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The Lebron Brothers – Salsa y Control, una questione familiare

di Mario “Speedy” Gonzales
Traduzione a cura di “Dudu”
I LEBRÓN BROTHERS
Salsa Y Control, una questione familiare

“… control, control, salsa y control… tú me das la llave, y yo pongo el sabor…”

“… control, control, salsa y control… tu mi dai il “la”, io ci metto il sabor”
I cinque fratelli Lebron

SULLE ORME DEL SOUL E DEL RHYTHM & BLUES

Correva l’anno 1954 e Don Francisco Lebrón Feliciano decise insieme alla moglie di cercar fortuna negli Usa, e nonostante fosse cugino del futuro famoso cantante José Feliciano (il cieco), non era la musica ciò che lo spinse ad emigrare.

Il suo primogenito Pablo, nato ad Aguadilla, Puerto Rico, il 30 giugno 1937, già mostrava di avere la musica nelle vene, era fratellastro di Maria, José e Ángel, e fratello di Carlos e dell’ultimogenito Frankie (nato nel 1958 già nella terra dello Zio Sam).

Pablo mostrava le proprie doti artistiche di cantante nelle radio locali di Puerto Rico all’interno di un trio, e quando si stabilì negli Stati Uniti la prima cosa che fece fu di formare un gruppo denominato “Las Tres Monedas”, che rimase attivo fino al 1965 quando formò la Orquesta Arecibeña.

Ángel e José esibivano il loro talento anche nel gruppo “Los Eltones” formato nel 1962, dove il batterista era il cugino José Manuel; ciò avveniva agli inizi della decadenza delle Big Bands e della nascita di un nuovo ritmo che mischiava inglese e spagnolo col suono caratteristico dell’R&B afro-americano e specificatamente del Soul, molto dominante all’epoca del grande James Brown & The Famous Flames, i quali stavano riscuotendo successo nelle hit parades nordamericane col disco “Please, Please, Please” (1956-Polydor-610): questo ritmo era denominato Boogaloo e dettò legge a partire dal 1966.
James Brown

James Brown Please, Please, Please, il successo del Soul

La famiglia Lebrón andò ad abitare nel quartiere nero di Brooklyn, New York, in una zona molto vicina a quella dei Latini, e così vennero influenzati dalla cultura afro-americana.

Da buon Portoricano, Pablo mai abbandonò la tradizione della musica tipica del proprio Paese, dando luogo così ad un genere ibrido che di lì a poco avrebbe fatto storia.

I LEBRÓN BROTHERS – UNA QUESTIONE FAMILIARE

A volte i gruppi di Ángel e Pablo venivano scritturati su iniziativa di quest’ultimo nel club “Las Vegas” di Brooklyn, con l’intervento del cugino Héctor alle congas, e si guadagnavano da vivere suonando dal Lunedì al Venerdì; in seguito il gruppo fu denominato “Ángel Lebrón Y Su Combo” con Pablo alla voce, Ángel al piano e al basso, José alla chitarra e José Manuel alla batteria, mentre Carlos e Frankie sarebbero giunti in seguito (il primo nel 1970 a suonare il bongó e portando una nuova sonorità alla campana, e il secondo nel 1971 in sostituzione di Héctor alle congas).

Suonavano musica in inglese ma di taglio più afro-americano ed ebbero molto successo sfruttando il vasto repertorio che offriva questo genere. Nel 1966 Ángel Lebrón viene invitato a lavorare come assistente durante una presentazione di Tito Puente e Ricardo Ray nel “Grand Paradise Ball Room”; a quell’epoca Johnny Colón già era noto per il suo LP “Boogaloo Blues”, ma fu il “Re del Timbal” colui che determinò la sua scelta della musica latina.
Johnny Colón, Ricardo Ray y Tito Puente, gli ispiratori dei Fratelli Lebrón

Johnny Colón, Ricardo Ray y Tito Puente, gli ispiratori dei Fratelli Lebrón

Da quel momento il gruppo “Angel Y Su Combo” iniziò a inserire nel proprio repertorio brani di boogaloo, e José che sempre si distinse come grande arrangiatore si concentrò nel dare al nuovo ritmo dei toni più leggeri.

Intuendo che tale linea musicale avrebbe avuto successo, si proposero al produttore Pancho Cristal della Tico Records che però diede loro risposta negativa (in seguito essi lo avrebbero omaggiato del brano “Pancho El Loco” nell’album “Brother”).

Ottennero un’audizione da George Goldner (lo stesso produttore di Johnny Colón della Cotique Records) che quando li vide eseguire due boogaloo li reputò pronti a registrare, concordando con loro il cambio del nome in “Los Hermanos Lebrón”.
George Goldner, il vero promotore dei Lebrón

George Goldner, il vero promotore dei Lebrón

La notte del 7 Luglio 1967 venne registrato il primo album dei Lebrón Brothers intitolato “Psycodelic Goes Latin” con la hit “Descarga Lebrón” e quattro boogaloo cantati in inglese.

Il successo, supportato dalla comunità nera del Brooklyn, fu immediato; i Lebrón vendettero migliaia di copie di questo disco.

L’IDENTITA’ AFRO DEI LEBRÓN

Nonostante le origini portoricane, i Lebrón crebbero nel qurtiere nero di Brooklyn e le influenze musicali di quest’area fece sì che assimilassero più facilmente lo stile R&B.

Anche le radio suonavano senza problemi la loro musica, principalmente su Harlem e Brooklyn, col risultato che i loro sostenitori divennero principalmente gli afro-americani, e questo nonostante già nel primo disco ci fossero arrangiamenti in chiave salsera. Mediamente, su dieci concerti, otto erano per un pubblico afro.

Da un punto di vista non musicale, quella era l’epoca del “Look Africa” e i Lebrón ne furono influenzati adottando vestiti molto colorati ed aderenti, oltre alla classica pettinatura stile “casco di moto”.
Un’immagine della Musica Soul

Un’immagine della Musica Soul

Questo look di fatto influenzò anche l’ambiente salsero, ma ciò che differenziava i Lebrón dagli altri era il loro radicamento nel boogaloo e nel soul.

Il disco “I Believe” (1969-Cotique-1022) lanciato dopo il secondo LP (“The Brooklyn Bums” 1968-Cotique-1015) mise bene in evidenza questo dettaglio; la copertina ritrae José e Ángel a loro agio nei propri vestiti “soul” di moda a quell’epoca: in questa produzione partecipa per la prima volta Carlos Lebrón ai bongó, e la banda viene rafforzata dalla tromba di Eddie Dicupé.

La tendenza musicale rimaneva immutata, mentre a breve il boogaloo si sarebbe incamminato verso il suo declino.
I Believe – il vestiario tipico dell’epoca soul

I Believe – il vestiario tipico dell’epoca soul

I Lebrón registran ancora “Brother” (1970-Cotique-1039) sulla stessa onda afro americana e un primo disco cantato interamente in spagnolo (e quindi premonitore di quella che sarebbe stata la successiva linea), intitolato “Llegamos” (1970-Cotique-1042) e in cui spicca la hit “Mi Fracaso”.

SALSA Y CONTROL

Quando iniziò il declino del boogaloo, le orchestre di New York si erano già impossessate dei propri spazi nell’ambiente latino; con l’appoggio della discografica Fania gente come Willie Colón, Orchestra Harlow e tante altre bande all’epoca minoritarie cominciavano a dettare la nuova linea musicale.
Harlow e Colón, leaders del movimento salsero

Harlow e Colón, leaders del movimento salsero

Era giunto il momento di cambiare, e allora i Lebrón sperimentano un ibrido che accompagnava col suono degli ottoni la narrazione delle vicende quotidiane del quartiere nero di Brooklyn, similmente a quelle narrate dai salseri sul barrio latino.

E così esce sul mercato l’album “Salsa Y Control” (1970-Cotique-1049), un vero classico della salsa, che mostrava l’orientamento della banda per gli anni futuri.

In questa produzione vediamo Frankie Lebrón alle congas e Ray Maldonado alla tromba.

Il brano “Salsa Y Control” dà l’idea dell’approccio dei Lebrón alla salsa, mettendo da parte gli arrangiamenti soul e R&B ma conservando la matrice doo-wop dei cori – sempre a sei voci – in maniera tale da “cambiare, ma nella continuità”.

Questa produzione raggiunse alti indici di vendita grazie all’inimitabile stile dei loro cori, caratteristica che metteva questa orchestra in evidenza rispetto alle altre, e guadagnandosi l’attenzione della comunità salsera.

Alcuni studiosi affermano che dopo questa produzione il termine “salsa” venne adottato definitivamente dal movimento, sebbene la copertina stessa contraddica ciò, giacché la menzione della nota parola è accompagnata dall’immagine di una latta di salsa di pomodoro posta sulla testa di una modella (particolare che in seguito diede luogo all’interpretazione che in realtà non si volesse rappresentare il movimento).

Qualcosa di simile sarebbe successo in seguito quando qualcun altro azzardò l’ipotesi che Ignacio Piñeiro fosse il precursore del movimento quando intonava:

“… Échale salsita, Échale salsita,
Ah, ah, ah, ah, ah…
Congo miró embullecido
Su butifarra olorosa,
Son las más ricas, sabrosas,
Las que en mi Cuba he comido
Échale salsita, échale salsita
Ah, ah, ah, ah…”

“… Mettici della salsa, mettici della salsa,
Ah, ah, ah, ah, ah…
Congo guardò compiaciuto
Le sue profumate salsiccie,
Son le più gustose, saporite,
Quelle che nella mia Cuba ho mangiato
Mettici della salsa, mettici della salsa
Ah, ah, ah, ah… “

Ovviamente Piñeiro si riferiva ad una situazione gastronomica e non aveva la benché minima pretesa di rappresentare il movimento salsero.
Salsa Y Control, polemica sull’uso della parola per identificare il movimento salsero

Salsa Y Control, polemica sull’uso della parola per identificare il movimento salsero

Salsa y Control

L’UNIONE FA LA FORZA

Era l’inizio degli anni ’70 quando due episodi segnano il cammino dei Lebrón; il primo, nel ’71, quando scompare George Goldner, il Presidente della Cotique Records nonché principale promotore della loro carriera, e il secondo quando la Fania Records acquisisce praticamente tutte le Discografiche latine – inclusa la Cotique – che finora avevano coesistito per vari anni.

L’acquisizione della Cotique da parte della Fania permise a quest’ultima non solo di impossessarsi dell’opera completa dei Lebrón bensì anche di perpetuare la clausola di continuità che essi avevano contratto con la etichetta originaria; in pratica finiva la direzione della Cotique per la scomparsa di Goldner e cominciava quella di Jerry Masucci, che secondo le dichiarazioni di Ángel Lebrón sarebbe stato un razzista.

Le argomentazioni di Ángel al proposito si basano sul fatto che i Lebrón nonostante le buone vendite dei propri dischi non sarebbero mai stati trattati alla pari degli altri artisti della Fania giacché mai furono invitati a partecipare ai film (in particolare “Our Latin Thing” e “Salsa”) né agli shows e concerti della Discografica (ossia la Fania All Stars); piuttosto, a suo dire, la partecipazione veniva offerta a gruppi di minor valore commerciale come l’Orquesta La Conspiración (il cui leader era bianco) e inoltre la partecipazione di artisti di colore era limitata a gruppi di altre Discografiche, come il Gran Combo e Manu Dibango, che parteciparono a degli shows poi inseriti nel film Salsa.
Il Gran Combo e Manu Dibango, gli invitati di colore della Fania

Il Gran Combo e Manu Dibango, gli invitati di colore della Fania

Nel culmine delle proprie accuse, Ángel Lebrón rivelò tempo fa ad un giornalista colombiano l’indegna proposta razzista che Masucci gli avrebbe fatto, ossia di sostituire il cantante Pablo Lebrón (di colore e un po’ sovrappeso, n.d.t.) con gente del calibro di Héctor Lavoe o Ruben Blades, che secondo il potente Manager avrebbero giovato all’orchestra con la loro pelle bianca e fisico snello.

Secondo Ángel, le idee razziste di Masucci andavano ben oltre il colore della pelle e coinvolgevano l’ambiente socio-culturale dei componenti della banda. Masucci a suo dire sarebbe stato contro al “contatto” dei Lebrón con la comunità afro-americana; ciononostante l’orchestra non fu ostacolata dalle radio proprio per l’ampio seguito da essa garantito.
Jerry Masucci e Johnny Pacheco, la cupola della Fania

Jerry Masucci e Johnny Pacheco, la cupola della Fania

La convivenza con gli altri membri della Fania non sembrava essere delle migliori, e secondo le parole del leader del gruppo, ogni volta che si incontravano in studio per registrare gli veniva offerta droga nel tentativo di farli entrare nel giro, cosa che non fecero.

Per l’impero Fania i Lebrón fecero ben 11 dischi (vedi discografia indicata), il primo dei quali fu “Picadillo A La Criolla” (1971-Cotique-1055) e l’ultimo “Criollo” (1982-Cotique-1106) e di cui due furono raccolte di successi (“The Best Of Lebrón Brothers” 1975-Cotique-1080 y “10Th Anniversary” 1977-Cotique-1093).

Nel 1984, anno in cui scadette il contratto con la Fania, i Lebrón vissero un’angosciante fase di stallo delle proprie attività a causa del ritiro forzato di uno dei suoi leader, il vocalista Pablo Lebrón.

PER OGNI SORRISO, CI SON DIECI LACRIME

Nel Gennaio 1981, i Lebrón vissero momenti drammatici quando il vocalista e leader Pablo Lebrón ebbe un attacco cardiaco i cui postumi lo costrinsero alla sedia a rotelle.

Pablo impiegò quattro anni per tornare a cantare col gruppo e comunque non recuperò del tutto; al momento in cui scriviamo (Luglio 2006) è vivente, per la gioia dei suoi fans e della famiglia.

Con l’obiettivo di soddisfare le richieste dei fans, Pablo interpreta due brani del suo repertorio compatibili con le sue mutate condizioni fisiche, e comunque solo in alcuni shows.

I Lebrón rimasero inoltre quattro anni senza entrare negli studi di registrazione, e ormai liberi del giogo della Fania firmarono per la Caiman Records e nel 1985 incisero “Salsa Lebrón”, in cui partecipò l’allora giovane Frankie Morales come voce principale.

L’orchestra inoltre introdusse nuovi membri della famiglia Lebrón; i fratelli Nadine (alle tastiere) e Ángel Junior (alle percussioni) entrambi figli del nuovo leader Ángel Lebrón, oltre ad Adrian (al trombone) figlio di José Lebrón parteciparono a questo disco.. Nel 1995 poi fu la volta di Corrine(un’altra figlia di Ángel) nella registrazione di “Ahora Te Toca A Ti” (Boso-0100).
Corrine Lebrón e Frankie Morales, nuova linfa negli anni 80 e 90

Corrine Lebrón e Frankie Morales, nuova linfa negli anni 80 e 90

L’88 è l’anno dell’ultima partecipazione di Pablo Lebrón coi suoi fratelli, nel disco “El Boso” (EAR-100) per la Discografica El Abuelo Records, dove interpreta “Tu Perteneces A Mi”, mentre gli altri brani son cantati da Ángel.

Le ultime notizie danno Pablo come possibile partecipante alla registrazione del CD del quarantesimo anniversario della banda.

Altri cantanti collaborarono con l’orchestra, e quello che più si distinse fu Luisito Ayala che collaborò – tra gli altri – con Roberto Roena, Bobby Valentin e il Gran Combo.
Luisito Ayala lasciò il segno nei Lebrón Brothers

Luisito Ayala lasciò il segno nei Lebrón Brothers

Luisito lasciò il segno specialmente nel CD “35Th Anniversary” (2002-Exclusivo-0602) dove appare in buona sintonia col gruppo. Altra hit notevole fu “Olvidarla” (“Lo Místico” 1998-Cotique-1109) ispirata ad una canzone hip hop americana.

Luisito Ayala fu sostituito dal Colombiano Kike Harvey per la registrazione del CD “Made in Colombia” (2004-Exclusivo-0204) dove si divide con Carlos Lebrón e Corrine.

Recentemente i Lebrón hanno inserito nel loro organico lo straordinario vocalista Frankie Vasquez (lo stesso dei Soneros del Barrio) che aveva già partecipato come corista nel succitato CD “Lo Mistico”
Kike Harvey a sinistra Frankie Vasquez l'attuale vocalista

Kike Harvey a sinistra Frankie Vasquez l’attuale vocalista

Lebron Brothers Festival Latinoamericando Milano 30/06/07

Il cantante di Cali (Colombia) Enrique Estupiñan fu invitato speciale nel CD “Loco Por Ti” (1988-Exclusivo-0302).

Nel 1989 i Lebrón Brothers ottennero una cosa mai vista, quella di far convergere 60.000 persone nella Plaza de Toros di Cali, circostanza mai più ripetuta e che consacrò definitivamente la loro popolarità in terra di Colombia, la loro nuova patria di adozione.

Nonostante il razzismo e le liste nere tanto note nella New York anni ’70, i Lebrón continuarono a lavorare grazie unicamente ed esclusivamente al loro talento, soprattutto in ambito salsero, laddove questo suono caratteristico della campana mai avrebbe cessato di deliziare i veri salseri, ancor piu sapendo che “… senza il Negro, non c’è guaguancó …”.

Fonti:

Busca Salsa : articolo originale di Gary Dominguez
Mambo Inn : intervista di Enrique Vigil Taboada
Cali Es Cali : intervista originale
PR pop articolo originale di Miguel Lopez Ortiz
Allmusic.org
Descarga.com
Congahead.com: immagine di Luisito Ayala
http://www.corrinelebron.net/ : immagine di Corrine Lebrón

Español

THE LEBRON BROTHERS
Salsa y Control, un asunto de família

“… control, control, salsa y control… tú me das la llave, y yo pongo el sabor…”
I cinque fratelli Lebron

A CAMINO DEL SOUL Y DEL RHYTHM & BLUES

Corria el año de 1954 y don Francisco Lebrón Feliciano decidió junto con su esposa intentar la suerte en el pais del norte, a pesar de ser primo del futuro famoso cantante Jose Feliciano (el ciego), no era propiamente la musica lo que lo empujaba a inmigrar.

Su hijo mayor Pablo, nacido en Aguadilla – Puerto Rico un 30 de junio de 1937, ya daba señales de que la musica corria en sus venas, el era medio hermano de Maria, Jose y Angel y hermano de Carlos y despues del menor Frankie (nacido en 1958 ya en tierras del Tio Sam).

Pablo demonstraba sus dotes artísticos de cantante presentandose en las rádios locales de Puerto Rico donde participaba de un trio, cuando se mudó para EEUU su primera actitud fue la de crear un grupo denominado “Las Tres Monedas” el cual se mantuvo hasta 1965 cuando forma la Orquesta Arecibeña. Por otro lado Angel y José también mostraban su talento en el grupo “Los Eltones” creado en 1962, y donde tocaba la bateria su primo Jose Manuel, eran los inícios de la decadencia de las Big Bands y del surgimiento de un nuevo ritmo que mezclaba letras en ingles y español y el sonido característico del R & B afro americano y en especial del Soul, tan dominante en la epoca con el performático James Brown & The Famous Flames quienes ya habian alcanzado suceso en las paradas norte americanas con su disco “Please, Please, Please” (1956-Polydor-610), este nuevo ritmo de quien nos referimos era el Boogaloo que marcaria su pauta a partir de 1966.
James BrownJames Brown Please, Please, Please, el suceso del Soul

La família Lebrón se estableció en el barrio negro del Brooklyn, en la ciudad de New York, en un sector no muy próximo de los latinos, asi acabaron por ser muy influenciados por lo afro americano.

Como buen boricua, Pablo nunca dejó de lado la influencia de la musica típica puertorriqueña engendrando asi un estilo hibrido que haria historia en un futuro proximo.

LOS LEBRON BROTHERS – UN ASUNTO DE FAMILIA

Cierta vez las agrupaciones de Angel y Pablo se juntaron para atender a un contrato de este ultimo en el club “Las Vegas” en el Brooklyn, llamaron también a su otro primo Hector para tocar las congas y consiguieron mantenerse en el local de lunes a viernes ganando algun dinerito, la agrupación resultante de ese junte pasó a llamarse de “Angel Lebrón Y Su Combo”, con Pablo en los vocales, Angel en el piano y bass, Jose en la guitarra y Jose Manuel en la bateria, Carlos y Frankie vendrian después (el primero en 1970 asumiendo el bongó y trayendo una nueva sonoridad a la campana, y el segundo en 1971 en substitución a Hector en las congas).

Tocaban musica en ingles mas de corte afro americano e hicieron mucho suceso aprovechando el extenso cancionero de este genero.

En 1966, Angel Lebrón es convidado a trabajar como asistente en una presentación de Tito Puente y de Ricardo Ray en el “Grand Paradise Ball Room” por esa epoca Johnny Colón ya habia despertado su atención con su disco “Boogaloo Blues”, mas fue el “Rey del Timbal” quien agudizó su sentido en dirección a lo latino.
Johnny Colón, Ricardo Ray y Tito Puente, inspiradores de Los LebrónJohnny Colón, Ricardo Ray y Tito Puente, inspiradores de Los Lebrón

A partir de ese momento la banda “Angel Y Su Combo” comenzó a incluir en su repertorio temas de boogaloo, Jose quien siempre se destacó como un tremendo arreglista se encargó de darle un tono mas ligero al nuevo ritmo.

Acreditaron que harian suceso grabando esta modalidad, acudieron entonces hasta el productor Pancho Cristal de la Tico Records mas recibieron una respuesta negativa de el (después lo homenajearian con el tema “Pancho El Loco” en una de sus posteriores producciones).

Insistieron con George Goldner el mismo productor de Johnny Colón en la Cotique Records y consiguieron una audición con este, cuando Goldner los escuchó tocar dos boogaloos le pareció que ya estaban listos para grabar excepto por el nombre de la banda, la cual por sugestión suya cambió la denominación para “Los Hermanos Lebrón” con la cual todos concordaron.
George Goldner, verdadero impulsionador de Los LebrónGeorge Goldner, verdadero impulsionador de Los Lebrón

La noche del 7 de julio de 1967 vió a los Lebrón Brothers grabar su primer disco titulado: “Psychodelic Goes Latin” el cual traia el hit “Descarga Lebrón” y mas cuatro boogaloos con letras en ingles.

El suceso fue inmediato y respaldados por la comunidad negra del Brooklyn, los Lebrón vendieron miles de copias de este disco.

LA IDENTIDAD AFRO DOS LEBRON

A pesar de sus origenes boricuas, los Lebrón se criaron en el barrio negro del Brooklyn y las influencias sonoras de esta región hicieron con que asimilem mas facilmente el estilo R & B.

Las rádios también tocaban sin problemas su musica, principalmente en los reductos del Harlem y del Brooklyn, esto determinó que la mayoria de sus seguidores sean afro americanos a pesar de que cortes salsosos ya habian hecho parte de su primera grabación. Asi de cada diez presentaciones, ocho eran para este público afro.

Por otro lado era la epoca del visual “África Look”, los Lebrón recibieron esa influencia y sus vestimentas utilizaban una indumentária colorida y llena de aderezos bien como el impagable peinado estilo “casco de moto”.
El Visual de la Soul MusicEl Visual de la Soul Music

En el ambiente salsero eso también se hizo presente, sobre todo en el campo visual, lo que los diferenciaba radicalmente era el estilo musical y ai los Lebrón estaban bien arraigados en el boogaloo y en el soul.

El disco “I Believe” (1969-Cotique-1022) lanzado después del segundo LP (“The Brooklyn Bums” 1968-Cotique-1015) caracterizó bien este detalle, en la capa aparecen Jose y Angel bien comodos con su indumentária soul de moda en esa época, en esta producción participa en los bongós por la primera vez, Carlos Lebrón y la banda se refuerza también con la trompeta de Eddie Dicupé.

La tendencia musical de los Lebrón continuaria la misma, y el boogaloo en poco tiempo ya entraria en franco declínio.
I Believe – la indumentária típica del soulI Believe – la indumentária típica del soul

Los Lebrón aún grabarian “Brother” (1970-Cotique-1039) en la misma tonica de lo afro americano, y mas un primer disco totalmente en español ya dando señales de lo que vendria mas tarde, titulado “Llegamos” (1970-Cotique-1042) y donde se destaca el hit “Mi Fracaso”.

SALSA Y CONTROL

Cuando el boogaloo comenzó a entrar en su curva descendiente, las bandas nuevayorkinas ya habian tomado el espacio del ambiente latino, con el apoyo de la disquera Fania gente como Willie Colón, Orchestra Harlow, y varias otras bandas de sonido marginal comenzaban a dictar las nuevas reglas.
Harlow y Colón liderando el movimiento salseroHarlow y Colón liderando el movimiento salsero

Era la hora de cambiar, los Lebrón resuelven entonces experimentar esa nueva expresión hibrida salida del sonido de los metales y cuya temática no dejaba de lado al cotidiano del barrio latino, similar en vicisitudes al bairro negro del Brooklyn.

De esta forma sale al mercado el disco “Salsa Y Control” (1970-Cotique-1049) verdadera obra clásica de la salsa y que definiria los rumbos de la banda para los años siguientes.

Es en esta producción donde se incorpora a Frankie Lebrón en las congas y aún cuentan con la participación del trompetista Ray Maldonado.

El tema “Salsa Y Control” caracteriza el aporte de los Lebrón para la salsa, si bien que dieron un parentesis a los arreglos instrumentales en sintonia con el soul y el R & B, trajeron para la salsa la influencia del doo-wop en la construcción vocal de sus coros siempre para seis voces, de esta forma conseguieron mantener la armonia necesária para la evolución de sus temas.

Esta produción alcanzó altos indices de ventas, gracias a ese estilo inigualable en los coros y permitiendo que la orquesta se escuche de una manera singular y diferente conquistando de vez los oidos de la comunidad salsosa.

Algunos entendidos afirmam que después de esta producción es que el termino salsa quedó definitivamente acuñado al movimiento, a pesar de que la capa del disco lo contradiga ya que la mención a la palabra salsa está caracterizada por una lata de salsa de tomate colocada en la cabeza de la modelo del disco (lo que acabaria por demonstrar de que la verdadera intención no seria precisamente la de identificar al ya consolidado movimiento).

Algo parecido sucederia despues cuando alguien propuso que era Ignácio Piñeiro el precursor de la nomenclatura cuando este entonaba:

“… Échale salsita, Échale salsita,
Ah, ah, ah, ah, ah…
Congo miró embullecido
Su butifarra olorosa,
Son las más ricas, sabrosas,
Las que en mi Cuba he comido
Échale salsita, échale salsita
Ah, ah, ah, ah…”

Obviamente Piñeiro hacia referencia a una situación gastronómica y no habia la mas mínima pretensión de identificar a todo el movimiento.
Salsa y Control, polémica en el uso de la palabra para identificar al movimiento salseroSalsa y Control, polémica en el uso de la palabra para identificar al movimiento salsero

EN LA UNION ESTA LA FUERZA

Eran los inicios de los 70’s, y dos acontecimientos marcarian de vez la carrera de los Lebrón, el primero, en 1971, cuando ocurre el fallecimiento de George Goldner ejecutivo de la Cotique y principal impulsionador de la carreira de ellos, y el otro acontecimiento fue el suceso de expansión de la Fania y que culminó con la adquisición, por parte de esta, de practicamente todos los sellos de musica latina que habian co-existido por vários años, inclusive la Cotique.

La adquisición de la Cotique por la Fania, permitia a esta ultima tener los derechos de la obra completa de los Lebrón y de dar continuidad al contrato de exclusividad de estes con el sello, en otras palabras salia la dirección de la Cotique (con Goldner ya fallecido) y tomaba el frente de todo el poderoso Jerry Masucci, quien segun declaraciones de Angel Lebrón era racista.

Las razones de Angel se basan en el hecho de que los Lebrón, a pesar de ir muy bien en las ventas de sus discos, nunca fueron tratados a la altura por la compañia, ya que jamás participaron de peliculas (“Our Latin Thing” y “Salsa” especificamente) o entonces de shows y conciertos con la agrupación representativa del sello (la Fania All Stars), ni siquiera convidada era a pesar de otros grupos de menos expresión comercial si, como “La Conspiración” por ejemplo (un detalle, Ernie Agosto, el líder de esta banda era blanco) en otras veces cuando habia la participación de artistas de color era preterida para dar lugar a grupos que no hacian parte del staff Fania, como es el caso de “El Gran Combo” y del africano Manu Dibango, quienes participaron de los shows que sirvieron de base para la pelicula “Salsa”.
El Gran Combo y Manu Dibango,los convidados negros de la FaniaEl Gran Combo y Manu Dibango,los convidados negros de la Fania

En la cumbre de sus acusaciones, Angel Lebrón relataria hace algun tiempo atrás para un periodista colombiano la indecorosa y racista propuesta que Masucci les habria hecho a ellos y en la cual sugeria cambiar al vocalista Pablo Lebrón por gente del perfil de Hector Lavoe o Ruben Blades, segun el poderoso ejecutivo, por el hecho de la orquesta necesitar al frente de ella un vocalista de piel blanca, y con buena apariencia física.

Segun Angel, las actitudes racistas de Masucci, iban mas allá del color de la piel y también afectaban la formación sócio-cultural de los componentes de la banda. Masucci seria contra también de la aproximación de los Lebrón con la comunidad afro-americana, mas apesar de esto la orquesta no fue perjudicada en las rádios precisamente por su legión de admiradores que los mantuvo en la mídia y que provenian de esa comunidad.
Jerry Masucci y Johnny Pacheco, la cúpula de la FaniaJerry Masucci y Johnny Pacheco, la cúpula de la Fania

La convivencia con los demas miembros de la Fania parecia no ser de las mejores, toda vez que se encontraban en el estúdio para grabar, segun palabras del líder de la agrupación, les era ofrecido drogas en una tentativa de atraerlos para el circulo mas los Lebrón nunca entraron en esa onda.

En el império Fania, los Lebrón grabarian mas 11 discos (ver discografia anexa) siendo el primero “Picadillo A La Criolla” (1971-Cotique-1055) y el ultimo “Criollo” (1982-Cotique-1106), de eses 11 dos son recopilaciones de sucesos (“The Best Of Lebrón Brothers” 1975-Cotique-1080 y “10Th Anniversary” 1977-Cotique-1093).

En 1984, año en que acabó el contrato con la Fania, los Lebrón vivian una angustiante fase de paralización de sus actividades en función de la retirada forzada de uno de sus lideres y principal vocalista Pablo Lebrón.

POR CADA RISA VIENEN DIEZ LAGRIMAS

En enero de 1981, los Lebrón vivirian momentos de dramaticidad cuando su vocalista y líder Pablo Lebrón sufrió un ataque cardíaco cuya secuela fue la de dejarlo postrado a una silla de ruedas.

Pablo tardaria cuatro años para volver a presentarse con la agrupación y asimismo no se recuperó por completo, hasta el cierre de este escrito aún se mantiene vivo para felicidad de sus fans y de su familia.

Con la finalidad de atender a los pedidos de sus seguidores, Pablo interpretaba dos temas de su repertorio que era lo que sus fuerzas conseguian hacer e cada show en que le era posible actuar.

Los Lebrón se quedaron también cuatro años sin entrar en los estúdios de grabación, ya liberados del yugo fanistico firmaron con la Caiman Records y en 1985 grabaron “Salsa Lebrón” que incluía al nuevo, y en ese entonces joven, vocalista Frankie Morales como voz principal.

La orquesta también adoptaria nuevos miembros de la dinastia Lebrón, los hermanos Nadine (en los teclados) y Angel Junior (en la percusión) los dos, hijos del nuevo líder Angel Lebrón y mas Adrian (en el trombón) hijo de Jose Lebrón participarian de este disco. En 1995 seria la vez de Corrine (otra de las hijas de Angel) participar de las grabaciones de “Ahora Te Toca A Ti” (Boso-0100)
Corrine Lebrón y Frankie Morales, sangre nuevo en los 80’s y 90’sCorrine Lebrón y Frankie Morales, sangre nuevo en los 80’s y 90’s

En 1988 ocurre la ultima grabación de Pablo Lebrón con sus hermanos, se trata del disco “El Boso” (EAR-100) para el sello El Abuelo Records, aqui Pablo interpreta “Tu Perteneces A Mi”, los demas temas se quedan a cargo de Angel.

Informaciones recientes afirmam sobre la posibilidad de Pablo participar de las grabaciones del CD del 40Th Aniversario de la banda.

Otros vocalistas participaron del conjunto, el que mas se destacó fue Luisito Ayala el mismo que colaboró con Roberto Roena, Bobby Valentin y El Gran Combo entre otros grupos.
Luisito Ayala dejó  su marca em Los Lebrón BrothersLuisito Ayala dejó su marca em Los Lebrón Brothers

Luisito dejó su marca especialmente en las grabaciones del CD “35Th Anniversary” (2002-Exclusivo-0602) en donde aparece bien sintonizado con el grupo. Otro hit de destaque es “Olvidarla” (“Lo Místico” 1998-Cotique-1109) inspirado en una versión original oriunda del hip hop americano.

Luisito Ayala fue substituído por el colombiano Kike Harvey y este grabó el CD “Made In Colombia” (2004-Exclusivo-0204) donde comparte los vocales con Carlos Lebrón y Corrine.

Recientemente los Lebrón incluyeron en sus filas al extraordinário vocalista Frankie Vasquez (el mismo de Los Soneros Del Barrio) quien inclusive ya habia participado, en los coros, en la mencionada grabación del CD “Lo Místico”.
Kike Harvey a sinistra Frankie Vasquez l'attuale vocalistaKike Harvey a la izquierda Frankie Vasquez el actual vocalista

El cantante caleño Enrique Estupiñan tuvo una participación en el CD “Loco Por Ti” (1988-Exclusivo-0302) como convidado especial.

En 1989 los Lebrón Brothers consiguieron un hecho inédito, el de colocar mas de 60 mil personas en la Plaza de Toros de Cali, esto jamas se repitió en ninguna actividad de ese recinto, era la consagración definitiva de su popularidad en terras colombianas pais que los adoptó de vez.

Apesar del racismo y de las listas negras tan famosas en la New York de los 70’s, los Lebrón consiguieron mantenerse gracias única y exclusivamente a su talento, sobre todo dentro del ambiente salsoso, ese sonido característico del toque de su campana jamas saldrá de los oidos de los salseros de la mata mas aún cuando sabemos que: …sin negro no hay guaguancó…”.

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