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Enzo Conte con Janet Orta

A Portorico si balla salsa!

Riceviamo dal nostro amico Enzo Conte questo bel video dove balla con Janet Orta e lo pubblichiamo per tutti i nostri lettori che amano la salsa de la calle, la salsa del Maestro Papito Jala Jala.

Enzo Conte con Janet Orta
Enzo Conte con Janet Orta

Una stella chiamata “Papito Jala Jala”

di Enzo Conte

Il 9 ottobre del 2000 è andato a ballare con gli angeli, una delle stelle più splendenti della costellazione salsera: Miguel Matos Chevere, meglio conosciuto come “Papito Jala Jala”.
Un uomo dal carisma inconfondibile, un ballerino inimitabile, capace di lasciare una traccia indelebile nella storia di questa espressione musicale da noi così tanto amata.
Per me, come per molti altri, ha rappresentato molto di più di un semplice maestro e credo che il suo esempio, il suo personaggio rimarrà per sempre nel cuore dei salseri di tutto il mondo.

1996: Papito Jala Jala durante una sua esibizione al Meeting Latino di Roma. Prima tournèe di un gruppo portoricano in Italia
1996: Papito Jala Jala durante una sua esibizione al Meeting Latino di Roma. Prima tournèe di un gruppo portoricano in Italia

Come persona aveva come tutti mille difetti ma aveva un cuore incredibilmente grande, pronto com’era a correre in soccorso anche del suo peggior nemico.
Come ballerino possedeva la straordinaria capacità di trasformarsi, ogni volta che entrava in pista, in un incantatore, un mago o se preferite un domatore.
Sì, quando lo vedevo ballare con le sue Jala Jala dancers, mi dava proprio l’idea del domatore del circo, alle prese con le sue tigri e le sue leonesse. Gli ho sempre invidiato quella sua capacità innata di ipnotizzare le persone, di penetrare la musica e di raggiungere, nei momenti di massima ispirazione un vero e proprio stato di trance.

Il destino di molti artisti è quello di cadere nell’oblio una volta che abbandonano le scene. Nessuno, nemmeno tra gli amici più cari o tra gli allievi più fedeli, si preoccupa di mantenere vivo il loro ricordo.
Il sito www.papitojalajala.com ed il Papito Jala Jala fan club che ho creato su Facebook sono la mia maniera di esternagli tutta la mia gratitudine, la mia ammirazione ma soprattutto il mio affetto a una persona che ha saputo avere una importanza così radicale nella mia vita, come in quella di tanti salseri che grazie a lui hanno avuto l’ispirazione per dedicarsi anima e corpo al ballo…

“Grazie maestro per averci insegnato che un uomo non va’ amato solo per le sue virtù ma anche per i suoi vizi…
Che la bontà e la malvagità possono convivere incredibilmente nello stesso cuore ed essere alle volte solo il frutto di un estremo bisogno d’amore..
Grazie per averci insegnato a perdonare e averci mostrato la sottile linea di confine tra l’amore e l’odio…
Grazie Papito, un artista muore ma la sua arte non muore con lui, vivrà per sempre nel ricordo delle persone che gli hanno voluto bene…”

Miguel Matos Chevere nasce a Puerto Rico il 29 giugno del 1952. Nasce, sotto il segno del cancro, a Carolina, un comune, nelle vicinanze della capitale, noto per aver dato i suoi natali a molti grandi ballerini ma anche a diversi sportivi di fama internazionale. Vive la sua infanzia in un quartiere che già dal suo nome aveva dei segni premonitori: “l’esquina caliente” (l’angolo caldo).
Comincia a ballare all’età di tredici anni. Erano i mitici anni ’60, l’epoca in cui la salsa cominciava a dare i suoi primi vagiti. Erano gli anni in cui furoreggiava un nuovo ritmo l’Jala Jala, ritmo creato da Roberto Roena ma portato al successo dal Gran Combo di Puerto Rico e dal duo formato da Richie Ray e Bobby Cruz.
Miguel Matos partecipò ad una gara di Jala Jala organizzata dal Canal 11 per il programma “Teenager Matinèe”.
In quella occasione sbaragliò tutti gli avversari e da allora per tutti fu semplicemente Papito Jala Jala.
Successivamente vinse altri concorsi di ballo organizzati rispettivamente dalle trasmissioni “Alta tensione”, e “Cambia Cambia” (Canale 11) e “La factoria de la salsa” (Canal 7).
Sull’onda di quei travolgenti successi fu invitato così a partecipare come ballerino ufficiale alla trasmissione “Salsa, sabado en la noche” sul Canal 2.

Papito Jala Jala collage

Papito non aveva una preparazione accademica alle spalle, era al contrario il classico “bailador de la calle”, tutto genio e sgretolatezza. Era un istintivo, una persona estremamente creativa con una straordinaria sensibilità artistica.
Fra i suoi ispiratori troviamo sicuramente ballerini come Mike Ramos, Anibal Vasquez, i fratelli Roberto e Cuqui Roena, Samson Batalla e Tito Bey.
Oltre che per le sue eccezionali doti di ballerino, Papito si era messo, fin da giovanissimo, in luce per le sue qualità di coreografo. Aveva così cominciato a collaborare con molte orchestre sia di salsa che di merengue, dentro e fuori Puerto Rico. Tra le sue collaborazioni più importanti ricordiamo quelle con: Los Hijos del Rey, Anthony Cruz, Wilfrido Vargas, Rafù Warner, Sergio Vargas, Gary Pinto, Giro.

Dopo essersi ritirato per alcuni anni dalle scene, Papito verso la fine degli anni ’80 ritorna con un grande progetto: la creazione di un gruppo di ballo che potesse rappresentare non solo il suo stile inconfondibile ma che potesse diventare anche il fiore all’occhiello “dell’Isla del encanto” e del talento “borincano”.
Nel 1989 fonda così Los Jala Jala dancers. L’attività che segnò l’esordio di questo gruppo fu l’omaggio per i 25 anni nella musica di Andy Montañez, celebratosi nel Teatro della Università di Portorico.

Da allora Papito Jala Jala ha sempre di più incrementato la sua popolarità partecipando a numerosi trasmissioni televisive come “Musicomedia”, “Semana de la salsa”, “El Show del Mediodia”, “Noche de Gala”, “Que vacilon”.
Fra le apparizioni più celebri del suo gruppo ricordiamo quelle al Teatro Bellas Artes di San Juan insieme a cantanti del calibro di Cheo Feliciano, Tony Vega, Ismael Miranda e Roberto Roena; quelle al Coliseo Roberto Clemente con la MP All Stars e Gilberto Santarosa; quelle all’anfiteatro Tito Puente con l’orchestra di Tommy Olivencia e della Sonora Ponceña, senza dimenticare quella più importante: al Madison Square Garden di New York ancora una volta con la Sonora Ponceña.

Gli Jala Jala dancers sono stati il primo gruppo portoricano ad esibirsi in Italia e allo stesso tempo il primo ad esibirsi ufficialmente a Cuba nell’ambito di una manifestazione denominata “De aqui pa allà”. Questa storica tournée ha di fatto influenzato moltissimo lo stile di Papito che da allora ha incominciato ad incorporare nel suo stile molti movimenti presenti sia nella timba che nella rumba cubana.

Profondamente innamorato dell’Italia e del popolo italiano Papito fino al momento della sua scomparsa ha continuato a frequentare assiduamente quella che sarà per lui la sua seconda casa.
Molti dei maestri che attualmente insegnano in Italia sono stati allievi del grande Papito ed oggi i suoi insegnamenti, pur in un momento di grande contaminazione stilistica, continuano ad essere un punto di riferimento costante per tutti gli amanti della salsa.

Da anni sofferente di diabete Papito non ha resistito ad un attacco di cuore che ha stroncato la sua vita il 9 ottobre del 2000, nella sua abitazione, sita nel quartiere Bahia Vistamar.
Aveva appena 48 anni…

Intervista a Papito Jala Jala:

www.papitojalajala.com

L'arte di insegnare, il nuovo libro di Enzo Conte

L’arte di insegnare, esce il nuovo libro di Enzo Conte

di Enzo Conte

Cari compagni di viaggi,
ho il piacere di annunciarvi l’uscita del mio quinto libro “L’Arte di Insegnare
Si tratta di un innovativo manuale rivolto, non solo ai Maestri di ballo o a quelli che magari aspirano un giorno a diventarlo, ma rivolto anche agli allievi più curiosi che proprio attraverso la lettura di questo libro potranno capire meglio le loro difficoltà di apprendimento, oppure la difficoltà, ad esempio, di entrare a far parte di gruppi che in teoria dovrebbero essere aperti ma che di fatto, molte volte sono estremamente selettivi…

Era molto che volevo scrivere un libro sull’arte di insegnare. E lo volevo scrivere non perché mi consideri un grande maestro, tutt’altro!!!… Proprio la consapevolezza dei miei limiti, la certezza di avere ancora molto da imparare e tanto da sperimentare, mi ha spinto ad affrontare questo impegnativo progetto.
Sono partito alla volta di un sofferto viaggio interiore, con la precisa intenzione di mettere le mie esperienze, le mie conoscenze, come le mie scoperte, al servizio degli altri. Tutto ciò col fine di aiutare i miei colleghi o gli aspiranti maestri a non ripetere i miei sbagli, ad apprendere, semmai, da essi.

L'arte di insegnare, il nuovo libro di Enzo Conte
L’arte di insegnare, il nuovo libro di Enzo Conte

I pochi manuali di ballo oggi esistenti, si concentrano infatti solo su “che cosa insegnare”. Provano a dare qualche accenno storico, spiegano i passi fondamentali, magari le figure più comuni, ma nessun autore, finora, si è mai posto il problema su “come insegnare e, soprattutto, come farlo nella maniera più produttiva possibile!”.
Spinto dalla mia inesauribile sete di conoscenza, ho cominciato ad approfondire le teorie psicologiche di grandi luminari come Linzey, Hall e Thompson; l’opera di illuminati pensatori come Osho o di grandi studiosi della psiche umana come Goleman, Lowen o Wan Dyer. Ho intrapreso poi lo studio della PNL (scienza creata da Richard Bandler e John Grinder) ed approfondito le teorie di grandi “motivatori” come Anthony Robbins ed Eric Paz de La Parra o di grandi “comunicatori” come Lair Ribeiro .

La cosa che però mi ha più colpito è che, tra tutti i saggi ed i libri letti, non ho trovato nessuno studio pensato specificamente per i maestri di ballo. Un vuoto davvero inspiegabile, proprio in considerazione dello straordinario successo che la danza ed il ballo sociale hanno goduto negli ultimi anni!
Il compito che oggi mi prefiggo non è quello di spiegarvi “che cosa insegnare” (quello, semmai siete voi a doverlo sapere!), cercherò, al contrario, di illustravi “la maniera più efficace per rendere semplice, accessibile e vincente la vostra didattica come la vostra comunicazione…”
Questo manuale vi metterà in guardia dai pericoli che incontrerete nel vostro cammino, vi aiuterà a non cadere in inutili tranelli, a capire meglio voi stessi come gli altri o, più semplicemente, i motivi per cui troppe volte non riusciamo a conseguire i risultati che ci proponiamo…

Oggi, molti maestri, seppur competenti, non riescono ad ottenere il successo che meriterebbero.
Come mai succede questo? Succede perché compiono in partenza tre errori fondamentali:
1°Non sanno come apprendono i loro allievi.
2°Non sanno come trasformare le “competenze” in “capacità”.
3°Antepongono le proprie priorità a quelle degli allievi.

In questa epoca travagliata, il successo di un maestro (è duro ammetterlo), più che con la competenza e la capacità, ha spesso a che fare con le leggi di mercato, con quella orribile parola, “marketing”, che è la peggiore nemica dell’arte in generale. Per avere successo non basta più conoscere bene la propria materia. Bisogna al contrario offrire un prodotto invitante che risponda appieno alle esigenze del mercato. Ed è necessario saperlo offrire, creando le situazioni ideali per promuoverlo.
Quello del ballo di coppia è, d’altra parte, un mondo assolutamente particolare, dove le esigenze di socializzazione, spesso, superano di gran lunga gli aspetti coreutici o artistici (non a caso si chiama “Ballo Sociale”).
Oggi diversi maestri di ballo hanno successo non per merito delle loro qualità didattiche, ma perché sono degli abili venditori. Venderanno pure illusioni, ma sicuramente le vendono molto bene! E ci riescono non solo perché sono abili, ma perché sono capaci di approfittare delle carenze di quei maestri, magari bravissimi dal punto di vista tecnico, ma assolutamente digiuni di marketing, di psicologia, di Programmazione Neuro Linguistica o di gestione dei gruppi.

Ecco perché questo manuale si trasformerà di volta in volta nel vostro migliore alleato. Vi consiglierà nuove strategie, vi aiuterà ad ampliare le vostre conoscenze, a colmare le vostre carenze, ottimizzando al massimo le vostre potenzialità. Sarà un consigliere discreto, talvolta anche un invadente grillo parlante, ma sicuramente non vi mentirà, non vi illuderà. Vi rammenterà, al contrario, la cosa giusta al momento giusto, indicandovi la via più semplice per diventare, un giorno, non solo un maestro di successo, ma anche una persona capace di generare a sua volta “l’arte della maestria”…

“Quando l’insegnamento va’ oltre, la conoscenza prende vita!…”
(letto su un muro di una favela di Rio de Janeiro)

E’ possibile ordinare il mio nuovo libro direttamente sul mio sito:
www.enzoconte.it

Abrazos
Enzo Conte (25 anni d’amore con la salsa)


Altri articoli di Enzo Conte…

Ballare in clave

di Enzo Conte

Ballare in clave” è uno dei tanti modi di dire che hanno preso piede nell’ambiente salsero. Bisogna però stare molto attenti nel dare il giusto significato a questo termine perché di fatto è un concetto molto personale e non una regola che è stata messa per iscritto su un manuale di musica da qualche autorità nel campo musicale.

Anche io in passato ho usato con una certa disinvoltura questo termine, ma, essendo una persona che ama andare a fondo delle cose, col passare del tempo ho preso un po’ le distanze da questo termine, che rischia di generare ancora più confusione di quanta oggi non ce ne sia.

Tra l’altro, in vita mia, non ho mai conosciuto un ballerino che ammettesse “Io ballo fuori clave!“.

Di fatto, se balli sull’uno sei simmetrico sui tempi 1-6-7  sulla clave 3/2,

Se balli sul due, sei simmetrico sui tempi 2-3-8 sulla clave 2/3,

Quindi tre tempi nel primo caso, tre tempi nel secondo.

Bisognerebbe semmai far notare che a Puerto Rico si usa molto l’espressione “Tu no estas en nada” quando fai qualcosa di veramente sbagliato.

Quindi in questo caso “bailar en clave” diventa un sinonimo di “stare in clave“, o meglio dentro il ritmo del brano …e non ballare “a lo loco” o alla “come viene viene”…

Per molti portoricani ballare in clave vuol dire, di conseguenza, entrare direttamente in levare, ovvero sul primo del doppio colpo simmetrico della clave, che nella clave 3/2 cade sul sesto tempo  e nella clave 2/3 sul secondo tempo della musica.

Per capire meglio questo concetto bisogna tenere presente che i portoricani, a differenza di noi occidentali, non sono  abituati a contare la musica.

Per loro la cosa importante é ballare sul ritmo a prescindere dai numeri musicali. Di conseguenza per molti di essi non fa nessuna differenza ritrovarsi a ballare sul secondo o sul sesto tempo musicale.

Facendo lezione con Felipe Polanco, uno dei maggiori sostenitori del ballo in clave, ho potuto infatti constatare come lui ballasse sempre seguendo la clave eseguita nel pezzo musicale. Quando nel brano era suonata la clave 3/2, lui entrava direttamente in avanti con il piede sinistro sul sesto tempo musicale. Quando ad essere suonata era invece la clave 2/3 lui entrava, sempre col piede sinistro in avanti, questa volta sul secondo tempo musicale.

Nei casi in cui  la clave cambiava la  direzione, lui eseguiva quella che tecnicamente si definisce transicion (ovvero un calcetto o una ripetizione dello stesso passo), attraverso la quale si può passare dal secondo al sesto tempo musicale o viceversa.

Quando, infine, la clave era sottintesa Felipe entrava spontaneamente sul secondo tempo musicale, perché evidentemente gli diventava più naturale cantarsi la clave 2/3.

A questo punto già mi immagino qualcuno che con fare molto preoccupato si domanderà: “Ma allora chi balla a tempo balla fuori clave?”.

In realtà la risposta é semplice e ce la dà direttamente la studiosa cubana Graciela Chao Carbonero:

Chi balla a tempo balla sulla melodia e non sulla ritmica!”, attitudine quindi niente affatto sbagliata e assolutamente non da biasimare.

C’è da osservare che alcuni insegnanti  asseriscono che anche  per ballare a tempo si può avere come riferimento la clave 3/2, che ha il suo primo battito appunto nel primo tempo musicale. Una teoria assolutamente condivisibile, anche se ci chiediamo  se chi balla a tempo abbia per davvero come principale riferimento la clave e non piuttosto, come d’altra parte sembrerebbe più naturale, la melodia…

In realtà c’è sicuramente differenza tra:

1) ballare contando la musica

2) ballare seguendo la melodia

3) ballare seguendo il tumbao delle congas

4) ballare seguendo la clave

5) ballare seguendo altri strumenti particolari

Se io conto la musica non sto di fatto ballando in clave. Non perché sia fuori clave, ma perchè prendo come riferimento  la melodia o il semplice conteggio metronomico, finendo così col disinteressarmi della ritmica specifica di un pezzo.

Se, al contrario, ballerò sulla conga avrò come riferimento il tumbao delle congas; se ballo sulla clave avrò come riferimento il pattern ritmico della clave e anche laddove non sarà suonata dall’orchestra,  continuerò a cantarmela mentalmente.

Gli accenti musicali, trasportati nell’esecuzione del basico, sono talmente importanti che  c’è una evidente differenza tra il contratiempo (o baile a tiempo di son) che ballano i cubani ed il bailar en clave dei portoricani.

Il cubano infatti accentua molto il passo d’entrata che avviene sul quarto tempo (che corrisponde al terzo battito della clave).

I portoricani accentuano invece il due e il tre, oppure il sei e il sette in base alla clave che l’orchestra sta suonando.

Questo accentuare la musica in maniera diversa (e chi ha padronanza di queste due tecniche conosce e capisce bene la differenza) farà che lo swing dei due basici sarà diverso…

E’ doveroso, infine, sottolineare come in Italia qualcuno  sostenga che ballare in clave vuol dire marcare con i piedi i tempi della clave.

Questo può forse accadere nell’esecuzione dei pasitos ma non avviene certamente nel ballo di coppia.

Infatti, fin dai tempi del danzon, il passo base è sempre stato composto da sei figure musicali perfettamente uguali precedute o seguite da una pausa (della stessa durata).

Ovvero: Pausa-2-3-4 /Pausa-6-7-8 (en contratiempo)

oppure 1-2-3 -Pausa/ 5-6-7-Pausa (a tiempo)

Tutto il resto sono semmai delle varianti ritmiche su un canovaccio consolidatosi nei secoli…

 

Enzo Conte con sua moglie Neia

Enzo Conte racconta il suo viaggio a Puerto Rico 2012

Ogni giorno il Maestro Enzo Conte ci racconta le sue esperienze nel viaggio a Portorico.

di Enzo Conte

31 agosto 2012

Come potete immaginare, questa nostra lunga vacanza è stata molto interessante, perché ci ha dato modo non solo di conoscere l’attuale situazione salsera di New York e Puerto Rico, sia per quanto riguarda la musica che il ballo, ma ci ha permesso di intraprendere un viaggio approfondito attraverso le sue diverse anime.

La cosa positiva è che oggi nella “Isla del encanto”, passata la sbornia del reggaetton, c’è un “rinascere della salsa” che però ha evidenziato più che mai l’esistenza di tre linee divergenti, ovvero tre modi di esprimersi e di interpretare, completamente differenti:

La salsa de la calle” (chiamata anche “salsa de pueblo”, “salsa cocola” o “salsa spontanea”)

La salsa de academia” (detta anche “salsa de salon”)

La salsa show

La cosa interessante è che mentre le ultime due hanno tra di loro qualche collegamento, la prima vive assolutamente di luce propria.

Per capire questo fenomeno bisogna partire dal fatto che essendo la salsa parte della cultura di questo popolo, essa non si apprende generalmente in una scuola di ballo. Molti imparano a ballare per imitazione, altri nell’ambito familiare, altri ancora in maniera spontanea, dando libero sfogo alla propria creatività (col risultato di vedere raramente due ballerini che ballano alla stessa maniera).

Questo tipo di ballerini, chiamati anche “cocolos” sono quelli che frequentano le feste patronali, oppure locali (per noi assolutamente alternativi) come “El Balcon del Zumbador”, “El Barril de Jun” o “La Placita de los Salseros” di Santurce (un quartiere proletario di San Juan).

La cosa che colpisce di questi “cocolos” è che loro sono lontanissimi da quello che succede nelle altre realtà e se ne disinteressano completamente. Ovvero un ballerino di “salsa spontanea” non lo vedrai certamente mai ad un Congresso di Salsa e negli anni continuerà a ballare sempre allo stesso modo (che è l’unico che conosce), infischiandosene completamente della “evoluzione” che i grandi ballerini stanno dando nel frattempo alla salsa.

Quella che si è modificata nel tempo è sicuramente la “salsa de academia o de salon” anche perché nel frattempo a Puerto Rico le accademie di ballo sono aumentate in maniera impressionante.

La cosa curiosa è che in queste accademie, a differenza del passato, oltre a dare maggiore attenzione alle figure, si insegna a ballare sia sull’uno che sul due, proprio per facilitare la diffusione della salsa anche tra le nuove generazioni, che stanno a poco a poco riscoprendo il fascino del ballo di coppia.

Quella che invece sta andando proprio per una sua strada è la “salsa da show” che ha subito una evoluzione (o se preferite una involuzione) che nella stessa Puerto Rico è molto criticata, soprattutto dagli esponenti della vecchia guardia.

Mentre una volta la salsa portoricana si distingueva per il suo sabor e per la quasi assenza di figure o acrobazie, oggi le nuove generazioni tendono a spettacolarizzare il tutto, imitando di fatto alcune tendenze provenienti dall’estero.

Questo fenomeno succede perché l’obbiettivo di questi giovani ballerini è quello di esibirsi al Congresso Mondiale della Salsa oppure di vincere il Salsa Open, la gara di ballo che si svolge ogni anno nell’ambito dello stesso Congresso (dove a vincere, piaccia o non piaccia, sono ormai quelli che fanno più acrobazie).

La cosa negativa è che questi ballerini dediti allo spettacolo, ormai non frequentano più le sale da ballo portoricane, che non sono certamente adatte alle loro evoluzioni, e quindi rimangono completamente avulsi dalla realtà locale.

Voglio dire che se una volta tu andavi a Puerto Rico ed in una stessa serata ti poteva capitare di incontrare in un locale come il “Tropico” i più bravi ballerini portoricani dell’epoca (in un vero e proprio festival di sabor che ti lasciava a bocca aperta), oggi questi ballerini di talento (molti nei quali, nel frattempo, trasformatosi in vere e proprie stelle) difficilmente li vedrai in qualche semplice pista da ballo…

I locali oggi sono frequentati da persone assolutamente normali, che però in positivo ti fanno capire come ci si possa esprimere in maniera più semplice, meno agitata, senza però perdere il tipico sabor boricua.

Ma, a ben vedere, è proprio questa la lezione più grande che ti può regalare un viaggio del genere.

Può aiutarti, in quel contesto genuino, a liberarti dal superfluo per esprimere solo l’essenziale, soprattutto se accompagnato da una bella orchestra che suona dal vivo (cosa che da queste parti per fortuna succede regolarmente).

La cosa più interessante è che quest’anno sono riuscito a documentare il tutto e presto metterò in rete tutti i miei filmati, così voi per primi potrete meglio capire ed apprezzare ciò che succede attualmente a Puerto Rico.

Mi auguro che proprio questi filmati vi aiuteranno ad oltrepassare gli stereotipi, i pregiudizi o quelle cattive informazioni che ci sono oggi sulla salsa a sabor boricua, da alcuni erroneamente chiamata “salsa in linea”, come se la linea (e non altro) fosse la principale caratteristica di questo stile.

Stile che, non dimenticherò mai di sottolinealo, non è assolutamente univoco e che nella madre patria si distingue al contrario (ed è questo in particolare il suo fascino) per la sua enorme varietà espressiva…

28 agosto 2012

Puerto Rico 39° ed ultimo giorno: oggi siamo stati a pregare sulla tomba dell’indimenticabile maestro boricua Miguel Matos Chevere, in arte Papito Jala Jala, che è sepolto a Cupey nel cimitero Senioral.

Enzo Conte davanti all'immagine di Papito Jala Jala
Enzo Conte davanti all’immagine di Papito Jala Jala

Prima di lasciare l’isola non potevo fare a meno di dare un ultimo saluto ad una persona che è stata capace di farmi innamorare così tanto della salsa, al punto da imprimere un indirizzo così diverso alla mia traiettoria artistica ed umana…
Da Cupey abbiamo proseguito per Santurce, dove siamo stati alla Cattedrale della Musica Latina, ovvero un meraviglioso negozio di dischi, di proprietà di Rafael Viera Figueroa, un monumento vivente della salsa qui a Puerto Rico.
Il suo negozio è un vero e proprio museo della salsa e ci passano spesso personaggi famosissimi. L’ultima volta che c’ero stato, qualche settimana prima, avevo addirittura incontrato il mitico Cheo Feliciano, anche se non avendo dietro la macchina fotografica non sono riuscito ad immortalare l’incontro.
Stavolta mi sono portato dietro anche il mio ultimo libro “La Salsa sulla rotta Puerto Rico-New York” con l’intenzione di mostraglielo a Viera. Ne è rimasto talmente impressionato che me lo voleva comprare.
“Non sia mai!” -gli ho detto- “Glielo regalo volentieri in attesa di approntare per il futuro una versione in spagnolo”.
Dopo qualche foto di rito, mi sono messo alla ricerca di diversi preziosi cd in grado di arricchire la mia già consistente collezione di musica portoricana. Mi interessava più che altro trovare pezzi appartenenti al folklore portoricano anche perché assolutamente introvabili da noi in Italia. Spulciando tra il suo nutritissimo catalogo ho trovato parecchie cose interessanti: le danze originali di Rafael Alers, il seis di Ramito, Tony Croatto e Chuito, delle compilations dedicate all’aguinaldo ed ai vari tipi di seis, poi diversi cd di plena sia quella rurale che quella da salon, un rarissimo cd di Ismael Rivera con la Orquesta Panamericana, alcuni classici del bolero e naturalmente qualche buon cd di bomba.

Purtroppo, oggi come oggi, molti vecchi cd di salsa sono introvabili, così come tanti vinili. L’amico Tito Tassinari mi aveva, ad esempio chiesto, di trovargli alcuni cd in particolare di Cheo Feliciano e Roberto Roena, ma purtroppo le case discografiche ormai non li ristampano più.
Materiale in negozio ce n’è ancora tantissimo (anche a livello di strumenti musicali, libri,vinili, video e poster di salsa) ma molte produzioni sono ormai fuori catalogo e bisogna prendere al volo quello che si trova sul momento…
Bellissimo in ogni caso il nuovo disco inciso a duo da Cheo Feliciano e Rubén Blades!
Dopo esserci scambiati un caloroso saluto, siamo stati a comprare gli ultimi regalini e poi a dare un ultimo abbraccio alla nostra carissima amica e maestra Janet Orta che spero in futuro di riportare in Italia.
Naturalmente non potevamo che chiudere in bellezza la nostra ultima serata portoricana in un locale di salsa: il Red Line, un disco bar ultimamente molto frequentato dai giovani portoricani…
Ciao Puerto Rico! Credo che ci rivedremo molto presto e che avrò ancora molto da dire e da raccontare su di te e sulle mille emozioni che ci hai fatto provare durante questa nostra straordinaria vacanza boricua…

26 agosto 2012

Puerto Rico, 37° giorno: una ottima opportunità per chi va in vacanza nella Isla del Encanto (e magari ha qualche giorno in più di ferie) è quella di regalarsi una settimana di crociera nei Caraibi. Costa davvero poco, appena 550 euro (tutto compreso) e ti da la possibilità di vedere in una settimana alcune tra le più belle isole del Caribe.
Noi, chiaramente, abbiamo colto al volo questa occasione ed abbiamo così festeggiato in maniera molto romantica il nostro primo anniversario di matrimoni, salpando sulla Carnival Victory in direzione di San Thomas, Barbados, Santa Lucia, San Kitts, San Martin e di nuovo a San Juan.
Al di là della bellezza e della diversità (anche dal punto di vista sociale) dei posti visitati e della tante comodità che offriva la nave, la cosa positiva è che a bordo c’era anche un’orchestra latina, Toda la Banda, che suonava anche parecchi pezzi di salsa per la gioia dei molti portoricani presenti a bordo…
Ritornati a San Juan, la nostra voglia di salsa non era però affatto sopita e così ne abbiamo approfittato per tornare, insieme alla nostra cara amica Janet Orta, al Balcon del Zumbador, per poi finire la nostra maratona salsera al Barril de Jun.
Questa domenica al Balcon del Zumbador abbiamo trovato l’orchestra Son de Aqui, che ci ha deliziato con alcuni classici della musica portoricana, e ancora una volta l’orchestra di Cachete Maldonado con un repertorio molto rumbero. Ambiente come sempre molto cocolo, con la possibilità di fare gratis una vera e propria sauna, anche se l’emozione di ballare in questo locale rimane davvero unica…
Alle 19, dopo ben quattro ore di musica, ci siamo trasferiti al Barril de Jun dove abbiamo avuto la bella sorpresa di incontrare gli amici Felipe Polanco (accompagnato dalle sorelle) e Mirko Stefio (anche lui in vacanza a Puerto Rico) in compagnia della boricua Francis Nieves, sua attuale partner di ballo e di vita.
La serata prometteva davvero bene, anche per la presenza di una ottima orchestra, Seis del Barrio, e per la contemporanea presenza sul palco di due grandi soneri locali Pupy Cantor (cantante dell’orchestra di Willie Rosario) e Rubén Roman (ex cantante di Roberto Roena ed attuale cantante della Primerissima di Tommy Olivencia jr.).
Ambiente anche qui molto cocolo, con un livello di ballo sempre molto semplice ma sabroso. La cosa incredibile è che questi locali non sono frequentati dai ballerini che escono dalle tante scuole di ballo di San Juan (più dediti ultimamente alle competizioni) ma sono frequentati dalla gente del “pueblo” che balla in maniera assolutamente spontanea (forse troppo per gli esigenti palati del pubblico italiano). Ma la cosa bella è proprio quella, osservare questa loro semplicità, così come è straordinario vedere un Felipe Polanco (in jeans e camicia sbottonata) o una Janet Orta ballare tranquillamente tra il pubblico senza nessuna ansia di prestazione ma solo con la voglia di divertirsi in quel contesto a loro più congeniale e familiare…
Ed è questa secondo me una delle cose più belle di questi locali (per noi purtroppo improponibili), una di quelle cose che ti fa cogliere in pieno ciò che la salsa rappresenta per questo popolo: un momento di condivisione, ma anche un momento identitario, figlio di una cultura “de pueblo” genuinamente boricua, che si contrappone a quei modelli che le elite annessioniste (filo-americane) vorrebbero a tutti i costi imporre…

19 agosto 2012

Oggi, 19 agosto, io e Neia festeggiamo il nostro primo anniversario di matrimonio!!!…
E per festeggiarlo nella maniera più romantica ci siamo regalati una crociera nei Caraibi, sulla Victory Carnival…

Enzo Conte con sua moglie Neia
Enzo Conte con sua moglie Neia

18 agosto 2012

La festa patronale di Cayey è una delle più belle e meglio organizzate di tutta l’isola. Dura praticamente 10 giorni ed ogni sera offre oltre a chioschi, giostre ed amenità varie un cartellone ricchissimo di artisti, dove a farla da padrone è la salsa.
Questo venerdì 18 era in programma una vera maratona salsera che cominciava alle ore 19 e terminava alle 2. Ben 8 ore di salsa con la presenza di ben 4 orchestre. Noi alle ore 19 eravamo già lì sotto il palco a goderci l’esibizione del Combo Casino che ha eseguito un tributo musicale al grande Tito Rodriguez, riproponendo i suoi brani di maggior successo.

Il concerto si teneva nel parcheggio dello Stadio Pedro Montañez. La piazza alle 19 era ancora semideserta. ma con il passare dei minuti, nonostante piovigginasse a tratti, si è riempita all’inverosimile.
Alle 20 e 30 è cominciato il concerto del mitico Andy Montañez, accompagnato dai figli Andy jr e Harold. “El niño de Trastalleres”, che proprio quest’anno festeggia le sue nozze d’oro con la salsa, ha proposto alcuni dei brani più noti del suo repertorio da “Las Hojas blancas“, “Julia“, “Cui Cui” a “Casi te envidio“, sfoggiando la consueta potenza della sua voce.

Enzo Conte alla festa ptronale di Cayey. Sullo sfondo Andy Montanez, con i figli Andy jr e Harold, e la loro orchestra
Enzo Conte alla festa ptronale di Cayey. Sullo sfondo Andy Montanez, con i figli Andy jr e Harold, e la loro orchestra

Le esibizioni delle varie orchestre erano arricchite da alcune dimostrazioni di ballo fatte dai giovanissimi allievi della scuola di salsa del Teatro di Bellas Artes di Cayey diretta dal maestro Stacey Lopez, originario proprio di questa cittadina dell’interno.
Molto interessante era però osservare quello che nel frattempo succedeva nella piazza: mentre c’era chi tranquillamente stava ai chioschi a bere e mangiare o chi accompagnava i figli sulle giostre, la maggior parte delle persone si erano portate le sedie smontabili da casa per assistere più comodamente al concerto. Contemporaneamente, ai lati del palco, i cocolos locali davano sfogo alla loro grande passione per il ballo, esprimendo il loro sabor attraverso una salsa assolutamente spontanea e creativa, lontanissima dai rigidi schemi che siamo abituati a vedere nelle nostre piste da ballo (a cominciare dalla famigerata LINEA).

Enzo Conte con Felipe e con un altro grande ballerino e maestro portoricano: Stacey Lopez , originario proprio di Cayey, dove insegna alla locale Univeristà e presso il Teatro Bellas Artes.
Enzo Conte con Felipe e con un altro grande ballerino e maestro portoricano: Stacey Lopez , originario proprio di Cayey, dove insegna alla locale Univeristà e presso il Teatro Bellas Artes.

Chiaramente abbiamo ripreso tutto e al ritorno in Italia ci sarà molto da mettere in rete.
Alle ore 22 è cominciato il concerto di Josè Alberto El Canario accompagnato da un’orchestra davvero in gamba in cui si distinguevano il grande trombonista Reynaldo Jorge, il timbalero Manolito Rodriguez e il bongocero Jhan Lee Aponteoro, figlio del famoso ballerino Jesus Aponte.
Il Canario, come sempre brillante e comunicativo, ha cantato brani come “El as de la rumba”, “La hora que me llamen voy”, “Sueno contigo”, “Disculpeme senora”, “La paella”, “Baila que baila”.

Ogni tanto la pioggia si faceva più insistente ma il pubblico non si perdeva d’animo apriva l’ombrello, magari ti offriva di ripararsi sotto il suo e la festa continuava allegramente.
Finalmente alle 24 e 30 è arrivato il momento più atteso della serata: il concerto di Cano Estremera che qui a Puerto Rico è uno dei cantanti più amati dal pubblico locale. In realtà in Italia Cano Estremera non è molto conosciuto ma per poterlo apprezzare al massimo è fondamentale conoscere lo spagnolo perchè la sua dote migliore è l’improvvisazione, non a caso è soprannominato “el dueño del soneo”. Ha infatti esordito dicendo, “A me non mi importa se mi registrate e mettete poi miei video su Youtube, tanto io ogni sera canto in maniera diversa, a differenza degli altri che cantano sempre uguale!”
Personaggio, accusato dai suoi denigratori di essere spesso scurrile, ha deliziato il pubblico presente con alcuni classici del suo repertorio come “La boda de ella”, “El muñeco de la ciudad”, “El caiman”, “El Toro” insieme alla riproposizione di alcuni classici della salsa come “Mi gente”, “El callejero”, “Borandà” e “Bemba colorà”.

Il pubblico chiedeva ancora salsa ma ormai erano le 2 e si doveva chiudere, mentre per noi l’ora di tornare al nostro appartamento di Carolina. Giusto il tempo però per riabbracciare il mitico ballerino boricua Felipe Polanco arrivato anche lui a Cayey per acclamare i suoi beniamini e per ballare e mescolarsi, senza alcuna ansia di esibizione, ai cocolos locali…

17 agosto 2012

Quest’anno festeggerò le mie nozze d’argento con la salsa (tutto cominciò nel 1988).
Al momento sono ancora in vacanza a Puerto Rico (dove resterò fino al 29 di agosto) ma non vedo l’ora di riprendere a settembre le mie lezioni, proprio perchè questo ritorno nella Isla del Encanto mi ha procurato una tale carica di energia positiva che muoio dalla voglia di condividerla con tutti i miei allievi…
Enzo Conte (25 anni di amore con la salsa)

16 agosto 2012

Puerto Rico 27° giorno: il nostro viaggio nella isla del encanto non è dedicato solo alla musica ed al ballo, ma stiamo approfittando anche per visitare tanti posti e per fare tanto mare.
Ieri, ad esempio, siamo stati nell’isola di Culebra, dove si trova la spiaggia più bella di Puerto Rico: Playa Flamengo. Una lunga striscia di spiaggia bianca ed acqua assolutamente cristallina.
Il viaggio a Culebra vale davvero la pena e non è neanche tanto complicato. Si arriva all’imbarco di Fajardo (che si trova sulla costa nord est ad un’ora di strada da San Juan) e poi si prende il Ferry (costa pochissimo, appena 3 dollari) che in un’ora ti porta sull’isola. Qui un taxi collettivo ti accompagna alla spiaggia di Playa Flamengo (ma molte altre sono le opzioni che offre l’isola) e ti viene a riprendere all’ora che vuoi (per appena 5 dollari).
Altro che Ponza e Capri (almeno a livello di prezzi)!!!…
E siamo stati anche fortunatissimi perchè abbiamo beccato una bellissima giornata di sole.

Isola di Culebra
Isola di Culebra

Siamo rimasti addirittura fino alle sette di sera (orario in cui parte l’ultimo ferry per Fajardo), tempo per fare anche una piccola passeggiata a Dewey (che qui chiamano Duì), che è l’unica cittadina dell’isola.

Il ferry boat per l'isola Culebra
Il ferry boat per Fajardo

Insomma un viaggio che consiglio a tutti coloro che in futuro hanno intenzione di visitare la isla del encanto…Volendo ci si può fermare anche a dormire, ma, attenzione, la sera mi hanno detto che l’unica attrazione che offre l’isola è il Karaoke!…
Ricordatevi però di evitare di andare a Culebra nel fine settimana, potreste rischiare di non trovare posto sul ferry, causa superaffollamento…

Enzo Conte a Culebra
Enzo Conte a Culebra

Stasera ci attende invece la festa patronale di Cayey (una città dell’interno che si trova a metà strada tra San Juan e Ponce) dove canteranno nella stessa serata tre grandi stars della salsa:
Andy Montanez, Josè Alberto el Canario e Cano Estremera (uno dei miei favoriti).
E tutto assolutamente gratis!!!….

14 agosto 2012

Cari amici questo è il calendario salsero a San Juan e dintorni:
Bueno amigos boricua, este es el calendario salsero en San Juan y alrededor:

Lunes – Lunedì:
Yerbabuena (Condado) no se baila pero hay musica en vivo de latin jazz – non si balla però c’è musica dal vivo (latin jazz).

Martes – Martedì:
Red Line (Hato Rey)

Miercoles – Mercoledì:
Nuyorican Cafè (Viejo San Juan) con musica en vivo… – con musica dal vivo…

Jueves – Giovedì:
U Spot (Carolina) con musica en vivo – con musica dal vivo
Logan’s (Rio Piedras) con musica en vivo – con musica dal vivo
Shannan’s (Guaynabo) con musica en vivo – con musica dal vivo
Placita de Los Salseros (Santurce) con musica en vivo – con musica dal vivo
Coabey (Puerto Nuevo) con musica en vivo – con musica dal vivo

Viernes – Venerdì:
Placita de Los Salseros (Santurce) con musica en vivo – con musica dal vivo
Picante (Hotel Marriot Isla Verde) con musica en vivo – con musica dal vivo
Coabey (Puerto Nuevo) con musica en vivo – con musica dal vivo
Balcon del Zumbador (Pinones) con musica en vivo – con musica dal vivo
Barril de Jun (Rio Grande) con musica en vivo – con musica dal vivo

Sabado – Sabato:
Placita de Los Salseros (Santurce) con musica en vivo – con musica dal vivo
Picante (Hotel Marriot Isla Verde) con musica en vivo – con musica dal vivo
Lobby Hotel San Juan (Isla Verde) con musica en vivo – con musica dal vivo
Lobby Hotel Marriot (Condado) con musica en vivo – con musica dal vivo
Achè (Santurce) con musica en vivo – con musica dal vivo
Shannan’s (Guaynabo) con musica en vivo – con musica dal vivo
Nuyorican Cafè (Viejo San Juan) con musica en vivo… – con musica dal vivo
Balcon del Zumbador (Pinones) con musica en vivo – con musica dal vivo
Barril de Jun (Rio Grande) con musica en vivo – con musica dal vivo

Domingo – Domenica:
Placita de Los Salseros (Santurce) con musica en vivo – con musica dal vivo
Picante (Hotel Marriot Isla Verde) con musica en vivo – con musica dal vivo
Balcon del Zumbador (Pinones) con musica en vivo – con musica dal vivo
Barril de Jun (Rio Grande) con musica en vivo – con musica dal vivo

13 agosto 2012

La domenica è un giorno davvero speciale a Puerto Rico. E’ l’unico giorno della settimana in cui i portoricani si riversano in massa sulle spiagge, oppure si danno alla loro attività preferita: BALLARE!!!
Una delle aree più affolate è quella di Pinones, una spiaggia di carattere molto popolare (e per certi versi ancora selvatica) che contrasta notevolmentre con i grattacieli di Isla Verde o del Condado. A Pinones sembra davvero di essere in un altro mondo ed è qui che puoi meglio apprezzare la vera anima latina della Isla del Encanto.
In questa area si trova un locale storico, El Balcon del Zumbador, uno dei ritrovi preferiti dei cocolos locali. Qui la musica comincia addirittura alle tre del pomeriggio e va avanti fino a notte inoltrata.

In un negozio di dischi del Viejo San Juan dove vendono i poster delle icone della salsa
In un negozio di dischi del Viejo San Juan dove vendono i poster delle icone della salsa

Attenzione però, se avete la puzza sul naso, se vestite solo alla moda o indossate solo scarpe da ballo da 100 euro in su, allora ho paura che non sia il posto adatto per voi, anzi potreste fuggire a gambe levate. Il posto infatti è una specie di baracca in muratura che si trova davanti al mare, anche se in realtà si balla dentro, tra i tavoli. Il caldo è soffocante, l’odore di fritto (proveniente dalla cucina) impregnante, la pulizia lascia un po’ a desiderare, ma l’ambiente, se amate il popolo, è davvero eccezionale…
Qui troverete di tutto: gente che balla con la birra in mano, altri che provano a muovere due passi, gente che balla sull’uno, altri su tempo variabile, insieme però a persone che ballano in clave, in maniera semplice ma con grande sabrosura, come l’ottantenne Gilberto Aquino (che si vanta di aver ballato in gioventù persino nel mitico Palladium di New York) oppure la nostra cara amica Janet Orta, che si distingue sempre per mantenere in vita lo stile dell’indimenticabile Papito Jala Jala.
Il tutto chiaramente con musica dal vivo ed ingresso assolutamente gratuito. A suonare ieri c’erano addirittura due orchestre, entrambe favolose: La Orquesta Melaza e la Orquesta di Cachete Maldonado.

Orquesta Melaza

Cachete Maldonado

Per i veri cultori della salsa questo locale è imperdibile, anche perchè sulle sue mura ci sono molto reliquie salsere ed è pieno di strumenti musicali a disposizione degli avventori. Insomma una vera festa popolare boricua (abbiamo ballato persino la plena), in cui è d’obbligo lasciarsi andare. Certo, il locale non è frequentato dalle grandi stars locali del ballo e non è certo paragonabile alle nostre enormi e lussuose sale da ballo, ma è proprio in locali come questi che si può apprezzare come il “salsero de pueblo”, “el salsero de la calle”, vive la salsa nel suo paese di origine…
Non paghi, dopo El Balcon del Zumbador, questa domenica siamo stati in un altro locale del genere, El Barril de Jun, che si trova a Rio Grande (sulla strada che và verso la bella spiaggia di Luquillo). Anche questo locale è molto semplice e di carattere popolare. Qui la musica comincia alle 18 e va avanti fino a mezzanotte. A suonare c’era un’altra ottima orchestra, Son Criollo, che ci ha deliziato con un repertorio di classici della musica boricua.
Anche qui, ambiente molto callejeiro, ballerini di livello molto diverso (c’era persino una scatenata nonnetta che non si fermava davvero mai) ed ingresso assolutamente gratuito, con birra a soli due dollari
Per i più sofisticati, ieri l’Hotel Marriot di Isla Verde inaugurava le sue matinèe salsere (dalle tre del pomeriggio) con la rediviva orchestra di Cesar Concepcion (una delle orchestre storiche di Puerto Rico).

Per i più avventurosi, amanti della bomba e del folklore boricua, c’era invece in contemporanea un bel “bombazos” sempre nell’area di Pinones, che si teneva presso il Social Place a partire dalle ore 18 e 30.
Insomma a Puerto Rico chi cerca trova (soprattutto se ti adatti al loro spirito ed al loro modo di vivere la salsa)…e peccato che Cayey è a 100 km da San Juan, altrimenti saremmo andati alla locale festa patronale a vedere a gratis la gloriosa Sonora Poncena.
Ma ci rifaremo questo prossimo venerdì visto che, sempre a Cayey, nella stessa sera si esibiranno: Josè Alberto El Canario, Andy Montanez e l’idolo locale Cano Estremera.

12 agosto 2012

Puerto Rico 23 giorno: altre belle notizie in arrivo dall’Isla del Encanto. A riprova dell rinnovato interesse verso la salsa si è ricominciato a ballare nei grandi alberghi come succedeva negli anni d’oro. Adesso si balla salsa, non solo all’Hotel Marriot di Isla Verde, ma anche all’Hotel San Juan e all’Hotel Marriot del Condado e naturalmente con musica dal vivo.

Enzo Conte e alle spalle la big band di Luis Perico Ortiz.
Enzo Conte e alle spalle la big band di Luis Perico Ortiz.

Certo il pubblico non è proprio dei più giovani, la gente balla in maniera fin troppo semplice per gli esigenti gusti del pubblico italiano, ma è bello vedere persone di una certa età vestirsi a festa per andare a riscoprire una passione che è ormai radicata nella loro cultura.
Molte altre sono però le opzioni che la isla del encanto riserva il sabato sera. Noi siamo stati da Shannan’s, ad una serata organizzata da vecchio amico Jorge Santana Cancel, ma si ballava contemporaneamente all’Aché e al Nuyorican Cafè, senza dimenticare le opzioni più “cocole” come come El Balcon del zumbador di Pinones e La Placita de Los Salseros di Santurce (dove c’è sempre musica da giovedì alla domenica).
Poi volendo spostarsi da San Juan si ballava anche al Blue West di Mayaguez e alla festa patronale di Cayey (dove questa domenica c’è addirittura La Sonora Poncena de gratis).
La cosa spettacolare è stato però il Festival del Latin Jazz che si è tenuto sempre questo sabato in un parco pubblico di Isla Verde (il tutto assolutamente gratuito). A deliziare la platea è stata in particolare la big band di Luiz Perico Ortiz formata da 5 sassofoni, 5 trombe, 5 tromboni + piano, basso e rtimica completa. Come invitati speciali poi c’erano altri due grandi trombettisti. il boricua Humberto Ramirez e il cubano Arturo Sandoval. Che musica ragazzi! Altro che il reggaetton, salsaton o bachata!!!…

11 agosto 2012

Conobbi Papito Jala Jala nel 1994. Una sua allieva mi diede il suo telefono, lo chiamai e quella sera stessa venne a prendermi al mio albergo per portarmi in uno dei locali storici di Puerto Rico: El Coabey, diretto da Eugenio Acosta.
Ieri sera ci sono tornato per festeggiare il compleanno di Geñito Acosta Rosario (uno dei più promettenti ballerini locali) e quel locale è stata capace di suscitare in me una marea di ricordi.

Enzo Conte con Papito Jala Jala
Enzo Conte con Papito Jala Jala

In realtà la prima volta che ci misi piede non mi era piaciuto affatto: si trattava di un piccolo bar con tanto di biliardo (dove ogni tanto ci giocava anche il mitico Roberto Roena), la gente ballava tra i tavoli e la colonna sonora era condita da moltissima musica cubana, oltre da quella portoricana DOC.
Mi chiedevo come mai i portoricani invece di andare nei locali da ballo o nei i lussuosi saloni dei grandi alberghi preferissero frequentare un locale così angusto. Poi con il termpo invece ne ho capito il fascino…
All’epoca nei fine settimana facevamo delle vere e proprie maratone salsere: la notte cominciava al Coabey dove si scaldavano i motori, poi all’una si andava al Tropico, un locale lì vicino dove c’era sempre un’orchestra, infine alle tre si andava all’Habana di Isla Verde (trasferitosi poi a Santiurce) dove si ballava fino alle 6 del mattino se non oltre. Perchè i portoricani magari non escono tutte le sere, ma quando escono ci danno davvero dentro…

All’epoca lo scenario del ballo era incredibile. Oltre ai cocolos che ballavano in maniera semplice e spontanea, c’era una generazione di ballerini che si era riunita attorno a Papito Jala Jala e che ogni sera davano spettacolo di sabor ed eleganza. Era il momento in cui quella generazione era nel fior fiore della sua gioventù e smaniava di dare fiato a tutto il suo talento. Ricordo che rimanevo letteralmente a bocca a aperta davanti al ballo sabroso di Felipe Polanco, Pilar D’Oleo, Tito Ortos, Eliut Colon, Tania Santiago, Jorge Santana Cancel, Vivian Ayala, Ingrid Reyes, Angel Martinez Davila, Dianne Sierra Burgos, Jesus Aponte, David Ortiz Soto, Alicia Chacha Seguinot, Zoraida Rivera, Fito Bataola, Janet Orta, Joe Bartolomey, Miguelito Rodriguez, Stacey e Lucy Lopez, Tony Quinones (solo per citarne alcuni) e fu lì che mi innamorai del loro stile di ballo. Che tempi ragazzi!!!…Torneranno mai?…
Oggi lo scenario, anche se si nota un bel ritorno di fiamma tra i portoricani e la salsa, è notevolmente cambiato, perché i talenti di quella generazione (alcuni diventati nel frattempo delle stelle internazionali) raramente frequentano le sale da ballo. Inoltre locali come il Tropico e l’Habana hanno da tempo chiuso i loro battenti, anche se nel frattempo sono sorti nuovi locali, così come una nuova generazione di ballerini che però, sinceramente, non possiede lo stesso sabor e lo stesso spirito di quella generazione che l’ha preceduta (ed in questa involuzione credo che c’entri molto l’infausta influenza del Congresso che ha distolto molti portoricani dalle loro radici, dalle loro vere peculiarità). Di contro per sopperire alla crescente difficoltà dello stile di ballo che ha imposto il Congresso (con una infinità di figure, sulla falsa riga di quello che si fa anche in Italia), sono nate a Puerto Rico diverse scuole come Cambio en Clave di Rafa Cancel che insegnano a ballare direttamente sull’uno e che spingono più sulla socializzazione (come succede ad esempio il martedì al Red Line) che sul puro virtuosismo…

10 agosto 2012

Puerto Rico 21° giorno: l’altra bella notizia è che a Puerto Rico LA SALSA VIVE!!!
Certo sono lontani i fasti degli anni ’70, ma sicuramente rispetto ad un recente passato si assiste ad un rinascimento: la maggior parte delle orchestre storiche sono ancora in attività, ne sono nate delle nuove, si balla praticamente tutte le sere e contemporaneamente sono sorte tantissime scuole di ballo che stanno diffondendo la passione per la salsa anche nelle nuove generazioni, che hanno nel frattempo abbandonato il reggaeton!!!…

Enzo Conte davanti al murales di Hector Lavoe
Enzo Conte davanti al murales di Hector Lavoe

Ieri sera, ad esempio, siamo stati a ballare all’U Spot dove suonava l’orchestra Son del Patio, poi non paghi siamo stati da Logan’s dove suonava un’altra orchestra. Ma saremmo potuti anche andare al Coabey dove suonava il quartetto di José Lugo, oppure da Shanna’s dove suonava il Conjunto Puerto Rico, oppure alla Placita de Los Salseros dove suonava una Charanga.
Insomma cinque posti diversi e tutti con musica dal vivo!

La cosa interessante è che la gente balla solo quando suona l’orchestra. Quando entra in scena il dee jay la gente si riposa o va al bar a bere!…
Certo i locali sono piccoli e un po’ spartani, ma la cosa bella è che sono frequentati da portoricani “de pura cepa” e non da turisti. L’ambiente è molto semplice ed anche il livello di ballo è molto amatoriale…La maggior parte della gente balla sull’uno e non balla rigorosamente in linea come da noi in Italia. Qui sono tutti molto più spontanei e ballano senza la smania di mostrare tutto il loro repertorio.
E’ in ogni caso un bel spettacolo per gli occhi, per l’udito ma soprattutto per il cuore…

8 agosto 2012

C’è una bellissima notizia in arrivo da Puerto Rico: IL REGGAETON NON E’ PIU’ DI MODA!!!…
Molti in Italia non sanno che il reggaeton è nato, all’inizio degli anni ’90, proprio qui (e contemporanemanete a Panamà), anche se all’epoca si chiamava più semplicemente spanish reggae.
Fino a qualche anno fa per le strade di San Juan era un martellamento continuo, adesso sembra che il reggaeton continui ad avere sì un suo circuito, ma ormai dà evidenti segni di stanchezza, come se alla lunga avesse stufato la gioventù boricua.
E’ se fosse l’inizio di una svolta?…

Il paradosso è che adesso è di moda a Cuba e che i gruppi cubani di reggaeton quando vengono in tournée in Italia fanno il pienone. Ma credo che anche questa sarà una moda che passerà prima o poi. In realtà il vero pericolo per un ritorno alla grande della salsa, è l’attuale mancanza di un mercato discografico. I cd non si vendono più e gli artisti sono poco motivati a produrre nuovi lavori anche perché molti di loro non hanno più un contratto discografico. Le catene di negozi contemporanemanete chiudono le loro filiali e tutto ciò non favorisce il ritorno alla creatività. Per fortuna, almeno qui a Puerto Rico, c’è ancora tantissima musica dal vivo al punto che qui le feste patronali duranovuna settimana, come appunto quella che si terrà la settimana prossima di Cayey dove tra l’altro suoneranno Tito Rojas, La Sonora Poncena, Jose’ Alberto El Canario e Cano Estremera.

7 agosto 2012

Molti mi chiedono come sono le spiagge a Puerto Rico. Potenzialmente sono bellissime ma il problema di fondo è che nono sono assolutamente valorizzate. Sono al contrario molto trascurate. Soprattutto non si fanno interventi per rivitalizzare la sabbia (cosa che avviene invece in tutti gli stabilimenti balneari in Italia) o per ripulire la folta vegetazione.
Il problema di fondo è sempre quello. il turismo portoricano è finalizzato solo al mercato americano, per cui ci sono bellissimi alberghi con piscine favolose (e spiagge magari curate), in quanto l’americano tipico entra nell’hotel e non si muove da lì.
Tutto il resto è per i portoricani di qui o per gli emigranti che tornanno per le vacanze, persone che sono però in partenza meno esigenti e che spesso purtroppo contribuiscono a sporcare piuttosto che a pulire.
Ieri siamo stati ad esempio a Fajardo alla spiaggia di Seven Seas. Il posto è bellissimo ma davvero sia la spiaggia, che la sabbia non erano così tanto invitanti. Che peccato!…
Per non parlare di tutta l’area di Pinones che potrebbbe essere un vero paradiso naturale se solo le autorità locali se ne prendessero un po’ più di cura.

Enzo Conte a Pinones
Enzo Conte a Pinones

Quando Puerto Rico si accorgerà che per vincere la crisi, che anche qui si sta sentendo moltissimo, deve cominciare a guardare al turismo europeo (adattandosi quindi alle sue esigenze) e non solo a quello americano?…

6 agosto 2012

Ieri siamo stati alla festa patronale di Comerìo, un piccolo paese dell’interno, regno dell’jibaro portoricano.

La festa patronale è uno degli spaccati più belli della cultura boricua ed è uno dei momenti in cui è più facile capire la sua vera anima popolare e cocola.
Ecco io credo che a tutti coloro che vengono a Puerto Rico per il Congresso Mondiale della Salsa dovrebbero essere assolutamente accompagnati ad una festa patronale, altrimenti potrebbero cadere nell’errore di pensare che Puerto Rico è solo un albergo a 5 stelle, gare, lustrini e show di ballo.
C’è invece molto ma molto di più… ed è un vero peccato che tanta gente viene qui ma non gli si dà la possibilità di conoscere i tesori che questa isola nasconde.
Ieri alla festa patronale di Comerìio suonava la straordinaria orchestra “Tommy Olivencia Pa La Historia“. Ancora una volta Paquita Olivencia, direttrice del gruppo ci ha dato la possibilità di salire sul palco e di ballare insieme all’orchestra il tema “Periquito Pin Pin“.
E’ meraviglioso vedere come i portoricani siano orgogliosi del fatto che la loro musica, la salsa, sia ballata ed amata in tutti gli angoli del mondo e di come in Italia ci sia ancora chi mantiene in vita lo stile di uno dei loro più grandi ballerini del passato: Papito Jala Jala.
Le doy la gracias a Paquita y a todos ustedes por el apoio y qué siempre viva Puerto Rico y la salsa!!!…

Enzo Conte intervista Papito Jala Jala nel 1995 – parte 1

Enzo Conte intervista Papito Jala Jala nel 1995 – parte 2

Enzo Conte intervista Papito Jala Jala nel 1995 – parte 3

Enzo Conte intervista Papito Jala Jala nel 1995 – parte 4

3 agosto 2012

Puerto Rico 13° giorno: oggi siamo stati a trovare Donna Lydia, la mamma di Papito Jala Jala. Ci ha accolto con grande gioia, ma allo stesso tempo con grande commozione nel ricordo dell’adorato figliolo scomparso. Dall’Italia le ho portato un libro contenente le più belle foto di Papito ed è stato un regalo che ha gradito tantissimo. Abbiamo scoperto che ad ottobre compierà 90 anni. Complimenti!!!

Con Donna Lydia, mamma di Papito Jala Jala, mostrando con orgoglio una raccolta di fotografie del suo adorato figliolo, che le ho portato in regalo dall'Italia...
Enzo Conte con Donna Lydia, mamma di Papito Jala Jala, mostrando con orgoglio una raccolta di fotografie del suo adorato figliolo, che le ha portato in regalo dall’Italia…

Siamo poi stati a fare un salto alla Placita de los Salseros de Santurce, dove dalle 17 in poi si ritrovano, dal giovedì alla domenica, i cocolos locali.
La notte alla fine siamo stati in un locale molto carino, lo Shannan’s, dove suonava il gruppo di Manolito Rodriguez, una emergente orchestra locale.

29 luglio 2012

Bellissima festa al Batey dei Los Hermanos Ayala, al ritmo di bomba e plena, con balli, canti i e tanta tanta energia… Poi abbiamo assistito alla simpaticissima processione di Loiza Aldea con la sfilata delle maschere allegoriche.
In nottata serata conclusiva del Congresso Mondiale della Salsa con i concerti di Luisito Carrion e di una delle leggende viventi di Puerto Rico: La Sonora Poncena!!!….

28 luglio 2012

Ieri siamo stati a Villa Palmera, a visitare il quartiere dove è nato Ismael Rivera, “el sonero mayor“. Oggi c’è una via a lui dedicata ed un bel murales che lo ricorda.

Accanto ad un ritratto in pietra di Ismael Rivera, el sonero mayor, che si trova nella sua casa natale nel quartiere di Villa Palmera
Enzo Conte accanto ad un ritratto in pietra di Ismael Rivera, el sonero mayor, che si trova nella sua casa natale nel quartiere di Villa Palmera

Poi siamo stati alla distilleria Bacardi, alla spiaggia di Punta Salinas e a cena in un ristorante tipico di Catano.
In nottata siamo stati al Ritz Carlton a vedere i concerti della Primerissima e del nipote di Ismael Rivera: il bravissimo Moncho Rivera

Amici boricuas, oggi 28 di luglio comincia la finale del Salsa Open di Puerto Rico.
IO NON CI ANDRO’!!!…
Non è questa la salsa che amo, né la salsa che mi interessa vedere.
Amici che sta succedendo con tutte queste acrobazie? Che cosa
ha vedere tutto ciò con la vostra cultura e la vostra storia?
Oggi io me ne andrò a Loiza Aldea al Batey dei Fratelli Ayala a vedere un vero bombazos. E’ questo c
he dovrebbero mostrare alle persone che vengono da fuori, ai congressisti che vengono a visitare la “isla del encanto”.
Questa è la vera Puerto Rico che tutto il mondo dovrebbe conoscere: una nazione che ancora vibra e si emoziona al suono della bomba e della plena.
RISVEGLIATI BORICUA: DIFENDI LA TUA CULTURA E LA TUA IDENTITA’!!!…

Mentre cominciava il Congresso con le sue gare ed i suoi spettacoli, noi abbiamo preferito andare alla festa patronale di Loiza Aldea a vedere il Festival della Bomba e della Plena con l’eccezionale partecipazione dei Los Hermanos Ayala e del gruppo Bella Bomba. Poi sulla strada del ritorno ci siamo fermati al Balcon del Zumbador, originalissimo ritrovo dei cocolos locali. A conclusione di questo stupendo tour siamo stati alla serata inaugurale del Congresso ad assistere ad un bellissimo concerto del Canario.

Ed ecco alcune foto tratte dal Festival de la Bomba y de la Plena di Loiza Aldea:

Questa foto è meravigliosa. Una bambina tra il pubblico, rapita dal ritmo, incomincia anche lei ad improvvisare passi di bomba...
Questa foto è meravigliosa. Una bambina tra il pubblico, rapita dal ritmo, incomincia anche lei ad improvvisare passi di bomba…
Un'altra bambina che si lancia sul palco per sfidare il tamburo...
Un’altra bambina che si lancia sul palco per sfidare il tamburo…
 Il gruppo Bella Bomba della bravissima Maribella
Il gruppo Bella Bomba della bravissima Maribella
Al Festival della Bomba e della Plena di Loiza Aldea con il balletto folklorico dei Los Hermanos Ayala
Al Festival della Bomba e della Plena di Loiza Aldea con il balletto folklorico dei Los Hermanos Ayala
 Uno spettacolo assolutamente emozionante!

Uno spettacolo assolutamente emozionante!
Una bambina che improvvisa al ritmo della bomba. Il vecchietto che suona con il cappello è il mitico Jesus Cepeda della famosissima familia Cepeda di Villa Palmera.
Una bambina che improvvisa al ritmo della bomba. Il vecchietto che suona con il cappello è il mitico Jesus Cepeda della famosissima familia Cepeda di Villa Palmera.

25 luglio 2012

Non abbiamo fatto in tempo ad atterrare a Puerto Rico che subito eravamo alla festa patronale di Catano a ballare sul palco con l’orchestra di Tommy Olivencia. Que bienvenida! Gracias mi Borinquen!!!!…

Ci stiamo dando da fare alla grande alla ricerca del vero sabor boricua che puoi trovare alla festa patronale di Catano o a quella di Loiza Aldea con la sua bomba e la sua plena, oppure in locali frequentati dai cocolos locali come el Balcon del Zumbador. Siamo stati alla serata inaugurale del Congresso ma c’era poca gente rispetto al glorioso passato. Fantastico e’ stato pero’ il concerto del Canario.