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Qui potrete leggere tutte le nostre biografie!

All’interno di questa sezione troverete le biografie dei principali artisti di salsa e gli articoli realizzati in collaborazione con alcuni importanti giornalisti e studiosi del settore.
Con l’occasione abbiamo il piacere di presentarvi Gherson Maldonado, famoso produttore e conduttore radiofonico di vari programmi fra i quali Concierto Caribe e Ritmo, Sabor y Estilo nonchè coordinatore del forum creato dal Ministero della Cultura venezuelano sulla storia della salsa in quel paese. E’ inoltre collaboratore di alcune riviste venezuelane ed internazionali.

Diamo il nostro benvenuto a Gherson!

Fra i nostri collaboratori abbiamo inoltre due “vecchie conoscenze”:

* Tato Conrad, “Cocolo”, titolare della più antica Accademia di salsa a Puerto Rico nonchè grande studioso della musica e delle tradizioni caraibiche.
* Tommy Salsero

Willie Rosario ha detto che nonostante i suoi 82 anni non ha alcuna intenzione di ritirarsi, anche se è più selettivo nello scegliere le date.

Willie Rosario: la biografia e la discografia

Willie Rosario: la biografia e la discografia

a cura di Daikil


foto tratta dal sito ufficiale di Willie Rosario www.willierosario.com

Il direttore d’orchestra, percussionista, compositore e DJ, Fernando Luis Rosario-Marin, Willie Rosario, detto “Mr. Afinque”, nasce il 6 maggio 1924, a Coamo, Portorico.
Comincia a suonare chitarra e saxofono dall’età di sei anni nel suo paese natale, incoraggiato dalla madre. Qui a sedici anni forma il Conjunto Coamex. Un anno più tardi W. si trasferisce con la sua famiglia nello Spanish Harlem di Nueva York, dove si distingue come conguero nelle orchestre di Noro Morales, Aldemaro Romero e Johnny Seguí, ma anche in quelle di Joe Quijano e Wilfredo Figueroa. Nel frattempo studia anche giornalismo e relazioni pubbliche.
Inizia ad interessarsi ai timbales dopo aver visto Tito Puente suonarli al famoso Palladium di NY. Gli interessa anche lo stile di Ubaldo Nieto, che suona con Machito e che l’aiuta a creare un suo stile. Le sue prime lezioni di timbales le prende col percussionista Henry Adler a 22 anni di età. Durante questi anni ascolta il Sexteto Puerto Rico, l’Orquesta de Rafael Muñoz con il suo cantante José Luis Moneró, Mingo y sus Whoopee Kids con la cantante Ruth Fernández, e César Concepción.

Dopo aver suonato nelle orchestre più importanti , nel 1958 Willie crea la sua propria orchestra, che si accinge a diventare una delle più acclamate nel mercato latinoamericano, in particolare nei più prestigiosi locali notturni della Grande Mela. Una sera visita il Little Neck, sede a Long Island del cantante e bandleader Tito Rodriguez, il quale gli insegna ad amministrare e dirigere un’organizzazione disciplinata di musicisti. Impara a sviluppare il suo proprio stile di rilassato ma ardente swing da Rodriguez. Nello spirito di “aiutare uno di loro”, i Portoricani Tito Rodriguez e Tito Puente aiutano la band di Rosario ad attingere dai pezzi dei loro repertori, in attesa di crearsene uno suo.

foto tratta dal sito ufficiale di Willie Rosario www.willierosario.com

Al Santiago, il proprietario della Alegre Recordings, scrittura Charlie Palmieri per organizzare un serie di sessioni jazz “Descargas” per registrarle. W. Rosario viene selezionato come percussionista.
Nel 1962, Rosario viene nuovamente richiamato per un nuovo lavoro con la Alegre Records. In questo periodo viene scritturato anche dal Tropicana insieme al compatriota e grande amico Bobby Valentin, ed alla sua band si aggiungono la voce di Carlos Pizzaro e Frankie Figueroa alle congas, il quale di lì a poco diventerà cantante della band di Tito Puente.

Durante la mania della “Charanga” di questi primi anni ’60 , Al Santiago si aggiudica la band di Rosario per tutte le date del suo club. Dopo la chiusura della Alegre e dopo che il suo mecenate Santiago diviene debole, Rosario apprende la realtà del mondo della musica latina di NY. Impara presto che l’ingaggio di orchestre da ballo per le date dei clubs è come un circo; lo stesso show viaggia da un club all’altro, e chi non ha agente non riesce a guadagnare abbastanza. Il popolare DJ latino Dick “Ricardo” Sugar procura a Rosario una registrazione per la Atco Atlantic Record, dal titolo “Boogaloo Y Guaguanco”;, con Adalberto Santiago alla voce. Nel testo sul retro di questo LP Sugar scrive: “il successo si misura sfortunatamente in termini monetari, se avvenisse in termini di abilità, uno dei musicisti latini di maggior successo sarebbe Rosario”. Scrive ancora “lui è una di quelle personalità rare, colte e raffinate che ti costringe a cercarlo fuori, piuttosto che imporsi alla tua attenzione.”

Per sostenere la sua famiglia, Willie fa diversi lavori, uno come insegnante di percussioni. In più fa il magazziniere per un distributore di cibo durante il giorno e di notte era un supervisore per la posta. Nel 1967 è DJ in un programma di latin jazz chiamato WADO: un programma in lingua spagnola sulla storia della musica latina, sulle origini dei ritmi e gli aneddoti. La programmazione include invitati come Tito Rodriguez, il pianista e bandleader Pete Rodriguez, Larry Harlow, Joe Quijano, eccetera. Rosario può così essere ascoltato da tutta la NY latina.

Rosario non può stare lontano dalla musica. Organizza una band e cerca ingaggi. E lo fa senza un’incisione recente, cosa quasi impossibile da ottenere. Pete Bonet, al tempo cantante di Louie Ramirez, che scrittura band per il Corso Ballroom, procura 12 date a Rosario. Nel 1970 una nuova gestione del Corso pone fine al contratto di Rosario.

L’anno seguente la sua fama cresce dopo l’incisione per l’etichetta Inca di “El Barrio Obrero A La Quince”, in collaborazione con Gilberto Santarosa, Tony Vega ed altri numeri uno a Portorico. “El Barrio Obrero è il mio più grande successo” afferma Rosario. Ritorna a Portorico ed un nuovo mondo gli si spalanca davanti. Dopo sei mesi la sua band lavora stabilmente.

foto tratta dal sito ufficiale di Willie Rosario www.willierosario.com

L’orchestra di Rosario è una scuola di musica. Non pochi esponenti attuali di salsa e latin jazz si “laurea” all’università di Rosario ed afferma che non c’è un gruppo in nessuno palco del mondo che superi l’Orchestra di Rosario. W. Rosario fonda la sua propria compagnia di produzione musicale a Portorico e la chiama “WilRo Productions”. Sin dall’inizio l’orchestra di W. è stata considerata una delle orchestre più d’avanguardia nella scena latina.

Nei 40 anni alla direzione della sua orchestra Willie è stato in tour in moltissimi paesi quali Venezuela, Panama, Colombia, Messico, Curazao, Islole Vergini e tutti gli Stati Uniti. Come direttore d’orchestra W. è considerato come innovatore per aver introdotto, al fianco di quattro trombe, il sax baritono nella formazione tipica di salsa a partire dal 1965, sostituendo il tradizionale trombone.

Ad oggi Rosario ha registrato 40 album, tanto da essere nominato ai Grammy’s nel 1987 per la sua produzione “Nueva Cosecha”, ma ha ricevuto anche altri numerosi riconoscimenti come diversi dischi d’oro e di platino e premi quali il Premio Agüeybaná de Oro, il Premio ACE e quello Diplo y Paoli. Uno dei sui ultimi albums è “Back to the future”, inciso in occasione dei suoi 40 anni di carriera ed al quale hanno preso parte artisti come Gilberto Santa Rosa, Tony Vega, Papo Lucca e Bobby Valentín. Sempre in occasione dei 40 anni di carriera, nel marzo del 2000, ha ricevuto un’onorificenza dal Senato di Portorico, mentre dal 2002 è entrato a far parte della The International Latin Music Hall of Fame.

Discografia completa

•El Bravo Soy Yo 1963 Alegre 8250

•Fabuloso y Fantastico 1966 Neliz 1564

•Latin Jazz A Go Go Go 1967 Neliz 1574

•Two Too Much 1968 WS Latino 4259

•Haida Huo 1968 WS Latino 4448

•Boogaloo and Guaguanco 1968 ATCO SD 33-236

•El Bravo de Siempre 1969 Inca SLP 1012

•De Donde Nace el Ritmo 1970 Inca SLP 1021

•Mas Ritmo 1972 Inca SLPI 1025

•Infinito 1973 Inca SLP 1032

•Otra Vez 1975 Inca SLPI 1044

•Gracias Mundo 1977 Inca JMIS 1056

•Campanero Rumbero 1978 Inca JMIS 1059

•From the Depth of my Brain 1978 Top Hits 2041

• El Rey Del Ritmo 1979 Top Hits 2070

• El de a 20 de Wille 1980 Top Hits 2103

• The Portrait of a Salsa Man 1981 Top Hits 2155

•Atizame El Fogon 1983 Top Hits 2182

•The Salsa Machine 1983 Top Hits 2223

•Nuevos Horizontes 1984 Bronco 128

•Afincando 1985 Bronco 134

•Nueva Cosecha 1986 Bronco 142

•A Man of Music 1987 Bronco 145

•Desde Cali Para El Mundo 1987 Roosevelt Records

•A Salsa legend 1988 Bronco 150

•The Roaring Fifties 1991 Bronco 2511

•Unique 1989 Bronco 154

•Viva Rosario 1990 Bronco 2507

•Tradicion Clasica, 35 Aniversario 1993 NRT 1005

•Oro Salsero 1994 Universal Latino

•Sorpresas 1995 Tiffany 0070

•Back to the Future 1999 J&N 83435

•Salsa Machine 2004 Rodven Records 273502

• Pura Salsa 2006 National Own 7233268

Clicca sul video per vedere i saluti di Willie Rosario a Lasalsavive

Fonti
Sito ufficiale di Willie Rosario

La biografia di Orlando Castillo Watussi

di Gherson Maldonado


1969


Orlando Castillo “Watussi” debutta con gli “Excitantes” (conosciuti anche come Sexteto Manterola), formati da: Pedro Viloria, Alfredo Cutuflá al timbal, Kiko (chitarra elettrica), Gregorio Viloria (bongò), Sixto Escobar (Basso), i cantanti erano: Humberto Moreno, Orlando Watussi e Tito Madrigal, e durano un anno e mezzo.
1971


Entra a far parte del gruppo “Principe y su Sexteto“, dove registra le canzoni: “Hola Ocumare” ed il bolero: “te amaré y te olvidaré“. Il 5 Giugno si esibiscono nella birreria “Rancho Tuy”.

Nel mese di Maggio, viene annunciata la prima produzione dei “Los Satélites” e le canzoni: “Pensando en ti” e “Tongoneate“; pochi mesi dopo il cantante Mauricio Conde si iscrive all’Università di Ingegneria e Orlando Watussi lo sostituisce.

1972


All’inizio dell’anno, i Los Satélites devono tornare per la seconda volta nella Repubblica Dominicana ed il gruppo deve scegliere fra Oscar D’León e Orlando Watussi: alla fine scelgono Watussi. César Monge e Oscar D’Léon fondano la Dimensión Latina.


Nel Giugno del 1972 Watussi registra con Federico y Su Combo le canzoni: “Desde Cuando” e “La Machaca“.


1973.
Il 6 Febbraio, nasce la “Renovación”, dove Watussi è il primo cantante.Rimane qui per 8 mesi.
Il 19 Giugno viene annunciata l’uscita del disco “Saltando el Muro” dove canta “Traicionera y Acabando“.


1973
Watussi esce da la Renovacion X ed entra nell’orchestra di Porfi Jiménez dove a fine anno registrano Asi soy yo.
Il 17 Dicembre viene presentato un nuovo disco dei Los Satélites, Erupción.


1974 Viaggia con Porfi Jiménez al Carnevale di Barranquilla.
Los Satélites suonano al Madison Square Garden il 31 del mese di Maggio, alternandosi con Péllin Rodriguez, Sophy, Johnny Ventura, Tommy Olivencia, Cal Tjader, Kako. Suonano “Traicionera”.


1974


Il 18 Giugno i “Los satélites” annunciano il rinnovo del contratto negli Stati Uniti.
Il 18 Dicembre 1974 presentano il nuovo disco “Sin Complejo!”, contenente fra le altre canzoni come “Ay Mamá” e “Juan Soledad“.


1976
Il 6 di Marzo Watussi fa già parte dell’orchestra di Federico Betancourt.
Registra con “Federico y su combo il discoSiguelo ahí… a lo cortico…” con canzoni di successo come “Canción de la Serranía” e “Gutugurugú“.


Sempre nel 1976 registra “Que cosas tiene la vida“, “La vida es un sueño” e “Puesto Vacante” fra le altre.
1977


Federico registra nuove versioni delle sue canzoni più conosciute con la voce di Orlando Watussi, fra queste “Maina“, “Señor Gallo“, “Pao Pao“, “El Jaleo” e “Cocolía



1979
Nella rivista Swing Latino del mese di Febbraio viene data la notizia dell’ingresso di Orlando Watussi nell’orchestra di Bobby Valentin


1979
Il Conjunto Libre registra il disco “Los Lideres de la salsa“, dove Watussi canta nella prima parte della canzone “El Chango de María
1980
Registra il disco “Acabando” insieme al venezuelano (residente a New York) Johnny Sedes



1981
Registra il suo primo disco da solista a New York “Ustedes, mi rumba y yo

1983
Registra a New York il disco “Los Tres” prodotto da Larry Harlow. Fra le canzoni ricordiamo “Nosotros“, “Sabor a mi” e “Mala Noche
1984
Insieme a Bobby Rodriguez registra il disco “Mi regreso“. Fra le canzoni ricordiamo “El pintor” e “No me conviene

1987
E’ la volta di Echale Watussi!, dove scrive alcune canzoni come “Chabuca Limeña“, “Adonde quiera” e uno dei suoi maggiori successi: “Las Calaveras



1992
Registra l’album “Como Nunca“, che uscirà nel 2001, con un altro nome “Barrio“. Fra le canzoni ricordiamo “Malunga“, Son Caleño” e “Barrio
2001
Registra con Alfredo Naranjo y su Guajeo un disco in omaggio a Joe Cuba

Visita a Caracas di Orlando Castillo Watussi nel 2005.Al museo Jacobo Borges, durante l’incontro sulla storia della salsa in Venezuela.

Los Proceres


La Estancia con la Sonora Caracas



Con Nico Monterola, Antonio Principe e Ricardo Ruiz

Insieme a Federico Betancourt alla Radio Nazionale del Venezuela durante il programma “Ritmo, Sabor y Estilo” con Gherson Maldonado e Jesús Primera


Grazie a: Nico Monterola, Federico Betancourt, Johnny Sedes, Principe, José Ramoncini, Asdrubal Pimentel, Eleazar Marrero, Juan Carlos HerrAera e Ricardo Ruiz, per aver fornito le immagini dei dischi e le foto dell’epoca.

2009

Un video molto interessante in cui Orlando Castillo Watussi ci parla della Pastora, il quartiere di Caracas dove iniziò la sua carriera di cantante.

Frankie Dante: El Presidente Dante

FRANKIE DANTE: EL PRESIDENTE DANTE

di Mario “Speedy” Gonzales

Traduzione a cura di La Chica

…“ Si yo fuera presidente, si yo fuera un presidente, no hubiera fuerzas armadas, las guerras se acabarían, los muchachos regresaban a casa donde pertenecen…Frankie Dante pa’ presidente”…

Lenin Francisco Domingo Cerda, meglio conosciuto nell’underground salsero come Frankie Dante, nacque a Santo Domingo – Repubblica Dominicana, il 15 settembre del 1945 e morì di cancro a New York l’1 marzo del 1993.

Dante, emulando il suo compatriota Johnny Pacheco, si stabilisce nella città dei grattacieli e porta con sè il suo talento lirico “precursore” per quanto riguarda la coscienza sociale nella salsa.

Con buon tatto artistico percepisce che il suono “del barrio” e il suo pungente stile musicale saranno l’asse principale del nuovo concetto che nascerà nelle terre dello Zio Sam.

Riconosce nel quasi adolescente Willie Colón uno stile da seguire, è attratto enormemente da quella forma “aspra” di arrangiare musicalmente i brani, anche il maestro Eddie Palmieri e la sua Orquesta La Perfecta (già in piena auge) esercitano influenza sul giovane Dante così come il modo di Ismael “Pat” Quintana di interpretare, forma questa che Frankie incorpora già immediatamente nella sua prima produzione nel 1968 sotto l’etichetta Cotique (Ref. CS-1043) intitolata Los Coquetones, nella quale lo stesso Quintana partecipa ai cori e un emergente Milton Cardona si distingue alle congas.

La seconda produzione di Dante con La Flamboyán è l’album Different Directions, lanciato nel 1969 sempre dall’etichetta Cotique (Ref. CS-1052), nel quale continua a seguire la sua linea trombonistica nello stile palmeriano anche se non mostra ancora la sua vena lirico-sociale fino al lancio della sua terza produzione nel 1970 intitolata Se Viste de Gala (Cotique CS-1065) dove da i primi segnali della sua preoccupazione sociale interpretando la hit Venceremos. Preistoricamente include un riff di chitarra nell’apertura e nella chiusura del brano usando il talento di Harry Vigianno curiosamente incaricato anche del Tres in questa produzione.
Si rinforza alle congas con Jerry González (futuro ispiratore del prematuramente scomparso Iván Cáceres) e con Ray Armando.
Così lascia il suo primo messaggio alla pace con questi versi:

…”(Coro) Non voglio più guerra, non voglio più lottare. Arriverà il tempo per vivere in pace, il tempo si sta avvicinando, il mondo sta finendo, per questo che io vi prego, che ci uniamo e andiamo a vincere, tu vedrai… (Coro) … Sinceramente vi chiedo che pensiate prima di agire, questa vita è molto corta e l’amore è ciò che importa, ed è la verità, tu vedrai”…

E’ solo nel 1972 che viene riconociuto a Frankie Dante il suo talento nel ricevere una proposta dallo stesso Larry Harlow per produrre il suo nuovo LP e con diritto di partecipazione speciale del Judío Maravilloso. La produzione Orquesta Flamboyán Con Larry Harlow viene alla luce sempre sotto l’etichetta Cotique (Ref.CS-1071) già dimostrando l’irriverenza che lo avrebbe reso immortale e curiosamente lo stesso anno dell’inizio della “matancerización” della salsa (Harlow produce quasi simultaneamente il suo Tributo a Arsenio intanto che Pacheco viveva il proprio punto alto nel suo “compadrazgo” assieme a Pete “El Conde” Rodríguez.)

Frankie Dante e due grandi: Larry Harlow e Marcolino Dimond.

Frankie riesce ad imporre La Cuna del Son (come influenza sonera dell’epoca) però sono i brani Yo Te Seguiré, Vive La Vida Hoy e soprattutto Presidente Dante (dove Frankie dimostra tutta la sua irriverenza al sostituire il montuno con un discorso politico alla maniera di candidato) che catapultano la sua accettazione da parte dei seguaci dell’ “underground salsero”.

Come esemplare seguace della corrente “underground”, Dante preferisce presentarsi bohemiamente nei club della notte salsera, così “El Caborrojeño”, “El Cheetah” e diversi altri locali testimoniano il suo talento musicale preferendo così questo riconoscimento a quello della critica formale.

Si allontana un poco dall’ambiente degli studi musicali dedicandosi più agli spettacoli e solo nel 1975 insieme al geniale pianista Marcolino Dimond (che conobbe durante le sue esibizioni nei club) produce la sua opera prima Beethoven’s V.

Di nuovo con Harlow al comando, convoca un gruppo selezionato, gente come Ismael Miranda, Pete “El Conde” Rodríguez, Yayo “El Indio” e Chivirico Davila rispondono alla chiamata per la formazione delle voci e coro. Partecipano anche Barry Rogers, Lewis Kahn e Reinaldo Jorge ai tromboni, la percussione viene completata da Nicky Marrero, Pablito Rosario, Frankie Malabé e Mike Collazos, Lou Sollof e Randy Brecker vanno alle trombe, Eddie “Guagua” Rivera al basso e al piano e agli arrangiamenti Marcolino “Mark” Dimond, veramente una formazione storica. Anche Marty Sheller lascia il segno del suo talento a questa produzione con i suoi arrangiamenti.

Corsero voci che i brani di questa produzione fossero registrati prima del 1975 (anno in cui effettivamente fu lanciato il disco sul mercato) più precisamente nel 1973 e quasi subito dopo della prima produzione con Harlow, ma probabilmente si tratta più di una leggenda metropolitana che della realtà.

Ancora con “buoni polmoni” e ancora assieme a Dimond registra Salseros de Acero nel 1976 (Cotique CS-1086) riprende praticamente la formazione originale de Los Flamboyán con Joe “Chickie” Fuentes alla tromba, Angelo Rodríguez al trombone e Alex Ojeda ai timbales, e già convertito in una figura stellare dopo la bella avventura “harlowiana” ottiene la partecipazione di stelle come Charlie Palmieri, Tito Puente e Ricardo Marrero. Agli arrangiamenti partecipa il talentuoso e già scomparso trombonista brasiliano Jose Rodrigues.

In questa produzione c’è il rifacimento del classico “Chupa el Piruli” e lancia la seconda parte de “La Coquetona”, nel frattempo solo una dimostrazione del suo talento lirico è presentata nel brano “Ciência Política” di sua mano, provando al suo pubblico che manteneva ancora intatta la sua principale caratteristica musicale.

“Salseros de Acero” la formazione originale torna di nuovo.

Una volta abbandonata la sua proposta iniziale che era caratterizzata da testi con un messaggio sociale molto radicato, Frankie Dante non emerge molto nella sua produzione Flamboyán All Star Band dove preferisce provare a conquistare un mercato più commerciale incidendo brani senza troppo prestigio e si ribattezza con il suggestivo soprannome di “Be Bop”, nonostante la partecipazione di star come Willie Colón, José Mangual Jr. e Tito Allen (nei cori), Orestes Vilató (ai timbales), Ray Maldonado (tromba) e Leopoldo pineta (trombone) non riesce a dare continuità alla sua piccola ma emblematica carriera e riesce a cadere nell’ostracismo totale.

Nonostante nel 1978 la Cotique lanci una raccolta di 8 brani intitolata Best Foot Forward, credendo in questa possibilità di resuscitare il mito e preparandogli il terreno per il suo ritorno al rifugio del “underground” salsero che accade nel 1979 attraverso il lancio del nuovo LP intitolato Los Rebeldes (Cotique CS 1102) e già con la provvidenziale nuova denominazione della sua Orquesta para Frankie Dante Y Los Rebeldes anche se non c’erano più guerre da cantare e la salsa “coscienza” (sociale) emergeva irresistibilmente con Rubén Blades & Willie Colón e la loro Siembra.

Frankie Dante – Il tentativo del ritorno

In verità Frankie Dante fu una delle tante vittime delle famose liste nere dell’ambiente latino a New York e come scrisse il monumentale César Miguel Rondón:

“… sempre si caratterizzò per uno spirito ribelle e irriverente che non smise di essere coerente con qualcosa che la salsa trascinava nel fondo: il disperato sentimento dell’essere emarginato che esige di essere ascoltato…”

Español

EL PRESIDENTE DANTE …“ Si yo fuera presidente, si yo fuera un presidente, no hubiera fuerzas armadas, las guerras se acabarían, los muchachos regresaban a casa donde pertenecen…Frankie Dante pa’ presidente”…

Lenin Francisco Domingo Cerda, más conocido en el “underground” salsero como Frankie Dante, nació en Santo Domingo – Republica Dominicana, el 15 de septiembre de 1945 y murió de cáncer en Nueva York el 1 de marzo de 1993. Dante, emulando a su compatriota Johnny Pacheco, se establece en la ciudad de los rascacielos y lleva junto su “precursor” talento lírico en lo referente a conciencia social dentro de la salsa.
Con buen tino artístico percibe que el sonido del barrio y su hiriente estilo musical serán el eje principal del nuevo concepto que nace en tierras del Tío Sam.
Reconoce en el casi adolescente Willie Colón un estilo a seguir, le atrae enormemente aquella forma “agria” de arreglar musicalmente los temas, el maestro Eddie Palmieri y su Orquesta La Perfecta (ya en pleno auge) también ejercen influencia en el joven Dante así como la manera de Ismael “Pat” Quintana de interpretar, forma esta que Frankie incorpora ya inmediatamente en su primera producción en 1968 bajo el sello Cotique (Ref. CS- 1043) titulada Los Coquetones, en la cual el propio Quintana participa en los coros y un emergente Milton Cardona se luce en las congas.

La segunda producción de Dante con La Flamboyán es el LP Different Directions, lanzado en 1969 también por el sello Cotique (Ref. CS-1052) aún siguiendo su línea trombonística al estilo palmeriano todavía no muestra su vena lírico-social sino hasta el lanzamiento de su tercera producción en 1970 titulada Se Viste de Gala (Cotique CS-1065) donde da los primeros señales de su preocupación social interpretando el hit Venceremos. Pré-históricamente incluye un riff de guitarra en la abertura y en el cierre de este tema usando el talento de Harry Vigianno curiosamente también encargado del Tres en esa producción.
Refuerzase en la congas con Jerry González (futuro inspirador del prematuramente fallecido Iván Cáceres) y con Ray Armando.
Así deja su primer mensaje a la paz con estos versos :

…”(Coro) No quiero guerra más, no quiero mas pelear. El tiempo llegará para vivir en paz, el tiempo se está acercando, el mundo se está acabando, por eso es que yo les ruego, que nos juntemos y vamos a ganar, ya tu verás…(Coro) …Sinceramente les pido que piensen antes que actúen, pues esta vida es muy corta y el amor es lo que importa, y es la verdad, ya tu veras”…

Solo en 1972 es que Dante tiene su talento reconocido al recibir propuesta del propio Larry Harlow para producirle su nuevo LP y con derecho a participación especial del Judío Maravilloso. La producción Orquesta Flamboyán Con Larry Harlow sale a la luz, siempre bajo el sello Cotique (Ref. CS-1071) ya dando muestras de la irreverencia que lo inmortalizaría y curiosamente en el mismo año del inicio de la “matancerización” de la salsa (Harlow produce casi que simultáneamente su Tributo a Arsenio en tanto que Pacheco vivía su punto alto en su “compadrazgo” junto a Pete “El Conde” Rodríguez.)

Frankie Dante y dos grandes: Larry Harlow y Marcolino Dimond

Frankie consigue imponer La Cuna del Son (como influencia “sonerística” de la época) pero son los temas Yo Te Seguiré, Vive La Vida Hoy y principalmente Presidente Dante (en donde Frankie demuestra toda su irreverencia al substituir el montuno por un discurso político bien a la manera de un candidato) quienes catapultan su aceptación por parte de los seguidores del “subterráneo salsero”.

Como ejemplar seguidor de la corriente “underground”, Dante prefiere presentarse bohemiamente en clubs de la noche salsera, así “El Caborrojeño, “El Cheetah” y diversos otros locales atestiguan su talento musical prefiriendo así este reconocimiento que al de la crítica formal.

Se aleja un poco del ambiente de los estudios musicales dedicándose mas a los shows y solo en 1975 ya con el genial pianista Marcolino Dimond (a quien conoció en esa fase clubística) produce su obra prima Beethoven’s V.

Nuevamente con Harlow en la batuta, convoca un plantel selecto, gente como Ismael Miranda, Pete “El Conde” Rodríguez, Yayo “El Indio” y Chivirico Davila atienden su llamado para la formación de los vocales y coros. Participan también Barry Rogers, Lewis Kahn y Reinaldo Jorge en los trombones, la percusión es completada con Nicky Marrero, Pablito Rosario, Frankie Malabé y Mike Collazos, Lou Sollof y Randy Brecker asumen las trompetas, Eddie “Guagua” Rivera en el bajo y al piano y arreglos Marcolino “Mark” Dimond, realmente una formación histórica. Marty Sheller también imprime su talento a esta producción con sus arreglos.

Corrieron rumores de que los temas de esta producción fueron grabados antes de 1975 (año en que efectivamente fue lanzado el LP al mercado) mas exactamente en 1973 y casi que inmediatamente después de la primera producción con Harlow, mas talvez es una versión que tiene mas de mitología de lo que de realidad.

Aún con “buenos pulmones” y todavía junto a Dimond grabaría Salseros de Acero en 1976 (Cotique CS-1086) retoma prácticamente la formación original de Los Flamboyán con Joe “Chickie” Fuentes en la trompeta, Angelo Rodríguez en el trombón y Alex Ojeda en los timbales, y ya convertido en una figura estelar después de la bien sucedida aventura “harlowiana” consigue la participación de estrellas como Charlie Palmieri, Tito Puente y Ricardo Marrero. En los arreglos participa el talentoso y ya fallecido trombonista brasileiro Jose Rodrigues.

En esta producción esta el remake del clásico “Chupa el Piruli” y lanza la segunda parte de “La Coquetona”, mientras tanto solo una muestra de su talento lírico es presentada en el tema “Ciência Política” de su autoria, probando para su publico que todavia mantenia intacta su principal característica musical.

“Salseros de Acero” la formación original vuelve nuevamente

Abandonando su propuesta inicial de letras con mensaje de cuño social bien arraigado, Frankie Dante no luce mucho en su producción Flamboyán All Star Band donde prefiere intentar conquistar a la mídia comercial grabando temas sin mucho lustre e re-bautizándose con el sugestivo apodo de “Be Bop”, mas a pesar de la participación de stars como Willie Colón, José Mangual Jr. y Tito Allen (en los coros), Orestes Vilató (en los timbales), Ray Maldonado (Trompeta) y Leopoldo Pineda (Trombón) no consigue dar continuidad a su pequeña pero emblemática carrera y consigue caer en el ostracismo total.

Aún así, en 1978 la Cotique lanza una compilación de 8 temas titulada Best Foot Forward, creyendo esta en la posibilidad de resucitar al mito y preparándole terreno para su regreso al reducto del “underground” salsero el cual ocurre en 1979 a través del lanzamiento de un nuevo LP titulado Los Rebeldes (Cotique CS 1102) y ya con la providencial nueva denominación de su Orquesta para Frankie Dante Y Los Rebeldes mas ya no habían guerras a quien cantar y la salsa conciencia emergía irresistiblemente con Rubén Blades & Willie Colón y su Siembra.

Frankie Dante – La tentativa del regreso

En verdad Frankie Dante fue una de las tantas victimas de las famosas listas negras del ambiente latino en Nueva York y como escribió el monumental César Miguel Rondón :
…siempre se caracterizó por un espíritu rebelde e irreverente que no dejó de ser consecuente con algo que la salsa arrastraba en el fondo : el desesperado sentimiento del ser marginado que exige ser oído…

MARIO “SPEEDY” GONZALES
BRASIL – OCTUBRE DE 2005

La biografia di Paco Zambrano San Bento

Paco Zambrano San Bento

Speciale Salsa en Perú

Paco Zambrano comincia la carriera artistica come cantante nel 1961 in prestigiose orchestre fra le quali quella di Lucho Macedo e Ñiko Estrada.
Nel 1965 decide di studiare le percussioni alla ricerca di nuove opportunità, cosa che inizia a fare in alcune orchestre suonando la batteria anche se è con il bongo che trova le maggiori soddisfazioni suonando con numerosi artisti fra i quali ricordiamo Tania Libertad, Lucha Reyes, Rulli Rendo, Freddy Poland, Enrique Linch, Peter Dellis, Los Pakines, Agua Marina, Armonía 10, Iván Cruz, Los Shapis, Los Hnos Crasto.
Nel 1966 crea la sua prima formazione “Paco Zambrano y su Combo“.Al tempo stesso collabora anche con altri gruppi come Compay Quinto y Ribereños suonando il guiro.

L’anno successivo pubblica il suo primo disco a 45 giri con l’orchestra Paco Zambrano y su Combo, la canzone s’intitola “Bochinchosa” con la voce di Pablo Villanueva Branda, il grande Melcochita.

Lo stesso anno viene convocato dal Sig. Alberto Marabí per suonare con il gruppo “Los cuatro Gatos” di José Crobeto. Questo è il suo trampolino come bongocero e che gli permette di essere messo sotto contratto dal Sig. Marabí come direttore artistico per l’etichetta DINSA, registrando con “Manzanita y su conjunto”, “ Los Orientales”, “Los Rumbaney”.

Nel 1968 registra la canzone “MeshKalina” che è un grande successo e continua a collaborare con questa etichetta fino al 1970. L’anno successivo fonda “Paco Zambrano y sus Ratones”, formazione attiva fino al 1976, con canzoni di successo come: “El hueco” , “El queso”, “La trampita”.

El queso

Lo stesso anno diventa direttore artistico della Decibel e nel frattempo continua a portare avanti le collaborazioni con altri gruppi dove ottiene grandi consensi che lo portano, nel 1971, ad essere messo sotto contratto dall’etichetta FTA e a registrare “Bailando con Patricia”, canzone che diventa una hit a livello nazionale. Nel 1972 registra “Guajira son”. Due anni dopo, nel 1974, è la volta di “Yo vengo de la montaña” con l’etichetta Sono Radio e “Son seis cuadras”.
Prima di terminare il suo contratto con la Decibel, registra due dischi a 45 giri: “A Sarita” e “Baila mi Gaita” e nel frattempo continua a collaborare come bongocero per diversi artisti.

Nel 1977 viene entra a far parte dei “Los Pakines” con cui suona per dieci anni.

Los Pakines

Dopo questo periodo, nel 1988 passa alla casa discografica MAG con “Paco Zambrano y su Orquesta”, lanciando sul mercato successi come “Divo yo” , “Estas Equivocado”, “Como podré disimular” e “Que tontos hemos sido” fino al 1992. Due anni dopo riprende nuovamente l’attività come autore e compositore con un CD che viene stampato in Argentina per la Sony Music. Nel 1997 inizia la collaborazione con l’etichetta MAG con l’orchestra Paco Zambrano Orquesta, con cui pubblica quattro dischi che gli permettono di raggiungere grandi successi, inclusa la registrazione con Anaís, canzoni come: “La Maleta” e “El baile del pingüino”, che sono trasmesse dalle catene HTV e Ritmoson Latino.

Nel 1999 registra con Marisela Puicón il successo “Sed de Amor” e sempre nello stesso anno incide con Maria Pía y Timoteo il brano “Hay que reír”.

Nel 2006 realizza alcuni arrangiamenti musicali come autore e compositore per alcune mini serie in televisione per il canale Frecuencia Latina.

Attualmente si sta preparando a rilanciare la sua formazione Paco Zambrano y sus Ratones, ben trenta anni dopo, con l’intento di suonare guarachas con son cubano. Sono già stati registrati alcuni brani promozionali intitolati Mix Ratones, con due canzoni di successo negli anni ottanta ma con arrangiamenti più moderni e un’altra canzone inedita intitolata Dejar de Pensar.

Biografia tratta dal sito: http://www.pacozambranoysusratones.blogspot.com/

Español

Se inicia como cantante en el año 1961, alternando con prestigiosas Orquestas, entre ellas, Lucho Macedo, Ñiko Estrada, entre otros.
Luego, tratando de salir adelante, se instruye en el área de percusión a inicios del año 1965. Es así que con la batería graba con orquestas y Grupos musicales de la Nueva Ola. Pero fue el bongó el instrumento que le dió muchas satisfacciones económicas, grabando con Orquestas, Grupos tropicales e Intérpretes melódicos, caben resaltar, Tania Libertad, Lucha Reyes, Rulli Rendo, Freddy Poland, Enrique Linch, Peter Dellis, Los Pakines, Agua Marina, Armonía 10, Iván Cruz, Los Shapis, Los Hnos Crasto, entre muchos.
En el año 1966 Forma su primera agrupación “Paco Zambrano y su Combo”. Asimismo graba con grupos tropicales con el Huiro, Entre ellos: Compay Quinto y Ribereños.
Al siguiente año graba su primer disco 45 RPM, como “Paco Zambrano y su Combo” el tema “Bochinchosa” con la voz de Pablo Villanueva Branda, el gran Melcochita. Fue convocado el mismo año por el Sr. Alberto Marabí para grabar con el grupo “Los cuatro Gatos” de José Crobeto. Ese fue su trampolín como bongocero, por que el mismo Sr. Marabí lo contrató como director artístico para el sello DINSA, grabando con “Manzanita y su conjunto”, “ Los Orientales”, “Los Rumbaney”, entre otros.
Graba como artista para DINSA, en el año 1968, el tema “MeshKalina” que fue un gran exito, continuando con este sello hasta el año 1970. Al año siguiente forma su agrupación musical, “Paco Zambrano y sus Ratones”, con quiénes estuvo vigente hasta el año 1976, entres sus exitos podemos mencionar : “El hueco” , “El queso”, “La trampita” .En ese año se convierte en director artístico de Decibel, mientras que a la par, seguía grabando con otros grupos. En entre estos años logra grandes avances, como el ser contratado en el año 1971 por el sello FTA con el nombre de su nueva agrupación y grabar el tema “ Bailando con Patricia” siendo un exito a nivel nacional. En 1972 Graba el tema “Guajira son” con la guitarra “ El Tres Cubano”. Dos años después, en 1974, graba con el sello “Sono Radio” los temas “ Yo vengo de la montaña” y “Son seis cuadras”.Antes de culminar su contrato con Decibel, graba dos discos 45 RPM “A Sarita” y “Baila mi Gaita”. Cabe resaltar que continuaba con sus grabaciones como bongocero para diferentes interpretes, esto hasta la actualidad.
Es así como en 1977 es contratado por el grupo “Los Pakines” por 10 años. Luego de este lapso, en el año 1988, grabó para discos MAG como “Paco Zambrano y su Orquesta”, entre sus exitos estan “Divo yo” , “Estas Equivocado”, “Como podré disimular” y “Que tontos hemos sido” hasta 1992. Dos años después retoma nuevamente su condición de Autor y Compositor. En ese mismo año graba un CD que fue editado en Argentina, para el sello Sony Music. Como: “A bailar” con la Paco Band. En el año 1997, graba musica salsa para el sello MAG como “Paco Zambrano y Orquesta”, logrando culminar 4 discos ; este año estuvo lleno de logros, incluyendo la grabación que realizó junto con Anaís, temas como: “La Maleta” y “El baile del pingüino”, temas emitidos por las cadenas HTV Y ritmoson Latino. En el año 1999 graba con Marisela Puicón el éxito “ Sed de Amor”, y también grabó en ese mismo año para Maria Pía y Timoteo el tema “Hay que reír”.
En el año 2006, como Productor Musical y Compositor, hizo Arreglos Musicales y también cedí temas como Autor y Compositor para las mini series de Frecuencia Latina, siendo convocado primero, por la productora Susana Bamonde, para la mini serie, Vírgenes de la Cumbia, donde incluyeron 10 temas de su autoría y después, Camino a casa, con Camote y Paquete, donde incluyeron 9 temas de su autoría, ya después ese mismo año fue convocado por la Sra. Michelle Alexander, para Virgenes de la Cumbia 2, donde también cedió12 temas, sigue trabajando con ambas productoras, donde hizo musica para Miniseries: por Sarita, Pide un Milagro, Fuerza Fenix, Dina Paucar 2, y temas principales en : Aventura de Navidad, El profe y Chapulín el Dulce.En el 2008, fue Director Musical del Programa Sábados Tropicalesm con Karen y Lizet, siendo el tema de cortina, de su autoría.
En la actualidad esta presto a reaparecer con su Agrupación Musical, Paco Zambrano y sus Ratones, después de 30 años, haciendo guarachas con son cubano. Ya han grabado para reaparecer, dos Temas Promocionales de Títulos: Mix Ratones, con dos temas que fueron éxitos en los 80’s, ahora con arreglos más modernos y el tema Dejar de Pensar, tema inédito y de su autoría.

La biografia di Jorge Millet

JORGE MILLET

di Marcelo Palacio Bermúdez

Articolo tratto dalla rivista Sonero de Barrio

Traduzione a cura di Claude


Una volta iniziai a leggere qualcosa riguardo l’esimio tresero, compositore ed arrangiatore cubano Andrés Echeverría – noto come “El Niño Rivera“, e mi imbattei nel concetto sempre azzeccato del musicista, ricercatore e scrittore – anch’esso Cubano – Leonardo Acosta, che in riferimento al tresero scrisse: “… dopo la sua morte “El niño Rivera” seguitò ad essere il più sconosciuto, il “grande dimenticato” tra i geni musicali cubani, uno di quei musicisti rispettati ed ammirati dai propri colleghi ma praticamente ignorato dagli impresari e dal grande pubblico”.

Jorge Millet insieme a Roberto Roena - foto cortesia del sito herencialatina.com

Le seguenti righe son dedicate a un musicista che – proprio come “El niño Rivera“, non è più tra noi e che anch’esso – una volta scomparso – continua ad essere il “grande dimenticato tra i geni musicali portoricani”, un gigante tra i giganti, un musicista tra i musicisti; ammirato da tutti i suoi colleghi e da pochi conoscitori e ricercatori, ma ignorato dai promotori e dalla massa.

* Le sue attività: pianista, produttore, compositore, arrangiatore, direttore musicale e grafico

* I suoi soprannomi: Mr. Melody e La Maravilla

* Il suo nome: Jorge Millet

Sebbene l’affetto e l’ammirazione per il pianista si limitano a una manciata di musicisti e ai più fedeli e affezionati fans salseri, Jorge Millet va ricordato come uno dei pianisti e arrangiatori piu rappresentativi e melodici della storia della salsa. “Mr. Melody”, un nome giustamente attribuito, si è sempre distinto per il suo alto senso estetico quando arrangiava od orchestrava un brano, tenendo sempre presente il tipico sabor della musica caraibica ed rimanendo sempre fedele al vigore salsero, caratteristiche che si trovano in molti dei suoi agguerriti ed elettrizzanti assoli di piano.

Fu così importante il lavoro di Jorge Millet, che orchestre notevoli come gli Afrocubans di Frank Grillo alias “Machito” affidarono alle sue mani ed al suo talento di pianista la responsabilità della conduzione di alcune loro sessioni di registrazione.

La qualità e il professionismo del maestro però non si produssero solo con queste importanti formazioni, ma anche in tante altre di piccole dimensioni ed ancora intente a farsi un nome, tanto avantaggiate dal talento di questo grande musicista che sembrava avere il dono speciale di scoprire tesori musicali nascosti nell’immenso scenario dell’industria discografica.

A supporto e completamento di quanto esposto, mi permetto di riportare il pensiero del giornalista portoricano Miguel López Ortiz su “Mr. Melody”: “Tutti i grandi artisti, così come i più fervidi appassionati di salsa, concordano sul fatto che Jorge Millet fosse tra i migliori orchestratori che ebbe questa musica al proprio apice: gli incandescenti anni 70. La sua qualità, sotto tale ruolo, lo rese degno di riconoscimento a New York, Venezuela, Perù, Panamà e naturalmente la sua nativa Puerto Rico. Qui la rivista Farandula gli conferì il premio DIPLO come miglior arrangiatore nel 1976. Egli fu poi particolarmente orgoglioso della Palma D’Oro che ricevette a Lima nel Gennaio 1977, dato che questo riconoscimento lo premiava per la sua attività come compositore. In sintesi, fu premiato come compositore ed arrangiatore”.

Lasciatemi sottolineare, amabili lettori, che i premi ricevuti come pianista e come compositore sono un riconoscimento molto importante nonché alcuni dei passi più importanti della carriera di Jorge Millet.

Ricordiamoci che nell’anno 1979 “La Maravilla” (Jorge Millet) fece parte dello staff di arrangiatori della poderosa orchestra del maestro Tito Puente, a fianco ad altre eminenti figure del calibro dei maestri Marty Sheller, Luís Cruz, Edy Martínez (di Pasto, Colombia) e dello stesso Tito Puente nell’album “Homenaje a Beny Vol. I”, album che grazie ai suoi arrangiatori fece guadagnare un Grammy al Rey del Timbal.

D’altra parte furono molte le composizioni create da Jorge Millet, in una attività e una costanza che lo appassionavano e lo riempivano di soddisfazione; alcune delle sue creazioni sono: “TAMBÓ”, “ES TARDE” e MR. WELCOME registrata dai Los Hijos del Rey.

“VACILA Y GOZA” composta per il Conjunto Universal.
LOS TAMBORES per i Puerto Rico All Stars.
“SONERO” e “TIBURÓN DE AGUA DULCE” cantate da Marvin Santiago.
ESA QUE YO CONOCÍ registrata da Willie Rosario.
“MALQUERIDA” e “SIEMPRE ESTARÉ CONTIGO” – Con l’Orchestra di Pedro Conga.
“EN MIS ROSALES” e “HERENCIA RUMBERA”, condividendo con Angélica López la composizione di queste due tracce destinate all’orchestra “Apollo Sound” di Roberto Roena.
Jorge Luís MIllet nacque nella pittoresca Santurce, Puerto Rico, nel Marzo 1939; fin da giovanissimo s’interessò alla musica, imparando a suonare il piano come autodidatta per poi passare – con l’ausilio di amici musicisti – allo studio del solfeggio che gli permise di perfezionarsi e assumere le basi fondamentali per la successiva carriera di arrangiatore e direttore d’orchestra.
Nel 1964 forma una piccola orchestra che si scioglie nel 1969; in quell’epoca Jorge Millet si occupa di disegno grafico presso un’agenzia pubblicitaria. Alla fine degli anni ’60 il pianista lavora con molte piccole orchestre presenti sulla scena portoricana, però all’inizio degli anni ’70 – considerati i più brillanti della storia salsera – il pianista decide di trasferirsi negli Stati Uniti per frequentare il Chicago Music College e quindi ampliare le sue conoscenze in tema di armonia ed orchestrazione.
Ritornato a Puerto Rico, arricchito di teoria e pratica musicale, viene ingaggiato da diversi autorevoli musicisti salseri che vedevano nelle doti del maestro un inestimabile valore, un genio che avrebbe conferito apporti fondamentali in ciascuna delle loro orchestre: figure del calibro di Rafael Cortijo, Tommy Olivencia, Willie Rosario, Roberto Roena, Ismael Miranda (tra i tanti) contavano sulle capacità di “La Maravilla” nel creare brani, suonare il piano e dirigere gli orchestrali.

Nel 1976 il maestro Jorge Millet viene ingaggiato come produttore musicale dell’etichetta TH Records, la grande compagnia venezuelana fondata a Puerto Rico dall’esimio produttore nato in repubblica Dominicana, ma portoricano d’adozione, José Francisco Torres Cruz, meglio conosciuto nell’ambiente come Frank Torres.

Con quell’etichetta il pianista ha l’opportunità di supervisionare e collaborare ad un’infinità di registrazioni di salseri portoricani della stessa scuderia; di quell’ondata ricordiamo, tra gli altri, Paquito Guzman, Orquesta La Solución, Andy Montanéz, Marvin Santiago.
Grazie a questo legame si verifica un fatto che considero fondamentale nella storia della salsa e che evidenzia una volta in piu le doti del maestro Jorge Millet sia sul piano artistico che su quello umano.
Questo succede a fine anni ’70 quando “Mr Melody” riscopre e rilancia “El Sonero Del Pueblo” Marvin Santiago, che in quell’epoca era praticamente inerte e fuori dal giro musicale a causa dei suoi gravi problemi di dipendenza dalla droga.

Ecco, Jorge Millet esorta il sonero a continuare la sua carriera e a proporsi come solista, lo presenta alla TH Records, forma il gruppo musicale e crea le copertine dei dischi; oltre agli arrangiamenti, Millet compone alcuni brani per Marvin, ottendo così il recupero di un Gran Sonero ma soprattutto di un Essere Umano. Il noto collezionista colombiano nonché promotore della musica afro-antillana Gary Domínguez, in alcune fra le sue più importanti conferenze commentò così questo splendido episodio della storia dei due musicisti: “Tra il ’78 e il ’79, quando Santiago si ritrova virtualmente ritirato dalla scena artistica a causa della droga, uno dei musicisti più interessanti e rispettati di Puerto Rico – Jorge Millet “La Maravilla” – concentra tutta la sua attenzione sul potenziale che si stava dissipando in Marvin e lo esorta a proporsi come solista. Jorge Millet lo presenta alla TH, gli fa gli arrangiamenti, la grafica, le composizioni e degli assoli di piano che si convertiranno in classici non solo di Santiago ma della stessa musica portoricana”; continua Domínguez: “Millet vide in Marvin la possibilità di “costruire” una figura di “Sonero del Pueblo” di grande traino popolare, capace da sé di diventare personaggio e istituzione”.

Come diceva Gary, il nostro Millet fu uno dei musicisti più riconosciuti e rispettati tanto in Puerto Rico che a New York, e ciò è dimostrato dalla sua lunga militanza in orchestre e conjuntos che apprezzavano il potenziale e l’immenso talento del maestro, il quale contraccambiava questo affetto con un lavoro musicale e grafico di grande valore artistico.

Nel nostro spazio radiofonico “El Lenguaje Del Son” ci demmo il compito di elencare tutte le orchestre, conjuntos e combos in cui il maestro Millet lasciò la sua impronta personale, sia al piano che negli arrangiamenti, sia nella produzione che nel disegno delle copertine; il risultato fu sorprendente perché ne uscirono 57 formazioni diverse (inclusa la sua, battezzata “A Magic Dream”, per la TH Records), le quali possono anche non esser tutte ma che comunque son già così tante che giustificano quanto detto su “Mr Melody”.
Esse sono:

* ORQUESTA LA CRIOLLA
* ORQUESTA LA CONQUISTADORA
* CONJUNTO UNIVERSAL
* CONJUNTO BORINCUBA
* ORQUESTA MUNDO
* ORQUESTA NATER
* CONJUNTO DE RAFAEL CORTIJO
* ORQUESTA LA COMPAÑÍA
* ORQUESTA DE MARVIN SANTIAGO
* PUERTO RICO ALL STARS
* ORQUESTA DE JUSTO BETANCUR
* ORQUESTA DE BOBBY VALENTÍN
* APOLO SOUND DE ROBERTO ROENA
* ORQUESTA HOMMY DE JESÚS CEPEDA
* LOS AFROCUBANOS DE MACHITO
* ORQUESTA LA SALSA MAYOR
* ORQUESTA DE ISMAEL MIRANDA
* ORQUESTA DE WILLIE ROSARIO
* ORQUESTA DE NACHO SANABRIA
* ORQUESTA DE LOUIE RAMÍREZ
* ORQUESTA DE JOE QUIJANO
* ORQUESTA DE RAFAEL “CHULETA” DE JESÚS
* ORQUESTA DE ROBERTO ANGLERÓ
* ORQUESTA DE “CHIVIRICO” DÁVILA
* ORQUESTA DE CHEO FELICIANO
* ORQUESTA LA SELECTA DE RAPHY LEAVIT
* ORQUESTA DE TITO PUENTE
* ORQUESTA DE PAQUITO GUZMÁN
* ORQUESTA DE RAFY DÍAZ
* ORQUESTA DE TOMMY OLIVENCIA
* ORQUESTA LOS KIMBOS
* ORQUESTA INTERNACIONAL DE PEDRO “CONGA” LÓPEZ
* ORQUESTA ROBERTO Y SU NUEVO MONTUNO
* ORQUESTA DE OSWALDO VALENTÍN
* ORQUESTA LA TRÓPICA
* ORQUESTA DE NELSON DE JESÚS
* ORQUESTA DE ADALBERTO SANTIAGO
* ORQUESTA DE JOHNY EL BRAVO
* ORQUESTA DE FAUSTO REY
* ORQUESTA DE LUIGUI TEXIDOR
* ORQUESTA BORINQUEN
* LOS HIJOS DEL REY
* GRABACIÓN DE TITE CURET ALONSO
* ORQUESTA MULENZE
* ORQUESTA DE RAY PÉREZ (Musicista portoricano)
* GRABACIONES DE MILLI QUEZADA
* CHAMACO RIVERA
* TABACO Y SUS METALES
* ORQUESTA DE LARRY HARLOW
* GRABACIONES DE DANNY RIVERA
* ORQUESTA LA GRANDE (DI PORTORICO)
* GRUPO BOMBAZZO DE SAMY AYALA
* ORQUESTA SALSA FEVER
* ORQUESTA DE TONY YANZ
* GRABACIONES DE JOSÉ NOGUERAS

Secondo le nostre ricerche l’ultimo lavoro di Jorge Millet fu agli arrangiamenti per chitarra dell’album “Respirar” del cantautore Wilkins; questa sarebbe la sua cinquantasettesima produzione. Come si è detto piu volte nella storia, la maggior parte dei grandi personaggi e genii muoiono giovani e “La Maravilla” non fece eccezione; il 1 Luglio del 1981 a Santurce, la terra che gli diede i natali appena 42 anni prima, morì Mr Melody lasciandoci un patrimonio musicale che ancora deve essere scoperto e proposto alle nuove generazioni: un’eredità che ci ha permesso di scoprire e di godere della maestosità di un Genio Maravilloso e Melodico.

FONTI CONSULTATE:

ACOSTA, Leonardo. Notas acerca de “El Niño Rivera”
LÓPEZ ORTIZ, Miguel. – Jorge Millet Fundación Nacional para la Cultura Popular. Puerto Rico
DOMÍNGUEZ, Gary. Audiciones Taberna Latina
PROGRAMMA RADIO “EL LENGUAJE DEL SON” Emisora Cultural Universidad de Antioquia – Sistema de Radio Educativa, 1 410 A.M. Sabato e giorni festivi dalle 17 – Venerdì alle 21

Articolo tratto dalla rivista Sonero de Barrio

Español

En algún momento, cuando me interesé por leer algo sobre el eximio tresero, compositor y arreglista cubano Andrés Echeverría, conocido como “El niño Rivera”, me tope con el concepto siempre acertado del músico, investigador y escritor, también cubano, Leonardo Acosta, quien anotaba lo siguiente refiriéndose al tresero: “…después de su muerte “El niño Rivera” continuó siendo el más desconocido, el “gran olvidado” de los genios musicales cubanos, uno de esos músicos respetados y admirados por sus colegas, pero prácticamente ignorado por los promotores y el gran público”.

Las siguientes notas están dedicadas a un músico, que al igual que “El niño Rivera”, ya no está entre nosotros y quien también, después de muerto, continúa siendo “el gran olvidado de los genios musicales boricuas”, un gigante entre los gigantes, un músico entre los músicos; admirado por todos sus colegas y algunos conocedores e investigadores, pero ignorado por los promotores y el gran público:

* Sus oficios: Pianista, productor, compositor, arreglista, director musical y diseñador gráfico.
* Sus apelativos: “Mr. Melody” o “La Maravilla”.
* Su nombre: Jorge Millet.

Pero aunque el cariño y la admiración por el pianista se limitan a un puñado de músicos y a los más fieles y fervorosos seguidores y gozadores de la expresión salsera, a Jorge Millet lo debemos recordar como uno de los pianistas y arreglistas más representativos y melodiosos en la historia de la salsa.

“Mr. Melody”, un apelativo justamente otorgado, siempre se destacó por su alto sentido estético a la hora de arreglar u orquestar una pieza musical, teniendo siempre presente el sabor típico de la música del caribe y siendo fiel a la bravura salsera, características que se reflejan en muchos de sus solos de piano aguerridos y electrizantes.

Fue tan importante el trabajo de Jorge Millet, que bandas tan notables como “Los Afrocubanos” de Frank Grillo “Machito”, depositaron en las manos y el talento del pianista la responsabilidad de la conducción de algunas de sus sesiones de grabación.

Pero no sólo en estas bandas de amplio recorrido quedó plasmada la calidad y el profesionalismo del maestro, también muchas agrupaciones pequeñas, las cuales buscaban hacerse a un nombre, fueron apoyadas por el talento de ese gran músico quien pareciera tener un don especial para descubrir tesoros musicales escondidos en la gran maraña de la industria discográfica.

Para ampliar y respaldar lo anteriormente dicho, permítanme recoger el concepto del cronista boricua Miguel López Ortiz refiriéndose a “Mr. Melody”: “Todas las grandes figuras, así como los más fervorosos seguidores de la salsa, coinciden al calificar a Jorge Millet entre los mejores orquestadores que tuvo esta música durante su etapa cumbre: los candentes 70. Su calidad en tal faceta, lo hizo acreedor a importantes reconocimientos en Nueva York, Venezuela, Perú, Panamá y, naturalmente, su natal Puerto Rico.

Aquí la Revista Farándula le concedió el premio Diplo correspondiente al mejor arreglista del año 1976. Sin embargo, siempre sintió particular orgullo por La Palma de Oro que recibió en Lima en enero de 1977, ya que dicho galardón también abarcaba su faceta de autor. En otras palabras, se le seleccionó mejor Compositor y Arreglista”.

Déjenme destacar amables lectores, a propósito de los premios recibidos por el pianista y de su faceta como compositor, un reconocimiento bien importante y algunas de las páginas de la cosecha de Jorge Millet.
Recordemos que en el año 1979 “La Maravilla” hizo parte del Staff de arreglistas de la poderosa orquesta del maestro Tito Puente, al lado de de otras figuras destacadas como los maestros Marthy Sheller, Luís Cruz, Edy Martínez de Pasto, Colombia y el propio Tito Puente en el álbum “Homenaje a Beny Vol. I”, el cual, y gracias a los aportes de estos eximios arreglistas, le merecieron un premio Grammy al “Rey del Timbal”. De otro lado, fueron muchas las piezas compuestas por Millett, en un ejercicio y una disciplina que lo apasionaban y lo llenaban de satisfacción; algunas de sus creaciones son:
“TAMBÓ”, “ES TARDE” y “MR. WELCOME” Grabadas por Los Hijos del Rey.

“VACILA Y GOZA” Lograda por el Conjunto Universal.
“LOS TAMBORES” Puerto Rico All Stars.
“SONERO” y “TIBURÓN DE AGUA DULCE” Vocalizados por Marvin Santiago.
“ESA QUE YO CONOCÍ” Grabada por Willie Rosario.
“MALQUERIDA”, “SIEMPRE ESTARÉ CONTIGO” – Con la Orquesta de Pedro Conga.
“EN MIS ROSALES” y “HERENCIA RUMBERA”, compartiendo la autoría de estas dos obras con Angélica López y las cuales fueran logradas por el “Apolo Sound” de Roberto Roena. Jorge Luís Vélez Millet, nació en la pintoresca población de Santurce, Puerto Rico, en marzo de 1939; desde muy joven se interesó por la música, aprendiendo a tocar el piano en forma autodidacta, para luego y gracias a la colaboración de algunos amigos músicos, aprender solfeo, lo que lo llevó a perfeccionarse y a obtener una herramienta fundamental para su posterior carrera como arreglista y director musical. En 1964 forma una pequeña agrupación, la cual se desintegra en 1969; para aquella época Jorge Millet se desempeñaba como diseñador gráfico en una agencia de publicidad.

Finalizando la década del 60 el pianista trabajó con muchas orquestas pequeñas en el escenario artístico de Puerto Rico, pero comenzando el siguiente decenio, el de los 70, considerado el más brillante en la historia salsera, el pianista decide viajar a Estados Unidos para ingresar al Chicago Music Collage y así ampliar sus conocimientos en Armonía y Orquestación.

Al regresar a la Isla, cargado de experiencia y fortalecido académicamente, es contratado por varios de los músicos representativos de la expresión, quienes vieron en el maestro una joya de un incalculable valor, un genio que haría aportes fundamentales para la consolidación de cada una de sus agrupaciones; figuras del calibre de Rafael Cortijo, Tommy Olivencia, Willie Rosario, Roberto Roena, Ismael Miranda, entre muchos otros, contaron con la sapiencia de “La Maravilla” en la confección de las piezas, en la ejecución del piano y en la dirección musical de sus bandas.

En 1976, el maestro Jorge Millet es contratado como Productor Musical de la etiqueta TH Récords, la magnífica compañía venezolana establecida en Puerto Rico por el eximio productor nacido en República Dominicana, pero puertorriqueño por adopción y cariño, José Francisco Torres Cruz, más conocido en el ambiente como Frank Torres.

Con el sello el pianista tuvo la oportunidad de participar y de coordinar un sinnúmero de grabaciones de los salseros boricuas afiliados a éste; de aquella camada destacamos a: Paquito Guzmán, Orquesta La Solución, Andy Montañez, Marvin Santiago, entre otros. Gracias a esta vinculación se da un hecho que considero fundamental en la historia de la salsa y que avala nuevamente las dotes del maestro Jorge Millet, tanto en el campo artístico, como en el humano.
La historia se escenifica a finales de la década de 1970 cuando “Mr Melody” ayuda y re-descubre a “El Sonero del pueblo” Marvin Santiago, quien por aquella época estaba prácticamente derrotado y fuera de escena debido a sus profundos problemas de drogadicción.

Pues bien, Jorge Millet anima al sonero a continuar su carrera y a lanzarse como solista, y es así como lo inscribe en la compañía TH, forma la orquesta y hace los diseños de las carátulas; además de los arreglos, Millet compone algunos temas para las producciones de Marvin, dando como resultado la recuperación de un gran sonero, pero más que ello, la recuperación de un Ser Humano.
El destacado coleccionista colombiano e impulsor de la música afro antillana Gary Domínguez, comentó así en alguna de sus importantes audiciones este hecho valioso en la historia de los dos músicos: “Entre 1978 y 1979, cuando Santiago estaba virtualmente retirado del medio artístico debido a la drogadicción, uno de los músicos más interesantes y respetado de la Isla, Jorge Millet, “La Maravilla”, vuelca toda su atención hacía el potencial que se estaba desperdiciando en Marvin y lo anima a presentarse ya definitivamente como solista. Jorge Millet lo presenta al sello TH, hace los arreglos, logotipos, composiciones y unos “solos” de piano que se convertirían en temas clásicos, no sólo del repertorio de Santiago, sino de la salsa misma de Borinquen”; y continúa Domínguez: “Millet vio en Marvin la posibilidad de “crear” un sonero de pueblo de gran arraigo popular que podía por sí solo, convertirse en personaje e institución”.

Como lo anotaba Gary, nuestro invitado a estas notas fue uno de los músicos más reconocidos y respetados, tanto en Puerto Rico, como en Nueva York, y esto quedó demostrado en su amplio recorrido por bandas y conjuntos que apreciaban el potencial y el inmenso talento del maestro quien correspondió a este cariño con un trabajo musical y pictórico de un fuerte potencial artístico.

En nuestro espacio radial “EL LENGUAJE DE SON”, nos dimos a la tarea de hacer una compilación de orquestas, conjuntos y combos en las cuales el maestro Millet dejó su sello personal, tanto en el piano y los arreglos, como en la producción y diseño de carátulas; el resultado de esta investigación sorprende, pues organizamos un listado de 57 agrupaciones (incluida su producción como solista bautizada: “A Magic Dream”, bajo la etiqueta TH Récords), que pueden ser más, pero de todas maneras consideramos que es un número alto que respalda todo lo dicho acerca de “Mr. Melody”. Estas agrupaciones son:

* ORQUESTA LA CRIOLLA
* ORQUESTA LA CONQUISTADORA
* CONJUNTO UNIVERSAL
* CONJUNTO BORINCUBA
* ORQUESTA MUNDO
* ORQUESTA NATER
* CONJUNTO DE RAFAEL CORTIJO
* ORQUESTA LA COMPAÑÍA
* ORQUESTA DE MARVIN SANTIAGO
* PUERTO RICO ALL STARS
* ORQUESTA DE JUSTO BETANCUR
* ORQUESTA DE BOBBY VALENTÍN
* APOLO SOUND DE ROBERTO ROENA
* ORQUESTA HOMMY DE JESÚS CEPEDA
* LOS AFROCUBANOS DE MACHITO
* ORQUESTA LA SALSA MAYOR
* ORQUESTA DE ISMAEL MIRANDA
* ORQUESTA DE WILLIE ROSARIO
* ORQUESTA DE NACHO SANABRIA
* ORQUESTA DE LOUIE RAMÍREZ
* ORQUESTA DE JOE QUIJANO
* ORQUESTA DE RAFAEL “CHULETA” DE JESÚS
* ORQUESTA DE ROBERTO ANGLERÓ
* ORQUESTA DE “CHIVIRICO” DÁVILA
* ORQUESTA DE CHEO FELICIANO
* ORQUESTA LA SELECTA DE RAPHY LEAVIT
* ORQUESTA DE TITO PUENTE
* ORQUESTA DE PAQUITO GUZMÁN
* ORQUESTA DE RAFY DÍAZ
* ORQUESTA DE TOMMY OLIVENCIA
* ORQUESTA LOS KIMBOS
* ORQUESTA INTERNACIONAL DE PEDRO “CONGA” LÓPEZ
* ORQUESTA ROBERTO Y SU NUEVO MONTUNO
* ORQUESTA DE OSWALDO VALENTÍN
* ORQUESTA LA TRÓPICA
* ORQUESTA DE NELSON DE JESÚS
* ORQUESTA DE ADALBERTO SANTIAGO
* ORQUESTA DE JOHNY EL BRAVO
* ORQUESTA DE FAUSTO REY
* ORQUESTA DE LUIGUI TEXIDOR
* ORQUESTA BORINQUEN
* LOS HIJOS DEL REY
* GRABACIÓN DE TITE CURET ALONSO
* ORQUESTA MULENZE
* ORQUESTA DE RAY PÉREZ (MUSICO PUERTORRIQUENO)
* GRABACIONES DE MILLI QUEZADA
* CHAMACO RIVERA
* TABACO Y SUS METALES
* ORQUESTA DE LARRY HARLOW
* GRABACIONES DE DANNY RIVERA
* ORQUESTA LA GRANDE (DE PUERTO RICO)
* GRUPO BOMBAZZO DE SAMY AYALA
* ORQUESTA SALSA FEVER
* ORQUESTA DE TONY YANZ
* GRABACIONES DE JOSÉ NOGUERAS

De acuerdo con las investigaciones el último trabajo de Jorge Millet, fueron los arreglos para cuerdas del álbum “Respiraré” del cantautor Wilkins; esta sería la producción Nº 57. Como se ha repetido a lo largo de la historia, la mayoría de los grandes personajes y genios, mueren jóvenes y “La Maravilla” no fue la excepción; el 1º de julio de 1981 en Santurce, la tierra que hacía apenas 42 años lo había visto nacer, muere “Mr. Melody”, dejando para la historia de la salsa, un legado que aún sigue esperando ser develado y presentado a las nuevas generaciones; una herencia que nos ha permitido gozar y descubrir, a quienes nos hemos interesado en ella, toda la majestuosidad de… un GENIO MARAVILLOSO Y MELÓDICO.

La biografia di Marty Galagarza

01 Gennaio 2012

Il secondo disco de La Conquistadora: Pinocho

In seguito all’anniversario della scomparsa di Marty Galagarza avvenuta il 30 dicembre 2010 abbiamo deciso di fare un articolo sul percussionista conosciuto per aver suonato nell’orchestra La Conspiracion di Ernie Agosto e successivamente per aver fondato La Conquistadora.

L’orchestra La Conquistadora nasce nel 1972, quando Marty Galagarza, bongosero de La Conspiración di Ernie Agosto, decide di creare la sua orchestra.
Galagarza parte subito con l’idea di cambiare il suono rispetto a La Conspiracion grazie all’innesto di due tromboni al posto delle trombe presenti nella formazione precedente e sceglie due musicisti con basi jazz e di son caraibico, ovvero Tom Malone e Leopoldo Pineda.
In quel periodo infatti il suono dei tromboni era molto in voga fra le orchestre di salsa di New York, con le tipiche melodie aggressive e graffianti che caratterizzavano la musica che si ascoltava nella maggior parte dei quartieri ispanici della Grande Mela.

Ma non si ferma qui. Chiama anche alcuni giovani musicisti che diventeranno icone della salsa negli anni successivi, come il pianista Oscar Hernández ed il conguero Eddie Montalvo.

Il primo disco, La Conquistadora, viene registrato nel 1972 sotto l’etichetta Vaya Records, prodotto da Larry Harlow e con gli arrangiamenti di Marty Sheller, al piano il talentuoso Oscar Hernández, alla voce Roy Carmona e ai cori Adalberto Santiago e Ismael Miranda.

Candela
 

Due anni dopo viene pubblicato il secondo disco, Pinocho, sempre prodotto da Larry Harlow, con i cantanti Roy Carmona e Junior Gonzalez e Adalberto Santiago ai cori, registrazione dopo la quale Galagarza scompare dall’ambiente fino a quando, qualche anno dopo, riappare con il terzo e ultimo disco del 1980 intitolato Conciencia, sotto l’etichetta Etika Records e che vede gli arrangiamenti del geniale Jorge Millet e del grande Louis García.
Con questo disco Galagarza amplifica ulteriormente il suono dei tromboni con ben tre metalli suonati da Rafi Torres, Wilfredo Rosario e Luti Maldonado.

La Tristeza
 

Perdona Corazon
 

Fra i musicisti di questo terzo disco compaiono Martin Galagarza (bongo e campana), Jorge Millet (piano), Hector Camareno (timbal e percussioni), Polito Huertas (basso), Papo Pepin (conga), Rafi Torres (trombone), Wilfredo Rosario (trombone), Luti Maldonado (trombone), Luis Garcia
(cuatro), Papo sanchez (guiro), Ismael Garcia Cruz (pandereta), Mario Galagarza (bongo, conga), Gilberto Cotto (timbal e percussioni), Carlos Roldan (basso), Jose Lantigua (piano) e Justo Betancourt (cori). I cantanti ed i cori sono di Cheo Colón e Israel Pérez.

Negli ultimi anni si era trasferito in Florida, al pari di suo fratello Mario (che era stato conguero nel primo disco di Willie Colon “El Malo”) e soffriva di una malattia da tempo.

Discografia:

LA CONQUISTADORA con Roy Carmona – LA CONQUISTADORA 1972

La Conquistadora

1. Yo Quisiera
2. Mami Me Gusto
3. No Pienses Asi
4. Corazon
5. Candela
6. Para Todos Mis Amigos
7. Amar y Vivir
8. Pobre Jose
9. Teruño

Marty Galagarza – Bongo & Leader
Roy Carmona – cantante
Oscar Hernandez – piano
Willie Cintron – basso
Eddie Montalvo – conga
Johnny Castro – timbal
Sam Burtis, Leopoldo Pineda – trombone
Ismael Miranda – cori & maracas
Adalberto Santiago, Hector Ayala – cori
Larry Harlow – produttore

MARTY GALAGARZA Y LA CONQUISTADORA – PINOCHO 1974

Pinocho 1974

Javier Vazquez, Jose Luis Cruz e Marty Sheller – arrangiamenti
Roy Carmona – voce
Adalberto Santiago, Junior Gonzalez – cori
Larry Harlow – produttore

1. Pinocho
2. Apuesto a que tu lo Bailas
3. Deudas
4. Presten Atención
5. Que Rico Bombón
6. Bomba de Corazón
7. Arrepentida
8. Jardín
9. La Tristeza

LA CONQUISTADORA – CONCIENCIA 1980
Cantano Cheo Colón e Israel Pérez

Conciencia

1. Perdona Corazón
2. Venganza
3. Bomba Que Asombra
4. La Mulata Carida
5. Enemigo Perdonado
6. Vendaval Sin Rumbo
7. Siete Mujeres
8. Madrugada

Martín Galagarza – Bongo e Conga
Jorge Millet – Piano e Coro
José Lantigua – Piano
Héctor Camareno – Timbal e Percussioni
Gilberto Cotto – Timbal e Percussioni
Polito Huertas – Basso
Carlos Rendón – Basso
Papo Pepin
– Conga
Rafi Torres – Trombone
Wilfredo Rosario -Trombone
Luti Maldonado – Trombone
Luis García – Cuatro
Papo Sánchez – Guiro
Ismael García Cruz – Pandereta
Mario Galagarza – Bongo Conga
Cheo Colón – Cori
Israel Pérez – Cori
Justo Betancourt – Cori

La biografia di Justo Betancourt

Traduzione a cura di Cafè Caribe

Nato il 6 dicembre 1940 a La Marino, provincia di Matanzas, Cuba, Justo Betancourt è conosciuto come un talentuoso cantante di salsa.

Le sue abilità vocali nei vari generi vengono coltivate fin da bambino. All’età di undici anni Betancourt inizia a cantare con una piccola band Cabeza de Perros che viene così chiamata dopo una bevuta di birra fra amici, tant’è che la banda sarà sponsorizzata da una ditta produttrice di birra. Dai 16 anni entra a far parte di una famosa band cubana, Guaguanco Matancero. Nel 1958, all’età di 18 anni, Betancourt da vita alle sue prime registrazioni come parte della band Conjunto Club.

Betancourt lascia Cuba e si trasferisce in Grecia per un breve periodo prima di stabilirsi a New York nel 1964. Qui lavora per due anni con il direttore e timbalero Orlando Marin, dando il suo contributo vocale all’album Esta En Algo, rilasciato nel 1967. L’album raggiunge la top ten e questo aiuta Justo a imporre il suo nome nella comunità salsera.

Dopo una brevissima apparizione con Johnny Pacheco che dura solo un paio di settimane, Betancourt si unisce alla famosa band Sonora Matancera. Si esibirà anche con altre orchestre di salsa famose in quel periodo, incluse quelle di Eddie Palmieri e Ray Barretto.

Nel 1968 Betancourt rilascia il suo album di debutto, El Explosivo, sotto l’etichetta Fania e il suo album successivo, Los Dinamicos, nel 1971. Gli album sono davvero di qualità, ma gli sforzi di Betancourt non vengono molto apprezzati fino all’acclamato terzo album, Pa Bravo Yo, nel 1972, che darà il titolo alla famosa hit.

Dopo quasi 8 anni a New York Betancourt si sposta a Puerto Rico nel 1972. E’ uno spostamento che aiuta grandemente la sua carriera, a partire dalla creazione di una nuova band chiamata Borincuba, nome che riflette la mistura di artisti cubani e portoricani; la band registra due album con Betancourt come prima voce, Distinto y Diferente nel 1977 e Presencia! nel 1978 con canzoni come La Puso La Tapa. Ma la band incontra qualche problema, incluso l’abbandono di Tito Rojas, che rimane da solo per un po’, fino alla creazione della sua nuova band “Conjunto Borincano“.

Arriva un periodo di silenzio di qualche anno fino al 1990 quando Betancourt rilascia Regresar con la sua nuova etichetta, RMQ. Eric Figueroa fa la sua principale apparizione come produttore, direttore e arrangiatore per molte canzoni dell’album.

Ma a parte i suoi album e le sue performance, Betancourt si esibisce con molti tra i migliori artisti di salsa di tutti i tempi. Oltre a far parte della Fania All Stars lavora anche con artisti di primo piano fra i quali Mongo Santamaria, Roberto Roena, Cheo Feliciano, Willie Colón, Descarga Boricua.

La biografia è stata tratta da www.musicofpuertorico.com

La biografia di Angel Canales

Traduzione a cura della Redazione LaSalsaVive

Angel Canales nasce nel 1950 a Santurce (Portorico). All’età di 8 anni si trasferisce insieme ai suoi genitori, Angel Luis Canales Sr. e Ana Ilda Canales nella 177a Strada a Lexington Ave. nella zona di Manhattan. Durante la sua infanzia ascolta la musica di Rafael Cortijo con Isamel Rivera, la canzone Jíbara (campesina) ed i cantanti romantici degli anni cinquanta che sono i preferiti nella sua casa.

A New York intanto la musica inizia a cambiare, i suoi nuovi amici non parlano spagnolo e ascoltano Elvis Presley e i dischi della Mowtown. Dopo arriva l’esplosione del Boogaloo, grazie alla quale Angel ed i suoi amici iniziano a riscoprire la musica latina tramite il tumbao di nuove orchestre come Willie Colón, Johnny Colón, Pete Rodríguez e i Lebron Brothers.

A scuola il suo rapporto con i libri non è dei migliori, però ha una buona attitudine verso i lavori con le macchine. E’ così che decide di presentarsi in una gioielleria, raccomandato da un professore che lo stimava molto. Inizia a lavorare come fattorino, con il tempo guardando con curiosità all’arte dei tagliatori di diamanti, apprende a pulirli, tagliarli e montarli, cosa che alla fine diventa la sua principale attività.

Alla fine degli anni sessanta viene richiamato dall’esercito. Al suo ritorno scopre che alcuni amici d’infanzia sono diventati musicisti, fra questi Antonio Tapia, Luis Rivera e Johnny Torres. Tutti questi si riuniscono in una band capitanata da un pianista di colore americano che si fa chiamare Markolino (Mark Dimond). Un personaggio stravagante, a cui piace comporre, arrangiare e suonare il piano in un modo molto particolare e molto “avanti” per quel periodo.

Canales arriva nel momento in cui Markolino firma per la Fania e seguendo il consiglio del suo amico Johnny Torres va allo studio di registrazione e inizia a cantare su alcune canzoni che non aveva mai ascoltato prima. Da questa improvvisazione nasce l’LP “Brujería” dove la timida voce di Canales si può ascoltare nelle canzoni: El Barrio, Yo no tengo Pena, Brujería, Tiene Sabor, Mariquita e Aguardiente.

Tra il 1970 e il 1974 Markolino, Angel Canales e gli altri musicisti sbarcano il lunario suonando il repertorio di questo singolare LP, in cerimonie e feste, fino a quando Markolino scompare dalla circolazione per problemi personali. Si mormora che possa essere morto, ma così non è visto che registra ancora con Lavoe, Frankie Dante e Chivirico Davila i dischi “Rompe Saragüey (1975)”, “Porque Adoré (1976)” e “El Quinto de Beethoven (1976)”. Torna a scomparire nuovamente per ricomparire a Miami nel 1988 dove registra insieme a Larry Harlow “Mortifica”.

Nel frattempo Angel Canales, appoggiato dalla maggior parte dei musicisti, decide di iniziare una nuova tappa che lo vede compositore e leader della banda. Nel 1975 esce “Canales y la Orquesta Sabor”, prodotto dalla casa discografica Alegre da Joe Cain. In questa produzione si fanno notare due pianisti colombiani: Eddie Martinez, responsabile di tutti gli arrangiamenti e Joe Madrid, che realizza tutti gli assoli. Con “Lejos de ti” le radio trovano una nuova hit e soprattutto una voce che unisce le particolarità di Hector Lavoe, Juan Legido, Marco Antonio Muñiz fino a Fernando Alvarez, con il timbro personale del “tagliatore di diamanti”.

Non sono poche le critiche negative che piovono intorno a questo enigmatico cantante che si autofinanzia e che non cerca mai vie facili (ndr. “la payola” è un termine nato come crasi tra le parole “pay” (pagare) e “Victrola” (la marca di un giradischi)) per promuovere i suoi dischi. Ma questo è solo l’inizio; Canales riesce a imporre un nuovo stile alla salsa. La sua testa rapata, le coreografie e soprattutto la sua potente orchestra piena di musicisti informali, alla quale si sommano i più eccentrici e aggressivi artisti del jazz della città, danno vita a dei mambo complicati che escono dal sax baritono, da un’altissima tromba e da due aspri tromboni. Questo è il suono Jazzy, sereno e rilassato, molto “avanti” per quel periodo. E’ il sentimento di un latino a New York!!

Canales viene tenuto sotto controllo e richiesto dai più importanti promotori di salsa di New York, anche per via del suo carattere indipendente che lo porta a pagare ai suoi musicisti i salari più alti del periodo. E’ così che nel 1977 arriva a Canales l’opportunità di verificare l’accoglienza fuori dagli Stati Uniti. Un impresario gli invia un anticipo di 5.000 dollari, biglietti aerei e ospitalità presso l’hotel Hilton di Panamá per farlo esibire per la prima volta in America Latina con tutta l’orchestra. Il successo è grande: nasce così il suo omaggio a “Panamá Soberana” (“Panamá Sovrana”). Le altre due uscite di Canales all’estero sono a Caracas (Venezuela) nel 1982 e Cali (Colombia) negli anni novanta. Fra il 1975 e il 1987 Canales registra 9 dischi. Riappare timidamente nel 1996 con un paio di registrazioni prodotte a Miami: “Niña Melé” e “Sólo se que tiene nombre de mujer”. Angel Luis Canales, è uno dei pochi cantanti che non ha dovuto presentarsi con promotori e itinerari. Un lusso che gli deriva dalla sua vera professione di tagliatore di diamanti.

La biografia è stata tratta da 100×100 salsa e da Gary Domínguez (El Cuaderno Latino de la Salsa)

Eddie Palmieri intervistato da LaSalsaVive.org

La biografia di Eddie Palmieri


Eddie Palmieri, conosciuto per il suo potere carismatico e l’impulso innovatore, ha una carriera di più di 50 anni come direttore e maestro di orchestre di salsa e jazz latino. Con un percorso discografico che include 36 album, Palmieri ha ricevuto nove Grammy Awards. Il primo Grammy gli fu dato nel 1975 per la sua produzione discografica “The Sun of Latin Music”, la quale è considerata come la più importante per essere stata la prima a ricevere un riconoscimento da parte dell’ Academia Nacional de las Artes y Ciencias de Grabación (NARAS).
L’anno successivo, ha vinto di nuovo con “Unfinished Masterpiece”. Poi, nel 1984 ha vinto con “Palo Pa’ Rumba”, nel 1985 con “Solito” e nel 1987 con “La Verdad”. Palmieri ha ricevuto un Grammy Latino ed un Grammy per il miglior album di jazz latino nel 2000, grazie al lancio insieme a Tito Puente di “Obra Maestra / Masterpiece”. È stato nuovamente premiato nel 2006 con “Listen Here” e nel 2007 con “Simpático”, che è stata una collaborazione con il trombettista Brian Lynch. “Simpático” è stato anche riconosciuto dalla Jazz Journalists Association come miglior album jazz latino nello stesso anno.

Oltre alla sua riconosciuta carriera discografica, Palmieri ha preso parte alla Giunta dei direttori dell’Accademia Nazionale delle Arti e Scienze della Registrazione di New York, dove ha avuto un ruolo importantissimo nella creazione della categoria del jazz latino nel 1995.
A seguito della creazione di questa categoria, Palmieri è stato premiato per gli album “Palmas” nel 1995 e “Arete” nel 1996.

Nel 1988 l’Istituto Smithsonian ha registrato due performances di Palmieri per il catalogo del Museo Nazionale della Storia Americana a Washington, D.C., riconoscimento pubblico raramente concesso.
Nel 1990, Palmieri è stato invitato come consulente per l’album di Paul Simon “Rhythm of the Saints”.
Nel 1991 ha ricevuto il premio Eubie Blake del Dr. Billy Taylor ed è uno dei pochi musicisti latini che è stato riconosciuto dall’Assemblea Legislativa di Portorico e dallo Stato di New York.

Nel 1998, l’Heineken Jazz Festival di San Juan (Puerto Rico), ha reso tributo al grande contributo di Palmieri come maestro d’orchestra, insignendolo con il dottorato onorario del Collegio di Musica di Berklee.
Nel 2002, l’Università di Yale ha dato a Palmieri il premio “Chubb Fellowship” come riconoscimento per essersi distinto nella costruzione di comunità attraverso la musica.
È importante ricordare che questo premio solitamente viene riservato dall’Università di Yale solo a esponenti internazionali. Nello stesso anno ha ricevuto “Nacional Black Sports and Entertainment Lifetime Achievement Award”.
Fra gli altri artisti che hanno ricevuto questo importante riconoscimento ci sono Roberto Clemente, Count Basie, Max Roach, Billie Holiday e Dinah Washington. Addizionalmente nel 2002, ha ricevuto dalla BBC di Londra il Premio per l’esibizione latina più eccitante.

Foto credit: Martin Cohen

Nel 2005, Palmieri ha ricevuto una serie di prestigiosi premi, incluso l’ “Alice Tully African Heritage Award” del City College di New York, l’“Harlem Renaissance Award” ed il “Lifetime Achievement Award” della rivista Urban Latino Magazine.
Inoltre è stato invitato a far parte del “Bronx Wall of Fame” e del “Chicago Walk of Fame”. In omaggio alla sua discendenza portoricana e percorso musicale, Palmieri è stato invitato in qualità di padrino alla manifestazione per il giorno dei portoricani nella città di New York. Ha anche ricevuto “El Award” dal quotidiano El Diario. Un altro gran passo per Palmieri è stato il debutto del programma radio “Caliente” alla National Public Radio. Questo evento ha segnato la prima volta in cui un Latino è stato utilizzato come anfitrione per questo tipo di programmazione.
Il successo di “Caliente” è stato significativo, giacchè questo programma è stato trasmesso in più di 160 stazioni radio in tutti gli Stati Uniti.

Nato nello Spanish Harlem nel 1936 da genitori portoricani, Eddie Palmieri ha iniziato i suoi studi di piano in giovane età, così come aveva fatto il suo famoso fratello maggiore, il leggendario pianista e maestro d’orchestra di salsa, Charlie Palmieri. È importante segnalare che per gli abitanti latini di New York della generazione di Eddie, la musica era un veicolo per uscire dal “Barrio”. A 11 anni e con la voglia di andare il più lontano possibile dal Bronx, Palmieri fece un’ audizione presso il Weil Recital Hall, localizzato al lato del Carnegie Hall. È interessante notare che Palmieri ha sempre avuto il desiderio di suonare le percussioni, pertanto a 13 anni prese parte all’orchestra di suo zio, dove suonava i timbales.
Quando gli si chiede qualcosa in merito, Palmieri risponde, “A 15 anni ci fu il mio addio ai timbales ed il ritorno al piano fino ad oggi. Io sono un percussionista frustrato per questo mi diletto con il piano”.

Iniziò la sua carriera professionale come pianista verso i primi anni cinquanta nell’orchestra di Eddie Forrester. Nel 1955, si unì al gruppo di Johnny Segui. Passò un anno anche con l’orchestra di Tito Rodríguez prima di formare il suo gruppo nel 1961, la leggendaria Orchestra “La Perfecta”.
Questo congiunto è stato riconosciuto in modo distinto per aver incorporato una sezione di tromboni (diretta dallo scomparso Barry Rogers) al posto delle trombe. Questo cambiamento ha rappresentato qualcosa che raramente era stato implementato nella musica latina e che servirà come preludio allo stile poco convenzionale di Palmieri nella sua maniera di dirigere le orchestre.
“La Perfecta” è stata conosciuta come “the band with the crazy roaring elephants” (il gruppo con il ruggito pazzo degli elefanti), proprio per il fatto di essere composta da due tromboni, flauto, percussioni, basso e vocalista. Grazie al suo suono magnetico e unico, l’orchestra di Palmieri è stata presto catalogata allo stesso livello di orchestre riconosciute di questo periodo come quella di Machito e di Tito Rodríguez.

Eddie Palmieri con Barry Rogers – Adoración

La sua maniera di suonare innovatrice e poco convenzionale sorprese una volta di più i critici e i fans con il lancio del disco intitolato “Harlem River Drive” nel 1970.

Harlem River Drive “Idle Hands”

Questa registrazione fu la prima ad unire stili musicali afro-americani e latini in un suono da formazione libera, che, al tempo stesso, riunisce elementi della salsa, funk, soul e jazz. Inoltre, questo album presenta una fusione di movimenti musicali fluidi che evocano differenti sensazioni ritmiche. Diretta da Eddie, questa formazione vide la partecipazione del suo scomparso fratello Charlie, oltre a eccellenti talenti musicali di entrambe le comunità (afro-americana e latina) come Victor Venegas, Andy Gonzáles, Bernard “Pretty” Purdie e Ronnie Cuber. Aggiungendosi alla sua inclinazione di creare e innovare con il suo stile “funk” latino, nel 1997, Palmieri fu invitato da Little Louis Vega a registrare l’album “Nuyorican Soul”, il quale ottiene un grande successo fra i DJs e gli affezionati del ballo del genere di musica “house”.

Oltre all’influenza che ha ricevuto dal fratello maggiore Charlie, Eddie è stato influenzato da artisti cubani degli anni quaranta come Jesús López, Lili Martínez, e grandi maestri del jazz come Art Tatum, Bobby Timmons, Hill Evans, Horace Silver, Bud Powell e McCoy Tyner. Secondo Palmieri, “ A Cuba, si manifestò uno sviluppo ed una cristallizzazione di ritmiche che ha stimolato molte persone nel corso degli anni. La musica cubana è la base fondamentale da dove non mi sposterò mai. Tutto ciò che deve essere costruito arriva da lì. Da questa convergenza di culture nasce una musica magnifica.”

Eddie Palmieri – la cui passione e istinto per la musica sono ineguagliabili — si avvia positivamente verso il futuro della sua musica con lo slancio del suo distinto percorso musicale per la gioia dei suoi fans in tutto il mondo. Oggi, Palmieri ha una delle orchestre di salsa e jazz che girano il mondo con maggior frequenza, visitando Europa, Asia, América Latina, Africa del Nord ed i Caraibi. La sua astuzia negli arrangiamenti musicali innovatori e le sue composizioni di grande impatto dimostrano l’abilità di Palmieri nel riuscire a mantenersi attraverso il tempo grazie al suo repertorio multiforme e allo stesso tempo, sorprendere il pubblico – ancora e ancora — con il suo stile leggendario.

Clicca qui per leggere l’intervista a Eddie Palmieri realizzata dalla redazione de LaSalsaVive

Español

Eddie Palmieri, conocido por su poder carismático e impulso innovador, tiene una carrera de más de 50 años como dirigente y maestro de orquestras de salsa y jazz latino. Con una trayectoria discográfica incluyendo 36 títulos, Palmieri ha sido galardonado con nueve Premios Grammy. Recibió su primer Premio Grammy en 1975 por su producción discográfica “The Sun of Latin Music,” la cual es considerada como la más histórica por ser la primera vez que la música latina fue reconocida por la Academia Nacional de las Artes y Ciencias de Grabación (NARAS). Al año siguiente, ganó de nuevo por “Unfinished Masterpiece”. Luego, en 1984 ganó por “Palo Pa’ Rumba”, en 1985 por “Solito” y en 1987 por “La Verdad”. Palmieri recibió un Grammy Latino y un Grammy tradicional por el mejor álbum de jazz latino en el 2000 por el lanzamiento junto con Tito Puente de “Obra Maestra/Masterpiece”. Fue premiado nuevamente por el mejor álbum de jazz latino en el 2006 por “Listen Here” y en el 2007 por “Simpático,” el cual fue una colaboración con el trompetista maestro Brian Lynch. “Simpático” también fue reconocido por la Asociación de Periodistas del Jazz como el mejor álbum de jazz latino en el mismo año.

Además de su reconocida carrera discográfica, Palmieri formó parte de la junta de directores de la Academia Nacional de las Artes y Ciencias de Grabación para el capítulo de Nueva York en el 1993, donde tuvo un rol importantísimo en la creación de la categoría del jazz latino durante el 1995. Seguido a la creación de dicha categoría, Palmieri fue nominado por su álbum “Palmas” en el 1995 y por “Arete” en el 1996.

En 1988, el Instituto Smithsonian grabó dos de las funciones de Palmieri para el catálogo del Museo Nacional de Historia Americana en Washington, D.C., reconocimiento público raramente otorgado. En 1990, Palmieri fue invitado como consultor por Paul Simon para el álbum “Rhythm of the Saints”. Recibió el Premio Eubie Blake de Dr. Billy Taylor en 1991 y es uno de los pocos músicos latinos que ha sido reconocido por la Asamblea Legislativa de Puerto Rico y por el estado de Nueva York.

En 1998, el Heineken Jazz Festival de San Juan, Puerto Rico le hizo tributo a la gran contribución de Palmieri como maestro de orquestra, donde se le presentó un doctorado honorario del Colegio de Música de Berklee. En el 2002, la Universidad de Yale le otorgó a Palmieri el premio “Chubb Fellowship” en reconocimiento de distintiva labor de construir comunidades a través de la música. Es importante mencionar que dicho premio suele ser presentado por la Universidad de Yale a dignatarios internacionales. En ese mismo año, él recibió el “Nacional Black Sports and Entertainment Lifetime Achievement Award.” Acompañando a Palmieri en este honor están Roberto Clemente, Count Basie, Max Roach, Billie Holiday y Dinah Washington. Adicionalmente en el 2002, fue reconocido por el BBC de Londres con el Premio por la Función Latina Más Excitante.

Durante el 2005, Palmieri recibió una serie de premios prestigiosos, incluyendo el “Alice Tully African Heritage Award” del City College de Nueva York, el “Harlem Renaissance Award” y el “Lifetime Achievement Award” del Urban Latino Magazine. Además, fue invitado a ser parte del “Bronx Wall of Fame” y el “Chicago Walk of Fame”. En homenaje a su ascendencia puertorriqueña y trayectoria musical, Palmieri ha sido invitado como padrino a la Parada para el Día de los Puertorriqueños en la ciudad de Nueva York. También recibió “El Award” de el periódico El Diario. Otro gran logro para Palmieri fue el debut del programa radial “Caliente” en el National Public Radio. Dicho acontecimiento representó la primera vez que un Latino sirvió de anfitrión para este tipo de programación. El éxito de “Caliente” ha sido significativo, ya que este programa ha sido transmitido por más de 160 estaciones de radio nacionalmente.

Nacido en Spanish Harlem en 1936 a padres puertorriqueños, Eddie Palmieri comenzó sus estudios del piano a temprana edad, así como también su reconocido hermano mayor, el legendario pianista y maestro de orquestra de Salsa, Charlie Palmieri. Es importante señalar que para los neoyorquinos latinos de la generación de Eddie, la música era un vehículo para salir del “Barrio”. A los 11 años y con miras de ir lo más lejos del Bronx imaginable, Palmieri audicionó en el Weil Recital Hall, localizado al lado de Carnegie Hall. Interesantemente, Palmieri siempre tuvo el deseo de tocar percusión, por tanto a los 13 años formó parte de la orquestra de su tío, donde toco los timbales. Cuando se le pregunta a cerca de esto, Palmieri comenta, “A los 15 años, fue adiós a los timbales y devuelta al piano hasta el día de hoy. Yo soy un percusionista frustrado por eso me desquito con el piano”.

Emprendió su carrera profesional como pianista a comienzos de la década del 1950 en la Orquestra de Eddie Forrester. En el ’55, se unió a la agrupación de Johnny Segui. También pasó un año con la Orquestra de Tito Rodríguez antes de formar su propia agrupación en 1961, la legendaria Orquestra “La Perfecta”. Dicho conjunto ha sido reconocido distintivamente por incorporar un sección de trombones (dirigida por el fallecido Barry Rogers) en lugar de trompetas. Esto fue algo que rara vez había sido implementado en la música Latina y que sirve como preludio al estilo poco convencional de Palmieri en su manera dirigir orquestras. “La Perfecta” fue conocida como “the band with the crazy roaring elephants” (la agrupación con el rugido loco de elefantes), debido a estar compuesta de dos trombones, flauta, percusión, bajo y vocalista. Gracias a su sonido magnético y único, la orquestra de Palmieri fue pronto catalogada al mismo nivel de orquestras reconocidas de esa época como la de Machito y la de Tito Rodríguez.

Su expresión innovadora e inconvencional una vez más sorprendió a críticos y fanáticos con el lanzamiento de su disco titulado “Harlem River Drive” en 1970. Esta grabación fue la primera en unir estilos musicales afro-americanos y latinos en un sonido de formación libre, que, al mismo tiempo, enlaza elementos de la salsa, funk, soul y el jazz. Más aun, este álbum destaca una fusión de movimientos musicales fluidos que evocan diferentes sensaciones rítmicas. Dirigida por Eddie, esta agrupación incluyó a su fallecido hermano Charlie, además de excelentes talentos musicales de ambas comunidades (afro-americana y latina) como Victor Venegas, Andy Gonzáles, Bernard “Pretty” Purdie y Ronnie Cuber. Añadiéndole a su inclinación por crear e innovar con su estilo “funk” latino, en 1997, Palmieri fue invitado por Little Louis Vega a grabar el álbum “Nuyorican Soul”, el cual ha sido un éxito rotundo con DJs y aficionados del baile en género de música “house”.

Además de la influencia que recibió Palmieri de su hermano mayor Charlie, el ha sido influenciado por artistas cubanos de los 1940 como Jesús López y Lili Martínez, y grandes maestros del jazz como Art Tatum, Bobby Timmons, Hill Evans, Horace Silver, Bud Powell y McCoy Tyner. Según Palmieri, “ En Cuba, se manifestó un desarrollo y cristalización de patrones rítmicos que ha estimulado a muchas personas a través de los años. La música cubana provee la base fundamental de donde nunca me muevo. Lo que sea que tiene que construirse, sale de allí. De esa convergencia de culturas sale una música magnifica.”

Eddie Palmieri –cuya pasión e instinto por la música son inigualables— embarca positivamente hacia el futuro de su música con el impulso de su distintivo camino musical para el deleite de su fanaticada a través del mundo entero. Hoy día, Palmieri tiene una de las orquestras de salsa y jazz que recorren el mundo con mayor frecuencia, visitando Europa, Asia, América Latina, Africa del Norte y el Caribe. Su astucia en arreglos musicales innovadores y sus composiciones de magnitud histórica demuestran la habilidad de Palmieri de poder trascender el tiempo con su repertorio polifacético y de la misma forma, sorprender al público –una y otra vez—con su legendario estilo.

Tratto da Il sito ufficiale di Eddie Palmieri.

La biografia di Roberto Roena

A cura della Redazione LaSalsaVive


24 Giugno 2009

Roberto Roena, foto tratta da www.myspace.com/robertoroenaysuapollosound

Roberto Roena nasce il 16 Gennaio del 1940 nel barrio Dulces a Mayagüez (Portorico).
Inizia il suo avvicinamento alla Salsa come ballerino insieme al fratello Francisco “Cuqui” Roena nella Sultana del Oeste, ispirati dalla madre Raquel Maria Vazquez e dallo zio Anibal Vazquez (leggendario ballerino di mambo).
Insieme al fratello crea un duo di ballo i “Mambo Flashes“.
A nove anni si trasferisce a Santurce con la famiglia, dove con i fratelli continua a presentare spettacoli di mambo e cha cha cha, deliziando il pubblico presente ai concorsi per giovani talenti.
Roena ricorda: “lo zio Anibal veniva spesso a trovarci per insegnarci nuovi passi. Fu così che iniziammo a ballare nelle strade, fino a quando, nel 1954, nostra madre ci portò a partecipare allo show Coca Cola busca estrellas, dove vincemmo il primo premio”. Grazie a quel premio, vengono messi sotto contratto da una televisione locale, Canal Dos, partecipando alla trasmissione settimanale “La Taberna India“.
Durante una delle registrazioni, il percussionista Rafael Cortijo, vede Roena in azione.
È il 1956 e Roena è un adolescente di appena 16 anni, Cortijo è alla ricerca di un bongocero per il Conjunto che sta formando.
È proprio Cortijo a pensare alla figura di un bongocero in grado di ballare e suonare la campana; chiama Roena e gli insegna a suonare questi strumenti.

Con il Combo di Cortijo, viaggia a New York, dove nel 1956 si esibiranno al mitico locale notturno: “Palladium“.

Programma televisivo del 1966 con la reunion storica del Combo di Cortijo. Nel video possiamo vedere: Rafael Cortijo (timbales), Roberto Roena (al bongò e campana), Ismael Rivera (alla voce) che intepretano Quitate de la Via Perico

Inizia così la carriera musicale di Roberto Roena con Cortijo y su Combo e con Ismael Rivera alla voce.
Con questa formazione suoneranno nei principali palcoscenici degli Stati Uniti, Europa e Sud America.
È interessante segnalare che il Combo di Cortijo, composto principalmente da musicisti di colore, è il primo ad ottenere l’accesso a palcoscenici dove si presentavano esclusivamente artisti bianchi, sia dentro che fuori Portorico.

Dopo sette anni si conclude l’avventura di Roena con il Combo, che finisce a causa dei problemi di droga che aveva il leader e stella del gruppo, Ismael Rivera.
I musicisti di Cortijo iniziano a discutere sulla possibilità di separarsi dal proprio leader per continuare insieme una nuova avventura che porterà alla nascita del Gran Combo de Puertorico capitanato da Rafael Ithier.
Roena decide di non entrare subito in questa formazione per la gratitudine che aveva nei confronti di Rafael Cortijo, che era stato il suo mentore.

Cortijo intanto parte per New York alla ricerca di nuovi musicisti e dopo nove mesi Roena entra a far parte del Gran Combo de Puertorico.
Nel frattempo, essendo desideroso di formare una sua band, nel 1967, Roena forma i Megatones, gruppo di latin jazz che si esibisce i mercoledì in un club locale, il Tropicana de Carolina.
Con I Megatones e con Camilo Azuquita alla prima voce, Andy Montañez e Pellín Rodríguez (che erano i vocalisti del Gran Combo in quel momento) registra un album: “Se Pone Bueno”, prodotto da Pancho Cristal con l’etichetta Alegre Records, che li aveva notati proprio in quel locale.

Il Gran Combo diventa rapidamente una delle band più apprezzate di musica latina e Roberto Roena ne fa parte fino al 1969, quando, a seguito di alcune divergenze con Andy Montañez (vocalista del Gran Combo), decide di uscire dall’orchestra definitivamente.
Nello stesso anno lancia gli Apollo Sound, nome che deriva dal coincidente lancio nello stesso giorno delle prove dell’orchestra, del razzo spaziale sulla luna.
Il gruppo poteva contare su due trombe, un trombone, un sax tenore, la sezione ritmica con bongò, conga e timbales), basso e piano. Direttore d’orchestra è Catalino Curet Alonso, il quale scriverà il successo “Tu Loco Loco, y Yo Tranquilo”.

Non sapendo nè leggere nè scrivere musica, Roena, si circonda di grandi musicisti e arrangiatori. Nell’Apollo Sound figurano musicisti dell’orchestra di Tito Puente, El Gran Combo e i Los Sunsets, fra gli altri. Fra gli arrangiatori e compositori di fama che arrichiscono il repertorio ricordiamo: Mario Ortiz, Jorge Millet, Ruben Blades, Bobby Valentín, Elias Lopés, Luis “Perico” Ortiz, Papo Lucca, Julio ‘Gunda’ Merced, Tito Rivera, Louis García e Humberto Ramírez.

Con l’Apollo Sound, Roena rinnova il genere con un nuovo suono più sofisticato e innovatore, grazie alle due trombe, al trombone e al sax baritono, combinazione che apprende grazie all’influenza della sezione fiati del gruppo rock sajón Blood e degli Sweat and Tears.
Roena ha sempre considerato la varietà come una chiave per il successo, portando all’interno del suo repertorio altri generi come la musica soul, funk, i ritmi brasiliani, la musica romantica, sia in inglese che in spagnolo.
Il primo disco di Roberto Roena y su Apollo Sound produce grandi successi come “Tu Loco Loco, y Yo Tranquilo”, “El escapulario” e “El sordo”. Inoltre portano al successo il classico di Bobby Capó “Soñando con Puerto Rico”.
L’Apollo Sound resta sotto contratto per la casa discografica International Records (sussidiaria della Fania) per un decennio, con la quale vengono pubblicati successi come “Traición”, “Chotorro”, “Mi desengaño”, “Fea”, “Marejada feliz”, “Cui cui” e “El progreso”, fra gli altri. La ripercussione sulle principali radio si accompagna alle tourneè negli Stati Uniti e America Latina. Degna di nota è l’inclusione nelle registrazioni e tourneè della Fania All-Stars nei primi anni settanta.

Con la Fania Roena appare nel film “Our Latin Thing” (1972) e “Salsa” (1976). Inoltre prende parte come percussionista e ballerino della banda nel video “Salsa Madness” che esce in Inghilterra nel 1991 (le registrazioni sono fatte in Zaire nel 1974 – questo video viene pubblicato precedentemente come Fania in Africa).

In questo video Roena si esibisce oltre che come bongocero, in uno splendido assolo di ballo dove mostra tutti i principali passi da lui inventati

Roberto Roena. Foto tratta dal libro Cronaca della Musica del Caribe Urbano di César Miguel Rondón e cortesia di Herencia Latina

Roena con gli Apollo Sound registra diversi album, fra questi i più importanti per le innovazioni musicali sono: “Roberto Roena y su Apollo Sound 2” del 1970, “Roberto Roena y su Apollo Sound 4” del 1972, “Roberto Roena y su Apollo Sound 5” del 1973, “Roberto Roena y su Apollo Sound 6” del 1974, “Lucky 7” del 1976, “La Octava maravilla” del 1977, “Roberto Roena y su Apollo Sound 9” del 1977, “El Progreso” nel 1978, che è uno dei suoi dischi più importanti e che vede al suo interno canzoni come “Lamento de Concepción”, composta da Catalino Curet Alonso e con gli arrangiamenti di Papo Lucca. Alla voce Tito Cruz insieme a Carlos Santos, che viene dall’esperienza con Kako e Vilató nei “Los Kimbos”.

Nel 1978, Roena produce la banda di uno dei membri fondatori dell’Apollo Sound, Mario ‘Mickey’ Alvarez (tromba e voce), l’Orquesta Cabala. L’album si chiama “La Práctica Hace la Perfección”.

Mickey Cora * Pipo Peñalver * Roberto Torres * Orquesta Cábala

Fra il 1980 e il 1982, Roena realizza quattro album con la Fania Records. Looking Out For Número Uno (1981) include l’agrodolce e oscura “Se Esconde Porque Me Debe”, con straordinari arrangiamenti di Louis García, e tre interpretazioni di canzoni scritte dal compositore cubano Adalberto Alvarez. L’anno dopo, Roberto si unisce al cantante Adalberto Santiago per realizzare il suo ultimo con la Fania, Super Apollo 47:50.

Nel 1982, Roena prende parte ad una riunione di alcuni ex-membri del Gran Combo ne El Combo del Ayer, e nel 1983 esce un LP chiamato Aquel Gran Encuentro. Roena ritorna con l’Apollo Sound nel 1985 e registra Afuera y Contento, con la casa discografica Pa’Lante Records. Piro Mantilla e Sammy González, co-fondatori dell’Apollo Sound, insieme a Junior Reynoso, sono i tre cantanti dell’album. Nello stesso è presente una fantastica versione della canzone “A Ver” di Adalberto Alvarez.

Insieme alla musicalità della formazione degli Apollo Sound, Roena si caratterizza per la sua caratteristica di uomo spettacolo. Dipingersi i capelli con vari colori, suonare le percussioni in mutande e legarsi ad una corda per volare sul palco del Madison Square Garden, sono solo alcuni dei trucchi che utilizza per attirare l’attenzione dei media. Di fatto, la sua orchestra viene segnalata da una nota giornalistica come “la prima formazione di Portorico con un sistema di luci psicadeliche e ballerine a go-gó”. Entrando negli anni ottanta, Roena y su Apollo Sound iniziano una fase di calo nella loro popolarità, riflesso della crisi che attraversa il movimento salsero in generale. Nonostante questo, Roena continua a collaborare e registrare in forma indipendente con orchestre locali.

Roberto Roena in una posa irriverente.Foto tratta dal libro Cronaca della Musica del Caribe Urbano di César Miguel Rondón e cortesia di Herencia Latina

Già nel 1990, Roena cerca di rilanciare il concetto degli Apollo Sound: all’apertura del concerto del cantante di rock británico, Sting, al Colosseo Roberto Clemente, presenta la sua versione salsera del successo “Every Breath You Take”, del suddetto interprete.
Gli ultimi lavori di Roena sono “El Pueblo Pide Que Toque” del 1994, “Poderoso” sempre del 1994, “En Vivo desde Bellas Artes” del 1995, “Mi Música” del 1997.
Roena ha contribuito alla registrazione di diversi artisti e orchestre di salsa fra i quali: Charlie Palmieri, Roberto Lugo, Ismael Quintana, Cheo Feliciano, Julio ‘Gunda’ Merced y su Salsa Fever, Pedro Arroyo, Harold y Andy Montañez, e Willie González.

Fonti:

Music of Puertorico
Historia de la Salsa di Hiram Guadalupe Perez
www.myspace.com/robertoroenaysuapollosound