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La Fania All Stars tornerà ad esibirsi il 18 ottobre 2013 al Colosseo di Puerto Rico!

La Fania All Stars di nuovo insieme al Colosseo di Portorico il 18 ottobre 2013!

La notizia è di quelle che faranno gioire i tanti fans della Fania.
Direttamente dai profili facebook di Ismael Miranda e Cheo Feliciano, abbiamo appreso che la Fania All Stars tornerà ad esibirsi a Portorico il prossimo 18 ottobre 2013 al Colosseo di San Juan!
Indubbiamente un concerto da non perdere per chi avrà la fortuna di poter essere nella Isla del Encanto in quel periodo.

La Fania All Stars tornerà ad esibirsi il 18 ottobre 2013 al Colosseo di Puerto Rico!
La Fania All Stars tornerà ad esibirsi il 18 ottobre 2013 al Colosseo di Puerto Rico!

Fra i miti viventi presenti ci saranno:

Il direttore musicale e membro fondatore Johnny Pacheco;
Il Niño Bonito de la Salsa, Ismael Miranda;
Il querendón Cheo Feliciano;
Il Maestro Willie Colón;
I cantanti Adalberto Santiago e Luigi Texidor;
Il pianista Larry Harlow;
Il basssta Bobby Valentín;
Il bongocero Roberto Roena;
Il conguero Eddie Montalvo;
I timbaleros Nicky Marrero e Oreste Vilató;
I trombettisti Héctor “Bomberito” Zarzuela, Eliut Cintrón e Jorge “Ito” Torres;
I trombonisti Lewis Kanh, Roberto Rodríguez Jr. e Reynaldo Jorge;
E il violinista Alfredo de la Fe!

Sarà un re-incontro veramente STORICO!
Peccato solo per l’assenza di Ruben Blades, resto dell’idea che alcune incomprensioni con Willie Colon si dovrebbero superare per il bene della salsa.

E adesso che dire?

Tutti a Puerto Rico!!!

Un video tratto dall’incontro della Fania All Stars nel 1973

EL 18 de Octubre Puerto Rico será testigo de un junte histórico en donde se reunirán por última vez:
El Director Musical y Miembro Fundador Johnny Pacheco; el Niño Bonito de la Salsa, Ismael Miranda; el querendón Cheo Feliciano, el Maestro Willie Colón, los cantantes Adalberto Santiago y Luiggie Texidor, el pianista Larry Harlow, el bajista Bobby Valentín, el bongocero Roberto Roena, el conguero Eddie Montalvo, los timbaleros Nicky Marrero y Oreste Vilató, los trompetistas Héctor “Bomberito” Zarzuela, Eliut Cintrón y Jorge “Ito” Torres, los trombonistas Lewis Kanh, Roberto Rodríguez Jr. Y Reynaldo Jorge, y el violinista Alfredo de la Fe!
Familia, el evento historico de salsa que no se pueden perder. Todos los pioneros vivientes de la Fania All Stars incluyendome a mi estaremos el 18 de octubre desde la 8:30pm en el Coliseo de Puerto Rico deleitando el publico con salsa gorda como en los 70’s. Este sera el ultimo evento de la Fania All Star En Puerto Rico asi que esperamos su presencia! Se soltaron los caballos!
Familia, el evento historico de salsa que no se pueden perder. Todos los pioneros vivientes de la Fania All Stars incluyendome a mi estaremos el 18 de octubre desde la 8:30pm en el Coliseo de  Puerto Rico deleitando el publico con salsa gorda como en los 70's. Este sera el ultimo evento de la Fania All Star En Puerto Rico asi que esperamos su presencia! Se soltaron los caballos!
Willie Colon, The Hustler, eso se baila asi

Eso se baila asi , la storia della canzone di Willie Colon e Hector Lavoe

16 agosto 2012
di Max Chevere

Nella splendida canzone di Hector Lavoe e Willie Colon “Eso se baila asi” ci sono diversi cori fatti da Hector Lavoe e dai coristi in cui si sentono parole strane, come Iqui con Iqui, Iquiqui, “Milikki, bongo, trigalli” o “arrecotin, arrecotan“, ebbene, era da tanto tempo che mi chiedevo se ci fosse qualche relazione con un modo di parlare spanglish, una sorta di linguaggio del barrio portoricano di New York, per questo motivo ho deciso di scrivere un tweet a Willie Colon e finalmente ho saputo che si trattava di parole inventate da Hector.
Potete vedere la risposta di Willie Colon qui sotto.

Edit 18/08/2012
In un approfondimento sul ns. gruppo facebook, Andrea Bergaglio ha fatto notare che ci sono due canzoni che hanno per titolo alcune delle frasi utilizzate da Hector.

A questo punto è molto probabile che si trattasse di omaggi a questi grandi artisti, abbiamo provato a contattare anche Richie Ray per saperne di più…

Willie Colon, The Hustler, eso se baila asi
Willie Colon, The Hustler, eso se baila asi

Letras:

Que una jeva que yo tengo,
me dijo: Héctor ven acá,
que yo quiero que tú aprendas
el boogaloo a bailar.

Yo te lo voy a enseñar
como Graciela le enseñó a José.
Ay sube, sube, las manitos
un poquito más arriba
no tengas miedo la bajas después.

Coro:
Eso se baila así… eso se baila así.

Ay dime Catalina todo
que el boogaloo quiero bailar

Ay cui-cui lo esta gozando
Y la gente que esta bailando

El boogaloo rico esta
Y yo lo quiero pa’ bailar

Ave Maria, cosa buena
El boogaloo, quiero gozar

Coro Hector:
Ave Maria moñoño
Y donde estas dando

Y como tu estas
Bien,bien,bien

Coro:
Cali, bongo, milikki
milikki, bongo, trigali

Coro Hector:
Que peste

Coro:
Cali, bongo, milikki
Milikki, bongo, trigali

Coro Hector:
Campeon de la peste

Coro:
Cali, bongo, milikki

Coro Hector:
Ponte, ponte los zapatos

Coro:
Milikki, bongo, trigali

Coro Hector:
Ponte, ponte los zapatos y vete
Vete, vete, vete

Oye, mira como estoy caminando

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
Ahy que cosa rica el boogaloo, pero bailalo tu

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
Conmigo no va el boogaloo, bailalo tu

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
que tu lo quieres vacilar, vete pa ya

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
Asi te pones los zapatos
entonces si que va

Iqui con Iqui, Iquiqui, Iquiqui
LLeva pa ya camarada

Coro:
Candela, candela, candela
Ay mami, ay mami, ay mami mami mami
Ay mami, ay mami, ay mami mami mami

Coro Hector:
Ahy que miedo

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
Conmigo tu no vas
pero vete para ya

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
Arrecotin, arrecotan
Que lo lleven para ya mama

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
Ay bailalo tu
que yo no quiero boogaloo

Coro:
Boogaloo no va conmigo

Coro Hector:
A ti te gusta el boogaloo
pues bailalo tu

Willie Colon con Max e Tommy

Intervista a Willie Colon

Intervista a

Willie Colon

Domande a cura della redazione de Lasalsavive, Tommy Salsero.Ringraziamo inoltre l’amico Fabrizio Zoro e la Radio Svizzera Italiana. Traduzione di Max Chevere, foto di Cafè Caribe, Daikil e Max Chevere


Willie Colon con Max e Tommy
Willie Colon con Max e Tommy

Qual è la situazione dei nuovi immigranti latini attualmente negli Stati Uniti?

Credo che la situazione sia molto migliorata rispetto al passato.
I nuovi immigrati latini hanno una maggiore coscienza che per far valere i propri diritti è necessario essere attivi.
La prima cosa che devono capire è che non sono più in America Latina, che prima di tutto sono ispanici di origine latina e solo dopo Colombiani, Portoricani, o quel che sia.
Questo è l’unico modo per poter arrivare a creare un’agenda mutua dove potersi organizzare in maniera tale da realizzare qualcosa di positivo.
Questo è molto difficile per noi latini perchè siamo abituati a competere uno contro l’altro, per questo motivo la musica è un mezzo molto importante, perchè la musica appassiona tutti e al tempo stesso ha un valore socio-politico nell’unire tanti latini in uno stesso ambiente e questo è molto positivo.

Willie Colon suona il trombone
Willie Colon suona il trombone

Che ruolo svolge nel comune di New York?

Io sono un funzionario del comune di New York ed in questo periodo non ho lavorato per fare la tourneè. Io sono stato uno dei primi a realizzare corsi per chiedere la cittadinanza americana e a organizzare i latini a New York. Gli Stati Uniti sono un paese formato da immigrati, prima arrivarono gli inglesi, gli islandesi, gli italiani, gli ebrei, e tutti si organizzarono per ottenere i propri diritti. Noi invece siamo arrivati e ci siamo nascosti nell’ombra, senza partecipare all’amministrazione dellà nostra società e questo ha rappresentato una nostra mancanza di responsabilità.

Perchè Willie Colon abbandona la musica e cosa farà in futuro?

Intanto continuerò a suonare fino alla fine del 2007.
Ho diversi progetti: voglio scrivere dei libri, voglio comporre musica, voglio andare a pescare e voglio riposare un poco, anche perchè sono più di 40 anni che vado avanti e mi piacerebbe lasciare il posto a qualche nuovo artista.
Il mio futuro non è da guerriero piuttosto da statista.

Willie Colon al Festival Latino Americando
Willie Colon al Festival Latino Americando

Ha detto che vorrebbe scrivere dei libri, su cosa?

Sulla vita dei latino americani negli Stati Uniti

Chi è stato il primo musicista a utilizzare il trombone nella salsa e chi l’ha ispirata maggiormente?

Il musicista che mi ha influenzato maggiormente è stato Barry Rogers che era un ebreo e suonò con Eddie Palmieri, mentre il primo gruppo a utilizzare solo tromboni fu quello di Mon Rivera e Barry suonava con questo gruppo.

Che importanza hanno avuto i musicisti portoricani nella creazione della salsa?

I musicisti portoricani hanno avuto molto a che vedere con la nascita del jazz.
Verso la fine del 1800 era illegale che i musicisti bianchi suonassero con quelli di colore, e dato che gli unici musicisti che sapevano leggere sufficientemente la musica erano quelli portoricani, e visto che erano anche mulatti (trigueñitos), potevano suonare insieme ai musicisti di colore.
Il direttore musicale di uno dei primi prototipi di gruppi misti di jazz fu Rafael Hernandez, che è stato uno dei compositori latini più importanti.
Ma quello che pochi sanno è che Rafael Hernandez suonava il trombone ed era uno dei direttori musicali più conosciuti nell’ambiente jazz.
I miei nonni arrivarono a New York negli anni 20 e la nostra generazione aveva la fortuna di poter usufruire di infrastrutture come giornali e radio, di conseguenza vivendo a contatto con il jazz, con i musicisti jazz di colore, con il rock ‘n’ roll, con i portoricani, i dominicani, i cubani tutti insieme.
Insomma era il posto adatto perchè nascesse questa fusione musicale chiamata salsa.

Willie Colon durante il concerto
Willie Colon durante il concerto

C’è musica nel futuro di Willie Colon?

Si, stiamo terminando un disco adesso e abbiamo quasi 14 canzoni pronte.
Dovrebbe essere il mio ultimo disco, almeno credo e dovrebbe essere pronto per Settembre.

E più avanti?

Io non dico nulla.L’uomo propone e Dio dispone.
Potrei vendere biro in un angolo della strada, chi lo sa?

Willie Colon
Willie Colon

Questa è l’intervista che gli organizzatori del Festival hanno fatto a Willie Colon prima del concerto e della quale potete vedere il filmato a seguire.

Benvenuto al festival Latino Americando di Milano.
Il suo concerto chiuderà la manifestazione.
Come vanno le cose maestro?

Stiamo viaggiando per l’Europa, questa è l’ultima data di questo tour europeo.
Devo dire che la risposta del pubblico è stata sorprendente, tutti i concerti hanno avuto un grande seguito e siamo davvero molto contenti.

Il pubblico del Festival Latino Americando
Il pubblico del Festival Latino Americando

Lei è stato uno dei pionieri della salsa, negli anni settanta Tito Puente disse che l’unica salsa era quella di pomodoro, lei invece cosa pensa della salsa e come è stato accolto in quegli anni?

La salsa ha rappresentato un momento di riconciliazione e di unione per tutti i gruppi sociali in america latina: gli indios con gli europei e con gli africani.
La salsa è nata a New York come una fusione fra le varie radici musicali: cubana,colombiana,portoricana,dominicana, ecc.
I veterani pensavano suonava male, che non si poteva fare, che non era giusto mischiare tanti generi diversi e siccome noi stavamo mischiando la chiamammo salsa.

Come sta andando la sua carriera adesso.

La prossima settimana andremo in Venezuela, inoltre stiamo lavorando ad un nuovo disco che sarà l’ultimo.
Il prossimo anno mi ritirerò dalla scena musicale in quanto credo sia giunto il momento ma sto lavorando ad altri progetti.

Si ringrazia l’organizzazione del Festival Latino Americando per la disponibilità dimostrata

Uno spezzone dell’intervista a Willie Colon

Calle Luna, Calle Sol, tratto dal concerto di Willie Colon

Ascolta i saluti di Willie Colon a La Salsa Vive!

Hector Lavoe

La video biografia di Hector Lavoe parte 1 e 2

Hector Lavoe
Hector Lavoe

Parte 1 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Hector Juan Perez nasce a Ponce1 una città di Portorico, il 30 settembre 1946 e nel seno di una numerosa famiglia che sconfisse la povertà grazie al loro talento musicale. Sua madre Francisca Martina de Perez cantava nelle feste patronali e ai funerali, suo padre Luis Perez era un conosciuto direttore musicale. Hector Perez conobbe la fatalità e la sensazione d’abbandono sin dai suoi primi anni, un segno che lo accompagnerà in ogni passo della sua vita. Sua madre, Francisca de Perez, muore a seguito di una strana malattia respiratoria.

Priscila Perez sorella del cantante dice: “Nostra madre morì che noi eravamo tutti piccoli, all’incirca quando io avevo 7 anni, allora quando lei morì mi mandarono con mio padre mentre il mio patrigno si occupò degli altri e si prese cura di Hector.

Suo padre si converte allora in suo mentore e, seguendo l’inclinazione musicale della famiglia, decide di iscriverlo all’accademia musicale Juan Morel Campos.

Priscila segue: “Quello che succedeva era che a volte andava e altre no e diceva a papà che andava, lui sempre raccontava storie però io lo so perchè lui non andava, andava solo quando voleva.” (ride)

Hector non era un bambino che seguiva le regole, per questo cambiò la formazione musicale classica per imitare le figure della musica popolare portoricana, come Chuito el de Bayamon.

(DON) Tite Curet racconta: “C’èra qualcosa in lui che ricordava un Jibaro, (ndr: cioè un contadino Portoricano), praticamente cantava come “Chuito El De Bayamón“, anche la bocca aveva la stessa impostazione di quella di Chuito, non so come riuscisse a farlo, quello che so è che lui in quest’ aspetto ebbe un trionfo che mai più si sarebbe ottenuto in radio, mai più nella vita.

Priscila continua: “Lui cantava nelle feste della scuola, lui sempre cantava, mi ricordo che aveva circa 12 anni venne a casa e disse: sto provando! Ed io: che stai provando? E rispose: Campanitas de cristal perchè canterò alla festa della scuola… e si mise a cantarmi Campanitas de cristal“.

La sua determinazione lo portò a formare una sua banda di 10 componenti quando aveva solo 14 anni, allora suonava con i suoi amici nei locali notturni di Ponce.

Papo Lucca racconta: “Il venerdì c’era sempre un programma a scuola dove si presentavano talenti, di teatro, cantanti, musicisti di piano, conga, qualsiasi cosa e lì si presentò ed io lo accompagnai per la prima volta e da lì andammo ad un programma in televisione per gareggiare, allora accadde che io mi sbagliai, gli diedi un tono molto alto e a lui uscì una stecca e non vinse, quindi quando uscimmo da lì il papà di Hector ci regalò un uovo, invece dell’uovo d’oro voi avete vinto questo!”

Priscila: “Quando aveva 12 anni cantò in televisione e Felipe Rodriguez, che riposi in pace, gli diede la mano e disse tu sarai una futura stella, sarai grande.

L’approvazione del pubblico fu immediata, subito furono accattivati dalla voce di quell’adolescente che delirava al ritmo della musica popolare portoricana. Guadagnare 18 dollari a notte era troppo per un giovane che non aveva nemmeno terminato gli studi basilari. In mezzo alle tentazioni della notte Hector conobbe la controparte della pericolosa doppietta che lo accompagnò per tutta la vita: il successo e la tragedia.

Fine prima parte.

Note: 1 Precisamente in Calle Belgica, Ponce, Puerto Rico.(N.d.T.)

La video biografia di Hector Lavoe

Parte 2 di 6

Traduzione a cura di Paola “Calle Luna” Sampaolo

Hector era deciso ad essere il miglior cantante del mondo, adesso la sua meta era New York, la capitale musicale del momento. Però il principale ostacolo proviene proprio da New York, suo fratello, che era andato precedentemente lì a cercare fortuna, muore a causa delle droghe.

Priscila:Quando aveva 16 anni se ne andò a New York. Il patrigno non era d’accordo siccome l’altro mio fratello era morto in un incidente, lui temeva che gli accadesse lo stesso, che si rovinasse o gli accadesse qualsiasi cosa là quindi si opponeva però lui venne a vivere con me a New York e rimase con me finché si sposò e fortunatamente gli andò bene nella musica.

Contro tutte le censure di suo padre che vedeva New York come un luogo di mal auspicio, Hector Perez arriva nella grande mela il 3 maggio 1963 a soli 17 anni. E’ l’epoca del sesso libero, delle droghe, del rock n’ roll e della violenza. Nel mezzo di questo turbinìo di conflitti, Hector cominciava ad aprirsi il campo nell’ambiente musicale.

Priscila:Una volta disse: io vado a cercarmi un lavoro perchè la musica non rende. Allora andò a cercare lavoro da un signore che pitturava e lo stesso giorno passo io e vedo un ragazzino aggrappato all’impalcatura e lui mi chiama e io gli dico: che fai tu aggrappato lì?- Sto lavorando, e io dissi: guarda scendi di lì che con quello che guadagno viviamo però tu non farai questo lavoro che ti ammazzi, il vento ti porta via! perchè era magrolino.

E così una notte, dopo due settimane dal suo arrivo, Hector accompagna il suo amico Roberto Garcia ad un’audizione in un locale notturno, offrendosi in buona fede di dimostrare al corista come si canta la musica latina, in cambio di questo nobile gesto, hector rimase con il suo posto.

Cristòbal Diaz Ayala, collezionista di musica latina dice: “Hector ha dovuto ascoltare, da bambino, le registrazioni di plena che si fecero nella città di New York soprattutto negli anni 30. Queste registrazioni qui si sono un pò perse nei ricordi però in quegli anni se ne fecero molte e questa plena fece un pò quello che fece Lavoe, cioè parlava del barrio, aveva stampo umoristico e un pò sarcastico su quello che era il barrio, per esempio qualcuna parlava del proibizionismo dell’alcool, parlava dei problemi sociali che si avevano e tutto questo ha dovuto impressionare il ragazzo.

Cominciò allora una carriera vertiginosa durante la quale fece parte di differenti band: Orquestra Nueva York, Caco y las estrellas e The Alegre All Stars e il momento più importante della sua carriera stava per arrivare.
Nel 1966 conosce Johnny Pacheco, proprietario e direttore della casa discografica del momento, Fania.
Johnny Pacheco presentò allora Hector Lavoe con Willie Colon, altro genio di appena 15 anni che dirigeva una banda conosciuta come “ Boogaloo y latin jazz”.

Willie Colon racconta: “Noi ci siamo conosciuti da adolescenti e conoscemmo il mondo insieme, uscimmo dal barrio del Bronx ed io imparai a parlare spagnolo. Lo capivo ma parlavo molto poco. Era un ragazzo con un senso dell’umorismo brillante, brillante con una mente incredibile , con un repertorio di cui tu potevi menzionare un titolo e lui non solamente sapeva le parole ma ti imitava il tipo che la cantava, fosse Carlos Gardel o Sadel o Ramito o Chuito el de Bayamon, quello che fosse, te lo imitava perfettamente.

L’affinità tra i ragazzi fu istantanea, Hector aveva la voce precisa per far conoscere l’esperimento musicale di Willie Colon.

César Miguel Rondón, autore di “El libro de la salsa” dice: “c’era in questo gruppo una nozione del canto del barrio, che fu distintivo e molto particolare. Essi avevano molto talento, quello rudimentale di Willie per portare la musica che gli apparteneva ma molto anche il talento di Hector, per entrambi.

Willie Colon apparteneva ad una corrente di musicisti latini che praticavano la fusione dei ritmi caraibici, fu allora che il son montuno, il guaguancò e la guaracha si unirono in una mistura che immediatamente si convertì in un boom, la SALSA.

Cristòbal Diaz Ayala: “La plena parlava di storie del barrio, così come lo faceva anche Carlos Gardel e tanti altri musicisti dell’America Latina però Lavoe lo sapeva fare in un modo nuovo, in un modo caustico e più intenso ed ebbe la fortuna di unirsi con quel genio musicale di Willie Colon e iniziarono a produrre quella serie di meraviglie.

Nell’estate del 1967 esce in commercio il primo album di Hector Lavoe e Willie Colon “EL MALO”1, completamente un fenomeno musicale. Con l’esplosione del rock e il fenomeno dei Beatles che contagiavano il mondo, la SALSA, ritratto musicale del barrio e dello stile di vita Latino, si convertì nell’unico modo di identificazione possibile dinanzi all’imminente alienazione musicale, mentre la gioventù nord americana ed europea predicava SESSO, DROGA E ROCK n’ ROLL, l’America Latina aveva un suo proprio slogan SESSO, DROGA E SALSA.

Tite Curet: “Lì fu che ci azzeccarono perchè la gente era nell’epoca delle pandillas2, nell’epoca di Paul Simon, nell’epoca dei “cattivi”e questo fu quello che loro prospettarono, nella loro musica dipinsero quell’epoca “cattiva”.

Note: 1 Letteralmente “il cattivo”. (N.d.T)
2 Nel senso latino americano, gruppi di giovani violenti e sovversivi. (N.d.T.)

Fine seconda parte.

Sabor y Control

Intervista a Sabor y Control

Intervista a cura di Tommy Salsero e Max Chevere


Sabor y Control

Lima 06 Luglio 2007

Come e quando è nato il progetto Sabor y Control?

E’ nato nel 2001 con descargas e latin jazz. Il formato originale era senza piano, solo con il basso.Si dava molta importanza alle percussioni, alla sezione fiati e agli assoli di ogni strumento.

Sabor y Control è un’orchestra con un “sabor” molto classico, con similitudini alla salsa degli anni ’70, quando si suonava per il gusto di farlo e non per i ballerini come fanno molti gruppi di salsa oggi.Com’è nata questa idea di suonare con lo stile del barrio?

La nostra influenza viene dalla musica degli anni ’70 ed è per questo che cerchiamo di conservarne l’essenza. Secondo noi nel decennio degli anni ’70 è stata prodotta la miglior salsa.
Nel nostro disco “El guapo soy yo” tutte le registrazioni sono state realizzate in blocco, ovvero suonando tutti insieme, esattamente nello stesso modo in cui si registrava negli anni settanta.

In Italia ci sono molti appassionati che vorrebbero poter ascoltare e ballare questa salsa. Sono passati quasi quattro anni da quando abbiamo inaugurato il sito web de LaSalsaVive.org e da allora molte cose sono cambiate in meglio. Adesso anche in Italia ci sono molte persone che ricercano questa musica senza “compromessi”, la musica che noi abbiamo voluto ribattezzare “salsa cazzuta”.
Cosa ne pensate di questa nuova rinascita ed in Perù qual è la situazione?

Effettivamente la nostra è una musica “senza compromessi”. Ci preoccupiamo molto del fatto che gli ascoltatori possano viverla al 100%. Non abbiamo voluto inserirci in una posizione prestabilita, infatti la nostra musica si presta ad essere interpretata in maniera molto personale, la stessa cosa accade quando la si deve ballare, non è “salsa monga” (ndr scialba, piatta) dove ci sono dei pasitos prestabiliti.
Anche in Perù ci sono appassionati di salsa dura. Fortunatamente i programmi specializzati l’hanno accolta molto bene. Sfortunatamente come in tutto il mondo, anche in Perù c’è molta “salsa monga” però al tempo stesso c’è un gruppo di salseri “veri” che ogni giorno cresce e che si identifica con la musica di Sabor y Control.

Ci sono altri gruppi in Perù che suonano salsa dura?

In Perù non esiste nessun gruppo che suona salsa dura propria. Esistono orchestre che fanno cover, cioè orchestre che interpretano la musica di altri musicisti, però senza suonare nulla di proprio.

Quali sono i musicisti che vi piacciono di più e che hanno influenzato maggiormente il vostro stile musicale?

Ci piace molto la musica degli anni ’70. Siamo stati influenzati principalmente da: Impacto Crea, Eddie Palmieri, Willie Colón, Orquesta Zodiac.

 

SABOR y CONTROL – No lo hago mas

 

Qual è per voi la differenza tra la salsa di ieri e quella di oggi?

La salsa di ieri era quella del barrio, parlava di temi quotidiani. La salsa di oggi è legata a temi romantico-amorosi. Al di là della musica, la salsa di ieri era più agguerrita, non era così “protetta” come quella di adesso. In Sabor y Control cerchiamo di conservare l’essenza della vera salsa per quel che riguarda i testi mentre diamo il 100% di noi stessi alla musica dando grande importanza all’improvvisazione e agli assoli di ogni strumento. Sentiamo molto quel che facciamo.

 

SABOR y CONTROL – La cosa no sigue más

 

La salsa romantica prima e la salsa con pop e reggaeton adesso, sono state utili allo sviluppo del movimento salsero?

Forse può rappresentare un’esca per chi non ha mai ascoltato salsa dura. Però siamo convinti che le persone che vogliono divertirsi davvero quando iniziano ad ascoltare salsa dura non la lasciano più. Dal punto di vista dell’apporto al genere musicale non crediamo che questi incroci apportino molto alla salsa.

Pensate che il reggaeton possa convivere insieme alla salsa o che la salsa con reggaeton rappresenti la fine di questa musica?

Rispettiamo molto chi fa reggaeton e anche chi lo ascolta. Però non crediamo che si debbano mischiare per farne un ibrido. A nostro parere ogni genere deve differenziarsi e andare per conto suo.

Che cosa pensate della nuova musica popolare cubana chiamata timba?

In Perù ha avuto successo, ma attualmente praticamente non la si ascolta più. Rispettiamo anche chi fa e ascolta questa musica, però il fatto che, almeno in Perù, sia quasi scomparsa ci fa riflettere, perchè generalmente si dice che quel che è realmente valido non finisce mai.

Qual è la differenza fra la timba e la musica che voi suonate?

Sabor y Control – Piensa con clarida’

La tematica è molto diversa perchè, come abbiamo già detto, la salsa dura parla di fatti di vita quotidiana, invece la timba no. La struttura musicale della timba da maggior importanza ai cori ripetitivi e alle coreografie in serie. La salsa dura invece viene apprezzata da chi la ascolta senza bisogno di essere ripetitiva. Una gran differenza è nel sentimento nel momento di suonare e anche quel che l’ascoltatore prova senza avere parametri stabiliti. Un’altra differenza è legata alla carenza di descargas nella timba, in pratica non ci sono quasi assoli strumentali.

Potete parlarci del vostro nuovo cd “El Guapo soy yo”? “El Guapo soy yo” è stato registrato alla fine del 2006, la registrazione è stata fatta matenendo lo stile della salsa degli anni settanta, in pratica abbiamo registrato in blocco, suonando tutti insieme.
Tutte le canzoni sono nostre e come vi rendarete conto ascoltandolo è legato a temi quotidiani.
Questa produzione ha ricevuto un gran numero di critiche positive da parte dei mezzi di comunicazione specializzati, così come numerose recensioni in pagine web nazionali e internazionali.
A Lima abbiamo avuto il piacere di chiudere la stagione 2006 di un programma molto prestigioso chiamato JAMMIN’ con la presentazione del nostro disco.

 

SABOR y CONTROL – El niche del callejón

Avete mai suonato in Europa? E vi piacerebbe suonare in Italia?

Abbiamo avuto diversi contatti tramite internet con molte persone in Europa che hanno manifestato il loro interesse per il nostro lavoro. Ci piacerebbe moltissimo poter suonare per voi e condividere quello che facciamo con immenso piacere. Siamo coscienti che in Italia ci sono ballerini di salsa molto competenti e ci farebbe un grande piacere suonare per loro.

Nel nostro sito ci sono molti fan’s di Ray Perez, un pianista venezuelano che sul finire degli anni sessanta suonava con la Orchestra dei Los Dementes, lo conoscete e avete mai suonato sue canzoni?

Naturalmente conosciamo Ray Pérez, lui con l’Orchestra dei Los Dementes rappresenta uno dei maggiori esponenti di salsa di qualità. Non abbiamo mai suonato sue canzoni ma crediamo che lo faremo prossimamente visto che la sua musica ci piace molto.

Progetti per il futuro?

Abbiamo suonato molto a Lima e siamo molto contenti perchè ogni giorno riceviamo tante email con buoni commenti e di sostegno per il nostro lavoro. Questi complimenti non arrivano solo dal Perù ma anche da altri paesi d’America, Europa e Asia. Ci piacerebbe molto poter concretizzare un tour per l’Europa, specialmente in Italia, dato che sappiamo che c’è un buon pubblico di salseri. Finalmente vorremmo ringraziare Max per la sua onda positiva e per la promozione e divulgazione della buona musica in Italia. Un saluto a tutti i salseri e speriamo di vedervi presto.