Parte 3 di 6
Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo
Con il successo arrivarono gli amori. Alla fine del 1967, dopo il lancio del suo primo album insieme a Willie Colon e la sua orchestra, Hector Lavoe conosce Carmen Castro, una fan che assistette ad una presentazione presso il Conaughey Hate Garden Globe di New York. La relazione divenne formale nel Gennaio del 1968, nel febbraio dello stesso anno Carmen era già incinta. Il 30 ottobre 1968 nasce il suo primo figlio, Josè Alberto Perez. Due mesi dopo, giusto la notte del battesimo, Hector ricevette la chiamata di un’altra fan, Nilda Romàn, meglio conosciuta come la “Puchie”, era incinta. Hector era il padre. Mentre la sua vita personale si convertiva in un caos, la coppia Willie Colon/Hector Lavoe, cominciava ad avere popolarità.
Lo stato di gravidanza di Puchie lo portò a contrarre matrimonio nel 1968, ma il figlio non arriverà fino a quasi un anno dopo, il 25 settembre 1969. Il suo nome è Tito Junior Perez.
Pappo Lucca, compagno e amico ricorda: “Nel suo matrimonio non ebbe mai una buona relazione con la signora, lei era un pò forte, dominante e a volte lo insultava, anche pubblicamente. Di fatto lui non dava importanza a tutto ciò.”
Bobby Cruz: “Deve aver sofferto molto, chi può dirlo, perché dei due il marito sembrava lei, figurati, sembra facile a dirsi ma prova tu a far tutto ciò che vuole la tua fidanzata e dimmi come ci si sente… lo sai!”
Oltre a Héctor Lavoe e Willie Colón, molte altre orchestre si erano affermate come rappresentative del nuovo movimento musicale: la Salsa. Nel 1970, la loro casa discografica (ndr: la Fania) decise di sfruttare la loro reputazione per unirle in un solo gruppo dando luogo ad un fenomeno ancor più grande: la Fania All Stars.
Ismael Miranda: “Quando ci sono molti artisti insieme, anche se tutti siamo come fratelli, molte volte si ha un pò di tensione, chi va per primo, chi per secondo, però Hector ed io siamo sempre riusciti a pacificare tutti, parlare con le persone, facevamo qualcosa di divertente in modo che tutto si calmasse.”
Cheo Feliciano: “Mi ricordo che mi ero addormentato sulla sedia e i miei amici chiesero i cosmetici e i trucchi a Celia Cruz e mi truccarono. Allora quando mi svegliai attraversai il corridoio per andare in bagno e mi accorsi che tutti mi salutavano sorridendo; hey Cheito, pensai, come sono simpatici i miei amici oggi, fino al momento in cui, arrivato in bagno, mi guardai.Mi venne una rabbia immaginandomi chi l’aveva fatto.”
Come membri delle stelle di Fania, Hector e Willie registrarono più di 15 album, viaggiarono in tutto il mondo, prendendo parte anche ad eventi in Africa e girarono due film: Our Latin Thing e Salsa.
Le droghe si convertirono allora nella scappatoia che Hector trovò per sostenere più di sette concerti a settimana. Le conseguenze si tradussero in una forte instabilità, Hector era un ritardatario cronico e spesso arrivava a insultare il pubblico, situazione che lo porterà a passare 4 giorni in carcere dopo un concerto nel colosseo di Guayaquil, in Ecuador, per offesa alla morale. A lungo andare questa ribellione si convertì in uno stile proprio al quale tanto i fans che i compagni finirono per adattarsi.
Priscila: “Se ne usciva con le sue cose, diceva quello che voleva e al pubblico questo piaceva.”
Pappo Lucca: “Hector, a volte non si presentava nemmeno, ma il pubblico arrivava sempre a vederlo e ogni volta, anche se se ne andavano via scoraggiati perchè lui non c’era, il giorno dopo tornavano per vederlo.”
Nel 1971 Roger Dosson, dj di uno show radiofonico, battezza Hector Lavoe come il ragazzo “Malo” (cattivo) della salsa, però questa critica viene sfruttata dai suoi promotori che la trasformano in una trovata pubblicitaria. La salsa interpretata da Lavoe comincia ad essere chiamata Salsa Brava.
César Miguel Rondòn: “Sembrava vendicativo, per questo, quando lui suonava e cantava lo faceva con una rabbia spiazzante e che lo rendeva assolutamente irripetibile, trasformandolo in un Grande. Buona parte di questa musica, di quella di cui parliamo, di quei tempi, negli anni 70, la salsa, si pone come espressione del quartiere, come espressione carica di rabbia, tagliente e per questo lui fu unico nel cantarla, essendo così!”
Nel 1974 Willie Colon decide di lasciare la sua stessa orchestra, i problemi di Hector con le droghe rendevano impossibile qualsiasi accordo professionale. La decisione di Willie Colon lascia solo Hector Lavoe sulla scena, ciò nonostante le relazioni personali e musicali tra loro due non ne risentono e Willie continua a produrre la musica di Hector.
Fine terza parte.
La video biografia di Hector Lavoe
Parte 4 di 6
Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo
La vita vertiginosa di Lavoe è fuori controllo. Un matrimonio instabile ed una carriera che si dimena tra gli eccessi. Willie Colon decide di abbandonare la sua stessa orchestra, lasciando l’amico solo sul palcoscenico.
Un Hector finito fisicamente e moralmente si prepara per affrontare la carriera da solo.
Dopo l’uscita di Willie Colon dall’orchestra, Hector Lavoe dovette prendere una decisione per non lasciare tutti i suoi colleghi senza lavoro, quasi tutti capifamiglia. Nel 1975 esce sul mercato “La Voz”) il primo album da solista di Hector Lavoe.
Il successo dell’album fu di proporzioni inaspettate.
Con l’album “De ti depende” segna un nuova rotta professionale; l’uomo che aveva fatto ridere tutto il suo pubblico, questa volta lo faceva piangere con i suoi boleri, però il successo fu comunque grandissimo.
“Periodico de ayer” si convertì in un classico istantaneo, però il successo era direttamente proporzionale alla sua autodistruzione.
Domingo Quiñones, attore e cantante dice: “Hector invece di vedere tanto successo nella vita, vide molta sofferenza, e tanto più cresceva come artista più si distruggeva come essere umano e le persone che soffrono questa condizione di assuefazione all’eroina o a qualsiasi tipo di droga, non riescono a comprendere che cos’è la vita!”
Sua moglie Puchie aveva generato una guerra tra Tito junior e suo figlio Josè Alberto, che racconta nel suo libro “la historia del cantante Hector Lavoe” tutte le umiliazioni alle quali era sottoposto dalla matrigna e dal fratellastro.
Però i problemi non erano solo negli affari familiari; l’abuso al quale era sottoposto dai suoi promotori includeva l’eccesso di lavoro e meno privilegi, così come il facile accesso alle droghe per mantenersi attivo. Hector Lavoe si era convertito per i suoi rappresentanti in una macchina per far soldi.
Bobby Cruz racconta: “Una persona come Hector, che produceva soldi per molte persone, rendeva tutto più difficile perchè per loro era meglio che si drogasse e che cantasse, perchè se non avesse cantato avrebbero perso molti soldi. Allora il ragazzo, trascinandosi, arrivava ai concerti, si faceva un buchino da qualche parte e alla fine eccolo lì, che cantava! Hector era magrissimo, non che fosse mai stato grasso, ma appariva denutrito e abbastanza debilitato.”
Nel 1977, fu protagonista di una campagna istituzionale contro l’uso della marijuana. Hector era cosciente dei danni che le droghe potevano causare alle persone e volle approfittare della sua popolarità per responsabilizzare il pubblico, però i suoi stessi rappresentanti lo censurarono, perchè se il “chico malo” avesse cambiato immagine, avrebbe potuto diminuire la sua popolarità compromettendo le vendite dei dischi.
Ironicamente quello stesso anno, come risultato degli eccessi, Hector Lavoe sparisce dallo scenario per un periodo lungo, lasciando a metà una tournée e non portando a termine gli impegni assunti con la casa discografica.
Aveva perso la coscienza della propria identità e l’ubicazione spazio-temporale. Nell’aprile del 1977, fu ricoverato nell’ospedale psichiatrico di Greenmore, con un quadro clinico che evidenziava un terribile stato depressivo.
Ismael Miranda: “Apparentemente stava sempre bene, io seppi del problema, cioè sapevamo che avesse problemi, però quando si aggravava la situazione intervenivo io perchè lui aveva molta considerazione di me.”
Papo Lucca: “Sì lui aveva il suo problema però non lo dava a vedere quando stava con noi.”
Però la stella di Hector non si spegneva, con l’appoggio dei suoi amici e colleghi d’orchestra Hector torna di nuovo, prima di tutto in buona salute e poi al palcoscenico. Nel 1978 Hector lancia la sua ventinovesima produzione discografica, intitolata, ironicamente, “Comedia”. Il successo del suo singolo “El cantante” fu esorbitante. Grazie a questo pezzo, composto da un nuovo talento, il giovane panamense Ruben Blades, Hector si converte ne “El cantante de los cantantes”.
César Miguel Rondón: “El cantante è una canzone, un brano scritto appositamente per Hector. Di fatto quando Hector si presenta ad interpretarla, aggiunge dei pezzi unici, come ad esempio la frase che rende omaggio ad Ismael Rivera, e quella emblematica “algunos cantan con falda, yo canto con pantalones” (alcuni cantano con la gonna, io canto con i pantaloni). Questa canzone dice molto di Hector e delle sue capacità.”
Fine quarta parte.
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