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E’ morto Cheo Feliciano

Purtroppo abbiamo ricevuto la notizia della scomparsa di Cheo Feliciano a causa di un incidente automobilistico nella zona di Cupey, Río Piedras a Portorico.
Il cantante salsero e bolerista, famoso per aver suonato con tutti i più grandi artisti di musica afro-caraibica e per aver militato nella Fania All Stars, aveva 78 anni.

Negli ultimi tempi aveva avuto problemi di salute che però aveva brillantemente superato.

Cheo Feliciano
Cheo Feliciano

Questi alcuni commenti tratti dai social network:

Da parte nostra auguriamo a tutta la famiglia sentite condoglianze e ci piace ricordarlo così:

Il Concerto di Cheo Feliciano a Milano

Intervista a Cheo Feliciano

Ruben Blades e Cheo Feliciano nominati al Grammy per il miglior album di salsa

Lo bueno ya viene, ascolta il nuovo singolo di Ruben Blades e Cheo Feliciano!

Ed ecco il video dell’addio con tutti gli amici e tanti musicisti che avevano suonato con lui.

Cheo Feliciano

Cheo Feliciano dichiara di essere in cura per un cancro

26 giugno 2013

Il cantante Cheo Feliciano oggi pomeriggio con un comunicato stampa ha confermato che due mesi fa gli è stato diagnosticato un tumore, fortunatamente curabile e che conta di recuperare presto la piena forma.
Attualmente è seguito da un’equipe di specialisti e si sta curando con un trattamento di chemioterapia.
Cheo ha anche assicurato che i medici gli hanno confermato che potrà tornare presto alla sua attività artistica.
Da parte nostra gli facciamo tanti auguri di pronta guarigione.

Cheo Feliciano
Cheo Feliciano

Espanol

El cantante Cheo Feliciano confirmó en la tarde de hoy que fue diagnosticado con cáncer hace dos meses, según sus declaraciones en un comunicado de prensa.

El vocalista de 77 años señaló que se trata de un cáncer tratable y que confía en una pronta recuperación, ya que recibe tratamiento médico por un grupo de especialistas entre los que figura su oncóloga y radiológos.

A continuación carta de Feliciano a los medios de comunicación:

Hace dos meses fui diagnosticado con una forma de cáncer tratable. Gracias a mi Dios que nunca me ha abandonado en estos 77 años de vida y al grupo excelentes médicos, a cargo del cuidado de mi salud, estoy en plena recuperacion.

En la actualidad estoy recibiendo tratamiento de quimioterapia en forma de pastillas, que permiten un mayor funcionamiento y flexibilidad. Mi oncóloga, radiológos y especialistas, todos galenos a la vanguardia de los últimos avances en la medicina, están sumamente optimistas con mi cuadro clínico y me han asegurado que en los próximos meses podré volver a laborar en mi música y reanudar mis presentaciones artísticas. Desfortunadamente, la semana pasada me hospitalizaron por una pulmonía. Estuve internado en el hospital hasta el día de ayer martes y ahora me encuentro en reposo en mi hogar.

Aprovecho la oportunidad para agradecer públicamente el apoyo incondicional que he recibido, primeramente de mi familia, mis hijos, nietos, biznieta y de mi roca, mi amada esposa Cocó.

A todos los fanáticos alrededor del mundo que se han vertido en llamadas y atenciones y a mis hermanos colegas de la música que me han brindado su apoyo en esta etapa de mi vida.

Gracias por tanto amor. Sigan orando por mi pronta recuperación.

Lo que me resta es pedirles que por favor respeten mi privacidad y la de mi familia mientras continúo este proceso de recuperación. Espero con ansias poder estar muy pronto con todos ustedes. ¡Gracias familia !”

Cheo Feliciano

Concerto di Cheo Feliciano a Milano per il Festival LatinoAmericando 28 Giugno 2008

A cura di Tommy Salsero

28 Giugno 2008

A distanza di cinque anni ritorna al festival Latinoamericando un cantante che non ha bisogno di presentazioni: Cheo Feliciano.
Diversamente dall’ultima volta, in cui Cheo aveva suonato con i Mercado Negro, in questa occasione si presenta con la sua orchestra, più qualche inserimento di musicisti locali, come il bassista italiano che si è distinto per l’ottimo tumbao.
Diretti dal grande chitarrista e arrangiatore Luis Garcia, che oramai accompagna Cheo da tanti anni, il gruppo si compone di una sezione ritmica tradizionale con congas,timbales, bongò e campana, basso elettrico, piano elettronico Roland ed una sezione fiati composta da due trombe, due tromboni e un sax baritono.
Alla voce il grande Cheo Feliciano supportato da due coristi.

Ma veniamo al concerto.
Tutta piena finalmente, la piazza antistante il palco, che vedeva prevalere le presenze dei colombiani e peruviani.
Ci avevano detto che aveva un calo di voce, ma questo si è sentito solo in pochissimi momenti e da grande professionista ha portato a termine il concerto alternarnando sapientemente boleros (come la splendida “Amada mia”) a salse travolgenti.
Del resto Cheo è uno dei massimi esponenti del Bolero a dimostrazione della sua voce duttile e versatile in ogni genere come solo ai grandi è possibile, vedi anche Ismael Rivera, Beny Morè, Tito Rodriguez, ecc.

Il concerto ha toccato diverse epoche cominciando dagli inizi con Joe Cuba a suon di pachanga con il brano “A Las Seis” dove il nostro ha improvvisato alcuni passi di pachanga alla bella età di 73 anni!

Cheo Feliciano – A las seis

In questo brano e nei successivi due l’orchestra prende le misure e le trombe cominciano a scaldarsi, mentre anche il fonico migliora e riesce a dare piena potenza all’amplificazione mettendo in evidenza la sezione fiati che appariva sbilanciata nella prima fase del concerto.

Dopo una splendida introduzione nella quale ha raccontato di come Joe Cuba l’abbia portato al successo, si passa a grandissima richiesta a “El Raton”, apparso nel disco del 1964 Hangin’ Out del sestetto di Joe Cuba.

Splendido il botta e risposta tra pubblico e Cheo e altrettanto bello l’assolo di Luis Garcia al tres, strumento in cui è uno dei massimi virtuosi al mondo.

Cheo Feliciano – El Raton

Si arriva quindi all’epoca della collaborazione con Eddie Palmieri, che segue la separazione da Joe Cuba, con un paio di brani tratti dal bellissimo “Champagne” del 1969, disco registrato assieme al grande Cachao Lopez.

Splendida la versione di “Busca Lo Tuyo”, dove il bravissimo pianista Alex si lascia andare ad un assolo da antologia: riprendendo le linee guida dell’assolo originario di Eddie Palmieri nella seconda parte accende il pubblico con ribattute nello stile di Michel Camilo con la mano destra e alternando la mano sinistra in controtempo!

Cheo Feliciano – Busca lo tuyo

Si arriva al periodo di maggiore successo da solista di Cheo, quello con il grande Tite Curet Alonso, che davanti al pubblico definisce il più grande autore di salsa! Tra i brani veramente splendida la versione di “Los Entierros” tratto da “Estampas” del 1979 e senza parole la stratosferica “Anacaona”, con un altro grande assolo del pianista.

Cheo Feliciano – Anacaona

Alla fine come bis richiesto a gran voce, il grande Cheo si congiunge idealmente al più amato cantante della storia della Salsa…Hector Lavoe.

A colui al quale era stato vicino nel periodo della droga, dedica l’ultima meravigliosa canzone: Todo tiene su final.

Anche questo pezzo magistralmente interpretato da Cheo deve una buona parte della resa, come tutti i brani proposti al concerto, a colui che da tanti anni cura i suoi arrangiamenti, ovvero al virtuoso della chitarra Luis Garcia.
Luis ha riarrangiato tutti i pezzi, rispettando l’originale ma aggiungendo il suo punto di vista con sofisticate armonie, sostituendo accordi e modificando alcuni stacchi per i fiati, ecc.
Bellissimo ad esempio il montuno nuovo di zecca per Todo Tiene Su Final.

Cheo Feliciano – Todo tiene su final

Vengono lanciate sul palco magliette con il volto di Hector Lavoe che non mancano mai ad un concerto dove ci sono i latini, che la storia della salsa la conoscono molto bene…

Grazie ancora alla gentilezza di Cheo per l’intervista, al servizio stampa e al Festival Latinoamericando che da tantissimi anni si adopera per portare questi straordinari mostri sacri della musica latina nel nostro paese.

Clicca qui per leggere l’intervista fatta a Cheo Feliciano durante il Festival Latino Americando 2008

Si ringrazia l’organizzazione del Festival Latino Americando

Cheo Feliciano

Intervista a Cheo Feliciano

Intervista di Tommy Salsero e Dj Guaci realizzata al Festival Latino Americando il 28 Giugno 2008


L’intervista a Cheo Feliciano

Tommy Salsero: C’è un nuovo disco all’orizzonte con Ruben Blades.

Il disco è un progetto che stiamo portando avanti da molto tempo, però dato che Ruben è molto occupato con il Ministero del Turismo di Panama dobbiamo aspettare che registri la sua parte, mentre la mia è già pronta.

Il concetto del disco è che io canterò i suoi successi e lui i miei.

Spero che il disco sia disponibile alla vendita entro la fine di quest’anno.

Tommy Salsero: Che differenza c’è tra il modo di registrare una canzone oggi e nel passato, quando si registrava con un suono più aggressivo, più duro e tutti suonavano insieme?

C’è da dire che tutto si modifica, le nuove generazioni vogliono utilizzare i loro procedimenti e le nuove forme tecnologiche per registrare cercando la perfezione nel completare un prodotto.

Cheo Feliciano
Cheo Feliciano

Ai nostri tempi invece si dava la priorità a edificare bene un prodotto e non a come ultimarlo. C’era più sentimento e si cercava di proiettare le emozioni del momento, il calore, e per fare questo si realizzava tutto insieme e non in maniera fredda un pezzo alla volta.

Però alla fine quel che conta è che si continui a far salsa!

Tommy Salsero: Durante il tuo soggiorno presso il centro Hogar Crea (Centro di recupero per tossicodipendenti) hai registrato con l’orchestra Impacto Crea?

Si.

Tommy Salsero: Puoi parlarci del progetto Impacto Crea?

Il progetto nacque da alcuni musicisti che avevano avuto il mio stesso problema, tutti cercavamo un aiuto e per questo creammo il progetto CREA che all’epoca era agli inizi ma che oggi rappresenta un’istituzione fra le maggiori al mondo attiva nella lotta contro la droga, Hogares Crea Internacional. Questi musicisti in quel periodo cercavano di ricostruire la propria vita, esattamente come me, e prima di tutto volevamo lasciare un messaggio per essere d’esempio e far comprendere cosa stava succedendo dentro la fondazione Crea e dentro noi stessi. Fu un progetto molto bello.

Dj Guaci: Attualmente quali sono i musicisti portoricani che stanno facendo la miglior musica, quella che piace a te?

Ti posso dire che recentemente, lo scorso 20 Giugno, abbiamo celebrato i miei 50 anni nella salsa nel Madison Square Garden e mi ha accompagnato la Spanish Harlem Orquesta; quei ragazzi sono incredibili, i migliori che ci sono attualmente, sia come orchestra indipendente che per accompagnare qualsiasi cantante.
The Spanish Harlem Orquesta di Oscar Hernández, incredibili!

Cheo Feliciano con la Spanish Harlem Orchestra

Dj Guaci: È stato un onore e un piacere intervistarla.Può lasciare un saluto per tutti gli italiani che amano la salsa buena?

Io vorrei ringraziare di cuore ai salseri italiani che sono tanti.
A Portorico durante il Congresso della Salsa gli italiani sono stati cinque volte campioni della salsa!
Possiamo dire che l’Italia è la salsa!
Ed io vi voglio molto bene.

Dj Guaci: Un saluto per Salsabox che è il mio programma nella televisione de Lasalsavive.

Amici miei, un saluto dal vostro fratello Cheo invitandoli a guardare Salsabox, perchè questa è salsa, il resto è solo una copia!

I saluti di Cheo Feliciano ai lettori de LaSalsaVive

Clicca qui per leggere la recensione del concerto di Feliciano al Festival Latino Americando 2008

Ringraziamo il Festival Latino Americando per averci concesso l’opportunità di realizzare questa intervista.

Ruben Blades

Lo bueno ya viene, ascolta il nuovo singolo di Ruben Blades e Cheo Feliciano!

Ruben Blades
Ruben Blades

Finalmente è uscito “Lo bueno ya viene” il primo singolo di Ruben Blades e Cheo Feliciano che farà parte del nuovo album in uscita prossimamente.

La canzone è la rivisitazione del successo lanciato da Joe Cuba e dallo stesso Feliciano nel 1965 e tratto dall’album “Estamos haciendo algo bien”.

Il prossimo 29 maggio 2012 uscirà finalmente anche il nuovo disco delle leggende viventi della salsa Cheo Feliciano e Rubén Blades, intitolato “Eba say ajá”. La produzione del disco è a cura dell’etichetta Ariel Rivas Music.

Per maggiori informazioni potete andare sul sito di Ruben Blades.

Ruben Blades

Esce “El hijo del ricachon”, il nuovo lavoro di Eddie Montalvo con ospiti d’eccezione come Ruben Blades!

Ruben Blades
El hijo del ricachon, il nuovo tema di Ruben Blades e Eddie Montalvo!

Finalmente è uscito il nuovo album “El hijo del ricachon” di Eddie Montalvo in collaborazione con artisti del calibro di José Lugo e Ruben Blades.
L’ospite d’onore Rubén Blades canta “El hijo del ricachón“, canzone scritta dal leggendario compositore portoricano Catalino “Tite” Curet Alonso, e arrangiata da José Lugo.
Nel disco ci saranno anche altri grandi artisti di Portorico come Cheo Feliciano, Papo Lucca, Domingo Quiñones, Rico Walker, Wichy Camacho e altri.

Intervista in inglese a Eddie Montalvo che parla del nuovo disco in collaborazione con grandi artisti come Ruben Blades, Jose Lugo, Cheo Feliciano, Papo Lucca ecc.ecc.

Intervista a Larry Harlow

Domande a cura della redazione de Lasalsavive, Tommy Salsero, Enzo “Ciccio” Luoni, (si ringraziano inoltre Fabrizio Zoro e la Radio Svizzera Italiana) traduzione di Max Chevere, foto di Cafè Caribe, Daikil e Max Chevere


Milano, 15 luglio 2006

Larry Harlow
Larry Harlow con Tommy e Max

Come si formò musicalmente e come arrivò alla musica latina?

Tutta la mia famiglia era formata da musicisti, mio padre bassista e cantante, mia madre cantava l’opera, mio zio suonava il violino ed il sassofono e di conseguenza sin da bambino a casa mia ascoltavo musica 24 ore al giorno.
Quando avevo 13 anni andai alla scuola di musica a Manhattan (New York) e frequentando il barrio latino ebbi modo di girare per i negozi di musica e ascoltare i cantanti ed i gruppi che in quel periodo andavano per la maggiore, come Tito Puente, Machito, Tito Rodriguez e questa musica mi colpì molto, al punto che decisi di approfondirne la conoscenza.
In quell’epoca, anni 50, se non eri afro-americano e se non facevi uso di droghe eri quasi escluso dal giro del jazz ed io ero un ebreo bianco che non si drogava e di conseguenza mi avvicanai al genere musicale più vicino al jazz: la musica latina.
Iniziai a suonarla con gruppi afro americani, anche se si trattava spesso di canzoni molto semplici, come Mambo N.5 e Mambo N.2, e sapendo leggere musica molto bene fui accettato nel gruppo.
Durante la prima prova cominciai a suonare leggendo le note scritte nello spartito ma il direttore dell’orchestra sentendomi mi disse “ehi ragazzo, tu suoni in modo terribile!” e mi mandò fuori dal gruppo. Ero molto triste perchè non ne comprendevo il motivo.
Mi recai al primo negozio di dischi e comprai due LP uno di Noro Morales ed uno di Joe Loco, che erano pianisti molto famosi in quel periodo e imparai a memoria gli assoli.
Quando andai ad altri saggi e cominciai a suonare gli assoli di Joe Loco e Noro Morales, mi dissero:“ehi ragazzo ma tu suoni molto bene!!!”
Iniziai a suonare a 15 anni con una band chiamata Randy Carlos ed ebbi l’opportunità di fare le prove per due mesi a Catskills, una località di montagna a circa un’ora e mezza da New York City che era piena di hotel dove suonavano le migliori band di Rumba formate da cinque/sei musicisti e fra questi c’erano artisti come: Charlie Palmieri, Eddie Palmieri, Tito Puente, Joe Loco.

Cominciai a suonare con un gruppo piccolo che divenne nel tempo molto famoso.
Nel periodo natalizio del 1956 andai a Cuba con il mio collegio per una vacanza di dieci giorni, e per me fu come vedere un Paradiso, questa è la verità, in ogni strada si trovavano gruppi, trios, charangas, trovas, Benny More’ di quà, Aragon di là, fu un’esperienza fantastica.
Quando rientrammo a New York decisi di tornare a Cuba per studiare con questi grandi musicisti le radici della musica afro-cubana anche se nel 1959 con l’ascesa al potere di Fidel Castro, tutti gli americani furono obbligati ad andarsene dall’isola e così dovetti tornare a casa.
A quell’epoca Jerry Masucci studiava con me all’Università dell’Havana (Cuba) e di fronte c’era una cafeteria (coffe shop) che si chiamava “Fania” dove c’erano un piano acustico, un contrabbasso, delle congas, e altre percussioni e tutti gli studenti si trovavano lì per descargar (jam session) e questo nome rimase impresso a Jerry.
Nel 1964 suonavo nella Fiera mondiale di New York con Johnny Pacheco che cercava un avvocato per aprire un’attività di casa discografica indipendente per registrare musica differente, e Pacheco pensò di chiamare Jerry Masucci (che era avvocato), lui gli prestò 30.000 dollari e così nacque la Fania Records.

In quel periodo non esistevano gruppi di trombe e tromboni, c’erano orchestre di trombe o di tromboni e flauto come Eddie Palmieri,Machito con sax e trombe, e quindi cominciai a scrivere musica differente; suonavamo un giorno a settimana (il venerdì) con questa nuova formazione (Orquesta Harlow) che includeva trombe e tromboni in un locale che si chiamava “Chez Josè” a New York.
Un giorno arrivò Jerry Masucci e dopo averci sentiti suonare disse: “Hey kid!Io ho una compagnia discografica e devo farti firmare un contratto discografico.Mi ha mandato il mio direttore musicale per sentire il tuo gruppo”.E sapete chi era il suo direttore musicale?…Johnny Pacheco! (e scoppia in una grossa risata).
E così io fui il primo artista a firmare per la Fania Records.

Vorrei chiederle qualcosa della sua esperienza musicale con Joe Cuba e Cheo Feliciano

Negli anni 50 Joe Cuba era molto famoso nel barrio “montañas” perchè suonava con un sestetto compatto che comprendeva cantanti come Cheo Feliciano e Jimmy Sabater, (ndr: all’epoca c’erano in genere orchestre di dimensioni maggiori), inoltre lui suonava in modo differente e scriveva musica differente in uno stile da strada, “de barrio”.
Adesso e’ molto malato ma vivo, ha settantotto anni e non può camminare ma continua a lavorare in quanto è ancora molto lucido (ndr Joe Cuba morirà alcuni anni più tardi).

Che pensa della salsa di oggi?

Adesso c’è una rinascita della salsa dura, specialmente a Portorico e negli Stati Uniti, anche in Venezuela.
Io credo che la musica latina si rinnovi con cicli settennali, negli anni cinquanta c’era il mambo, dopo è arrivata la musica latina, poi è arrivato il boogaloo, a seguire la salsa dura, poi il latin hustle, quindi la salsa monga.
Adesso i giovani che ascoltano salsa stanno riscoprendo la salsa dura, anche se non conoscono Larry Harlow o Johnny Pacheco quando sentono una canzone di salsa monga ed una di salsa dura ci pensano un attimo e poi scelgono subito la salsa dura (scoppia in una fragorosa risata!). Ed in questo modo stanno riscoprendo la salsa dell’epoca d’oro.
Molti grandi artisti adesso sono morti (TIto Puente, Celia Cruz, Pete El Conde, Hector Lavoe), siamo rimasti Eddie Palmieri ed io, Johnny Pacheco ormai non suona più,e adesso io sono diventato uno dei grandi artisti viventi e negli Stati Uniti la gente che adesso ha cinquant’anni ha una concezione della musica legata a quei tempi e di conseguenza quando vogliono organizzare un concerto o promuovere qualche iniziativa latina, chiamano gli artisti come Larry Harlow o Eddie Palmieri.
E adesso il mio telefono suona continuamente!

Cosa pensa degli artisti che mischiano il reggaeton con la salsa (salsaton)?

Bene, come sai gli artisti che suonano reggaeton copiano i temi musicali dei musicisti che suonavano salsa dura. Adesso i proprietari della FANIA di EMUSICA hanno preparato un nuovo progetto per mischiare il reggaeton con la salsa della Fania che dovrebbe uscire il prossimo Dicembre (con Tego Calderon e Ivy Queen fra gli altri) e del quale sono il direttore musicale.
Ad esempio Ivy Queen canterà Quimbara e sarà una fusione fra salsa e reggaeton.

Negli anni settanta lei seguiva due principali filoni musicali, uno principalmente legato alla tradizione cubana e l’altro più innovativa e d’avanguardia…

(Larry interrompe la domanda…)In realtà io ne ho tre.
Una produzione musicale mischiata con la musica americana, un’altra legata alla tradizione del Conjunto e l’altra di Charanga.
E questo perchè ho la fortuna di avere alcuni musicisti nella mia orchestra che alternano due violini ed i fiati allo stesso tempo, perchè come sapete hanno tre suoni diversi.
Nell’anno 69 io avevo un gruppo che si chiamava Amber Gris che era formato da due o tre ragazzi del gruppo afro americano Blood Sweat Tears, quando registrammo “Me and my Monkey” mischiando musica americana con salsa e dove suonavano molti musicisti americani.

Infatti negli anni settanta ci furono molti esperimenti di musicisti afro americani che suonavano con i latini, un pò quel che accade oggi con la salsa e l’hip hop, ed oggi quel che fanno a Cuba con la timba mescolando funky con rumba…

Il problema a Cuba dopo l’avvento di Fidel Castro, con generi come Mozambique, Songo, Timba è che la gente negli Stati Uniti non li sa ballare.
Un gruppo cubano è venuto a suonare al Copacabana di New York e dopo il primo pezzo il proprietario ha fermato il gruppo e annullato il concerto. Alla gente non piaceva e questo perchè non sapevano ballare la timba.
Secondo me l’embargo a Cuba è negativo, molto negativo.
La musica di Cuba è incredibile, i musicisti altrettanto.
Vi immaginate cosa sarebbe potuto nascere dalla fusione della salsa con la timba?
Un altro problema secondo me è legato ai Congressi di Salsa.
Ai ballerini non interessa sapere chi sta suonando.
Pensano alle scarpe, se sono visti da altre persone ma non gli interessa della musica.
Negli anni del Palladium i ballerini erano ispirati dai musicisti ed i musicisti erano ispirati dai ballerini e più i ballerini ballavano bene, più l’orchestra caricava i pezzi.

Tornando ai Congressi…avevo chiamato l’ufficio di Albert Torres e mi risponde un ragazzo, gli dico:”vorrei parlare con Albert Torres” e lui: “chi parla?” ed io: “Larry Harlow”.
Mi risponde:”in questo momento non si trova in ufficio…come si scrive Larry Harlow?” (scoppia una grande risata). Gli dico:”Sei latino?E quanti anni hai?” e lui”quindici”!
Non sanno chi sono io o chi è Eddie Palmieri.
Interviene il cantante di Larry Harlow: un altro problema è legato alle radio, particolarmente quelle di New York, che spingono quasi esclusivamente il reggaeton.Adesso la musica sta bene, abbiamo nuovi musicisti e vorremmo poter esprimere la nostra musica.Purtroppo le radio non danno spazio alla salsa, non c’è equità fra salsa e reggaeton.
Riprende Larry:Ad esempio La Mega (la catena di Radio) che è presente negli Stati Uniti e a Portorico con diverse radio.
I proprietari sono due cubani, la radio è una delle più importanti di New York, tanto per dire 30 secondi di pubblicità costano 2.000 dollari! E’ incredibile! Nell’ultima registrazione che ho fatto con la “Leyenda Latina” nel 1998 mi ero proposto alla radio La Mega dicendo che avevo realizzato un disco con musicisti di varie estrazioni (latin jazz, charanga, salsa romantica)ma la risposta fu:”non avete nulla di reggaeton?” Ed io riposi:”come???”.
La gente a Portorico conosce la musica, la radio Z93 propone salsa 24 ore al giorno.
Interviene di nuovo il cantante: in questo momento abbiamo molto bisogno dei siti internet come il vostro (riferito a Lasalsavive), e dell’aiuto dei dj, che sono altrettanto importanti.

In Europa non abbiamo molte radio che trasmettono latino, ed i siti internet ed i dj hanno un ruolo fondamentale per divulgare questa musica…

E non solo.
Pensate che per venire a suonare in Europa ho dovuto subire la concorrenza di gruppi cubani che vendono i propri spettacoli a 3000 euro e noi non possiamo suonare a quella cifra.
A parte alcune realtà come a Milano dove hanno pagato una cifra giusta, il volo e l’hotel a cinque stelle, ce ne sono state altre (come alle Isole Canarie o ad Amsterdam) che ci volevano per 3000 Euro perchè dicevano che i gruppi cubani chiedono quella cifra.
Vedete, loro suonano per poco, il viaggio da Cuba è quasi gratis, magari si accontentano di sistemazioni economiche perchè a Cuba non c’è quasi nulla.
Interviene il cantante: noi non vogliamo togliere nulla ai cubani, loro sono ottimi musicisti.
Il punto è che l’embargo a Cuba sta rovinando anche i musicisti degli Stati Uniti perchè da Cuba vendono gli spettacoli per pochissimo e questo crea problemi anche a noi.
Per fortuna che ci sono orchestre come quella di Larry Harlow che danno l’opportunità anche ai più giovani di poter suonare, in questa orchestra ci sono molti musicisti che hanno già realizzato un proprio disco.
Ancora Larry: Pensate alla Leyenda Latina, i musicisti che ne fanno parte sono tutti dei grandi.
Bobby Sanabria ha fatto molti dischi, Luis Bauzo ha suonato con Machito per diversi anni, il sassofonista ha suonato con Mariah Carey, Lewis Kahn ha suonato con tantissimi musicisti, Chembo Corniel con Tito Nieves. Sono tutti dei grandi musicisti.

Attualmente chi sta facendo la miglior salsa a New York e Portorico?

Più o meno sono sullo stesso livello.C’è una differenza, a New York sono più creativi. Le armonie jazz,gli arrangiamenti ed i compositori sono più moderni.
Negli anni 50 la musica era molto semplice, fatta di storie semplici come quelle con il cha cha cha.
Non c’era storia.Negli anni seguenti, soprattutto negli anni sessanta e settanta la musica cambiò moltissimo.Era il tempo delle rivoluzioni giovanili, di Woodstock, del Vietnam,delle proteste, della guerra, ed i compositori realizzarono canzoni con tematiche importanti, di amore e umanità, mentre gli arrangiatori iniziarono ad utilizzare armonie più moderne dal jazz, e piano piano nasce la musica che si chiama salsa.
Successivamente con i film della Fania si aprirono le porte del Sud America, e a seguire dell’Europa e del Giappone e adesso è incredibile, vado in Finlandia e trovo orchestre di salsa che cantano in finlandese!In Giappone anche.
C’è il gruppo di Sakamoto che suona come Machito!
Il prossimo mercato ad aprirsi alla salsa sarà quello della Cina.

Come mai Lewis Kahn ha mantenuto il suo nome e lei che si chiama Lawrence Ira Kahn l’ha cambiato?

Entrambe le nostre famiglie sono di origine austriaca, di Vienna, entrambe ebree. Il mio bisnonno aveva 19 fratelli e sorelle.
Mio padre a 19 anni suonava il sassofono, se ne andò a Washington dove ebbe un’incidente automobilistico. Il dottore che l’operò e gli salvò la vita si chiamava Harlowe, io ho tolto la “e” ed in suo onore ho preso il suo cognome.
Però la gente in Sud America aveva difficoltà a pronunciare il mio nome d’arte e per semplificarlo nacque il secondo soprannome “El Judio Maravilloso” che per loro era più immediato di Larry Harlow.

Qual’è il cantante che nella sua carriera le è piaciuto maggiormente?

Io iniziai con un cantante cubano che si chiamava Felo Brito, che era anche un ballerino nell’orchestra di José Fajardo.
Da allora, anche quando tornai a New York da Cuba, continuai a cercare musicisti cubani. Avevo Chocolate Armentero, Monguito el unico come secondo cantante.
Quando Ismael Miranda aveva 15 anni lavorava per mio fratello Andy che aveva un sestetto. Capii subito che per la sua età aveva una marcia in più, lo presi dall’orchestra di mio fratello e lo feci cantare al lato di Monguito per un anno.
Era un incredibile maraquero ed un ottimo sonero, fin dall’inizio si intravedevano le sue grandi qualità di sonero, ad es.aveva i suoi piccoli segreti, aveva qualcosa di Miguelito Cuni e sapeva già utilizzare i piccoli trucchi del soneo, l’uso di certe parole come “camarà” per finire la frase, imparò molto in un anno e dissi ciao a Monguito.
A 16 anni diventò il mio primo cantante, era l’epoca del boogaloo, quando registrai dischi come El Exigente. C’era una canzone che si chiamava las luces (le luci), perchè le luci erano tipiche della psicadelia che andava in quegli anni.
Fu un periodo molto pazzo della mia vita! (esplode in una fragorosa risata)
Miranda restò con me per sette anni, poi andò a Portorico ed io chiamai Junior Gonzalez per registrare “Hommy” dove c’erano altri grandi artisti come Justo Betancourt, Celia Cruz, Pete El Conde Rodriguez, e nel palco imparò moltissimo da loro.
Dopo arrivò Nestor Sanchez, che per me è uno dei grandi fra i soneros.
Mi piaciono molto anche Tito Allen, Andy Montañez, Oscar D’Leon che sono davvero grandi soneros con le parole e la poesia che arrivano dal cuore.
Io non sono un fanatico di Hector Lavoe, che però ebbe un gran periodo con Willie Colon.
Hector era un soneros de la calle (della strada), però per me non aveva melodia, usava bene la parola, però non aveva melodia creativa.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

E voglio morire sul palco! (altra fragorosa risata!)

 

Il nuovo progetto di Estrella de Fania e registrare un nuovo disco con La Leyenda Latina, e poi ho una bellissima famiglia e sono molto contento.

Ascolta i saluti di Larry Harlow a La Salsa Vive!

Si ringrazia l’organizzazione del Festival Latino Americando per la disponibilità dimostrata

Cheo Feliciano di nuovo insieme con il Sexteto di Joe Cuba!

Il ritorno di Cheo Feliciano insieme al Sexteto di Joe Cuba

Dopo una lunghissima attesa durata 32 anni, Cheo Feliciano torna a cantare con il Sexteto di Joe Cuba, purtroppo con la grande assenza del fondatore che è scomparso nel 2009.

La grande reunion si terrà a New York durante il New Jersey Salsa Congress il giorno 29 Aprile 2012.

Un evento assolutamente IMPERDIBILE!

Vai al sito del New Jersey salsa congress.

Ecco alcuni video tratti dall’incontro degli anni ottanta alla trasmissione televisiva “Noche de Gala“.

Addio Joe Cuba

15 Febbraio 2009, muore a New York Joe Cuba

Joe Cuba insieme alla sua sposa María in una foto dell’anno 2006. (AP / Julie Jacobson) – foto tratta da Primerahora.com

Muore il percussionista portoricano Joe Cuba

domenica, 15 febbraio 2009
Laura N. Pérez Sánchez / Prensa Asociada

Il famoso percussionista portoricano Joe Cuba è morto oggi, domenica, a New York, per complicazioni legate a un infezione batteriologica. Aveva 78 anni. Il cantante Cheo Feliciano ha confermato che il musicista è morto alle 5 del pomeriggio ora di Puerto Rico, nell’ospedale Monte Sinaí di New York, il giorno dopo che i medici hanno staccato i macchinari che lo tenevano in vita artificialmente.

Joe Cuba lottava da diversi anni contro questa infezione che aveva contratto durante un intervento dove gli era stata messa una protesi a seguito di una caduta.

Feliciano che si trovava a Portorico per preparare un concerto in Svizzera, ha raccontato di aver chiesto il permesso alla famiglia di telefonargli per dargli l’ultimo saluto.

“Gli ho detto che Dio ha una missione con tutti noi e che quando sta arrivando la fine di questa missione dobbiamo tornare nel posto da dove veniamo, che dobbiamo ringraziare Dio per tutte le opportunità che ci ha dato e che doveva sentirsi sereno e prepararsi per il passaggio”.

Feliciano, che debuttò come cantante nel 1957 con il Sexteto di Joe Cuba, ha approfittato dell’occasione per ringraziare il musicista, il cui vero nome era Gilberto Calderón, per avergli dato l’opportunità che avrebbe segnato la sua carriera per sempre.

Ha inoltre ricordato che il Sexteto di Joe Cuba si era caratterizzato per la forma d’interprezione della salsa per tutto il decennio degli anni sessanta.

In quel periodo la maggior parte dei conjuntos di successo erano orchestre, mentre Joe Cuba lanciò un sestetto che incorporava tre cantanti che allo stesso tempo suonavano strumenti di percussione e ballavano seguendo degli schemi, “un po’ come fa adesso El Gran Combo”.

“È stato il gruppo più dinamico che ci sia stato. Tutti i gruppi latino americani che suonavano erano orchestre. Poi nacque il sestetto con il suono di un vibrafono e questo portò una grande euforia perchè era qualcosa di nuovo”, continua Feliciano, che insieme al Sexteto lanciò temi come “El ratón”, “El pito” e “A las seis”.

Socorro “Cocó” Prieto, sposa di Feliciano, ha detto alla Stampa Associata che il feretro di Cuba resterà per due giorni a New York e dopo sarà portato per le strade dove nacque e visse il musicista, nato nella Grande Mela nel 1931.

Il suoi resti saranno cremati in questa città, dove risiede tutta la sua famiglia che è originaria di Naguabo.

Fonte: Primera Hora

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El afamado percusionista puertorriqueño Joe Cuba murió hoy, domingo, en Nueva York por complicaciones relacionadas a una bacteria que se le había alojado en el cuerpo. Tenía 78 años.

El cantante Cheo Feliciano confirmó que el músico murió a eso de las 5:00 de la tarde, hora de Puerto Rico, en el hospital Monte Sinaí de Nueva York, un día después de que los médicos desconectaran las máquinas que lo mantenían con vida luego que la mayoría de sus órganos vitales fallaran.

Cuba llevaba varios años luchando contra la bacteria que, en un principio no se sabía dónde estaba alojada, pero que luego los médicos confirmaron que se encontraba en una prótesis de cadera que fue implantada al salsero tras una caída.

Feliciano narró que, poco antes de que el corazón de Cuba dejara de palpitar, él solicitó a la familia que le permitiera despedirse a través del teléfono, ya que se encuentra en Puerto Rico preparando un próximo viaje de trabajo a Suiza.

“Le dije que Dios tiene una misión con todos nosotros y que, cuando está llegando el final de esa misión, tenemos que irnos al sitio de donde venimos”, relató Feliciano en entrevista telefónica con Prensa Asociada.

Feliciano, quien debutó como vocalista en 1957 con el Sexteto de Joe Cuba, aprovechó la oportunidad para agradecer al músico, cuyo nombre de pila era Gilberto Calderón, por darle la oportunidad que marcó su carrera musical para siempre.

“Le dije que estamos agradecidos de todas las oportunidades que dios nos dio, y que debe sentirse tranquilo y prepararse para la transición”, sostuvo.

Recordó cómo el Sexteto de Joe Cuba marcó la diferencia en la forma en que se interpretaba la salsa allá para la década de 1960.

Entonces, la mayoría de los conjuntos de éxito eran orquestas, mientras que Cuba trajo a un sexteto que incorporaba a tres cantantes, que al mismo tiempo tocaban instrumentos de percusión y bailaban siguiendo una rutina “como eso que hace ahora El Gran Combo”.

“Fue el grupo más dinámico que hubo. Todos los grupos latinoamericanos que sonaban eran orquestas. Surgió un sexteto con el sonido de frente de un vibráfono, y eso causó una euforia porque era diferente”, relató Feliciano, quien junto al Sexteto popularizó temas como “El ratón”, “El pito” y “A las seis”.

Socorro “Cocó” Prieto, esposa de Feliciano, indicó a la AP que el féretro de Cuba será velado por dos días en Nueva York y luego llevado por las calles en las que se crió y vivió el músico, nacido en la Gran Manzana en 1931.

Se espera que sus restos sean cremados en esa ciudad, donde reside toda su familia que es oriunda de Naguabo, indió Prieto.