso il lancio del nuovo LP intitolato Los Rebeldes (Cotique CS 1102) e già con la provvidenziale nuova denominazione della sua Orquesta para Frankie Dante Y Los Rebeldes anche se non c’erano più guerre da cantare e la salsa “coscienza” (sociale) emergeva irresistibilmente con Rubén Blades & Willie Colón e la loro Siembra.

Frankie Dante – Il tentativo del ritorno

In verità Frankie Dante fu una delle tante vittime delle famose liste nere dell’ambiente latino a New York e come scrisse il monumentale César Miguel Rondón:

“… sempre si caratterizzò per uno spirito ribelle e irriverente che non smise di essere coerente con qualcosa che la salsa trascinava nel fondo: il disperato sentimento dell’essere emarginato che esige di essere ascoltato…”

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EL PRESIDENTE DANTE …“ Si yo fuera presidente, si yo fuera un presidente, no hubiera fuerzas armadas, las guerras se acabarían, los muchachos regresaban a casa donde pertenecen…Frankie Dante pa’ presidente”…

Lenin Francisco Domingo Cerda, más conocido en el “underground” salsero como Frankie Dante, nació en Santo Domingo – Republica Dominicana, el 15 de septiembre de 1945 y murió de cáncer en Nueva York el 1 de marzo de 1993. Dante, emulando a su compatriota Johnny Pacheco, se establece en la ciudad de los rascacielos y lleva junto su “precursor” talento lírico en lo referente a conciencia social dentro de la salsa.
Con buen tino artístico percibe que el sonido del barrio y su hiriente estilo musical serán el eje principal del nuevo concepto que nace en tierras del Tío Sam.
Reconoce en el casi adolescente Willie Colón un estilo a seguir, le atrae enormemente aquella forma “agria” de arreglar musicalmente los temas, el maestro Eddie Palmieri y su Orquesta La Perfecta (ya en pleno auge) también ejercen influencia en el joven Dante así como la manera de Ismael “Pat” Quintana de interpretar, forma esta que Frankie incorpora ya inmediatamente en su primera producción en 1968 bajo el sello Cotique (Ref. CS- 1043) titulada Los Coquetones, en la cual el propio Quintana participa en los coros y un emergente Milton Cardona se luce en las congas.

La segunda producción de Dante con La Flamboyán es el LP Different Directions, lanzado en 1969 también por el sello Cotique (Ref. CS-1052) aún siguiendo su línea trombonística al estilo palmeriano todavía no muestra su vena lírico-social sino hasta el lanzamiento de su tercera producción en 1970 titulada Se Viste de Gala (Cotique CS-1065) donde da los primeros señales de su preocupación social interpretando el hit Venceremos. Pré-históricamente incluye un riff de guitarra en la abertura y en el cierre de este tema usando el talento de Harry Vigianno curiosamente también encargado del Tres en esa producción.
Refuerzase en la congas con Jerry González (futuro inspirador del prematuramente fallecido Iván Cáceres) y con Ray Armando.
Así deja su primer mensaje a la paz con estos versos :

…”(Coro) No quiero guerra más, no quiero mas pelear. El tiempo llegará para vivir en paz, el tiempo se está acercando, el mundo se está acabando, por eso es que yo les ruego, que nos juntemos y vamos a ganar, ya tu verás…(Coro) …Sinceramente les pido que piensen antes que actúen, pues esta vida es muy corta y el amor es lo que importa, y es la verdad, ya tu veras”…

Solo en 1972 es que Dante tiene su talento reconocido al recibir propuesta del propio Larry Harlow para producirle su nuevo LP y con derecho a participación especial del Judío Maravilloso. La producción Orquesta Flamboyán Con Larry Harlow sale a la luz, siempre bajo el sello Cotique (Ref. CS-1071) ya dando muestras de la irreverencia que lo inmortalizaría y curiosamente en el mismo año del inicio de la “matancerización” de la salsa (Harlow produce casi que simultáneamente su Tributo a Arsenio en tanto que Pacheco vivía su punto alto en su “compadrazgo” junto a Pete “El Conde” Rodríguez.)

Frankie Dante y dos grandes: Larry Harlow y Marcolino Dimond

Frankie consigue imponer La Cuna del Son (como influencia “sonerística” de la época) pero son los temas Yo Te Seguiré, Vive La Vida Hoy y principalmente Presidente Dante (en donde Frankie demuestra toda su irreverencia al substituir el montuno por un discurso político bien a la manera de un candidato) quienes catapultan su aceptación por parte de los seguidores del “subterráneo salsero”.

Como ejemplar seguidor de la corriente “underground”, Dante prefiere presentarse bohemiamente en clubs de la noche salsera, así “El Caborrojeño, “El Cheetah” y diversos otros locales atestiguan su talento musical prefiriendo así este reconocimiento que al de la crítica formal.

Se aleja un poco del ambiente de los estudios musicales dedicándose mas a los shows y solo en 1975 ya con el genial pianista Marcolino Dimond (a quien conoció en esa fase clubística) produce su obra prima Beethoven’s V.

Nuevamente con Harlow en la batuta, convoca un plantel selecto, gente como Ismael Miranda, Pete “El Conde” Rodríguez, Yayo “El Indio” y Chivirico Davila atienden su llamado para la formación de los vocales y coros. Participan también Barry Rogers, Lewis Kahn y Reinaldo Jorge en los trombones, la percusión es completada con Nicky Marrero, Pablito Rosario, Frankie Malabé y Mike Collazos, Lou Sollof y Randy Brecker asumen las trompetas, Eddie “Guagua” Rivera en el bajo y al piano y arreglos Marcolino “Mark” Dimond, realmente una formación histórica. Marty Sheller también imprime su talento a esta producción con sus arreglos.

Corrieron rumores de que los temas de esta producción fueron grabados antes de 1975 (año en que efectivamente fue lanzado el LP al mercado) mas exactamente en 1973 y casi que inmediatamente después de la primera producción con Harlow, mas talvez es una versión que tiene mas de mitología de lo que de realidad.

Aún con “buenos pulmones” y todavía junto a Dimond grabaría Salseros de Acero en 1976 (Cotique CS-1086) retoma prácticamente la formación original de Los Flamboyán con Joe “Chickie” Fuentes en la trompeta, Angelo Rodríguez en el trombón y Alex Ojeda en los timbales, y ya convertido en una figura estelar después de la bien sucedida aventura “harlowiana” consigue la participación de estrellas como Charlie Palmieri, Tito Puente y Ricardo Marrero. En los arreglos participa el talentoso y ya fallecido trombonista brasileiro Jose Rodrigues.

En esta producción esta el remake del clásico “Chupa el Piruli” y lanza la segunda parte de “La Coquetona”, mientras tanto solo una muestra de su talento lírico es presentada en el tema “Ciência Política” de su autoria, probando para su publico que todavia mantenia intacta su principal característica musical.

“Salseros de Acero” la formación original vuelve nuevamente

Abandonando su propuesta inicial de letras con mensaje de cuño social bien arraigado, Frankie Dante no luce mucho en su producción Flamboyán All Star Band donde prefiere intentar conquistar a la mídia comercial grabando temas sin mucho lustre e re-bautizándose con el sugestivo apodo de “Be Bop”, mas a pesar de la participación de stars como Willie Colón, José Mangual Jr. y Tito Allen (en los coros), Orestes Vilató (en los timbales), Ray Maldonado (Trompeta) y Leopoldo Pineda (Trombón) no consigue dar continuidad a su pequeña pero emblemática carrera y consigue caer en el ostracismo total.

Aún así, en 1978 la Cotique lanza una compilación de 8 temas titulada Best Foot Forward, creyendo esta en la posibilidad de resucitar al mito y preparándole terreno para su regreso al reducto del “underground” salsero el cual ocurre en 1979 a través del lanzamiento de un nuevo LP titulado Los Rebeldes (Cotique CS 1102) y ya con la providencial nueva denominación de su Orquesta para Frankie Dante Y Los Rebeldes mas ya no habían guerras a quien cantar y la salsa conciencia emergía irresistiblemente con Rubén Blades & Willie Colón y su Siembra.

Frankie Dante – La tentativa del regreso

En verdad Frankie Dante fue una de las tantas victimas de las famosas listas negras del ambiente latino en Nueva York y como escribió el monumental César Miguel Rondón :
…siempre se caracterizó por un espíritu rebelde e irreverente que no dejó de ser consecuente con algo que la salsa arrastraba en el fondo : el desesperado sentimiento del ser marginado que exige ser oído…

MARIO “SPEEDY” GONZALES
BRASIL – OCTUBRE DE 2005